Senza Radici non si vola: La terapia sistemica di Bert Hellinger
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La famiglia è il terreno in cui siamo radicati. Fino a quando non riconosceremo queste radici, le ali che ci stanno spuntando resteranno deboli. Le rappresentazioni familiari sono un mezzo per scoprire queste radici e per liberarle da tutto ciò che le indebolisce e le danneggia. Allora la forza potrà fluire dalle radici alle ali. In questo libro, L'innovativa e straordinariamente efficace terapia delle Costellazioni familiari, sviluppata da Bert Hellinger, viene presentata in modo chiaro ed approfondito.
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Anteprima del libro
Senza Radici non si vola - Bertold Ulsamer
Prefazione
Sembra che al giorno d’oggi agli esseri umani stiano crescendo le ali e che non ci siano più ostacoli all’avanzata della scienza e della tecnica. Allo stesso tempo però aumentano le guerre, le catastrofi ambientali e le paure dell’uomo. Le ali ci sono, mancano le radici.
La famiglia è il terreno in cui ognuno di noi è radicato. Fino a quando non impareremo a riconoscere queste radici, le ali che ci stanno spuntando saranno sempre deboli. Le rappresentazioni familiari sono un mezzo per scoprire le nostre radici e per liberarle da tutto ciò che le indebolisce e le danneggia. Allora la forza potrà fluire dalle radici fino alle ali. Bert Hellinger, che ha sviluppato il sistema delle rappresentazioni familiari come qui di seguito viene descritto, sintetizza in questo modo la sua esperienza:
Quando i rapporti familiari vengono esplorati e compresi, è possibile staccarsi dalla propria famiglia e sentirne la forza alle spalle. Una volta che si è riconosciuto il legame esistente con la propria famiglia e se ne sono viste e condivise chiaramente le responsabilità, ci si sente alleggeriti e ci si può dedicare a se stessi, non più oppressi e prigionieri del passato.
I fondamenti della rappresentazione familiare
Nelle rappresentazioni familiari emergono tutte le tensioni, i conflitti e i rapporti negativi che si celano all’interno di una famiglia. Il terapeuta che usa questo metodo può facilmente trovare le soluzioni ai problemi che gli vengono posti. Le rappresentazioni sono sorprendenti, sia per il contenuto che per il modo in cui si procede e per gli effetti che esse hanno. In questo capitolo vengono descritti i princìpi fondamentali alla base delle rappresentazioni familiari, in modo tale che quanto esposto sia comprensibile anche ai lettori che non hanno alcuna familiarità con esse.
Bert Hellinger ha sviluppato questa tecnica in modo nuovo ed approfondito: usando rappresentanti di sesso maschile e femminile, l’interessato vede vivere la propria famiglia davanti a sé. Con un solo sguardo può cogliere relazioni di cui ignorava l’esistenza, comprese quelle relative alle generazioni passate. Una rappresentazione completa potrebbe essere definita un albero genealogico vivente
.
UNA PRESENTAZIONE GENERALE
Il modo migliore e più semplice per effettuare una rappresentazione è quello di partecipare ad un seminario terapeutico. Si possono effettuare delle rappresentazioni anche nel corso di una consulenza o di una terapia individuale, ma è preferibile utilizzare un gruppo perché, grazie ai vari rappresentanti che vi partecipano, il quadro che emerge è più preciso. Ai seminari molti partecipanti desiderano rappresentare la propria famiglia. Di solito i partecipanti intervengono da soli; per fare questo lavoro non c’è bisogno della presenza degli altri membri della famiglia. A volte possono partecipare anche fratelli o sorelle, o genitori con il proprio figlio o coppie. Questo tipo di lavoro è coinvolgente e costituisce un arricchimento interiore per tutte le persone presenti.
Chi vuole effettuare una rappresentazione ha bisogno di formulare, come punto di partenza, una domanda riguardante una tematica o un problema presente. Per esempio, se una donna ormai adulta prova sempre rabbia nei confronti di sua madre senza un motivo particolare, nella rappresentazione ne cercherà le cause. Il suo scopo sarà anche quello di vedere la propria rabbia modificarsi, diminuire o addirittura scomparire.
