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L'ispettore Hanaud. Il delitto di Villa Rose
L'ispettore Hanaud. Il delitto di Villa Rose
L'ispettore Hanaud. Il delitto di Villa Rose
E-book295 pagine3 ore

L'ispettore Hanaud. Il delitto di Villa Rose

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Info su questo ebook

L'ispettore Hanaud, uno fra i più famosi detective di Francia, è in vacanza quando viene coinvolto nelle indagini su un omicidio da un giovane inglese, Harry Wethermill, conoscenza di un suo amico e collaboratore, l'uomo d'affari Julius Ricardo. Una ricca signora, madame Dauvray, è stata uccisa a Villa Rose apparentemente durante una rapina. La donna, infatti, possedeva una collezione di preziosi di valore inestimabile dalla quale non si separava mai. La dama di compagnia inglese di Mme Dauvray, Célie, irreperibile dopo il delitto, sembra essere la principale sospettata. Harry Wethermill, un inventore, è innamorato della ragazza ed è convinto della sua innocenza. Implora Hanaud di occuparsi del caso e Hanaud accetta. Mme Dauvray era affascinata dallo spiritismo e le indagini suggeriscono che le doti di medium di Mademoiselle Celia sono state il mezzo con cui la giovane inglese dal passato torbido si era ingraziata la ricca signora. Sembra inoltre che Mademoiselle Célie abbia condotto una seduta spiritica proprio la notte dell'omicidio. Quando il cerchio sembra stringersi attorno alla giovane donna, un colpo di scena consente ad Hanaud di identificare e catturare i colpevoli. Primo dei cinque romanzi dedicati da Mason alla figura dell'ispettore Hanaud, Il delitto di Villa Rose anticipa la grande stagione del giallo novecentesco. Il corpulento investigatore francese ha sicuramente influenzato gran parte della produzione di genere successiva, a partire dal celeberrimo Hercule Poirot di Agatha Christie.
LinguaItaliano
Data di uscita26 ago 2023
ISBN9788893042635
L'ispettore Hanaud. Il delitto di Villa Rose
Autore

A .E. W. Mason

A.E.W. Mason (1865-1948) was an English novelist, short story writer and politician. He was born in England and studied at Dulwich College and Trinity College, Oxford. As a young man he participated in many extracurricular activities including sports, acting and writing. He published his first novel, A Romance of Wastdale, in 1895 followed by better known works The Four Feathers (1902) and At The Villa Rose (1910). During his career, Mason published more than 20 books as well as plays, short stories and articles.

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    Anteprima del libro

    L'ispettore Hanaud. Il delitto di Villa Rose - A .E. W. Mason

    Capitolo I

    Un lampo d’estate

    Per Julius Ricardo era un’abitudine: non appena si avvicinava la seconda settimana di agosto faceva una scappata ad Aix-les-Bains, in Savoia, dove trascorreva piacevolmente cinque o sei settimane in totale relax. Fingeva di frequentare lo stabilimento termale al mattino, andava a fare un giro in auto nel pomeriggio, cenava al Cercle la sera e poi passava un'ora o due nelle sale da gioco di Villa des Fleurs. Una vita davvero invidiabile e tranquilla, ed è certo che molti dei suoi conoscenti avrebbero voluto essere al suo posto. Allo stesso tempo, però, lo prendevano in giro e, ahimè, anche a ragione, visto che era un tipo che amava sempre esagerare. Ma tutto di lui andava interpretato e ricondotto alle giuste proporzioni. Perché ogni cosa nella sua vita era un po' sopra le righe, dal modo fastidioso e nevrotico di sistemarsi le cravatte fino alla gentilezza un po’ femminile che ostentava durante le cene. Mr. Ricardo si avvicinava ai cinquant'anni ed era vedovo, una condizione che gli piaceva molto, perché evitava sia le seccature del matrimonio, sia i rimproveri riservati di solito agli scapoli. E poi, cosa non di poco conto, era ricco, avendo accumulato una fortuna speculando alla City, dove aveva investito in titoli che si erano rivelati con il tempo parecchio redditizi.

