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Medjugorje - I primi sette giorni
Medjugorje - I primi sette giorni
Medjugorje - I primi sette giorni
E-book432 pagine6 ore

Medjugorje - I primi sette giorni

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Info su questo ebook

Questa dettagliata e imparziale ricostruzione giornalistico-investigativa attraverso materiali inediti e interviste ai testimoni fa luce sugli eventi dei primi giorni delle apparizioni di Medjugorje dal 24 giugno al 3 luglio 1981, la cui autenticità il Vaticano ha valutato in modo positivo.

 

Medjugorje in Bosnia-Erzegovina è l'unico luogo al mondo dove la Vergine Maria appare ogni giorno. Le apparizioni durano da quarantuno anni! Oggi Medjugorje è gestita dal Vaticano tramite un inviato speciale del Papa.

 

Il libro "Medjugorje - I primi sette giorni" è ispirato alle conclusioni ufficiose della Commissione internazionale d'inchiesta della Santa Sede su Medjugorje, che papa Benedetto XVI affidò al cardinale Camillo Ruini, e che ha espresso un parere positivo sull'autenticità di questi "primi sette giorni ", cioè di dieci giorni di apparizioni, dal 24 giugno al 3 luglio 1981.

 

L'autore ha parlato con i testimoni del tempo: tutti e sei i veggenti, il parroco francescano fra Jozo Zovko, i genitori dei veggenti, i loro vicini e amici, cioè le persone che furono loro più vicine in quei primi giorni. Egli ha inoltre utilizzato tutta la bibliografia di quel tempo e materiale unico nel suo genere, vale a dire le registrazioni audio delle conversazioni tra il parroco fra Jozo Zovko e i veggenti di quei primi giorni, che lo stesso parroco registrò - si tratta di registrazioni che sono sopravvissute fino ad oggi.

 

Da tutto questo è stato creato un libro caratterizzato da una dinamica particolare e da una forte autenticità, che descrive nel dettaglio tutti gli eventi di quel tempo, i quali, si presume, potrebbero rappresentare il fondamento per il riconoscimento ufficiale del fenomeno e delle apparizioni di Medjugorje.

LinguaItaliano
Data di uscita15 dic 2023
ISBN9798223750635
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    Anteprima del libro

    Medjugorje - I primi sette giorni - DARKO PAVICIC

    PREFAZIONE

    All’edizione italiana

    Siamo molto lieti che a quasi due anni dalla pubblicazione di questo libro in lingua croata, alla vigilia del quarantesimo anniversario delle apparizioni venga pubblicata la sua traduzione in italiano.

    Non possiamo dimenticare che nei primi anni delle apparizioni i pellegrini italiani furono i primi stranieri a venire in massa a Medjugorje, portando la parola della Regina della Pace nel loro Paese e da lì nel mondo intero. In Italia, infatti, c’è Roma, e a Roma, meglio in Vaticano, c’è il Soglio di Pietro dove dimora il Papa, il Vicario di Cristo. L’Italia, quindi, non è un Paese qualunque! In esso si trova il centro della Cristianità!

    Egualmente non possiamo dimenticare che fu proprio grazie all’amore per Medjugorje che moltissimi italiani per anni organizzarono l’invio di aiuti umanitari al popolo croato stremato dalla guerra di aggressione negli primi anni novanta e contribuirono al sostentamento degli orfani e delle vedove di guerra. Anche in questo caso, il popolo italiano non è stato un popolo qualunque!

    Ci permettiamo inoltre di fare alcune osservazioni con riferimento alla traduzione in lingua italiana.

    Per rendere più chiari alcuni passaggi e situazioni descritte, familiari al lettore croato ma non comprensibili a quello italiano, nella traduzione abbiamo voluto semplificare alcuni concetti. Ad esempio, la Milicija, come si chiamava la Polizia al tempo della Jugoslavia comunista, è stata semplicemente tradotta come Polizia. Lo stesso è stato fatto con alcune istituzioni politico-amministrative di quel tempo: così il Segretariato degli Affari Interni o SUP è stato reso, più semplicemente, come Stazione di Polizia.

    Inoltre, alcune note a piè di pagina spiegano determinate circostanze, comprensibili al lettore croato ma non a quello italiano.

    Ci auguriamo che questo libro possa di essere di aiuto a tante anime, ogni cosa che noi cattolici facciamo deve essere sempre ad majorem Dei Gloriam e per la salvezza delle anime.

    I curatori della versione italiana, con il consenso dell’autore

    Verica KrašVilla – Guido Villa

    Zagabria, 24 maggio 2021, festa liturgica di Maria,

    Madre della Chiesa

    Introduzione

    I primi sette giorni

    PERCHÉ?

