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Sciamanesimo e guarigione: Guarigione dell'anima e metamorfosi dell'io
Sciamanesimo e guarigione: Guarigione dell'anima e metamorfosi dell'io
Sciamanesimo e guarigione: Guarigione dell'anima e metamorfosi dell'io
E-book373 pagine5 ore

Sciamanesimo e guarigione: Guarigione dell'anima e metamorfosi dell'io

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Info su questo ebook

Sciamanesimo e guarigione è un testo ricco di spunti di riflessione, uno strumento utile non solo agli studiosi e ai praticanti di sciamanesimo, ma anche a coloro che desiderano integrare nella loro vita queste pratiche millenarie. Chiunque sia in generale interessato alla psicologia, alla spiritualità e alla crescita personale troverà illuminante la sua lettura.

Attingendo tanto alle sue esperienze personali quanto alle testimonianze di numerosi praticanti contemporanei, in questo suo libro sulla guarigione sciamanica, Luciano Silva ci accompagna in un affascinante e coinvolgente viaggio alla scoperta di dimensioni della coscienza di solito ignorate e trascurate.

In tutte le forme di sciamanesimo l’uomo è sempre stato concepito come un microcosmo olistico in cui corpo, anima e spirito sono realtà inscindibili ed interrelate. Se vogliamo realmente risanare le nostre e le altrui ferite, dobbiamo espandere il concetto che abbiamo di noi stessi, tutto centrato su di un “io” che si sente separato ed isolato, fino ad abbracciare la confortante inclusività del “noi”.

Dobbiamo riconoscere che siamo esseri non solo fisici, ma anche spirituali, che viviamo in un mondo fatto di relazioni. È a questa totalità e a queste relazioni che gli sciamani da millenni guardano quando osservano un essere umano: noi e la Natura circostante, noi e gli altri, noi e il mondo spirituale, noi come custodi, e non come semplici utilizzatori, della meraviglia che ci circonda.
LinguaItaliano
Data di uscita1 feb 2016
ISBN9788871834795
Sciamanesimo e guarigione: Guarigione dell'anima e metamorfosi dell'io

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    Anteprima del libro

    Sciamanesimo e guarigione - Luciano Silva

    PARTE PRIMA

    LA GUARIGIONE SCIAMANICA

    Tutte le facoltà, le potenzialità e le imprese dello sciamanesimo, dalla più semplice alla più stupefacente, sono racchiuse nel corpo umano.

    Carlos Castaneda, Il dono dell’Aquila

    V.I.T.R.I.O.L.U.M.,¹ ovvero Visita Inferiora Terrae Rectificandoque Invenies Occultum Lapidem, Vera Medicinam. Questa scritta ermetica richiamava già agli alchimisti dell’Ottocento la necessità di visitare gli aspetti inferiori della Terra, la nostra materia, per rettificare le parti oscure e ritrovare così la vera medicina. È un invito a scendere nella profondità di noi stessi, nelle memorie nascoste nel nostro corpo e nella nostra mente, come Orfeo discese nell’Ade per cercare Euridice, simbolo della sua anima perduta. Le parti pesanti, oscure, di questo corpo maltrattato e tanto offeso da secoli di dualismo religioso e manicheo contrapposto all’anima luminosa e salvifica diventano invece, nelle culture native basate su una visione olistica del mondo e dell’uomo, terreno di una esplorazione necessaria, quasi indispensabile, per arrivare proprio alla luce dell’anima, impresa impossibile senza aver compiuto prima l’opera di trasmutazione, di separazione dal misto, di trasformazione del piombo in oro, in energia fine e leggera, materia materiante di tutto l’universo. Scendere in profondità dunque, senza paure, senza timore di perdersi, ma seguendo la luce sempre accesa della lanterna di Diogene per cercare l’uomo, per tener desta la coscienza dall’intorpidimento delle abitudini mentali e dalle consuetudini sociali.

    Per questo occorre partire dal corpo, il nostro tempio, ove tutto è contenuto sotto forma di memorie, ricordi, dove ogni forma, rilassamento o irrigidimento, è il risultato del nostro cammino, lo specchio delle nostre paure e dei nostri orgasmi. L’esercizio deve essere duplice: fisico e spirituale. Il primo deve integrarsi e compiersi con il secondo. Si deve tendere alla completezza e all’integrità attraverso il recupero delle parti del nostro essere perse nei conflitti con noi stessi e con gli altri, attraverso la loro accoglienza, la loro riconciliazione. Senza questa riconciliazione con noi stessi, con i nostri genitori, con chi ci ha umiliato e offeso, con il nostro passato, con le parti oscure nascoste nella nostra coscienza e intrappolate nel nostro corpo, il cammino si fa pericoloso e difficile, basta un granello di sabbia per bloccare il funzionamento dell’orologio. È un’attenzione sul qui e ora che impone il silenzio della mente, un impegno costante e duraturo, l’acciaio dei saggi. A nulla vale interessarsi alla musica se non si cura l’armonia della propria anima, lamentarsi dei mali della società se si ignorano i propri, guardare al sole e alla luna senza volgere lo sguardo alla realtà che fluisce costantemente sotto i nostri occhi, predicare il giusto senza mai attuarlo, additare il ricco mossi solo da invidia e gelosia senza riconoscere la ricchezza che abbiamo dentro, parlare dei nostri sogni se non si è capaci di realizzarli nella realtà quotidiana.