    Dieci anni di benessere non avevano cancellato del tutto dal suo aspetto quell’aria inconfondibile da uomo d'affari. Anche se si concedeva un po' di riposo da gennaio a dicembre, lo faceva comunque con l’atteggiamento del finanziere in vacanza; e quando andava, come faceva spesso, nello studio di un pittore, un estraneo avrebbe esitato a decidere fra il suo amore per l'arte o la possibilità di un fruttuoso investimento. Abbiamo citato i suoi conoscenti, ma è proprio questo il termine più adatto. Infatti, pur non facendo certo vita ritirata, si teneva lontano da tutti. Non amava la compagnia degli artisti: lo consideravano come uno che ambiva a diventare un esperto. E per gli uomini d'affari più giovani, che non avevano mai avuto a che fare con lui, meritava la giusta mancanza di rispetto riservata ai dilettanti. Se gli dispiaceva qualcosa, era di non avere mai incontrato qualcuno che, in cambio di qualche favore, incidesse per sempre il suo ricordo nella memoria. Era un Mecenate senza Orazio, un Conte di Southampton senza Shakespeare. In una parola, Aix-les-Bains nella stagione estiva era esattamente il posto adatto a lui. E non gli venne mai in mente di vivere una vita troppo carica di impegni mondani o di lasciarsi coinvolgere in qualche avventura eccitante. La bellezza della cittadina, quelle persone ben vestite e piacevoli, la vie en rose del luogo, tutto ciò lo attraeva. Ma fu Villa des Fleurs a condurlo ad Aix. Non che giocasse qualcosa di più di un Luigi per volta, anche se ciò non faceva di lui solo uno spettatore distaccato e privo di coinvolgimento emotivo. La maggior parte delle sere aveva in tasca una o due banconote pronte al sacrificio dei tavoli. Ma il piacere per la sua mente curiosa, una mente da eterno principiante, risiedeva nello spettacolo offerto della battaglia, uno scontro che si ripeteva sera dopo sera tra maleducazione e buone maniere. Per lui era incredibile come le buone maniere prevalessero sempre. Anche se c’erano, è giusto ricordarlo, delle eccezioni.

    Come nella prima sera. In quel caso trovò le sale già un po’ surriscaldate e uscì nel piccolo giardino semicircolare sul retro. Rimase seduto per mezz'ora sotto il cielo stellato, osservando la gente che andava e veniva alla luce dei lampioni, apprezzando gli abiti e i gioielli delle ospiti con l'occhio di un vero intenditore. Poi, in quella pace stellata, arrivò all'improvviso un lampo di vita vera. Una ragazza con un abito morbido e aderente di raso bianco uscì in fretta dalle sale e si accomodò nervosamente su una panchina. Per Ricardo non poteva avere più di vent'anni. Era di certo molto giovane. La sua figura, così flessuosa, lo rivelava, come il suo viso, che aveva intravisto mentre usciva di corsa, un volto fresco e molto grazioso. Ma ora l’aveva persa di vista. Perché la ragazza indossava un grande cappello di raso nero a larghe tese, da cui spuntavano un paio di piume di struzzo bianche che si arricciavano sul retro. All’ombra di quel copricapo il suo viso era come mascherato. Tutto ciò che poteva vedere era un paio di orecchini di diamanti, che scintillavano e vibravano quando lei muoveva la testa, cosa che faceva di continuo. Ora fissava curiosamente per terra, ora si buttava all'indietro, poi si girava frenetica a destra e un attimo dopo a sinistra, e poi ancora fissava davanti a sé, facendo oscillare una pantofola di raso avanti e indietro contro il marciapiede. Aveva la stessa sciocca testardaggine una bambina. Tutti i suoi movimenti erano concitati, sull'orlo dell'isteria. Ricardo si aspettava che piangesse da un momento all’altro, ma al contrario lei si alzò di scatto e, con la stessa velocità con cui era arrivata, tornò di corsa all’interno. Un fulmine estivo, pensò Mr. Ricardo.