La prima cosa che il terapeuta¹ o conduttore (questi due concetti verranno in seguito impiegati con lo stesso significato) fa, è quella di porre al cliente domande sugli eventi fondamentali accaduti nella sua famiglia nel corso delle due ultime generazioni. Questo è sufficiente per iniziare. Il cliente dovrà poi scegliere tra i partecipanti al seminario un rappresentante o una rappresentante, non solo per ogni membro vivo, ma anche per ogni membro morto del suo nucleo familiare (genitori, fratelli) e uno anche per sé. Di regola si prendono gli uomini per i parenti di sesso maschile e le donne per quelli di sesso femminile.
La rappresentazione avviene in uno spazio al centro della stanza o su di un piccolo palco. Il cliente assegnerà spontaneamente, uno dopo l’altro, un posto nella stanza ai vari rappresentanti, mostrando loro anche dove essi devono dirigere lo sguardo, senza parlare o dare spiegazioni. Prima colloca la madre, poi il padre, e così via, finché tutti i membri della famiglia non avranno ricevuto il loro posto. Questa collocazione avviene senza pensarci sopra troppo a lungo, nel modo che il cliente reputa giusto in quel momento. La sola cosa importante è che egli partecipi con tutta la sua attenzione.
Quando il cliente avrà sistemato tutti i membri della famiglia, si siederà in modo da averne una visione d’insieme. D’ora in poi, fino alla fine della rappresentazione, sarà solo spettatore e lascerà che quanto diranno e faranno il terapeuta e i rappresentanti agisca su di lui.
Quello che avviene in genere, in maniera sorprendente e persino un po’ misteriosa, è che i rappresentanti, dal posto loro assegnato, hanno accesso ai sentimenti e alle relazioni dei membri della famiglia in questione.
Ad esempio, il rappresentante di un figlio o un genitore che viene messo in una posizione marginale e deve distogliere lo sguardo dagli altri, vivrà questa situazione come opprimente e lo comunicherà agli altri. Questo si riesce a capire facilmente. Spesso però i rappresentanti percepiscono sentimenti e relazioni che sfuggono perfino ai diretti interessati. Sovente essi sperimentano anche cambiamenti fisici: tremito alle ginocchia, si sentono barcollare, sentono le spalle contrarsi, o sono presi da crampi allo stomaco. All’interno del loro ruolo, i rappresentanti sentono chi amano e chi detestano, con chi sono arrabbiati o con chi vorrebbero avere più contatto. Ogni posto è dotato di un proprio potere, cosicché chi lo occupa reagisce in un determinato modo. A volte un rappresentante usa perfino le stesse frasi che quel membro della famiglia ha sempre usato.
A questo punto, di solito, il terapeuta chiede ad ogni rappresentante come si senta al suo posto. Dopo aver esaminato i sentimenti e le relazioni che esistono tra genitori e figli, il terapeuta fa posizionare dal cliente anche i membri delle generazioni passate, o a volte li sistema lui stesso. Talvolta capita in maniera sorprendente che ricevano attenzione anche membri deceduti, da tempo dimenticati, che fino a quel momento erano rimasti sconosciuti o quasi.
Ad esempio, può succedere che un nipote si senta attratto improvvisamente, come per magia, da uno zio caduto in guerra molti anni prima. Le rappresentazioni mostrano che chi ha un forte legame interiore con qualcuno, spesso nel corso della vita incontra un destino simile a quello del suo antenato. Questa è una delle più significative scoperte di Hellinger: i bambini possono provare gli stessi sentimenti o assumere comportamenti simili a quelli dei loro antenati. Spesso essi restano attaccati per tutta la vita a sentimenti e comportamenti che, di fatto, non sono i loro. Hellinger definisce questo fenomeno irretimento
. I bambini rimangono spesso irretiti
fino all’età adulta nei rapporti con questi familiari. Si possono far risalire a ciò fenomeni quali la depressione, i sensi di colpa, vari disturbi psichici o anche la tendenza al suicidio, fenomeni alla base dei quali ci sono correlazioni nascoste con alcuni membri della famiglia. Fino a quando questi legami del passato non vengono scoperti, i propri sentimenti e il proprio comportamento restano incomprensibili. Questi legami possono influenzare in modo invisibile una persona e talvolta addirittura dominarla.
