Fare pace con il passato: Un'introduzione alle Costellazioni Familiari
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Anteprima del libro
Fare pace con il passato - Bertold Ulsamer
1
IL METODO PRATICO
Questo primo capitolo spiega cosa è possibile fare da soli, senza il sostegno di un facilitatore. Per lavorare seriamente con questo libro, consiglio innanzitutto di procurarsi un blocco per gli appunti o un diario, in cui scrivere tutto ciò che si prova o si sperimenta durante lo svolgimento degli esercizi, così come le intuizioni o le considerazioni suscitate dalla lettura di questo libro. È possibile annotare anche i fatti salienti della propria storia familiare e tutto ciò che di significativo riguarda la propria vita e la propria famiglia.
Questo libro ha il suo fondamento principale nelle costellazioni familiari. Questo metodo consente di rappresentare un quadro della propria famiglia, scegliendo un rappresentante per ciascuno dei vari familiari – uno anche per se stessi – nel gruppo di persone presenti. I rappresentanti vengono messi in scena, assegnando a ciascuno un posto e un orientamento all’interno dello spazio. Ai rappresentanti non viene data alcuna indicazione su come comportarsi o quali emozioni provare, né hanno bisogno di ulteriori informazioni su chi stanno rappresentando. A questo punto si verifica un fenomeno sorprendente. I rappresentanti cominciano ad avvertire con chiarezza le emozioni e i sentimenti che caratterizzano i legami effettivamente esistenti tra i membri del sistema familiare rappresentato.
I rappresentanti raccontano come si sentono nel ruolo e nel posto loro assegnato. Molte tensioni si sciolgono quando vengono portate alla luce ed espresse. Nel lavoro concreto con le costellazioni familiari si utilizza una serie di frasi semplici, che procurano sollievo e trasmettono energia. È proprio l’effetto prodotto sugli altri familiari rappresentati a decidere se una frase è appropriata e suscita un reale movimento interiore. Nel corso della rappresentazione è possibile sperimentare frasi e possibilità di soluzioni diverse.
Questo libro propone molti concetti e considerazioni provenienti dalle costellazioni e incoraggia a utilizzare queste frasi, frutto di un’esperienza decennale, in grado di dare forza e di aiutare a fare chiarezza dentro di sé, nei rapporti con gli altri, ma anche nelle situazioni quotidiane più svariate.
Nel lavoro di gruppo vengono impiegati dei rappresentanti. Se lavorate da soli, avrete invece bisogno della vostra forza d’immaginazione. È qui che incontrerete i membri della vostra famiglia, nella vostra immaginazione (nel corso del libro vi verrà chiesto di confrontarvi anche con avvenimenti e concetti, ma per ora ci occuperemo solo di persone).
Quanto più chiaramente riuscirete a immaginare una certa persona, tanto più viva vi apparirà e tanto più forte sarà l’effetto che produrrà su di voi. Talvolta questo effetto sarà sorprendentemente potente, come se aveste effettivamente incontrato quella persona. Gli innamorati conoscono molto bene questo fenomeno.
Esistono svariati metodi che possono aiutare a conferire una dimensione corporea e plastica alla vostra rappresentazione:
•Utilizzare le immagini interiori.
•Utilizzare pupazzetti o oggetti simbolici.
•Utilizzare lo spazio, per assegnare simbolicamente un posto a ogni persona.
Per esercitarsi consiglio di cominciare a rappresentare la relazione con un buon amico o una buona amica. Mentre per sperimentare nella pratica i vari metodi, è possibile scegliere qualsiasi persona, dal collega di lavoro alla vicina di casa fino alla fidanzatina delle elementari.
Nelle pagine seguenti questa persona verrà identificata alcune volte col termine amico
altre col termine amica
. Nei capitoli successivi verrà chiesto di rappresentare spesso dei familiari, in particolare i genitori, ma per cominciare è consigliabile scegliere un rapporto meno impegnativo dal punto di vista emozionale.
IMMAGINI INTERIORI
La maggior parte di noi ha dimestichezza con le immagini interiori. Non per nulla sogniamo a occhi aperti, fantastichiamo, ricordiamo – e soprattutto – la nostra immaginazione è popolata da immagini di persone. Le immagini interiori non richiedono particolare impegno, almeno esteriormente. È possibile richiamarle in qualunque istante in cui non si sia troppo distratti da eventi esterni.