    Dopo che nel maggio 2017 l’illustre vaticanista Andrea Tornielli ha reso pubblici sul sito Vatican Insider i risultati della Commissione internazionale della Santa Sede su Medjugorje, alla cui guida Papa Benedetto XVI ha nominato il cardinale Camillo Ruini, ho iniziato a indagare sui primi sette giorni di apparizioni, i quali, come ha affermato Tornielli, possono diventare il fondamento per il riconoscimento ufficiale del fenomeno di Medjugorje. Tutti si sono immediatamente chiesti perché solo sette giorni, e non gli altri giorni che seguirono, ovvero se si tratta del significato simbolico del numero sette quale numero biblico perfetto, identico al numero di giorni nei quali Dio ha creato il mondo secondo il Libro della Genesi.

    Come ha scritto allora Tornielli, la Commissione ha effettivamente espresso un’opinione positiva sull’autenticità delle prime apparizioni tra il 24 giugno e il 3 luglio 1981. I membri della Commissione si sono cioè espressi con 13 voti per il riconoscimento della natura soprannaturale delle apparizioni in quel periodo, mentre un membro ha votato contro e un altro si è astenuto. Come ha affermato Tornielli, la Commissione ha anche stabilito che i giovani veggenti erano psichicamente normali e sorpresi da quanto stava loro accadendo, e che non erano influenzati dai francescani della parrocchia o da altre persone appartenenti al loro ambiente. Inoltre, nonostante il fatto che la Polizia li avesse arrestati e indagati, non rinunciarono alla loro testimonianza, neppure sotto minaccia di morte. Andrea Tornielli ha scritto anche che la Commissione ha respinto la tesi di un’origine demoniaca delle apparizioni.

    "Tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014 ho ricevuto i risultati della Commissione del cardinale Ruini. Alla Commissione appartenevano buoni teologi, vescovi, cardinali... davvero buoni. Molto buoni. Come anche la Commissione. Il rapporto di Ruini è stato molto, molto buono. In seguito, presso la Congregazione per la Dottrina della Fede sono sorti dei dubbi, e la Congregazione ha valutato la possibilità di inviare tutta la documentazione a ciascuno dei membri della Feria Quarta (un incontro mensile all’interno della Congregazione per la Dottrina della Fede che discute i casi correnti, N.d.A.), anche di ciò che sembrava essere contrario al rapporto Ruini. Ho ricevuto l’informazione, ricordo che era sabato sera, tardi... e non mi sembrava una cosa giusta. Era come se mettessi il rapporto Ruini all’asta, scusate l’espressione, che era molto buono. La domenica mattina il prefetto ha ricevuto la mia lettera, e invece di inviarla alla Feria Quarta, che mi inviassero personalmente i loro pareri" ha detto papa Francesco in aereo durante il volo da Fatima nel maggio 2017.

    La Commissione ha suddiviso le sue conclusioni sulle apparizioni in due parti, e quindi Tornielli parla di una ‘seconda fase delle apparizioni’, quella successiva al 3 luglio 1981, sul quale viene posto un velo di dubbio. Per essere più precisi, la Commissione la colloca nel contesto dei conflitti tra il vescovo locale e i francescani, osservando come le apparizioni venissero annunciate in anticipo e programmate individualmente per ogni veggente.

    Le visioni sono continuate, e sebbene i ragazzi annunciassero che sarebbero finite, questo non è mai accaduto. Poi c’è la questione dei ‘segreti’, dal contenuto un poco apocalittico, che i veggenti hanno annunciato di aver ricevuto durante le apparizioni, ha scritto Tornielli, aggiungendo che in quella seconda parte la Commissione ha votato in due fasi. La prima ha incluso i frutti spirituali di Medjugorje, mettendo da parte il comportamento dei ragazzi veggenti. A questo proposito, sei membri della Commissione hanno dichiarato che ci sono stati risultati positivi, sette che sono stati risultati misti con effetti positivi, e tre che ci sono stati effetti misti positivi e negativi.

    Nel secondo turno di votazioni i membri della Commissione hanno tenuto conto anche del comportamento dei veggenti, e dodici membri della Commissione hanno dichiarato di non potersi esprimere, mentre due membri hanno votato contro la proposta che le apparizioni fossero dichiarate autentiche. La Commissione ha notato anche il fatto che i veggenti non hanno avuto un accompagnamento spirituale più intensivo, e che da molto tempo non agiscono più come gruppo, bensì separatamente e ciascuno per sé. Pertanto, come ha scritto Tornielli, la Commissione Ruini ha concluso e ha proposto al Papa di revocare il divieto di pellegrinaggi organizzati a Medjugorje, poiché, come è noto, ai sacerdoti non era permesso di organizzare pellegrinaggi, bensì solo di accompagnarli spiritualmente. La Commissione ha anche suggerito di porre la parrocchia di Medjugorje sotto il diretto controllo della Santa Sede e di farla diventare un cosiddetto santuario pontificio.