Una possibile causa di irretimento può essere il fatto che una persona è stata volontariamente esclusa o dimenticata dalla famiglia. Il suo posto viene così occupato da un altro membro della famiglia, appartenente alla successiva generazione.
Questo, per esempio, è quanto si è probabilmente verificato nella famiglia di un uomo la cui sorella maggiore era morta all’età di quattro anni a causa di un incidente stradale. Questa morte era stata così terribile per i genitori e per i fratelli, e li aveva scioccati così tanto, che in famiglia non si parlava quasi mai di questa sorella. Ella sembrava essere stata dimenticata quasi del tutto.
Per scoprire se e quale influsso questa sorella morta esercita ancor oggi sui membri viventi della famiglia, basta scegliere una persona che la rappresenti e darle una collocazione. I rappresentanti dei morti percepiscono e sentono allo stesso modo dei vivi. Nei ruoli non si riscontra nessuna differenza.
Nel caso in cui il cliente risulti ancora legato alla morta, il suo rappresentante reagirà immediatamente, provando simpatia o paura, quando la sorella morta si unirà agli altri. Similmente, le persone che rappresentano gli altri membri della famiglia reagiranno in modi diversi all’arrivo della sorella morta. In tutta la famiglia emergono sensazioni e sentimenti di tutti i generi. Qualcuno potrà provare paura, o sentirsi alleggerito a seconda dei casi. Osservando queste reazioni, il cliente può vedere quali sono i membri defunti della famiglia a cui è ancora legato.
In molte rappresentazioni, l’incontro con i parenti morti è un atto liberatorio. Questi, se vengono presi in considerazione, hanno un atteggiamento benevolo verso i vivi, che sentono cambiare la propria relazione con il defunto. Coloro che prima erano stati dimenticati e che nella famiglia erano vissuti come una presenza inquietante e minacciosa, diventano elementi di sostegno.
Il terapeuta dirige gli incontri tra i vari rappresentanti durante la seduta. Una volta che la cliente ha sistemato tutti i rappresentanti, egli ne assume la direzione. Il suo ruolo è decisivo durante tutta la rappresentazione.
Il terapeuta chiede ai rappresentanti come si sentono nel posto loro assegnato e che cosa percepiscono. Sovente propone semplici frasi e li invita a pronunciarle. Le frasi a volte servono a portare alla luce le tensioni o perfino a scioglierle; ad esempio, talvolta, può bastare un semplice: Sono arrabbiato con te.
Le parole possono essere usate per risanare o riconciliare rapporti disturbati. Spesso basta un semplice: Ti rispetto.
Una frase come questa ha un suo impatto risolutivo solo se risponde alla verità, ed i rappresentanti, grazie alla propria sensibilità, sono sempre in grado di riconoscere se questo è o meno il caso. Se, ad esempio, un rappresentante dice su proposta del terapeuta alla persona che gli sta di fronte: Ti rispetto,
può accorgersi che quella frase non risponde alla verità; allora, invece di inchinarsi rispettosamente, fa magari una smorfia o parla controvoglia. In un caso del genere, gli altri rappresentanti si accorgeranno che la frase non è stata detta in modo sincero e sentito e la respingeranno.
Le frasi veritiere hanno un effetto positivo. Si tira un sospiro di sollievo, si sorride e ci si sente rinfrancati. L’effetto positivo è decisivo. Quanto più il terapeuta è esperto e capace di empatia, tanto più spesso formulerà fin dall’inizio le frasi giuste e tanto meno incontrerà opposizione da parte dei rappresentanti.
Anche il posto in cui si trovano durante la rappresentazione ha un forte effetto su come i partecipanti si sentono. Ci sono rappresentazioni caotiche, in cui i genitori e i figli di una famiglia sono sparsi disordinatamente e nessuno si trova bene al suo posto.
