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Il milionario di ghiaccio: Harmony Collezione
Il milionario di ghiaccio: Harmony Collezione
Il milionario di ghiaccio: Harmony Collezione
E-book164 pagine2 ore

Il milionario di ghiaccio: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

L'antica casa dei St Clair è in pericolo: solo una grossa somma di denaro può evitarle la demolizione o peggio ancora! la vendita. E Diana St Clair è disposta a tutto pur di mantenere la promessa di salvarla, anche a restare intrappolata in un matrimonio con il milionario Nikos Tramontes.
Per Nikos, la bella e glaciale Diana rappresenta lo strumento ideale per realizzare quell'ascesa sociale a cui mira da tempo. E se riuscirà anche a sciogliere il ghiaccio che imprigiona la sua anima e il suo splendido corpo, avrà davvero raggiunto ogni obiettivo.
LinguaItaliano
Data di uscita19 lug 2019
ISBN9788830500686
Il milionario di ghiaccio: Harmony Collezione
Autore

Julia James

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Il milionario di ghiaccio - Julia James

    successivo.

    1

    La donna riflessa nello specchio era bella. Un viso delicato con zigomi alti, capelli chiari raccolti in un elegante chignon, occhi grigi e luminosi messi in evidenza da un trucco discreto, labbra dal taglio morbido. Ai lobi e intorno al collo splendevano perle dalla luce perfetta.

    Per diversi istanti restò a fissare l'immagine, poi, all'improvviso, si alzò in piedi e si voltò. La lunga gonna dell'abito da sera frusciò mentre lei si dirigeva verso la porta della stanza da letto. Non poteva ritardare ancora. A Nikos non piaceva aspettare.

    Nella sua testa echeggiarono le parole di un vecchio adagio che si adattava perfettamente alla sua situazione attuale. Prendi ciò che vuoi, dice Dio. Prendilo, e paga per esso.

    Deglutì mentre scendeva le scale per raggiungere l'uomo che la stava aspettando. Suo marito. Sì, lei aveva preso ciò che voleva e ora doveva pagarne il prezzo. Eccome se doveva pagare...

    Sei mesi prima

    «Diana, ti rendi conto che ora che la successione è completata non ti resta altro da fare che vendere? La tua situazione finanziaria è disastrosa.»

    Diana serrò le mani in grembo ma non rispose.

    L'avvocato della famiglia St Clair continuò. «Non otterrai un prezzo all'altezza del suo valore, a causa dello stato in cui si trova, però credo che potrai realizzare una somma che ti consenta di vivere dignitosamente. Contatterò subito gli agenti immobiliari.»

    Gerald Langley sorrise in un modo che voleva essere incoraggiante.

    «Ti suggerisco di prenderti una vacanza. So che è stato un periodo difficile per te. L'incidente di tuo padre, il suo declino progressivo dopo le ferite e poi la sua morte...»

    Avrebbe anche potuto risparmiare il fiato. Sul viso di Diana si era dipinta un'espressione granitica. «Non vendo.»

    Il suo tono piccato infastidì Gerald.

    «Diana, devi affrontare la realtà» obiettò con evidente impazienza. «Forse con i dividendi delle azioni e con altri investimenti riusciresti a gestire Greymont e a fare le dovute manutenzioni, o magari potresti anche trovare il capitale che tuo padre riteneva necessario, ma l'ultima perizia strutturale che hai commissionato dopo la sua morte ha evidenziato che le riparazioni indispensabili e che non possono essere evitate o rimandate sono molte di più di quello che si credeva. Tu non hai i fondi per farle, tantomeno per restaurare gli interni. Ricorda che non ci sono più opere d'arte di valore da vendere, visto che tuo nonno ha dovuto alienarle per pagare le tasse di successione e tuo padre ha usato quelle che restavano per pagare le sue tasse di successione.»

    L'uomo tirò il fiato.

    «Quindi, a parte un'improbabile vincita milionaria alla lotteria» continuò con una punta di condiscendenza, «la tua unica opzione sarebbe quella di trovare un uomo molto ricco e generoso, e sposarlo.»

    Posò su di lei un breve sguardo gentile prima di riprendere la sua tirata.

    «Come ti ho appena preannunciato, ora contatterò gli agenti immobiliari e...»

    Lei si alzò in piedi e l'avvocato smise di parlare, guardandola sorpreso.

    «Ti prego, non disturbarti, Gerald.» La voce di Diana era piccata quanto lo era stata la sua poco prima. Afferrò la borsetta e si diresse verso la porta dello studio.

    Dietro di lei, Diana sentì la sedia di Gerald che strideva contro il pavimento. «Ragazza mia, cosa stai facendo? Abbiamo molto altro di cui discutere.»