    Decisi dunque di partire dal corpo, immagine e testimonianza di ciò che siamo qui e ora, ovvero di ciò che ci ha condotti sin qui, in questo modo, con questa struttura, con queste memorie nascoste nei nostri muscoli, nei tendini, negli organi interni, nelle unghie, nei nostri modi di dire, nel nostro dialogo interno. Carlos Castaneda ci ha insegnato che nel nostro corpo sono racchiuse tutte le nostre facoltà, le nostre potenzialità, coperte e occultate da una sottile corazza fatta di storie personali, di paure, di sconfitte, di eredità non volute, di sottomissioni coatte. Rompere questo involucro, ritornare alla luce per vedere ciò di cui siamo realmente fatti, senza giudizio, senza timore di perdersi, attraverso un processo di spogliazione, di purificazione dal dolore e dalla paura, dà la sensazione di muoversi come esploratori in una terra sconosciuta, alla ricerca di qualche indizio su dove andare, su dove puntare la nostra attenzione per poter indirizzare i nostri sforzi.

    Gli sciamani iniziano ogni operazione con una pulizia del corpo fisico e energetico, di ciò che ci connette direttamente con l’universo, con la coscienza universale. Lo fanno in vari modi, con il fumo di erbe bruciate, con le piume degli uccelli, con le mani, con il suono, con bagni e abluzioni rituali. Ove ciò non bastasse occorre scendere sempre più in profondità alla ricerca delle nostre memorie intrappolate nel corpo fisico, nelle nostre emozioni, nella nostra creatività o vitalità, nei nostri pensieri o ricercando eventuali intrusioni rimaste nascoste nella nostra anima. Apparato motorio, mente, cuore e sesso sono sedi di altrettante energie che ci completano e ci integrano olisticamente a formare un tutto interconnesso, un microcosmo a immagine del macrocosmo che ci circonda. Da qui la necessità di localizzare dove queste memorie dolorose si sono nascoste, dove sono state trattenute e accudite nonostante la loro presenza logorante e debilitante. Si deve seguire una mappa, come per la ricerca di un tesoro, una mappa nascosta dentro di noi.

    La ricapitolazione, una tecnica molto utilizzata dai guerrieri toltechi, è uno dei modi per identificare in quali parti del corpo sono imprigionate queste memorie: dietro alle gambe la nostra storia personale, nel bacino e nelle pelvi il nostro collegamento con gli antenati, nella parte superiore delle unghie la nostra memoria prenatale, nelle membrane la nostra natura anfibia, la nostra origine dalle acque primordiali. Si tratta di iniziare, di lasciare affiorare alla luce della nostra coscienza ciò che abbiamo accuratamente, spesso inconsapevolmente, trattenuto e nascosto in qualche parte del nostro essere, alimentati dall’intento di esplorare ciò che c’è al di là degli angusti limiti dell’umano, ciò che ci trattiene legati al palo delle convenzioni sociali, della consuetudine, del così fan tutti o nella mia famiglia si è sempre fatto così. Dobbiamo comprendere perché passiamo la vita imprigionati nel ricordo di eventi o persone passate osservando la vita dall’ultima carrozza del treno anziché dalla prima.

    Dobbiamo spostarci in avanti, affrontare il tempo presente, riconquistare il nostro destino senza seguire quello di altri o che altri hanno disegnato per noi, cogliere le opportunità che costantemente la vita ci offre senza rimpianti, nostalgie o irraggiungibili desideri.

    Ciò che ci serve è qui, è già presente. Si tratta solo di iniziare a fare chiarezza, rimuovere le incrostazioni e la cortina di oscurità, aprire le nostre finestre alla luce.

    La malattia, in una visione sciamanica, è nient’altro che l’aver lasciato sedimentare e proliferare queste memorie, lontano dalla luce e fuori dal tempo, come l’acqua stagnante che produce l’habitat naturale per parassiti e vermi. La dimenticanza genera, al pari dell’ignoranza, false credenze e oscure paure così che nell’ombra cresce e si alimenta il virus della malattia che verrà. Stare nella luce, ovvero rimanere connessi quanto più possibile con le proprie risorse, interne e esterne, questo è universalmente condiviso dagli sciamani di ogni luogo e tempo come l’antibiotico più efficace, il vero vaccino contro le emergenze spirituali. Ciò significa poter accedere a quelle risorse preziose e vitali che sono pronte ad accoglierci sia nella realtà ordinaria che in quella spirituale – i nostri spiriti guida, i nostri maestri spirituali, fonti di ispirazione e di supporto, essenziali per stare in contatto con la parte più luminosa di noi – quella parte sottile che ci parla infondendo significato e direzione al nostro

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