Quando leggerete le frasi riportate di seguito, avrete sostanzialmente due possibilità. Potrete semplicemente leggerle, giudicando se le ritenete delle domande interessanti o meno. Oppure potrete accoglierle come uno stimolo a lasciarvi coinvolgere con tutto il vostro essere nel processo di visualizzazione delle vostre immagini interiori. In tal caso queste domande porteranno veramente beneficio. Per il resto, basta trovare un po’ di tempo e creare un proprio spazio interiore.
Esercizio preparatorio: Richiamare un’immagine e renderla quanto più vivida possibile
•Chiudete gli occhi per qualche istante e immaginatevi il vostro amico. Cercate di rendere questa immagine interiore quanto più reale e concreta possibile. Che abiti indossa? Com’è la sua postura? E l’espressione del suo volto?
•In che luogo vi trovate?
•Cosa provate, se lo guardate? Che succede, se immaginate di fare due o tre passi indietro? E se invece vi avvicinate?
•Cercate di percepire le sottili differenze a livello emotivo…
È sicuramente più semplice visualizzare delle immagini interiori più nitide e reali, se è presente un’altra persona che pone effettivamente queste domande, perché questo stimola maggiormente l’immaginazione.
Lavorando da soli, ci si dovrà impegnare più attivamente per raggiungere un buon livello di concentrazione. È necessario un certo grado di raccoglimento interiore per fissare dentro di sé queste immagini. È possibile farlo anche ad occhi aperti, ma la maggior parte delle persone trova più semplice svolgere questi esercizi a occhi chiusi.
Rilassarsi aiuta. Fate mentalmente spazio dentro di voi, per consentire alle immagini di diventare sempre più chiare e vivide. Chiudete gli occhi, osservate per qualche istante il flusso naturale del respiro, inspirate lentamente ed espirando abbandonate ogni tensione e concentratevi sulle vostre immagini interiori.
Certe persone hanno difficoltà a visualizzare immagini interiori plastiche e a colori. Alcuni credono addirittura di non riuscire a vedere alcuna immagine interiore. Si sbagliano.
Anche costoro riescono infatti a ritrovare la propria auto in un parcheggio stracolmo di macchine. Come farebbero altrimenti a sapere che quella è propria la loro auto, prima ancora di aver letto il numero di targa? Da qualche parte dentro di noi ci siamo creati una rappresentazione, ossia un’immagine, della nostra auto, ed è con questa immagine interiore che mettiamo a confronto l’immagine esteriore della nostra vettura, quando ci siamo di fronte. Se le due immagini corrispondono, afferriamo il mazzo di chiavi per aprire lo sportello. Anche la chiave dell’accensione corrisponde. Normalmente un automobilista non ha bisogno di visualizzare consapevolmente l’immagine della propria auto, questa infatti risiede semplicemente da qualche parte nel suo inconscio.
Possiamo fidarci di queste immagini mentali che popolano il nostro inconscio. Perciò è sufficiente anche solo una vaga immagine del vostro amico. Se non eserciterete troppa pressione su voi stessi (Devo visualizzare un’immagine precisa!
), sarete in grado di descrivere l’immagine anche partendo da questa vaga impressione. Sarà proprio attraverso questa descrizione che essa vi apparirà via via più nitida e reale.
Fidatevi delle risposte che queste domande faranno emergere dentro di voi. Quanto più spesso svolgerete questo tipo di esercizi, tanto più la vostra immaginazione ne risulterà rafforzata.
Esercizio preparatorio: Incontrare effettivamente la persona della propria immagine interiore
•Immaginate che la vostra amica si trovi di fronte a voi, a un paio di metri di distanza. Con quale espressione vi guarda? Cordiale? Ostile? Disinteressata? Neutrale?
•C’è qualcosa, che vorreste dirle? Che cosa non le avete ancora detto che potreste comunicarle ora? In passato c’è forse stata tra voi qualche incomprensione che vi portate ancora dietro?
•Cosa vi succede, se gliene parlate? Che reazione ha la vostra amica?