    Vicino a lui una donna sogghignava, mentre un uomo aggiungeva, con fare pietoso: Era carina, quella ragazza. È un peccato che abbia perso.

    Pochi minuti dopo Ricardo finì il suo sigaro e tornò a passeggiare nelle sale, dirigendosi verso il grande tavolo a destra dell'ingresso, dove di solito si giocava molto duro. Anche quella sera le cose sembravano andare così. Parecchia gente era accalcata intorno al tavolo, così tanta che Ricardo poteva distinguere i volti dei giocatori solo alzandosi in punta di piedi. Di chi gestiva il banco non riuscì a intravedere nulla. Ma anche se le persone erano sempre numerose, si avvicendavano di continuo. Così non passò molto tempo prima che Ricardo si trovasse in prima fila tra gli spettatori, proprio dietro i giocatori. Il tavolo verde e ovale era appena sotto di lui, ricolmo di banconote. Ricardo guardò a sinistra e vide seduto al centro del tavolo l'uomo che teneva il banco. Ricardo lo riconobbe con un moto di sorpresa. Era un giovane inglese, Harry Wethermill, Dopo una brillante carriera a Oxford e a Monaco di Baviera, aveva messo a frutto il suo genio scientifico di inventore fino a fare fortuna all'età di soli ventotto anni. Era chiaro che la fortuna era rimasta al suo fianco per tutta la serata, perché di fronte a lui il croupier stava sistemando con straordinaria abilità pile di banconote in ordine di valore. Il banco stava vincendo molto, stravincendo. Mentre Ricardo guardava, Wethermill si presentò con un naturale¹. A quel punto le mani vengono scoperte e chi dei due ha totalizzato il punteggio più alto vince: in caso di punteggio identico, la mano viene considerata pari.) e il croupier raccolse le puntate.

    "Faites vos jeux, messieurs. Le jeu est fait?", gridò il croupier, tutto d'un fiato, e ripeté le parole. Wethermill aspettava con la mano sul telaio di legno in cui erano impilate le carte. Si guardò attorno mentre le puntate venivano posate sul panno, e improvvisamente il suo viso passò dal distacco all'interesse. Quasi di fronte a lui, una piccola mano dai guanti bianchi, che reggeva una banconota da cinque Luigi, fu spinta in avanti tra le spalle di due uomini seduti al tavolo. Wethermill si chinò in avanti e scosse la testa con un sorriso. Con un gesto rifiutò la posta in gioco. Ma era troppo tardi. Le dita della mano si erano aperte, la banconota era volata giù sul panno, il denaro era stato giocato.

    Subito si appoggiò alla sedia.

    "Il y a une suite", disse a bassa voce. Rinunciò al banco piuttosto che giocare contro quella banconota da cinque Luigi. Tutte le puntate furono ritirate dai loro proprietari.

    Il croupier iniziò a contare le vincite di Wethermill. Ricardo, curioso di sapere di chi fosse la piccola mano delicatamente guantata che aveva portato il gioco a una conclusione così brusca, si sporse in avanti. Riconobbe la giovane ragazza con il vestito di raso bianco e il grande cappello nero, la stessa i cui nervi avevano avuto la meglio pochi minuti prima in giardino. Ora la vedeva bene, era bellissima. Era abbastanza alta, di carnagione chiara, con un colorito fresco sulle guance che non faceva altro che confermare la sua giovane età. I capelli erano castani, chiari e lucenti, la fronte ampia, gli occhi scuri e insieme molto luminosi. Ma c'era qualcosa di più della bellezza ad attrarlo. Aveva la certezza di averla già vista da qualche parte. E questa convinzione cresceva fino a perseguitarlo. Stava ancora rimuginando sul luogo dell’incontro quando il croupier finì di fare i conti.

    Per il banco sono duemila Luigi, gridò. Chi prende il banco per duemila Luigi?.