    "Questa decisione si fonda su ragioni pastorali e vuole offrire una cura pastorale per milioni di pellegrini, anche per evitare che si formi una ‘chiesa parallela’, e per permettere trasparenza nelle questioni economiche. Tutto questo, tuttavia, afferma Tornielli, non rappresenterebbe un riconoscimento della natura soprannaturale delle apparizioni, e in occasione della festa della Madonna di Lourdes, l’11 febbraio 2017, Papa Francesco ha nominato l’Arcivescovo di Varsavia-Praga, il polacco mons. Henryk Hoser, suo inviato speciale a Medjugorje, per poi nominarlo un anno dopo visitatore per la parrocchia di Medjugorje proprio per la questione del miglioramento della pastorale.

    Pertanto, questo libro si intitola: Medjugorje - I primi sette giorni, con il sottotitolo: Tutta la verità dal 24 giugno al 3 luglio 1981. Esso copre quasi tutti gli eventi che hanno avuto luogo in quei giorni, tutto ciò che è stato scritto e pubblicato su quei primi giorni, i colloqui che ho avuto con i personaggi protagonisti proprio di quel periodo, e riporta il testo delle registrazioni sonore dei colloqui di fra Jozo Zovko con i veggenti. Qui per la prima volta insieme viene riportata tutta la trepidazione di quel momento, tutti i dubbi e le paure, la fede, la determinazione e la drammaticità di questo intervento celeste che ha segnato fortemente il tempo in cui viviamo.

    COME?

    Il libro è nato quale frutto di ricerche e di colloqui con i veggenti e tutte le persone che hanno partecipato agli avvenimenti di quei primi giorni, nonché di analisi dei materiali che provengono da quei primi giorni. Esso è quindi nato come un classico pezzo giornalistico. Nel libro ho utilizzato le dichiarazioni, le riflessioni e i ricordi di diverse ‘cerchie’ di testimoni di quei tempi. La prima cerchia è rappresentata dai sei veggenti:

    Ivan Dragičević, figlio di Zlata e di Stanko, è nato a Bijakovići il 25 maggio 1965. Di professione è addetto alla ristorazione, ha apparizioni quotidiane che ancora continuano. La Madonna gli ha affidato nove segreti e l’intenzione di preghiera per i giovani e i sacerdoti, e lo ha incaricato di fondare un gruppo di preghiera. In giovane età ha sentito la chiamata al sacerdozio, quindi ha frequentato il seminario a Visoko e a Ragusa di Dalmazia, tuttavia, a causa di incomprensioni, ne è stato allontanato. A Medjugorje nel 1989 ha conosciuto l’americana Laureen Murphy, la quale, dopo quattro anni di preparazione al matrimonio, è diventata sua moglie nel 1994. Hanno quattro figli: Kristina (1995), Mihaela Mikayla (2000), Daniel (2001) e Matthew (2008), e vivono a Boston negli Stati Uniti e a Medjugorje.

    Vicka Ivanković - Mijatović, figlia di Zlata e di Pero, è nata a Bijakovići il 3 settembre 1964. Ha sette fratelli, di professione è tecnica tessile. La Madonna le ha affidato nove segreti, l’intenzione di preghiera per i malati, e anche oggi ha apparizioni quotidiane. La Madonna le ha dettato la sua biografia, che ella ha scritto in tre quaderni che ha preparato per la stampa e pubblicherà sotto forma di libro quando la Madonna le darà il permesso. Nel gennaio 2002 si è sposata con Mario Mijatović, e ha due figli, Marija-Sofija (2003) e Ante (2005). Vivono a Krehin Gradac non lontano da Čitluk.

    Marija Pavlović - Lunetti, figlia di Iva e di Filip, è nata il 1° aprile 1965 a Bijakovići. Ha terminato la scuola di parrucchiere a Mostar. Ha apparizioni quotidiane anche oggi e la Madonna le ha affidato nove segreti. Attraverso di lei la Madonna trasmette un messaggio alla parrocchia e al mondo ogni giorno 25 del mese. Ha il compito di pregare per religiosi e religiose e per le anime del purgatorio. Nel 1993 si è sposata a Milano con l’italiano Paolo Lunetti, e hanno quattro figli maschi: Michele (1994), Francesco (1994), Marco (1998) e Giovanni (2002). Vivono a Monza, nei pressi di Milano, e a Medjugorje.

    Mirjana Dragićević-Soldo, figlia di Milena e di Jozo, è nata il 18 marzo 1965 a Sarajevo dove ha terminato il liceo ginnasio e ha frequentato agronomia all’università. Ha avuto apparizioni quotidiane fino al 25 dicembre 1982, quando la Madonna le ha confidato il decimo e ultimo segreto, e le ha detto che le sarebbe apparsa solamente una volta all’anno, vale a dire il 18 marzo. Tuttavia, dal 2 agosto 1987 ha apparizioni ogni giorno 2 del mese. La sua intenzione di preghiera è per i non credenti, vale a dire, come ella dice, per le persone che non hanno conosciuto l’amore di Dio. Nel 1989 si è sposata con Marko Soldo, e hanno due figlie, Marija (1990) e Veronika (1994). Vivono a Bijakovići, parrocchia di Medjugorje.

