Dedizioni Anno 2 Numero 3: Rivista trimestrale di politiche culturali in Calabria
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Scriviamo, poi, della Dieta Mediterranea con Francesco Marra, professore di Ingegneria alimentare all’Università di Salerno, che ci fa capire che non è solo roba da mangiare, ma è un modo di vivere. In questo contesto si inserisce Giuseppe De Bartolo, professore di Statistica all’Università della Calabria, che ci spiega perché presto avremo tutti trent’anni di meno. A seguire una magistrale lezione di Rocco Pangaro sulla Regione Jonica e sulla sua “potenza” culturale. Infine un profilo, tracciato magistralmente da Vanessa Cuconato del pittore della Pace, il maestro paolano, Rocco De Luca.
Chiudiamo questo numero con “Opinioni”, una nuova rubrica, dove Gabriello Grandinetti ci spiega perché viviamo in una “tempesta perfetta” e Saverio di Giorno ci fa capire che se Cristo si è fermato a Eboli, il turista, oggi, si ferma a Maratea.
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Dedizioni Anno 2 Numero 3 - Giuseppe De Bartolo
Testimoni di una carneficina
Alla fine dello scorso mese di giugno, i leader sovranisti hanno detto no al patto sui migranti, vogliono cambiare le regole, sono contrari alla norma che prevede la ricollocazione obbligatoria o una compensazione economica a carico dei Paesi che si oppongono. Orban e Morawieski, presidenti di Ungheria e Polonia, hanno alzato le barricate. E’ solo un dato di fatto di cui dobbiamo prendere atto.
Eppure i migranti continuano ad arrivare e i barconi continuano a naufragare. Sono recenti i naufragi nel mar Egeo e nel mar Jonio.
I morti continuano a essere sdraiati sulle spiagge, uno accanto all’altro coperti da lenzuoli bianchi. Le urla dei superstiti continuano a rimbombare nelle orecchie dei soccorritori e si riesce perfino a dare un nome.
E continuiamo ad ascoltare anche parole senza senso pronunciate da chi afferma che «non dovevano partire perché conoscevano i pericoli cui andavano incontro».
Il Mediterraneo, culla della civiltà, dei commerci, del benessere, è diventato una tomba per molti, per troppe persone. Le inghiotte e permette l’orrore delle mistificazioni politiche che in questi anni siamo stati costretti a udire.
Vi ricorderete di chi diceva che i morti non esistono, che gli scafisti si accordano con le navi umanitarie, che il traffico è una sorta di linea di crociera che trasporta viaggiatori dalle sponde che si affacciano sul Nordafrica.
A volte penso che queste cose le abbiamo dimenticate, ma quei poveri morti ci ricordano la disumanità di certe decisioni politiche, come ci fanno vergognare dei decreti contro il salvataggio in mare. Noi calabresi siamo testimoni di una carneficina che non riusciamo a fermare. Che i nostri governanti non riescono a fermare. E i morti coperti con quelle lenzuola bianche rappresentano una evidente chiamata di correità.
Il ricordo che Federica Salafia scrive sulla Patrona dei Migranti, Santa Francesca Cabrini, è un esempio luminosissimo di abnegazione, sensibilità e amore verso chi ha bisogno che dovrebbe nutrire il cuore di ognuno di noi.
I Migranti di Madre Cabrini
di Federica Salafia
Come è possibile aiutare in modo concreto le persone che soffrono? In particolare quelle persone che affrontano viaggi lunghissimi pur di raggiungere un posto migliore con la speranza che i propri diritti vengano rispettati? Sicuramente tale questione è aperta da tempo e, nel corso dei secoli, alcuni sono riusciti a fornire degli strumenti concreti per poter rendere la vita dei migranti più semplice, più tranquilla, semplicemente più vivibile, donando loro una vita degna di essere vissuta. Lo scopo principale di ogni individuo è, sicuramente, trascorrere la propria esistenza in un luogo dove i diritti fondamentali e imprescindibili della persona umana vengano rispettati e dove la dignità del singolo individuo sia portata in auge.
Avere esempi