    Nessuno era disposto a farlo. Fu messo all’asta di nuovo e Wethermill, ancora seduto sulla sedia, lo fece suo. Parlò subito con un addetto, il quale girò intorno al tavolo e, facendosi strada tra la gente, recapitò un messaggio alla ragazza con il cappello nero. La ragazza guardò verso Wethermill e sorrise: quel sorriso rese il suo volto un miracolo di tenerezza. Poi scomparve, e in pochi istanti Ricardo vide aprirsi un varco nella gente dietro il banco e lei ricomparve a un metro o due di distanza, proprio dietro Wethermill. Si girò e, prendendole la mano, la strinse con un bonario gesto di rimprovero.

    Non potevo lasciarti giocare contro di me, Célie, disse in inglese, ho troppa fortuna stasera. Quindi sarai mia socia. Ci metterò i capitali e divideremo le vincite.

    Il viso della ragazza arrossì. La sua mano era ancora stretta nella sua. Non fece alcuno sforzo per ritirarla.

    Non potrei mai fare una cosa del genere, esclamò lei.

    Perché no?, disse lui. Guarda! e, sciogliendo le dita di lei, prese una banconota da cinque Luigi e la passò al croupier perché l’aggiungesse al banco. Ora non puoi più tirarti indietro. Siamo soci.

    La ragazza rise, e tutta la compagnia al tavolo sorrise, metà in segno di simpatia, metà per il divertimento. Le fu portata una sedia e si sedette appena dietro Wethermill, con le labbra aperte e il volto radioso per l'eccitazione. Ma proprio allora la fortuna abbandonò Wethermill. Riprese il banco per tre volte perdendo gran parte delle sue vincite. Prese un quarto banco e poi di alzò. Aveva perso. Per oggi può bastare, Célie, disse. Usciamo in giardino, lì fa più fresco.

    È tutta colpa mia…, disse la ragazza con un po’ di rimorso. Wethermill le passò un braccio tra le mani.

    Dovrai tenerti lontana da me prima di giocare, rispose, e la coppia si allontanò dagli sguardi di Ricardo.

    Julius rimase a chiedersi che fine avesse fatto Célie. Era solo uno degli interrogativi che rendevano Aix-les-Bains così attraente per lui. Era di origini boeme, questo era chiaro. Lo dimostrava il suo carattere aperto, la sua eccitazione e persino della sua angoscia. I suoi stati d’animo si alternavano di continuo davanti a un mazzo di carte. Non si preoccupava di indossare una maschera. E poi era una ragazza di diciannove o vent'anni che girava tutta sola per quelle sale, senza alcun imbarazzo, come se si sentisse a casa. E in più, da quelle parti, c’è sempre stata una grande libertà nella scelta dei nomi. Era di origini boeme, ne era sicuro. Per Ricardo era comunque una che non passava inosservata, questo era certo. Aveva l’aspetto un po’ naïf della maggior parte delle ragazze della sua età ma era molto più sobria. Inoltre aveva l'abilità delle francesi nel scegliersi il guardaroba. Era questo a fare la differenza, tralasciando la naturale spontaneità. Ricardo si chiese da dove precisamente venisse. Se lo domandava ancora quando la rivide mezz'ora più tardi davanti a Villa des Fleurs. Scendeva il lungo corridoio con Harry Wethermill al suo fianco. La coppia camminava piano e parlava così fitto da non rendersi conto di ciò che accadeva intorno a loro. In fondo ai gradini, una donna robusta sui cinquantacinque anni, con troppi gioielli addosso, vestita in modo eccentrico e con un rossetto un po’ pesante sulle labbra, osservava la scena con un sorriso di bonario divertimento. Quando furono a pochi passi da lei, disse in francese:

    Allora, Célie, sei pronta per tornare a casa?.

    La ragazza alzò gli occhi di scatto.

    Certo, madame, disse lei, con una certa remissività che sorprese Ricardo. Spero di non averla fatta aspettare.

    Corse al guardaroba e tornò con il mantello.

    A presto, Harry, disse, soffermandosi sul suo nome e guardandolo con occhi dolci e sorridenti.

    Ci vediamo domani sera, disse lui, tenendole la mano. Lei la lasciò di nuovo nella sua mano, ma si accigliò e un'improvvisa serietà si posò come una nuvola sul suo viso. Poi si rivolse alla donna più anziana con un fare interrogativo che tradiva una certa preoccupazione.