    Jakov Čolo, figlio di Jaka e di Ante, è nato a Sarajevo il 6 marzo 1971, tuttavia fin dalla sua fanciullezza vive a Bijakovići, parrocchia di Medjugorje. Ha frequentato la scuola di fabbro, e dopo avere terminato la scuola superiore ha aiutato i francescani nell’Ufficio Parrocchiale di Medjugorje. Oggi dirige l’associazione benefica Marijne ruke (Le mani di Maria). La Madonna gli è apparsa ogni giorno fino al 12 settembre 1998 quando ha ricevuto il decimo e ultimo segreto, e gli ha promesso che per tutta la sua vita avrebbe avuto un’apparizione all’anno il giorno di Natale. La sua missione è di pregare per i malati. Dopo una frequentazione di due anni, nel 1993 ha sposato Annalisa Barozzi, italiana originaria di Asola nei pressi di Mantova, che ha conosciuto lavorando per qualche tempo in Italia. Hanno tre figli: Ariana, David Emanuel e Mirjam Klara. Vivono a Bijakovići, tuttavia spesso risiedono in Italia.

    Ivanka Ivanković-Elez, figlia di Jagoda e di Ivan, è nata il 21 giugno 1966 a Bijakovići, Medjugorje. Ha un fratello e una sorella maggiori. Al tempo delle sue prime apparizioni frequentava la Scuola Secondaria di Economia a Mostar, tuttavia presto l’ha abbandonata. È stata la prima a vedere la Madonna e ha avuto apparizioni quotidiane fino al 7 maggio 1985, quando la Madonna le ha confidato il decimo segreto e le ha detto che per tutta la sua vita avrebbe avuto apparizioni una volta all’anno il 25 giugno, il giorno dell’anniversario delle apparizioni. Il suo compito è di pregare per le famiglie. Nel dicembre 1986 si è sposata con Rajko Elez, con il quale ha tre figli: Kristina (1987), Josip (1990) e Ivan (1994). Vivono a Miletina, parrocchia di Medjugorje.

    La seconda cerchia di testimoni è rappresentata dalle persone più vicine ai veggenti, quelle che sono state con loro quotidianamente soprattutto nei primi giorni e anni e hanno condiviso il loro destino. Oltre alle famiglie dei veggenti, ci riferiamo al sacerdote fra Jozo Zovko, parroco di Medjugorje, condannato dalle autorità comuniste in un processo-farsa alla pena detentiva di tre anni e mezzo di carcere duro, poi al suo vicario parrocchiale, fra Zrinko Čuvalo, e poi ai vicini Marinko Ivanković, sua moglie Dragica e Ivan Ivanković, che sono stati quotidianamente con i veggenti e perseguitati dalla Polizia, mentre al vicino Ivan Ivanković è stata comminata una pena detentiva di tre mesi per avere testimoniato pubblicamente in una fabbrica durante una riunione di lavoratori di avere visto girare la Croce.

    La terza cerchia di testimoni è rappresentata dalle persone che sono state occasionalmente con i veggenti o loro vicine, e che hanno seguito direttamente gli eventi dei primi giorni e mesi, come Grgo Kozina, un tecnico radiofonico, che ha effettuato le prime registrazioni audio delle apparizioni. È stato ogni giorno sulla collina delle Apparizioni seguendo i veggenti e ha registrato tutto con cura.

    Durante il periodo di preparazione di questo libro ho parlato con la maggior parte di loro, vale a dire con le persone ancora viventi, oppure ho utilizzato materiali scritti (dell’ispettore di Polizia Ivan Turudić e della dottoressa Darinka Glamuzina).

    Inoltre, nel libro viene utilizzato del materiale registrato, cioè le prime conversazioni del parroco di allora fra Jozo Zovko con i veggenti. Ho riportato tali conversazioni parola per parola, non modificando nulla del loro contenuto, non facendo neppure correzioni grammaticali, con i ragazzi che parlano in dialetto¹ e raccontano con emozione ciò che avevano vissuto. Ciò conferisce una dinamica e un’autenticità speciali.

    DOVE?

    Quando eravamo a Nazaret, in Israele, durante una passeggiata serale la prima sera di permanenza, chiesi a mia moglie: Alza testa e guarda il cielo, per favore

    Perché? chiese, guardando il cielo stellato sopra di noi.

    Vedi, lo stesso cielo sopra Nazareth guardava Maria ogni sera. Tutto attorno a noi è cambiato, solo quella visione è rimasta la stessa.

    Abbiamo guardato con gli occhi aperti lo stesso cielo che, come noi quella notte, molto tempo prima avevano guardato Maria, Giuseppe, Gesù...

