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La principessa e il milionario: Harmony Collezione
La principessa e il milionario: Harmony Collezione
La principessa e il milionario: Harmony Collezione
E-book170 pagine2 ore

La principessa e il milionario: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

La ritrosia di una timida principessa non è facile da superare. All'apparenza...

La principessa Katarina Karedes rifugge le luci della ribalta, anche quando le viene affidata l'organizzazione di un gran ballo a Palazzo. Così, nonostante si occupi con attenzione e scrupolo di ogni minimo particolare, finisce con il commettere quasi inevitabilmente un errore fatale: dimenticare di procurarsi un abito all'altezza della situazione. Katarina non può certo immaginare che ciò cambierà la sua vita, in modo inaspettato e travolgente, nel momento stesso in cui incontra, a Palazzo, l'affascinante milionario Nikos Angelaki, invitato alla festa e amico intimo di suo fratello Sebastian.

LinguaItaliano
Data di uscita10 lug 2013
ISBN9788858912744
La principessa e il milionario: Harmony Collezione
Autore

Chantelle Shaw

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    La principessa e il milionario - Chantelle Shaw

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Greek Billionaire’s Innocent Princess

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2009 Harlequin Books S.A

    Traduzione di Velia De Magistris

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5891-274-4

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Nikos Angelaki, in piedi in un angolo della grande sala da ballo, osservò i circa cinquecento ospiti che ballavano e sorseggiavano champagne alla luce degli elaborati candelieri sospesi al soffitto.

    Gli uomini indossavano smoking neri, le donne, avvolte in metri di seta e broccato e luccicanti di splendidi gioielli, volteggiavano sulla pista come variopinte farfalle.

    Sollevando appena la manica della giacca, guardò l’orologio d’oro, poi attraversò il salone, consapevole delle occhiate che accompagnavano il suo passaggio. A trentadue anni, aveva ormai fatto l’abitudine all’ammirazione che suscitava il suo aspetto e all’invidia che attirava la sua ricchezza.

    Si trovava per la prima volta nel Palazzo Reale di Aristo, ed era sinceramente colpito dallo splendore degli ambienti, sulle cui pareti erano allineati quadri di un valore incommensurabile. La Famiglia Reale dei Karedes era fra le più ricche d’Europa, gli invitati al ballo includevano sovrani e capi di stato, persone famose che non immaginavano che l’ospite d’onore del principe reggente fosse cresciuto nei ghetti di Atene.

    Nikos si chiese se il maggiordomo che lo aveva cerimoniosamente scortato nello studio dove il principe Sebastian lo aveva ricevuto al suo arrivo sarebbe stato così ossequioso se avesse saputo che sua madre, un tempo, aveva lavorato come aiuto cameriera nelle cucine di Palazzo. Un fatto che aveva tenuto nascosto anche a Sebastian, nonostante la stretta amicizia che li legava.

    Giunto nell’atrio, si diresse verso una porta situata di fronte all’ingresso del salone delle feste e l’aprì, ritrovandosi nella sala da pranzo, deserta tranne che per una cameriera che stava alacremente ripiegando dei tovaglioli.

    Gli invitati avevano cenato prima dell’inizio del ricevimento, ma a causa del ritardo del suo volo lui non aveva partecipato al banchetto. Ora, guardando i rustici ancora allineati sul buffet, sentì un crampo allo stomaco. Aveva fame, però gli affari erano sempre al primo posto, ricordò a se stesso. Avrebbe trascorso la serata ad Aristo, ma già l’indomani sarebbe partito alla volta di New York, dove aveva un appuntamento con un nuovo cliente.

    Si avvicinò alla cameriera, che gli dava le spalle, e dunque non si era resa conto del suo arrivo. «Può dirmi dove posso fare una telefonata senza correre il rischio di essere interrotto?» chiese.

    La voce profonda e roca era talmente sensuale che Kitty sentì un brivido correrle lungo la schiena. Si girò e, ritrovandosi faccia a faccia con l’uomo che era silenziosamente entrato nella sala, il cuore prese a martellarle nel petto.

    Lo aveva riconosciuto subito quando aveva fatto il proprio ingresso nel salone, poco prima. Nikos Angelaki, magnate nel campo delle spedizioni, noto playboy e, da qualche mese, amico e confidente di suo fratello maggiore. Sebastian le aveva raccontato di aver conosciuto Nikos a una riunione d’affari in Grecia. I due avevano scoperto una comune passione per il poker e la roulette e da allora, ogni volta che era loro possibile, trascorrevano insieme le serate nei casinò di Aristo e Atene.