    No, non credo che domani torneremo, vero, madame?, disse dispiaciuta.

    Certo che no, rispose decisa la donna. Non ti ricordi più quali sono i nostri programmi? No, non saremo qui domani, torneremo la sera dopo.

    Célie si girò di nuovo verso Wethermill.

    Sì, abbiamo altri programmi per domani, gli disse, con una nota di malinconico rammarico nella voce. E vedendo che madame era già sulla porta, si chinò in avanti e disse timidamente: Ma la sera dopo….

    Bene… allora…, replicò Wethermill. La ragazza ritirò la mano e corse su per i gradini.

    Harry Wethermill tornò nelle stanze. Mr. Ricardo non lo seguì. Era troppo occupato dal piccolo quesito che si era appena posto, l’ennesimo di quella sera. Che cosa aveva in comune quella ragazza con la donna pesantemente pitturata a cui si rivolgeva con tanto rispetto? Nel tono della sua voce c'era qualcosa che andava ben oltre la semplice reverenza. Qualcosa di affettuoso. Ancora una volta Mr. Ricardo si chiese da dove venisse Célie e, mentre camminava verso l'albergo, altre domande affollarono nella sua mente.

    Perché, pensò, "né Célie né madame saranno a Villa des Fleurs domani sera? Quali sono i loro programmi? E cosa c’è di così strano da rendere il viso di Célie improvvisamente così serio? Nei giorni seguenti, Ricardo avrebbe dovuto fare i conti con questi quesiti in apparenza banali. Anche se in quel momento l’unica sua occupazione era non fare assolutamente nulla.

    Capitolo II

    Una richiesta di aiuto

    Fu il lunedì sera che Ricardo notò Harry Wethermill in compagnia di Célie. Il martedì, invece, incontrò Wethermill da solo e parlò con lui. Quella sera Wethermill non giocava e verso le dieci i due uomini lasciarono insieme Villa des Fleurs.

    Da che parte vai?, chiese Wethermill.

    Su per la collina, all'Hotel Majestic, disse Ricardo.

    Andiamo, allora, ti accompagno. Anch'io pernotto lì, disse il giovane, e salirono insieme la ripida salita. Ricardo moriva dalla voglia di fare qualche domanda sulla giovane amica di Wethermill, ma la discrezione lo fece stare zitto, anche se a malincuore. Nella hall chiacchierarono per un po’ e quindi si separarono augurandosi la buonanotte. Mr. Ricardo, tuttavia, avrebbe saputo qualcosa di più su Célie il mattino dopo, perché mentre si sistemava la cravatta davanti allo specchio Wethermill fece irruzione in camera. Ricardo dimenticò la sua curiosità preso da un moto di indignazione. Un’invasione simile era un oltraggio senza precedenti, un insulto fuori luogo al trascorrere quieto della sua vita. In più la parentesi alla toilette mattutina per lui era sacra. Interromperla così gli trasmetteva una lieve percezione di insopportabile anarchia. Dov'era il suo valletto? Dov'era Charles, che avrebbe dovuto sorvegliare la porta come il custode di una cappella?

    Non posso parlarti per almeno mezz'ora, disse Ricardo, con un tono seccato.

    Ma Harry Wethermill ansimava, tremava per l'agitazione.

    Non posso aspettare mezz’ora, disse ad alta voce, trafelato. Devo risolvere questa storia. E tu mi devi aiutare, subito…!.

    Ricardo si girò di scatto. All'inizio aveva pensato che quella richiesta d’aiuto avesse ben poco di originale, ad Aix-les-Bains è una cosa che capita molto spesso. Ma dopo una rapida occhiata al volto angosciato di Wethermill capì di essersi sbagliato. Così Mr. Ricardo si liberò della sua buona educazione come fosse un cappotto troppo pesante. Che cosa diavolo è successo? chiese a bassa voce.

    Qualcosa di terribile. E con le dita tremanti Wethermill gli porse un giornale. Leggi…, disse.

    Era un'edizione speciale del giornale locale, Le Journal de Savoie. Era di quella mattina.