    Molto è cambiato a Medjugorje dai primi giorni dell’apparizione al momento della nascita di questo libro. Anzitutto è cambiato l’aspetto esteriore del villaggio, poiché al posto delle piccole case di campagna sono sorte in un primo tempo pensioni per l’accoglienza di pellegrini, e oggi grandi alberghi. Anche le persone sono cambiate. Soprattutto i veggenti, che nel 1981 erano ragazzini e oggi sono adulti con figli adulti. Il cielo sopra Medjugorje, tuttavia, è rimasto lo stesso. È lo stesso cielo con la medesima disposizione di stelle come quella notte tra il 24 e il 25 giugno 1981, quando, verso sera, i primi veggenti videro una bellissima Signora vestita di bianco sul Podbrdo, porzione della collina di Crnica vicino a Bijakovići, una frazione di Medjugorje. Quella notte, l’amore nei loro cuori sconfisse la paura, la grazia uscì dai suoi bordi e le loro vite diventarono testimonianza per tutto il mondo.

    Medjugorje è stato in tutti questi anni, lo è nel momento in cui è nato questo libro, e lo sarà certamente anche quando tu, lettore, lo leggerai, l’unico luogo al mondo in cui il cielo è ‘penetrato’ fino alla terra, fino a giungere all’uomo, e lo fa quotidianamente giorno per giorno. È il luogo in cui il Cielo si è aperto e letteralmente è disceso sulla terra. Medjugorje è quindi un luogo in cui il Cielo e la terra si fondono nel modo più mistico in un invisibile punto trascendente, che neppure oggi è possibile comprendere completamente e razionalizzare. È possibile solo credere o non credere. Proprio come sotto il già menzionato cielo di Nazareth, le cui stelle brillavano nello stesso modo a Gesù, a Maria e a Giuseppe, a tutti coloro che credevano e a tutti quelli che non credevano.

    Tuttavia, nel momento in cui questo libro nasce, ciò non è cruciale. Per me, giornalista e pubblicista che già da trent’anni scrive esclusivamente di religione e di argomenti religiosi, la sfida era quella di raccogliere ed elaborare, vale a dire di documentare, il materiale che la Commissione del cardinale Ruini ha giudicato autentico, così che proprio i primissimi giorni delle apparizioni potrebbero essere incorporati nelle fondamenta del riconoscimento ufficiale della Chiesa. Dal punto di vista del cielo sopra Medjugorje, non importa quando questo accadrà. Anche se mai accadrà. Perché? Semplicemente perché a Medjugorje vive una Chiesa visibile e tangibile, che con la forza dei suoi sacramenti guarisce il mondo.

    Tuttavia, quei primi giorni sono importanti per comprendere tutto ciò che sarebbe accaduto in seguito. Prima di tutto, ogni giorno porta con sé un simbolismo di tempi e di eventi condensati che solo in seguito sono stati svelati e che per anni sono stati srotolati da quella matassa, da quel nucleo (leggete e lo scoprirete nelle pagine che seguono). I primi giorni rivelano tutto ciò che di incredibile è potuto accadere in un tale momento di penetrazione del Cielo sulla terra, dalla scelta dei veggenti, dall’assenza del parroco da Medjugorje, dall’esclusiva trasmissione orale di tutto ciò che è accaduto durante quei primi giorni, poiché un lampo aveva bruciato la posta e i pali del telefono. Ciononostante, già nei primi giorni questi eventi attirarono migliaia e migliaia di persone nonostante la persecuzione della Polizia e delle autorità comuniste... e la prosecuzione delle apparizioni allora iniziate fino ai giorni nostri, cioè al momento in cui questo libro viene pubblicato.

    I primi giorni di Medjugorje ci dicono con forza che ogni volta che andiamo a Medjugorje o ci siamo per la prima volta, guardiamo comunque il cielo sopra Medjugorje, quel cielo stellato al di sopra del Podbrdo. È lo stesso cielo di oggi, di ieri e di domani. Il cielo sotto il quale sono mutati il tempo e la storia, le persone e i destini, l’uomo e la sua fede.

    Darko Pavičić

    Prefazione

    Una ricostruzione dettagliata degli inizi di Medjugorje

    Quando nel febbraio 2017 papa Francesco ha nominato il polacco Henryk Hoser suo inviato speciale per Medjugorje, è diventato chiaro che il cosiddetto ‘fenomeno di Medjugorje’ è entrato in una nuova era. Dopo alcuni decenni di rapporto caratterizzato da una certa distanza, la Chiesa cattolica finalmente si è fortemente coinvolta negli avvenimenti di Medjugorje, e la nomina di Hoser ha rappresentato un chiaro segno che Medjugorje non sarebbe più stato sottoposto alle contestazioni e ai sospetti come in passato. È noto, infatti, che l’arcivescovo Hoser non solamente crede nella verità delle apparizioni di Medjugorje, bensì ha anche dichiarato all’Agenzia informativa cattolica polacca che è possibile che la Chiesa presto dichiari l’autenticità dei primi sette giorni delle apparizioni della Madonna a Medjugorje. Con la sua dichiarazione egli ha confermato indirettamente che il vaticanista Andrea Tornielli è davvero bene informato, poiché proprio quel giornalista italiano ha pubblicato per primo che la Commissione internazionale della Santa Sede ha raccomandato a papa Francesco di riconoscere i primi sette giorni delle apparizioni. Tuttavia, nonostante l’ottimismo di Hoser, nessuno in realtà sa quando il Papa prenderà una decisione a proposito di Medjugorje, e se lo farà. Non sarebbe neppure una grande sorpresa se lasciasse la decisione al suo successore.