In una situazione ordinata, invece, ogni membro della famiglia si sente a suo agio nel posto in cui si trova. Situazione ordinata, in genere, significa che i genitori si trovano di fronte ai figli in una posizione tale da potersi guardare fra loro e da poter vedere allo stesso tempo i loro figli. Questi stanno di fronte ai genitori, disposti a semicerchio; il figlio maggiore sta al primo posto, mentre gli altri seguono in senso orario in ordine di età. È importante ai fini terapeutici che anche i membri della famiglia fino ad allora dimenticati o esclusi abbiano il loro posto, dietro ai genitori o di fianco. Di regola tutti devono essere ben visibili nel gruppo.
Alla fine della rappresentazione, il partecipante che ha rappresentato la sua famiglia prende il posto di colui che lo ha rappresentato. Nel caso della cliente arrabbiata con la madre, di cui abbiamo parlato all’inizio, essa darà il cambio alla sua rappresentante. Fino ad allora avrà osservato quanto avveniva nella sua sua famiglia dall’esterno e ad una certa distanza. Ripreso il suo posto, potrà percepire consapevolmente qual è la nuova immagine e il nuovo ordine che si è venuto a creare e in qualche modo accoglierlo in sé.
Una rappresentazione può durare in genere dai 15 minuti a un’ora, ma possono esserci anche rappresentazioni più brevi o più lunghe. Lo scopo non è quello di portare alla luce l’infinita molteplicità di tutti i rapporti presenti in una famiglia, ma solo l’irretimento più forte in cui una persona si trova intrappolata. Nelle rappresentazioni questi irretimenti sono particolarmente evidenti. Una volta riconosciuti e risolti, è spesso possibile creare un nuovo ordine, in cui ognuno si trova bene al suo posto, e la rappresentazione si conclude naturalmente.
A volte, se si viene a creare una situazione emotiva tanto esplosiva da rendere impossibile la continuazione del lavoro, capita che il terapeuta ponga termine alla rappresentazione. Altre volte può rendersi necessaria un’interruzione, se la rappresentazione si è arenata e l’energia e l’attenzione dei partecipanti si sono esaurite. Anche queste rappresentazioni hanno sul cliente un effetto positivo e possono essere importanti.
FATTI DELLA STORIA FAMILIARE
Le rappresentazioni si basano sui fatti. Il lavoro da fare in fase preliminare è quello di indagare sulla propria famiglia e chiedere ai genitori, agli zii o ad altri parenti il maggior numero possibile di informazioni su avvenimenti importanti. Questo perché gli avvenimenti nella famiglia hanno un forte effetto, visibile anche nelle generazioni successive. I fatti più importanti sono:
• Qualcuno della famiglia è morto molto giovane?
• In famiglia si sono verificati crimini o episodi di violenza?
• Qualcuno dei genitori ha avuto relazioni precedenti con altri partner?
• Ci sono esperienze di emarginazione, menomazioni, nascite fuori del matrimonio, ricoveri psichiatrici, carcerazioni, fenomeni di omosessualità, emigrazione?
• Ci sono stati casi in cui i rapporti dei bambini con i loro genitori naturali sono stati seriamente danneggiati, per esempio casi di adozione?
• Qualcuno della famiglia è stato cacciato dal suo paese d’origine?
• Qualcuno della famiglia ha genitori di due diverse nazionalità?
Forse vi è uno zio dimenticato perché ricoverato in un ospedale psichiatrico, o una zia, di cui nessuno parla più, perché ritardata mentale, morta in giovane età. Generalmente in famiglia ci sono uno o due figli per cui queste persone e le loro esperienze hanno una particolare importanza – anche se non ne hanno sentito parlare spesso. Quanto più i fatti o le persone vengono vissuti come segreti di famiglia, tanto più essi avranno un effetto dannoso a livello profondo.