    Ormai ne stanno parlando tutti, disse Wethermill. Leggi!

    In prima pagina il titolo balzava immediatamente agli occhi. Riccardo cominciò a leggere.

    "Nella tarda serata di ieri omicidio a Villa Rose, in direzione di Lac Bourget. Mme. Camille Dauvray, anziana e ricca donna molto conosciuta ad Aix, in città per le vacanze, è stata rinvenuta cadavere, probabilmente strangolata, nel salone della casa. Al piano superiore, la cameriera Helène Vauquier è stata trovata a letto, narcotizzata, con le mani legate dietro la schiena. Al momento di andare in stampa la donna non aveva ancora ripreso conoscenza. Sul luogo dell’omicidio è giunto l’abile e intelligente agente di polizia Perrichet. Non sono presenti segni di scasso e la cerchia dei potenziali colpevoli si restringe quindi alla cerchia di amici e conoscenti di Mme. Dauvray. Irreperibile la dama di compagnia, con lei fino a ieri. Scomparsa la vettura della padrona di casa. Per gli inquirenti il movente sarebbe legato a un tentativo di rapina forse andato male: la donna uccisa possedeva una prestigiosa collezione di preziosi, di grande valore, dalla quale non si separava mai. Evidenti, nelle varie stanze, i segni del sopralluogo dei rapinatori. Difficile per ora avanzare altre ipotesi, anche se la giovane che risulta irreperibile è considerata allo stato attuale la principale indiziata".

    Ricardo lesse il paragrafo con crescente costernazione e posò il foglio sulla sua toeletta.

    È una cosa infame, gridò Wethermill alterato.

    La giovane è, immagino, la tua amica… Célie?, disse Ricardo lentamente.

    Wethermill si avvicinò a Ricardo .

    Allora la conosci?, esclamò stupito.

    No, ma l'ho notata in giro con te. Ti ho sentito mentre la chiamavi con questo nome.

    Ci ha visti insieme?, esclamò Wethermill. Allora puoi capire quanto sia ingiusta questa descrizione di lei.

    Ma Ricardo aveva notato la ragazza mezz'ora prima di vederla con Harry Wethermill. E non poteva non ricordarsi l'immagine di lei mentre, in un momento di collera, si era seduta sulla panchina del giardino e aveva scalciato la sua pantofola di raso avanti e indietro contro le pietre. Era giovane, era carina, aveva un suo fascino, ma per quanto si sforzasse di impedirlo, quel ricordo cominciava ad assumere un significato sempre più sinistro. Si ricordò anche di alcune parole pronunciate in quel momento da uno sconosciuto: è carina, è un peccato che abbia perso.

    Mr. Ricardo si sistemò la cravatta con una convinzione ancora maggiore di quella che usava di solito.

    E la cameriera? chiese. Era la donna robusta con cui la tua giovane amica è partita?.

    , disse Wethermill.

    Ricardo si girò e allontano lo sguardo dallo specchio.

    Cosa vuoi che faccia?.

    Hanaud. Hanaud è ad Aix. È il più bravo investigatore francese sulla piazza. So che lo conosci. Una volta ha cenato con noi, mi pare.

    Era consuetudine di Mr. Ricardo riunire le celebrità intorno alla sua tavola, e in una di queste occasioni Hanaud e Wethermill erano stati entrambi presenti.

    Vuoi che ci parli?.

    Devi farlo subito.

    È una cosa delicata, disse Ricardo. Qualcuno sarà incaricato delle indagini per questo omicidio, e noi dobbiamo rivolgerci a lui....

    Wethermill lo interruppe.

    No, no, gridò, lui non sarà il responsabile del caso. È qui in vacanza. Ho letto del suo arrivo due giorni fa sul giornale. Si diceva che era venuto per riposarsi. Quello che voglio è che si occupi di questa storia.

    L’infinita fiducia di Wethermill scosse per un attimo Mr. Ricardo, ma i suoi ricordi erano fin troppo chiari.

    "Mi stai chiedendo di coinvolgere il più importante investigatore francese per ritrovare

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