    In ogni caso, il riconoscimento ufficiale delle apparizioni di Medjugorje potrebbe fondarsi sui primi giorni, quando quegli inusuali avvenimenti sconvolsero anzitutto la parrocchia, e successivamente provocarono una tempesta nell’intero Paese, allora retto da un regime comunista. Non è del tutto chiaro il motivo per il quale la Commissione è giunta alla conclusione che le apparizioni dei primi sette giorni siano autentiche, mentre le altre non lo sarebbero. È assai inusuale che un poco creda ai veggenti, e un poco non si creda loro: la loro testimonianza sui primi giorni non viene messa in questione, tuttavia vengono sospettati che dal 3 luglio 1981 a oggi – ingannino l’opinione pubblica? Sono criteri davvero insoliti.

    Il giornalista Darko Pavičić, tuttavia, non ha si pone alcun problema con quei criteri. Ispirato dalla raccomandazione della commissione vaticana, ha fatto uso dei classici attrezzi del mestiere del giornalista e ha indagato su ciò che è accaduto a Medjugorje dal 24 giugno al 3 luglio 1981. Concentrandosi dunque sull’origine del ‘fenomeno di Medjugorje’, ha parlato con numerosi protagonisti, ha studiato molte fonti pertinenti e ha scritto il libro Medjugorje – I primi sette giorni. In questo libro l’Autore non mette in dubbio in alcun modo le testimonianze né dei sei veggenti né degli altri interlocutori, né la genuinità di Medjugorje. Facendosi guidare secondo il pensiero filosofico che la verità è una sola, e tale verità deve essere costantemente ripetuta dall’uomo poiché, come ha detto lo scrittore tedesco Johann Peter Eckermann, anche l’errore viene predicato attorno a noi, Pavičić ricostruisce gli avvenimenti dall’inizio delle apparizioni di Medjugorje e – per la prima volta in un solo posto – riporta tutti i particolari e tutta la drammaticità dell’intervento del Cielo che ha fortemente caratterizzato il tempo in cui viviamo.

    In questa ricostruzione dettagliata, pienissima di materiale fluente e di dialoghi interessanti, l’autore porta alla superficie avvenimenti di tanti anni fa, che rappresenteranno un’assoluta novità per chi conosce Medjugorje solo superficialmente, mentre per gli altri rappresenta un ottimo ricordo relativo agli inizi del fenomeno. Sebbene il libro sia destinato a tutte le persone cui interessano gli avvenimenti di Medjugorje, che siano scettici e sospettosi, l’Autore si rivolge anzitutto a chi è incline a credere alle apparizioni di Medjugorje, a chi considera i frutti spirituali più importanti anche della controversia e del riconoscimento ufficiale. E sebbene per questo motivo si potrebbe pensare che questo libro rappresenti un ulteriore tentativo di dimostrare l’autenticità delle apparizioni di Medjugorje, questa non è la principale ambizione del libro. Con la ricostruzione dei primi giorni turbolenti, quando avvenimenti non ordinari si susseguivano uno dopo l’altro, quando né i ragazzi veggenti né gli abitanti del luogo erano coscienti di ciò in cui tutto questo si sarebbe sviluppato, l’Autore semplicemente soddisfa la sua curiosità di indagare ciò che ha convinto i membri della Commissione vaticana affinché credessero a Medjugorje, o almeno nei suoi inizi. Proprio questo desiderio dell’Autore di stare lontano dalle contraddizioni e dalle fastidiose polemiche, per descrivere come tutto iniziò attraverso le autentiche testimonianze dei protagonisti più importanti, tuttavia senza la pretesa di sezionare criticamente le testimonianze, rappresenta il più grande valore di questo libro. Il frutto del suo sforzo investigativo mette a disposizione a tutti gli interessati, sia quelli che in questa ricostruzione riconosceranno l’intervento del Cielo sia quelli che anche dopo questo libro rimarranno scettici.

    Sebbene non svolga un’approfondita disanima della genuinità delle apparizioni di Medjugorje, anche questo libro fa sì che ci si ponga la domanda principale: perché le apparizioni di Medjugorje già da quattro decenni attendono il riconoscimento della Chiesa? Perché tutte le Commissioni create fino a oggi hanno ignorato le ricerche scientifiche e le conclusioni positive di numerosi esperti che hanno esaminato i veggenti? Ad esempio, il dott. Nikola Bartulica, psichiatra croato da St. Joseph, nello Stato americano del Missouri, non solo ha escluso la possibilità di una malattia psichiatrica dei veggenti, bensì ha affermato che nella psichiatria non esiste alcun caso in cui sei ragazzi alle ore 18:30 inizino ad aver allucinazioni. Se tutti e sei avessero mentito per tutti questi anni, dice, già questo sarebbe di per sé stesso un fenomeno, e non può esserlo poiché è stato stabilito scientificamente che le loro estasi sono reali.