    Le fotografie che aveva visto sui giornali non gli rendevano completa giustizia. Nikos era molto attraente, sofisticato ed estremamente sexy. Più alto della media, indossava dei pantaloni scuri che enfatizzavano le gambe lunghe e muscolose, mentre la giacca perfettamente sagomata evidenziava l’ampiezza delle spalle. Ma fu il viso a catturare la sua attenzione. Non le venne in mente nessun aggettivo che potesse sufficientemente adattarsi alla perfezione dei suoi lineamenti, agli zigomi sporgenti, agli occhi neri come la notte, o alla bocca piena e sensuale.

    Il silenzio continuò. Kitty percepì l’arroganza e l’assoluta fiducia in se stesso dell’uomo che le stava di fronte, e di nuovo un brivido le accapponò la pelle. Poi, all’improvviso, si rese conto che lo stava fissando, e sentì le fiamme salirle al volto.

    «C’è un salottino lì in fondo» disse, indicando una porta.

    «Grazie.»

    Lo sguardo dell’uomo si soffermò su di lei, soppesando ovviamente lo scialbo vestito nero da cocktail che indossava. Kitty desiderò averne acquistato uno nuovo in occasione del ballo, qualcosa alla moda, magari con una scollatura in grado di attirare l’attenzione degli uomini.

    Ma lei non aveva mai provato interesse per l’abbigliamento, preferendo di gran lunga il suo lavoro di ricercatrice presso il museo di Aristo allo shopping, e solo quando, controllando per l’ultima volta la lista delle cose da fare per l’organizzazione del ballo, aveva letto la nota Comprare un vestito, si era ricordata di non avere nulla di recente da indossare in occasione dell’evento sociale più importante dell’anno.

    E comunque le mancava il carattere per sfoggiare abitini sexy, si disse. In ogni caso, non avrebbe avuto una sola possibilità con un uomo come Nikos. Lui non aveva dato segno di averla riconosciuta, di conseguenza il protocollo vigente a Palazzo le imponeva di presentarsi. Purtroppo, la timidezza che l’affliggeva sin da quando era bambina le paralizzò la lingua. Desiderò, come era abituata a fare, di possedere almeno una briciola della frizzante personalità e della disinvoltura di sua sorella, la principessa Elissa, una vera maestra nell’arte del socializzare.

    E lei era la principessa Katarina Karedes, quarta in linea di successione al trono di Aristo, rammentò Kitty a se stessa. Praticamente dalla nascita era stata istruita a muoversi nella società che contava, eppure le risultava sempre difficile intavolare una qualsiasi conversazione con degli sconosciuti. Stava ancora cercando di convincersi a porgere la mano a Nikos quando lui parlò di nuovo.

    «Dovrebbe andare a servire lo champagne nel salone. Il principe Sebastian mi ha detto che proprio questa sera un buon numero di camerieri si sono ammalati, e ho notato che molti degli ospiti hanno i bicchieri vuoti» disse, poi le sorrise con fare incoraggiante, quasi si aspettasse che lei obbedisse immediatamente al suo ordine.

    Ammutolita, Kitty sussultò. Era consapevole dell’inconveniente che si era verificato con i camerieri assunti esclusivamente per la serata e, avendo trascorso quasi l’intero mese a pianificare ogni dettaglio del ballo – quasi si fosse trattato di un’importante operazione militare – si era allarmata, e non poco. Il maggiordomo però le aveva assicurato che tutto era sotto controllo, dunque di non doversi spingere fino a riempire personalmente i calici degli ospiti.

    In genere non era lei a occuparsi del Gran Ballo, ma quell’anno, poiché la regina Tia era ancora affranta per la scomparsa del marito, Sebastian aveva affidato a lei la gestione dei preparativi. Seb aveva già abbastanza problemi, aveva pensato Kitty. Dopo la morte improvvisa del loro padre, Sebastian sarebbe dovuto salire al trono immediatamente. Ma la sconvolgente scoperta che la metà del diamante Stefani incastonata nella corona di Aristo altro non era se non un falso, e che di conseguenza nessuno aveva idea di dove fosse finita la pietra originale, aveva fatto saltare tutti i progetti. La tradizione voleva che nessun re di Aristo potesse essere incoronato senza il diamante, dunque nel frattempo Sebastian aveva assunto il titolo di principe reggente.

    «Il mio cliente sta aspettando una telefonata» borbottò Nikos Angelaki, strappandola così al filo dei suoi pensieri. Si incamminò verso la porta che dava accesso al salottino, il cellulare già pronto in mano. «E lei farebbe meglio a tornare al lavoro» la rimproverò. «Anzi» aggiunse fermandosi, «mi porti una coppa di champagne, e visto che c’è, anche qualcosa da mangiare. Quei rustici hanno un aspetto davvero appetitoso, aggiunga anche delle fette di pane alle olive.»

