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Italo: Una biografia, ricordi e sei articoli
Italo: Una biografia, ricordi e sei articoli
Italo: Una biografia, ricordi e sei articoli
E-book62 pagine46 minuti

Italo: Una biografia, ricordi e sei articoli

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Info su questo ebook

«Italo mi dava appuntamento al Flore…» racconta Bernardo Valli. Parigi, anni Settanta. Quelli in cui Calvino vive nella capitale francese. Anche Bernardo Valli è lì, corrispondente e inviato prima per il “Corriere della Sera”, poi per “La Repubblica” e nell’80, quando lo scrittore va a vivere definitivamente a Roma, passa a “La Stampa”.

Si incontrano per la prima volta nel ’75 nell’ufficio del “Corriere” nel quartiere degli Champs Elysées, dove lo scrittore è andato a portare un suo articolo. Il giornalista, appena tornato dal Vietnam dopo la fine della guerra, lo aiuta a correggere gli errori nella bozza del telescriventista.
Sarà l’inizio di un’amicizia che andrà oltre le rispettive professioni e che Valli non ha mai raccontato.

Lo fa adesso, per la prima volta, alla sua maniera. Quella di chi non ha mai voluto scrivere qualcosa di diverso da un articolo di giornale.
Questo libro ne raccoglie sei su Italo Calvino che furono pubblicati su “La Repubblica” dal 1977 al 2012, più alcune note biografiche e frammenti di ricordi sotto forma di una lunga introduzione.
LinguaItaliano
Data di uscita15 apr 2023
ISBN9791281276031
Italo: Una biografia, ricordi e sei articoli

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    Anteprima del libro

    Italo - Bernardo Valli

    Copertina

    Image1  Parole

    Titolo: Italo

    Autore: Bernardo Valli

    Progetto grafico e immagine di copertina di Elena Passeggi

    Interno a cura di Lucia Caraffa Valli

    ISBN: 979-12-81276-03-1

    Prima edizione: aprile 2023

    © Ventanas edizioni 2023

    Corso Trieste 56, Roma

    www.ventanasedizioni.it

    eBook by Streetlib.com

    Bernardo Valli

    Italo

    «Italo mi dava appuntamento al Flore…» racconta Bernardo Valli. Parigi, anni Settanta. Quelli in cui Calvino vive nella capitale francese con sua moglie Chichita e la figlia Giovanna. Anche Bernardo Valli è lì, corrispondente e inviato prima per il Corriere della Sera, poi per La Repubblica e nell’80, quando lo scrittore va a vivere definitivamente a Roma, passa a La Stampa.

    Si incontrano per la prima volta nel ’75 nell’ufficio del Corriere nel quartiere degli Champs Elysées, dove lo scrittore è andato a portare un suo articolo. Il giornalista lo aiuta a correggere gli errori nella bozza del telescriventista. Sarà l’inizio di un’amicizia che andrà oltre le rispettive professioni e della quale Bernardo Valli aveva scelto di non parlare.

    Lo fa adesso, per la prima volta, alla sua maniera. Quella di chi non ha mai voluto scrivere qualcosa di diverso da un articolo di giornale. Questo libro ne raccoglie sei su Italo Calvino che furono pubblicati su La Repubblica dal 1977 al 2012, più alcune note biografiche e frammenti di ricordi sotto forma di una lunga introduzione.

    Bernardo Valli nasce a Parma nel 1930. Il primo incarico è nella cronaca di Milano del quotidiano L’Italia, nel 1955. L’anno seguente passa a Il Giorno, appena fondato. Nel 1958 il direttore Gaetano Baldacci lo invia in Venezuela, cui seguiranno l’Argentina, la Repubblica Dominicana, Cuba. Negli anni Sessanta segue il Sudafrica e la decolonizzazione africana (Congo, Mali, Ghana, Senegal, Guinea, fino alla guerra d’Algeria). Per Il Giorno è anche corrispondente da Londra. Dal ’73 al ’77 passa al Corriere della Sera diretto da Piero Ottone che nel ’75 lo invia in Estremo Oriente da dove racconta il Vietnam, l’India, il Giappone, la Cina. Alla fine della guerra vietnamita va a Parigi come corrispondente, e la capitale francese diventerà la sua residenza. Si sposterà per seguire le guerre mediorientali, quelle della Bosnia e dell’Iraq, e tutti gli avvenimenti che hanno fatto la Storia del secolo scorso, e in parte anche di questo. Dal ’77 al ’79 scrive per La Repubblica di Eugenio Scalfari, che lascia dal ’79 all’85 per La Stampa diretta da Giorgio Fattori. A La Repubblica torna nell’85 e vi resta fino al 2020. Dal 2016 al 2022 ha tenuto una rubrica - Dentro e fuori – sul settimanale L’Espresso.

    Mi è capitato spesso di parlare di letture con Italo Calvino. L’argomento con lui non aveva confini, ma non era facile trattenerlo sulle tue scelte né sulle sue. Amava le sintesi. Esprimeva giudizi spesso sfumati. Ma era un critico diretto. Senza ambiguità. I silenzi erano pareri negativi. E non erano rari. Italo non sprecava le parole. Con un amico estraneo al mondo letterario il suo linguaggio era più libero. Al tempo stesso si adeguava. Questa era la mia impressione. E ne approfittai.

    Uno degli ultimi posti più propizi per le conversazioni sciolte era Saint-Germain-des-Prés, al Flore, dove durante la Seconda guerra mondiale molti scrittori (tra i quali Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir, e Albert Camus) passavano ore soprattutto nelle stagioni fredde quando non avevano il riscaldamento nelle abitazioni ed erano attirati dalle stufe del primo piano nel caffè del Quartiere Latino. I miei incontri con Calvino avvennero decenni dopo il conflitto mondiale. Prima in ristoranti e bar di Parigi, o in Square de Châtillon, a lungo suo domicilio, in un quartiere quasi ai margini della metropoli. Negli ultimi anni, però, aveva un piccolo appartamento proprio di fronte al Flore. Stava per ritornare

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