Se ora parlaste realmente con la vostra amica, vi rendereste immediatamente conto dell’effetto prodotto su di voi dalle vostre parole. All’inizio sareste un po’ nervosi, magari iniziereste a sudare. Se l’argomento che state affrontando è delicato o spinoso, probabilmente inciampereste qua e là o iniziereste a balbettare, ma infine vi sentireste sollevati di essere riusciti a tirarlo fuori. A questo punto, sarà la reazione della vostra amica a decidere che piega prenderà il confronto.
Una visualizzazione può produrre su di voi effetti analoghi. Anche in questa situazione vi sentirete nervosi in determinate circostanze, pur sapendo che la vostra amica non è presente e in realtà non può sentire ciò che le state dicendo.
In una conversazione immaginaria con la vostra amica, alcuni timori e inibizioni possono essere messi da parte. Ma non tutti. Se volete affrontare un argomento delicato, avrete bisogno di coraggio e di una buona dose di forza di volontà.
È una sorta di esperienza interiore, più vaga, ma comunque sufficientemente vicina a quella reale. Quanto più chiara sarà la visualizzazione, tanto più realistica risulterà la conversazione. Proverete anche le stesse emozioni come nella realtà. Se ad esempio vi alleggerirete di qualche peso, il sollievo che ne trarrete sarà il frutto tangibile della conversazione immaginata. Se acquisirete un nuovo punto di vista, questa nuova prospettiva diventerà parte di voi.
In alternativa, è possibile utilizzare la rappresentazione per sperimentare qualcosa, sfruttando questa esperienza per compiere un nuovo passo quando si incontrerà quella persona nella realtà.
UTILIZZO DI OGGETTI SIMBOLICI
Ciò che serve in questo caso è una superficie piana, ad esempio un tavolo. Si sceglie quindi un oggetto per ciascuna persona con cui si desidera entrare in relazione nel corso della rappresentazione. Va bene qualunque cosa si possa poggiare su un tavolo, dalle candele alle penne biro, passando per le conchiglie, fino a dei pupazzetti in legno o della Playmobil. L’importante è sapere o decidere dov’è il volto dell’oggetto. L’oggetto dovrebbe anche avere un davanti e un dietro. È possibile disegnarci sopra degli occhi e una bocca, là dove dovrebbe trovarsi il viso.
•Prendete due oggetti, che avrete già predisposto, e decidete chi rappresenta voi e chi rappresenta il vostro amico, ad esempio il portasale per voi e il portapepe per l’amico.
•Disponete entrambi gli oggetti sul tavolo uno davanti all’altro, alla distanza che in questo momento ritenete opportuna. Scegliete anche la direzione in cui ciascuno guarda. Si guardano? Ciascuno guarda fisso davanti a sé? Oppure guardano in direzioni opposte?
•Come state se li osservate entrambi – ossia voi e l’altra persona? Posate delicatamente un dito sul portasale, che rappresenta voi. Cosa provate nei confronti dell’altra persona?
•Posate ora il dito sull’altro oggetto, che rappresenta il vostro amico. Come si sente il vostro amico nei vostri confronti? Che cosa avvertite toccandolo?
•Che succede, se cambiate di posto ai due oggetti?
•Mentre li spostate, prestate particolare attenzione a eventuali reazioni, anche lievi, che avvertite a livello corporeo. Ad esempio, trattenete il fiato e vi sentite tesi? Oppure respirate liberamente e vi sentite rilassati?
•Che accade, se cambiate la direzione in cui gli oggetti guardano? E se posizionate i due oggetti più vicini? E se invece li allontanate?
•Qual è la distanza ottimale? E la posizione migliore?
•Che cosa appare evidente, osservandoli dall’esterno entrambi – voi e il vostro amico – in queste posizioni? Questa immagine vi chiarisce qualcosa?
I cambiamenti esteriori nel posto, nell’orientamento, nella distanza tra gli oggetti agiscono di rimando su di voi a livello interiore. Potrete così scoprite che cosa vi dà forza e che cosa invece vi sottrae energia. Ciò che crea tensione è negativo, toglie forza, ciò che invece rilassa e distende è positivo, dà forza.
Talvolta un aumento della tensione può essere un passaggio intermedio necessario, ma in generale la soluzione procede nella direzione di un maggior rilassamento.
