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L'aria che respiriamo
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E-book315 pagine4 ore

L'aria che respiriamo

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Info su questo ebook

Quali interessi sono dietro i carburanti fossili? Perché
l’Umanità spende oltre 2200 miliardi di dollari l’anno per la
guerra e quasi niente per la salvaguardia ambientale?
Dopo la pubblicazione di 9 libri pluripremiati che trattano
soprattutto del rapporto tra l’Uomo e l’ambiente, l’Autore
propone l’opera sua più completa, esaustiva e chiarificatrice
sull’Ambiente aggiornata fino alla COP 28 di Dubai per dare
modo di conoscerlo agli studenti e di aggiornarsi a chi preso dal
lavoro non ha tempo per districarsi e scegliere tra l’immensa
letteratura a riguardo ma che vuole comunque conoscere il
trend mondiale, europeo ed italiano su questo settore così
importante e vitale non solo per l’Umanità intera attuale ma
soprattutto per quella del prossimo futuro.
Un libro molto interessante, scritto anche con minuzia di
particolari per fini divulgativi con stile scorrevole e semplice
senza essere semplicistico ma nel rigore scientifico, corredato di
glossario ad hoc, aggiornato e documentato, per dirimere le
falsità tra negazionisti ambientali e ambientalisti retrivi.
LinguaItaliano
Data di uscita1 gen 2024
ISBN9788869633669
L'aria che respiriamo

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    Anteprima del libro

    L'aria che respiriamo - Vincenzo Iannuzzi

    cover.jpg

    Vincenzo Iannuzzi

    L’ARIA CHE RESPIRIAMO

    (saggio aggiornato sull’ambiente)

    Elison Publishing

    © 2024 Elison Publishing

    Tutti i diritti sono riservati

    www.elisonpublishing.com

    ISBN 9788869633669

    In copertina immagine della Terra: "L’aiuola che ci fa tanto feroci (Paradiso XXII, 151 Divina Commedia), nostra casa comune, nostro nido, nostra unica arca spaziale. Vista dallo spazio a poche migliaia di chilometri di distanza illuminata dal Sole nell’immensa oscurità del gelido e letale spazio cosmico, avvolta da un sottile e delicato velo trasparente di aria, nostro elemento vitale primario con le nuvole, con sotto i continenti circondati dal mare azzurro, che deve farci riflettere seriamente sul nostro errato comportamento nei confronti dell’ambiente in cui viviamo.

    DELLO STESSO AUTORE

    1) – "L’Uomo e il Determinismo Cosmico-Realtà ed Utopia" – Primo premio 2012 per la saggistica al concorso letterario internazionale Cesare Pavese sezione AMSI. Primo premio 2012 per la saggistica al concorso letterario internazionale Locanda del Doge di Rovigo, più altri 3 premi letterari.

    2) – Etica universale pratica Primo premio per la saggistica alla XXVIII edizione 2023 del Premio Letterario Mondiale Tulliola° conferito nell’aula capitolare del Senato della Repubblica Italiana – "Secondo classificato per la saggistica al premio internazionale Locanda del Doge 2014, più altri 3 premi letterari.

    3) – L’Ambiente terrestre e l’Uomo: non uccidere – 2014 – Roma, 5 premi letterari.

    4) – Piccoli fatti di ieri e di oggi2014. 3 premi letterari per la narrativa.

    5) – Coscienza e Natura. Modalità d’uso – 5 premi letterari.

    6) – Evoluzione della conoscenza dell’Universo e della Terra con riferimenti all’attualità2018 – Primo premio 2018 per la saggistica al concorso letterario internazionale dei Monti Lepini, più altri 7 premi letterari.

    7) – Evoluzione della vita fino alla protostoria: attualità – 2019. 6 premi letterari.

    8) – Noi e l’Ambiente – 2020. 4 premi letterari.

    9) – Il Progresso dell’Umanità storica: attualità – 2020. Primo premio 2021 per la saggistica al concorso Letterario mondiale Tulliola conferito nella sala Zuccari di Palazzo Madama a Roma, più altri 7 premi letterari.