    L’uomo era un ospite, rammentò Kitty a se stessa, e il suo dovere di padrona di casa era assicurarsi che tutti gli ospiti avessero la migliore delle accoglienze. Però quel tono imperioso che aveva usato era decisamente poco conveniente. Le persone che non la conoscevano si rivolgevano a lei chiamandola principessa, o Altezza, Nikos invece non aveva neanche provato a mostrarle il rispetto che le era dovuto. Ovviamente non si aspettava di essere adulata, ma Nikos le aveva parlato quasi lei fosse una semplice cameriera.

    Forse non sapeva chi era?

    «Vuole... che io la serva?» domandò incredula.

    Il tono acuto della sua voce indusse Nikos a osservarla meglio. Socchiuse gli occhi notando l’espressione bellicosa dipinta sul volto della giovane. Quando era entrato nella sala aveva rivolto un’occhiata di sfuggita a quella che gli era sembrata una ragazza scialba e goffa, avvolta in un vestito dal taglio dozzinale. Però, tutto sommato, la donna non era affatto da buttar via, si rese conto in quel momento.

    Aveva curve tanto fuori moda quanto voluttuose, decise, concedendo al proprio sguardo di soffermarsi sugli ampi fianchi e sul seno generoso. Un’immagine si materializzò nella sua mente, lei che indossava un elegante abito da sera la cui scollatura profonda evidenziava il seno rotondo e perfetto. Nella sua immaginazione, si vide nell’atto di farle scivolare le spalline del vestito lungo le braccia, e poi di godere del magnifico spettacolo offerto dalla sua nudità.

    La reazione del proprio corpo fu immediata. Eppure quella cameriera non era il suo tipo, si disse irritato. A lui piacevano bionde, alte e filiformi, mentre lei era bruna, piuttosto bassa e formosa. Le spesse lenti da vista le nascondevano gli occhi, ma l’incarnato del viso era di una gradevole sfumatura dorata, e gli zigomi alti e pronunciati le conferivano un aspetto quasi aristocratico. Le labbra piene e rosse, infine, sembravano fatte per essere baciate...

    Diavolo! Ovviamente era stato senza una donna troppo a lungo, decise. Il lavoro assorbiva tutto il suo tempo e ogni sua energia, tanto che sotto la sua guida i profitti della Petridis Angelaki Shipping erano triplicati. Lavorava duro e giocava altrettanto duro, ma ultimamente non aveva giocato abbastanza, un fatto cui doveva porre rimedio. Dubitava però che il principe Sebastian sarebbe stato felice se lui avesse sedotto una delle sue dipendenti.

    «Se non è un problema, ovviamente» replicò con fare sarcastico. «È il suo lavoro, dopotutto.»

    Kitty pensò alle lunghe ore trascorse organizzando la festa, e provò qualcosa di molto simile a un moto di rabbia. Si era data da fare per settimane alfine di rendere il ballo un successo soprattutto per il bene di Sebastian, ma arrivare fino a trasformarsi nella cameriera personale di uno degli amici di suo fratello era davvero troppo.

    Il viso in fiamme, appoggiò le mani sui fianchi. «Un buffet prevede che gli ospiti si servano da soli» precisò.

    L’uomo, una ruga che gli solcava la fronte, continuò a guardarla, e improvvisamente a Kitty venne in mente che l’abito nero accollato e con le maniche lunghe che aveva acquistato due anni prima sperando che il taglio severo e il colore la snellissero, era quasi identico all’uniforme che indossavano le cameriere.

    ... farebbe meglio a tornare al lavoro...

    Era possibile che Nikos Angelaki ignorasse la sua identità? Non si erano mai visti prima, e contrariamente a Liss, le cui foto apparivano di continuo sulle pagine dei giornali di cronaca rosa, lei non era mai – o quasi mai – riconosciuta dai paparazzi. Così Nikos aveva dato per scontato che fosse una delle cameriere, e ora lei non sapeva se sentirsi offesa o essere divertita da quell’equivoco.

    Aprì la bocca pronta a puntualizzare che lei era la principessa Katarina Karedes, e non una qualsiasi servitrice, ma qualcosa la trattenne. Era senza dubbio umiliante che qualcuno avesse pensato che lei fosse una cameriera. Ora desiderava aver dato più importanza al proprio aspetto, invece di essere certa che nessuno l’avrebbe notata. Quella sera era lei la padrona di casa, e le persone la notavano, ma per i motivi sbagliati.

    Durante il ricevimento le era capitato si sentire i commenti decisamente poco lusinghieri degli ospiti... Sì, ha già ventisei anni... No, non è sposata... Deve essere difficile per lei vivere all’ombra dell’incantevole Liss... Sì, certo, la principessa Katarina è l’intellettuale della famiglia, ma purtroppo non ha nemmeno un briciolo della bellezza della sorella...

    Provò a immaginare come avrebbe reagito Nikos se ora gli avesse svelato la propria identità. Certamente avrebbe condiviso l’opinione generale, e cioè che lei era il brutto anatroccolo della famiglia. La consapevolezza poi dell’avvenenza di lui

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