Se una persona ha indagato a fondo sulla storia della sua famiglia, questi eventi possono essere rappresentati con molta precisione. In una famiglia fatti e avvenimenti si ripercuotono sia sui figli, che sui nipoti e i pronipoti. Talvolta i genitori hanno difficoltà a raccontare cose ritenute segrete ai loro figli; ma quando un figlio è pronto ad apprendere tali segreti, spesso riesce a trovare da solo le informazioni necessarie.
Qualche volta una rappresentazione deve essere interrotta perché dalle reazioni del rappresentante è evidente che in quella famiglia si sono verificati fatti rimasti sconosciuti o segreti. Spesso un cliente scopre gli avvenimenti mancanti solo dopo che la rappresentazione è stata interrotta; con queste nuove conoscenze potrà giungere ad una soluzione più completa solo in un’altra rappresentazione.
LA FAMIGLIA D’ORIGINE, LA FAMIGLIA ATTUALE E LA DOMANDA
Con l’aiuto delle rappresentazioni familiari ci si può focalizzare in due direzioni diverse, verso il passato o verso il futuro.
Chi desidera analizzare il proprio passato rappresenterà la sua famiglia d’origine, il sistema d’origine appunto. Questa è la rappresentazione della famiglia da cui si proviene. Di questa fanno parte fratelli e genitori, fratelli e genitori dei genitori (rispettivamente zii e nonni), i genitori dei nonni (bisnonni) e così via.
Viene rappresentato anche chi ha lasciato il posto a uno di questi membri. Per esempio, se il nonno aveva una prima moglie morta in giovane età e successivamente ha sposato un’altra donna, che è appunto la nonna attuale, anche la prima moglie farà parte del sistema familiare, perché ha lasciato il suo posto e grazie a questo c’è stato un secondo matrimonio. Lo stesso vale nel caso che, ad esempio, una donna abbia divorziato dal primo marito e abbia sposato un altro uomo, che è padre del cliente. Anche il primo marito appartiene al sistema familiare e verrà rappresentato.
Chi invece vuole prendere in considerazione la propria vita presente, rappresenta il sistema attuale. Di questo fanno parte la persona interessata, uomo o donna, il proprio partner e i figli comuni. Il sistema del presente comprende inoltre tutti i partner precedenti di entrambi e i figli nati da queste unioni e gli eventuali bambini abortiti.
La domanda rappresenta il problema o il tema per cui una persona desidera fare una rappresentazione familiare. È la domanda che determina se verrà rappresentata la famiglia d’origine o quella attuale.
Alcune domande hanno a che fare direttamente con la famiglia d’origine, come per esempio: Ho sempre avuto difficoltà con mio padre,
oppure: Ho un rapporto molto teso con mia sorella.
A volte qualcuno si trascina da una vita una sensazione angosciante di cui non riesce a individuare l’origine, come: Mi sento spesso in colpa senza alcun motivo,
Sono spesso triste e depresso,
Nella mia vita mi sono sempre sentito solo.
Oppure: Non riesco a trovare il mio posto nella vita e neanche nella mia famiglia.
Viene rappresentato il sistema del presente se le domande si riferiscono ad avvenimenti e relazioni della propria vita attuale. Saranno domande del tipo: Il rapporto con il mio grande amore è finito e da allora tutte le mie relazioni vanno male.
A volte si tratta di coppie con tematiche molto attuali: Non sappiamo se separarci o continuare a stare insieme,
A scuola nostro figlio continua ad attirare l’attenzione, perché è sempre nervoso e agitato.
Alcune domande possono riguardare entrambi i sistemi. In genere la causa va ricercata nella propria famiglia d’origine, anche se nel frattempo si sono aggiunte anche cause riguardanti la vita attuale. Un esempio: Ho una gran sfortuna nei miei rapporti con le donne. Non durano più di due o tre anni.
Se qualcuno è sempre sfortunato con le donne, probabilmente i motivi sono da ricercare nel suo sistema d’origine. Bisogna tener conto che se l’uomo in questione ha già quarant’anni o più, deve avere alle spalle una serie di relazioni.
Prima di poter instaurare una nuova relazione positiva, quest’uomo dovrà confrontarsi con il suo passato. Probabilmente ha degli "scheletri