    L’ARIA CHE RESPIRIAMO

    CAPITOLO I

    ATMOSFERA TERRESTRE

    L’Umanità si è impossessata di tutta la superficie terrestre emersa, comunemente chiamata territorio, dividendola in nazioni con precisi confini, con la sola esclusione di parte dell’Antartide. Ciò non raramente è motivo di contenziosi, tra nazioni, come quello attuale tra il Venezuela e la Guayana, che talvolta sfociano in guerre specie se confinanti ((vedi quella attuale tra la Russia e l’Ucraina e tra Israele ed i Palestinesi di Hamas). Alla fine il territorio ha sempre un prezzo e regole d’uso a seconda dello ius vigente. Questo criterio di dividersi il territorio e di delimitarne e segnarne i confini per avvertire altri di non varcarlo, è consuetudine anche di svariati animali sia tra gli invertebrati (insetti e molluschi) che tra i vertebrati (specie i carnivori) ma ovunque questi si trovino vengono sempre sopraffatti e dominati dall’Uomo quando diventa intrusivo.

    L’Uomo, pur ritenendosi padrone delle acque terrestri e marine territoriali della sua nazione non considera che attinge l’acqua sempre dalla stessa unica fonte che circonda e circola continuamente su tutta la Terra. Attualmente ci sono al Mondo circa 300 contenziosi tra nazioni per le acque condivise da fiumi o laghi o mari (tra i più rilevanti quello tra Etiopia e l’Egitto per le acque del Nilo) con anche guerre. Alla fine l’acqua terrestre ha un prezzo, sebbene assai variabile (come l’oro nelle zone assai aride e poco o niente per le nazioni che ne hanno in abbondanza e la sprecano a man bassa come l’Italia) e ha delle regole d’uso secondo le leggi delle nazioni in cui scorre, con l’esclusione della maggior parte delle acque situate negli spazi internazionali non regolati che contengono circa il 70% di tutte le acque marine internazionali.

    Eppure non esiste un accordo mondiale per l’aria che contiene l’acqua che fluttua e vola nell’atmosfera sotto forma di vapore con le nuvole e da cui dipende tutta quella terrestre e nemmeno si cerca di darle una regola, tra tutti, per l’uso di un bene così vitale ed universale. Questo la dice lunga sul perché della non curanza da parte delle potenze della Terra del problema ambientale, perché l’aria con il vapore atmosferico pur pervadendoci ed essendo permanente davanti ai nostri occhi è invisibile e sfugge come problema.

    L’Uomo, dopo l’avvento dell’aviazione, si è pure appropriato degli spazi aerei, per cui ogni stato è padrone di quello sovrastante il proprio territorio fino a 100 km di altezza e per tutto il suo territorio ivi comprese le acque territoriali, sebbene valido solo per l’attraversamento aereo e di altri velivoli essendo impossibile appropriarsi dell’aria che li occupa che è continuamente e velocemente in circolazione variabile sull’intero globo. L’aria che respiriamo non ha alcun prezzo (e forse appunto per questo non gli diamo valore) ed è di tutti i viventi aerobi per tutta la loro esistenza ovunque siano nel loro areale, poiché è praticamente impossibile delimitarla ed appropriarsene in maniera significativa al punto di toglierla agli altri viventi, altrimenti l’Uomo avrebbe già cercato di accaparrarsela come fa con tutte le altre cose al fine di lucro centellinandola e facendola pagare ai suoi simili come fa con i carburanti fossili. L’aria infatti diversamente dal territorio e dall’acqua e pur essendo ancora più vitale non ha alcuna regola d’uso ed è assolutamente gratuita ed a continua portata di tutti i viventi e finora non ha mai acceso contenziosi e soprattutto scatenato guerre per il suo possesso, ciononostante appunto per questo è inquinata a tutto spiano dall’Uomo impunemente e causa di morte ed ha più di tutti gli altri elementi vitali urgente bisogno di regole universali di uso.

    In conclusione, sull’aria che respiriamo che con il vapore acqueo, l’ossigeno e l’anidride carbonica non solo nutre tutti gli esseri viventi ma li protegge anche dal letale gelo cosmico e dalle sue radiazioni fungendo da chioccia, non esiste alcuna regola d’uso universale, che dovrebbe essere tra le prime, non solo senza la consapevolezza della sua valenza vitale ed ambientale ma addirittura come se non esistesse.

    L’aria che respiriamo, espandibile, senza volume proprio  con massa e temperatura variabili, trasparente, incolore, inodore ed insapore allo stato puro, ci trasmette i suoni non solo con la sua voce mutevole quando diventa vento ma anche trasmettendoci il canto degli uccelli ed il  linguaggio degli altri animali, il fruscio delle foglie, la voce multiforme dell’acqua, il furore dei vulcani, la rabbia dei tuoni e gli odori delle cose, tenendoci in contatto con la Natura ma soprattutto facendoci ascoltare la voce, il canto e la musica dei nostri simili a prova e memoria della nostra fratellanza ed  interconnessione con la intera sinfonia naturale.