    I veggenti si sono sentiti profondamente offesi per questi dubbi. Nel suo libro Il mio cuore trionferà la veggente Mirjana Dragičević-Soldo scrive che sarebbe stata una persona veramente disturbata se avesse mentito a proposito delle apparizioni, soprattutto al tempo del comunismo. Prima delle apparizioni facevo una vita bellissima… Perché avrei dovuto stravolgere di punto in bianco la mia vita? Perché portare disordine e angoscia in una situazione piacevole?, si domanda Mirjana, concludendo che solo una persona instabile potrebbe fare una cosa del genere. Nel suo libro, tuttavia, Mirjana menziona un’altra cosa, che forse potrebbe con maggiore velocità risolvere tutti i dubbi sulla genuinità delle apparizioni di Medjugorje. Scrivendo sull’argomento più intrigante delle apparizioni di Medjugorje, vale a dire sui dieci segreti, ella rammenta che il giorno di Natale dl 1982, durante l’ultima apparizione regolare, la Madonna le consegnò una pergamena sulla quale erano scritti tutti e dieci i segreti – il loro contenuto e il momento della loro realizzazione.

    Mirjana descrive quell’oggetto venuto dal Cielo come un rotolo di colore beige, realizzato in un materiale simile a quello della pergamena, né vera carta né vero tessuto, e scrive: Lo svolsi con cura e i trovai tutti i dieci segreti scritti a mano in semplice ed elegante calligrafia. Sulla pergamena non vi erano decorazioni o illustrazioni; ogni segreto era scritto con parole semplici e chiare, simili a quelle usate in origine dalla Madonna per spiegarmeli. I segreti non sono numerati, ma riportati in ordine, uno dopo l’altro: il primo era scritto in alto e il decimo in basso, e includono anche le date dei futuri avvenimenti. Mirjana scopre un altro importante dettaglio: "Anche se ho sempre voluto che fosse fra Petar Ljubičić a rivelare i segreti, non è detto che sarà necessariamente così. E se fosse il Papa a chiederli? Anche lui è sacerdote, e non potrei mai dire di no al Santo Padre".

    Come si vede, la Commissione vaticana che ha indagato le apparizioni di Medjugorje non ha chiesto a Mirjana né di rivelare i segreti né di mostrare la misteriosa pergamena. Perché? Già da tempo la pergamena menzionata da Mirjana avrebbe potuto essere oggetto di indagine da parte degli studiosi, si sarebbe potuto esaminare il materiale, la sua origine. Se non è di origine terrena, cosa che Mirjana afferma, si tratta di un elemento essenziale del fenomeno di Medjugorje. Se aggiungiamo anche i quaderni nei quali è descritta la biografia della Madonna, e che vengono conservati dalla veggente Vicka Ivanković in attesa della sua pubblicazione, possiamo solamente concludere che la Commissione pontificia non ha svolto il proprio lavoro in modo approfondito. Tenendo conto della posizione benigna e manifestata pubblicamente della veggente Mirjana, non è tardi per correggere le mancanze. Forse questa è un’occasione per l’inviato papale Henryk Hoser.

    Žarko Ivković, giornalista e pubblicista

    Zagabria, 6 giugno 2019

    IL PRIMO GIORNO - 24 giugno

    Abbiamo visto la Madonna!

    Un giorno di ottobre, di pomeriggio, quando a Medjugorje fa ancora piacevolmente caldo, andai a piedi dal centro della località verso la casa di Marinko Ivanković. L’avrei riconosciuta, mi dissero, fermandomi appena prima di salire sul Podbrdo, presso la vecchia casa di Vicka, e guardando a destra, sulla strada verso la Croce Blu, verso una casa sulla quale c’era scritto Draga i Marinko. Qui vivono i coniugi Ivanković, nella casa in cui essi hanno anche alloggi per i pellegrini.

    Il Podbrdo, nella frazione di Bijakovići, appartenente alla parrocchia di Medjugorje, dista dalla chiesa di san Giacomo, che si trova al centro della località, circa due chilometri o mezz’ora di cammino tranquillo. Lungo il percorso fino al Podbrdo, quel giorno incontrai grandi o piccoli gruppi di pellegrini che si recavano sulla Collina delle apparizioni o tornavano da esso, nella maggior parte dei casi con il Rosario in mano. A Medjugorje, del resto, potete spesso incontrare persone che camminano con il Rosario in mano - certamente non accade in nessun luogo al mondo che si cammini per la strada pregando il Rosario. Con il Rosario in mano, la gente va nei negozi, nei ristoranti, cammina e prega... Quei ristoranti e negozi, e specialmente gli hotel e le pensioni, non c’erano in quei primi anni a Medjugorje. Spesso nella mia mente, mentre cammino per le strade e i sentieri di Medjugorje, provo a ricostruire l’immagine di quel tempo, case modeste, cortili e giardini con viti e tabacco, i volti di persone che non potevano neppure sognare che sarebbe loro accaduta una cosa del genere né che il loro villaggio, piuttosto remoto nella piccola Erzegovina, sarebbe diventato un centro spirituale dove si sarebbero riversati milioni di persone provenienti da tutte le parti del mondo.