    Lei si fermò con la mano sulla maniglia della porta e posò uno sguardo imperturbabile sull'avvocato. Dietro la facciata impassibile sentiva agitarsi dentro una ridda di emozioni. Non avrebbe mai acconsentito a lasciar andare la sua amata casa. Mai! Per lei era tutto. Venderla sarebbe stato un tradimento verso i suoi antenati e verso suo padre. Verso tutti i sacrifici che aveva fatto per lei.

    Greymont aveva rappresentato per lei la sicurezza e la stabilità di cui aveva avuto tanto bisogno da bambina per fronteggiare il dolore per l'abbandono della mamma. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di tenere Greymont.

    Quando parlò, nessuna di quelle emozioni così intense trapelò dalla sua voce. «Non c'è altro su cui discutere, Gerald. E quanto a cosa farò... non è ovvio?» Si interruppe per un breve istante. «Troverò un uomo ricco e generoso e lo sposerò.»

    Nikos Tramontes era sulla terrazza della stanza dell'albergo di lusso in Costa Azzurra e fletteva le spalle ampie. Osservava la piscina sotto di lui dove, con lente bracciate languide, stava nuotando Nadya.

    Una volta provava piacere a guardarla. Dopotutto Nadya Serensky era una delle più belle donne nella galassia delle modelle, e Nikos apprezzava il fatto di essere l'unico uomo ad avere accesso al suo corpo. Era il chiaro segnale che aveva lanciato al mondo per dire che aveva raggiunto il successo e la ricchezza.

    Le donne come Nadya non si accontentavano di uomini qualunque.

    Ora però, dopo due anni, sentiva che il fascino di lei stava svanendo e Nikos iniziava a essere infastidito dalle sue continue allusioni al matrimonio. Certo, era vero che la rossa appariscente, dal corpo sinuoso e perfetto, otteneva sguardi ammirati quando era accanto all'uomo dalla pelle olivastra e i capelli neri e dal fisico atletico, però non era un motivo sufficiente per metterle l'anello al dito.

    Nadya era stata un'amante trofeo, una bellezza necessaria alla sua ascesa verso uno degli obiettivi che si era dato, ma ora era stanco di lei e non aveva senso sposarla. Non sarebbe servito a ottenere più di quanto gli desse già.

    Ora lui aveva bisogno d'altro. Di una moglie trofeo. Una che gli avrebbe fatto ottenere ciò che voleva dalla vita.

    La sua espressione si incupì, come sempre quando i pensieri diventavano ricordi. La sua acquisizione di una vasta ricchezza, che includeva la lussuosa villa a Cap Pierre e la presenza nel suo letto di uno dei volti più belli e famosi, altro non era stato che il primo gradino verso la sua trasformazione da imbarazzante fastidio dei suoi detestabili genitori.

    Genitori che lo avevano concepito con noncuranza all'interno di una relazione adultera e che si erano sbarazzati di lui subito dopo la sua nascita, lasciando che venisse dato in affido.

    Be', avrebbe dimostrato loro che erano nel torto. Avrebbe provato, con le sue forze, che era in grado di ottenere da solo ciò che loro gli avevano negato.

    Quando era arrivato all'apice del successo economico, aveva dimostrato di essere il figlio di suo padre, il ricchissimo armatore greco che lo aveva respinto senza mai averlo nemmeno visto.

    Con il matrimonio invece sarebbe arrivato in cima alla scala sociale, e nonostante lei lo considerasse solo un bastardo indesiderato, si sarebbe mosso negli stessi circoli frequentati dall'aristocratica francese che lo aveva concepito al di fuori del matrimonio.

    Nikos si scosse dai suoi sgradevoli pensieri e rientrò nella stanza, pronto per pianificare il suo prossimo obiettivo.

    Sotto di lui intanto, in piscina, Nadya alzò la testa e lo vide andare via. Poi batté una mano con rabbia sul pelo dell'acqua.

    Diana sedeva con espressione intenta mentre l'ospite d'onore parlava di mercati e politiche finanziarie. In realtà stava cercando di nascondere la noia che provava per argomenti che conosceva poco e le interessavano anche meno. Era lì quella sera, alla cena organizzata in uno dei più antichi palazzi di Londra, perché aveva accompagnato un vecchio conoscente, Toby Masterson, l'uomo che stava pensando di sposare.

    Sì, perché Toby era molto ricco, dato che aveva ereditato una banca. Il che significava che avrebbe potuto sovvenzionare i lavori di sistemazione di Greymont. Era anche qualcuno di cui non si sarebbe mai innamorata, il che era un bene. Lo sguardo di Diana si incupì. Sì, l'amore era pericoloso. Distruggeva la vita delle persone e le rendeva infelici.

    Di certo aveva distrutto la felicità di suo padre quando sua madre era fuggita insieme a un milionario australiano, senza mai più fare ritorno. A quell'epoca Diana aveva dieci anni, e aveva capito anche lei quanto l'amore potesse essere doloroso quando non era ricambiato.