Anche con gli oggetti simbolo potete immaginare che abbia luogo una conversazione e che ad esempio diciate al vostro amico: Io ti stimo molto e la nostra amicizia mi rende felice
. La rappresentazione vi permetterà di avvertire anche la reazione dell’amico alle vostre parole.
Qualsiasi rapporto, qualsiasi conflitto, persino qualsiasi problema può essere rappresentato con l’aiuto di oggetti simbolici disposti su un tavolo. Anche situazioni particolarmente complesse, con numerose persone in causa, come accade nelle famiglie o negli ambienti di lavoro, possono essere rese più trasparenti in questo modo. È sorprendente, quanto rapidamente si riesca a immedesimarsi in questi simboli.
Il vantaggio rispetto alle immagini interiori è di avere davanti a sé qualcosa di concreto. Un’immagine interiore può svanire rapidamente se non si è sufficientemente concentrati, oppure è possibile farsi distrarre da fantasticherie. Ancorare l’immaginazione a un oggetto risulta invece più facile. Quando si cambia posto all’oggetto, automaticamente cambia di conseguenza anche la propria rappresentazione mentale.
Un altro vantaggio è rappresentato dalla possibilità di provare emozioni che non riguardano solo la propria persona. Quando ci si immedesima nell’interlocutore, si esce da se stessi e questo permette spesso di essere raggiunti da importanti intuizioni. Esiste infine anche la metaposizione
, ovvero la posizione dall’esterno, da cui è possibile percepire contemporaneamente sia se stessi che l’altra persona. Spesso anche da questa posizione provengono importanti spunti di consapevolezza.
Oggetti simbolici sono pertanto un aiuto prezioso per lavorare individualmente su di se stessi.
UTILIZZO DELLE POSIZIONI NELLO SPAZIO
Se l’uso di oggetti conferisce alle rappresentazioni un carattere più dimensionale, l’impiego dei posti nello spazio aggiunge un ulteriore livello di corporeità.
A tale scopo è necessario disporre di un certo spazio libero. Se ad esempio desiderate affrontare il rapporto con un’amica, avrete bisogno innanzitutto di qualche metro quadrato di spazio libero – una stanza o uno spazio all’aperto – in cui possiate fisicamente incontrare l’amica. Prendete quindi due fogli di carta e disegnate su ciascuno due semicerchi, a simbolizzare le punte delle scarpe.
•Prendete il foglio della vostra amica e cercate un posto all’interno di questo spazio libero. Una volta scelta la posizione, posate a terra il foglio in quel punto, orientandolo in modo che sia chiaro in che direzione la persona guarda. Questo sarà il posto in cui si troverà la vostra amica nella vostra rappresentazione.
•Cercate quindi un altro posto per voi in relazione alla vostra amica e quando l’avete trovato, posategli sopra il secondo foglio, ossia quello per voi.
•Prendete quindi il vostro posto, mettendovi in piedi sul foglio. Da qui rivolgete lo sguardo in direzione della vostra amica e sentite come state.
•Andate ora a occupare il posto della vostra amica e guardate nella vostra direzione. Cercate di immedesimarvi il più possibile in lei… diventate lei.
•Che succede, quando dal posto della vostra amica guardate verso il vostro posto? Come state? Che emozioni affiorano dentro di voi? Contentezza? Benevolenza? Delusione? Rabbia? Vorreste dirle qualcosa? In tal caso, fatelo.
•Tornate ora a occupare il vostro posto e ascoltate nuovamente ciò che la vostra amica vi ha appena detto. Che cosa vorreste risponderle? Esprimeteglielo a parole.
•Ritornate poi al posto della vostra amica, immedesimatevi di nuovo in lei… e così via.
•Potete rappresentare in questo modo intere conversazioni o discussioni conflittuali e giungere a nuovi, sorprendenti chiarimenti.
Occupando fisicamente il posto dell’altra persona risulta più semplice e immediato avvertirne i sentimenti e le possibili reazioni. L’immaginazione ne risulta ulteriormente rafforzata. All’inizio servirà probabilmente un po’ di esercizio, ma tutti ce la possono fare e col tempo farete sempre meno fatica.