    Camminando verso la casa di Marinko Ivanković, il primo vicino dei ragazzi veggenti, mi passavano per la mente le domande che volevo fargli e che erano collegate ai primi giorni delle apparizioni, nei quali ci sono tante cose incredibili, sorprendenti e motivo di meraviglia. Come è possibile infatti che la Beata Vergine Maria, Madre di nostro Signore Gesù Cristo, sia apparsa proprio allora e in quei giorni, in questo luogo, a ragazzi del tutto ordinari che stavano passeggiando su un terreno roccioso ... Come è possibile che abbia scelto proprio loro e non qualcun altro? Era poi Lei o qualcun altro, oppure era fantasia di ragazzi…? Cosa ha pensato un uomo adulto come Marinko Ivanković quando sentì una storia così incredibile dalla bocca dei ragazzi?

    Marinko non crede a Vicka e Marija

    Marinko Ivanković è una delle persone più importanti nei primi giorni delle apparizioni a Medjugorje, poiché fu, praticamente, per giornate intere con i veggenti: li accompagnava ogni giorno al luogo delle apparizioni sul Podbrdo e al ritorno, li portava in macchina, si prendeva cura di loro, parlava con loro... A parte i loro genitori, egli era, in verità, uno dei pochi adulti vicino a questi ragazzi che dal 24 giugno 1981 hanno incontrato quotidianamente la Madonna, a Bijakovići, un’area della piccola località dell’Erzegovina chiamata Medjugorje.

    – Dado, dov’è Marinko? – chiedo a Darko Ivanković, il figlio minore di Draga e Marinko Ivanković, che conoscevo da tempo e che con degli amici distillava la grappa nel cortile accanto alla casa, segando rumorosamente delle vecchie travi con una motosega, con le quali avevano acceso il fuoco per la distillazione della grappa.

    - È a casa, adesso lo chiamo. Tu vieni dopo alla grigliata, questa è l’abitudine qui da noi, invitare le persone alla grigliata quando si distilla la grappa... - mi dice mentre salivamo alla terrazza verso l’ingresso, dove in una carrozzina era seduta sua madre Draga, che si muoveva con difficoltà, e che salutai cordialmente.

    Marinko Ivanković è un uomo abbronzato di solida costituzione, di circa 70 anni, con uno sguardo particolarmente sveglio e una stretta di mano forte.

    - Ricordo tutto come se fosse stato ieri… - dice mentre ci sedevamo sulle sedie nella loro sala da pranzo, mentre da fuori giungeva il rumore di una motosega. In quel 1981 egli lavorava all’Autoremont di Mostar come meccanico e ogni giorno si recava in auto a Mostar, distante una ventina di chilometri, portando spesso i vicini e i ragazzi che andavano a lavorare o a scuola. Quella mattina, il secondo giorno delle apparizioni, vale a dire il 25 giugno 1981, egli andò a Mostar con sua moglie, Draga, portando con sé Vicka Ivanković e Marija Pavlović, ragazze che vivevano nelle immediate vicinanze, e che andavano a Mostar per ripetizioni a causa di voti negativi alla fine dell’anno scolastico.

    - Ogni mattina, in estate alle cinque, andavo al lavoro. Avevo un minibus Volkswagen. Allora non c’erano né traffico né macchine, quindi il mio minibus era pieno di vicini che lavoravano a Mostar, si radunava una quindicina di persone. Quindi quella mattina, Vicka e Marija andavano con me a Mostar per le ripetizioni e mentre passavamo accanto alla chiesa, Marija disse: Marinko, ieri sera abbiamo visto la Madonna - racconta Marinko Ivanković.

    Marija, perché di burli usando i Nomi di Dio e della Madonna? Te l’ha insegnato tua madre? - le disse severamente Marinko, sferzandola con lo sguardo. Non l’ho vista io, l’ha vista Vicka - gli rispose Marija, mentre Vicka era seduta dietro a Marinko, nel sedile accanto alla moglie di lui.

    Vicka, dice la verità? - chiese Marinko ad alta voce.

    Si, l’ho vista - rispose lei, con una risposta di conferma nel tipico modo dialettale di quel luogo.

    Dicci che cosa hai visto e dove l’hai visto! – quello di Marinko fu quasi un ordine. Vicka iniziò a raccontargli in modo un po’ confuso che il giorno prima, di pomeriggio, la sorella minore di Marija, Milka, che era stata mandata da sua madre a portare a casa il gregge di pecore, aveva incontrato due ragazze del vicinato, Mirjana e Ivanka, ai piedi del Podbrdo, e che loro due avevano visto una signora bellissima a proposito della quale immediatamente pensarono che fosse la Beata Vergine Maria.

    - Salendo in alto, a un centinaio di metri da dove oggi c’è la comunità Cenacolo, Ivanka guardò verso il monte e

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