    La vicenda aveva reso suo padre molto protettivo nei suoi confronti. La sua bambina aveva perso la madre, e lui non avrebbe mai permesso che perdesse anche la casa che amava tanto, Greymont. Diana perciò era cresciuta con la consapevolezza che se anche la vita poteva cambiare di continuo, anche in modo drammatico, la sua Greymont sarebbe rimasta per sempre lì per lei. Era la sua casa.

    Un'espressione colpevole le comparve sul viso per un istante. Suo padre aveva sacrificato ogni possibilità di essere felice con un secondo matrimonio proprio per assicurarsi che non ci fosse un figlio che usurpasse il diritto di Diana di ereditare Greymont e ora lei doveva garantire di mettere al mondo un erede che potesse prendersi carico della proprietà. Per farlo doveva trovare un uomo di cui non si sarebbe innamorata ma di cui sarebbe potuta essere amica, per poter trascorrere una vita serena con il comune obiettivo di preservare Greymont.

    Diana fu afferrata dall'ansia. Il fatto era che aveva sempre pensato di avere a disposizione molto tempo, per trovare un uomo di quel genere. Ora però, con la difficile situazione finanziaria in cui si trovava, aveva bisogno di un uomo ricco, e in fretta. Il che significava che non poteva permettersi di fare la difficile.

    Posò lo sguardo su Toby, che stava ascoltando il relatore, e le si strinse il cuore. Toby Masterson era una persona amabile e di buon carattere, però era terribilmente noioso. E anche se non si sarebbe mai sposata con un uomo del quale rischiasse di innamorarsi, perlomeno avrebbe voluto un marito con cui l'attività di mettere al mondo un figlio non la ripugnasse tanto.

    Rabbrividì tra sé al pensiero del corpo sovrappeso di Toby stretto al suo, delle sue mani grassocce su di lei...

    Non voleva essere crudele, ma non sapeva se sarebbe riuscita a sopportare quel genere di contatto con lui. E per chissà quanti anni!

    Il dubbio si agitava dentro di lei, inquietante e angoscioso, e la spinse a distogliere gli occhi dall'uomo con cui era uscita quella sera. Non voleva pensare a quelle cose. Si guardò intorno, osservò la sala raffinata dove, seduti a tavole apparecchiate con tovaglie bianche damascate e porcellane preziose, chiacchieravano donne e uomini eleganti.

    All'improvviso, in mezzo alla massa di uomini senza volto, vide spiccare un viso intenso e interessante. Lo sconosciuto teneva gli occhi neri e profondi fissi su di lei.

    Nikos si appoggiò allo schienale della sedia e avvolse le lunghe dita intorno al bicchiere, indifferente ai discorsi del relatore che stava dicendo cose su capitali e mercati che conosceva già. Lui intanto pensava alla sua vita personale.

    Chi avrebbe potuto scegliere come moglie trofeo? Chi poteva essere la donna che gli avrebbe fatto ottenere l'entrata nel mondo aristocratico della madre senza cuore che l'aveva dato in affido? Chi l'avrebbe aiutato a provare a se stesso e al mondo, e soprattutto ai suoi genitori che non l'avevano mai voluto, che era stato capace di arrivare al successo anche senza il loro aiuto?

    Corrugò la fronte. Un matrimonio sarebbe dovuto essere per la vita. Era così che lo voleva, con la sua moglie trofeo? La relazione con Nadya era durata due anni prima che la noia subentrasse. Non avrebbe desiderato qualcosa di più da un matrimonio? Oppure, una volta raggiunto il suo scopo, non avrebbe voluto altro che sbarazzarsi di lei?

    Di certo non era l'amore che cercava in quell'unione. Si sarebbe trattato solo di una questione di affari. D'altra parte lui non conosceva l'amore. Nemmeno con Nadya si era mai trattato di amore. Erano solo stati utili l'uno all'altra. E i genitori affidatari che si erano presi cura di lui non lo avevano amato. Non erano stati cattivi, semplicemente a loro non era importato di lui, e lui non aveva mantenuto i rapporti con loro. Per quanto riguardava i suoi veri genitori... avevano forse pensato che la loro sordida relazione scaturisse dall'amore?

    Distolse la mente da quei pensieri e tornò a considerare la questione della moglie trofeo. Per prima cosa doveva mettere fine alla sua relazione con Nadya, che al momento era a New York per una sfilata. Le avrebbe parlato con tatto e l'avrebbe ringraziata per il tempo che avevano trascorso insieme. Le avrebbe regalato una collana di smeraldi, che erano le sue pietre preferite, e le avrebbe augurato una buona vita. Senza dubbio lei era preparata a quel momento, e aveva già in mente l'uomo che l'avrebbe

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