    L’aria che respiriamo occupa l’intera omosfera o bassa atmosfera terrestre che va dal livello del mare fino a circa 100 km di altitudine, ma lo spazio ove possiamo respirarla naturalmente alla giusta densità e proporzione dei suoi componenti fisiologici ed ottimali per noi, per la gravità, va solo dal livello del mare fino ai 2000 metri di altitudine circa che corrisponde al nostro areale ottimale ed a salire sempre meno bene fino a 5100 metri circa di altezza ove è situata La Rinconada (Perù) la città più in alto al Mondo, un’assoluta eccezione abitativa umana con i suoi abitanti (circa 30.000 al 2019), assuefatti, sin dalla nascita, a vivere a questa altitudine ove l’ossigeno è rarefatto, per avere una concentrazione di globuli rossi per mm3 di sangue e di emoglobina per globulo rosso più alti del normale per sopperire al deficit di ossigeno dell’aria. La Rinconada malgrado la vita ed il lavoro tra i più grami ed insani della Terra che offre, continua a crescere in abitanti attirando nuovi migranti, spinti dalla necessità di sopravvivere e/o attratti dalla febbre dell’oro, che impiegano qualche mese per adattarsi alla rarefazione atmosferica come usano fare gli atleti che si allenano alle alte quote per aumentare i loro globuli rossi per mm3 al fine di accrescere la loro capacità vitale. Oltre i 7000 metri di altitudine per un uomo medio normale è possibile vivere solo ricorrendo a speciali respiratori a ossigeno fatta eccezione per rari alpinisti ben dotati e allenati che sono riusciti a scalare, senza respiratori, il monte Everest, con i suoi 8.849 metri di altezza e per quei rarissimi campioni in assoluto che hanno superato nelle stesse condizioni tutte le 14 montagne himalaiane superiori agli 8000 metri (30 alpinisti). L’Uomo è andato oltre con i velivoli e persino sulla Luna ma solo respirando ossigeno da speciali apparecchiature o dentro abitacoli adeguatamente ossigenati e pressurizzati.

    Lo spazio ove respiriamo normalmente è solo una parte dell’ecosfera: parte atmosferica che occupa il più della troposfera ove sono presenti i viventi aerobi che va dal livello del mare ai 10.000 metri di altezza media, quota massima in cui transitano solo alcune specie di uccelli migratori ed in cui sono reperibili rari germi trasportati passivamente dalle correnti ascensionali, che a sua volta è solo una parte della biosfera = parte della superficie terrestre ove è possibile la vita, composta oltre che dall’ecosfera anche da buona parte della litosfera = crosta terrestre con il suolo ed il sottosuolo fino a 2000 metri sotto il suo livello a contatto con l’aria ove possono vivere solo alcuni batteri anaerobi e dall’idrosfera composta da tutta l’acqua marina, da quella del sottosuolo, la lacustre, la fluviale e sotto forma di vapore e di ghiaccio del globo per un totale di 1,4 miliardi di chilometri cubi di acqua così distribuita: acqua salata degli oceani 97% = 1,358 miliardi di km3 cubici e acqua non salata terrestre ed aerea sotto forma di vapore 3% = 0,042 miliardi di chilometri cubici = 42 milioni di km cubici così suddivisa: calotte polari e ghiacciai 79% = 33 milioni di km3. cubici; acque sotterranee 20% = 8,4 milioni di km3. cubici; acqua in superficie = 0,6 milioni di km3 cubici, di cui: 76% = 0,45 milioni di km3. cubici nell’umidità del suolo; 16% = 0,094 milioni di km3. cubici sotto forma di vapore acqueo come nubi e nebbia; 4% = 0.023 milioni di km3. cubici nei laghi, dighe, pozzi e cisterne; 2% = 0,011 milioni di km3 cubici nei fiumi e torrenti; 2% = 0,011milioni di km3 cubici negli organismi viventi.

    Comprendendo le profondità oceaniche con i primi strati dell’atmosfera ed i 2000 metri del sottosuolo terrestre che costituiscono la biosfera, si raggiunge uno spessore medio che circonda la Terra di circa 20 km, che, confrontato col raggio terrestre di circa 6.378 km, ci fa apparire l’ecosfera in tutta la sua sottigliezza e fragilità che la rende così delicata e preziosa. Se poi si considera che il nostro habitat (suolo che possiamo calpestare) ci esclude de facto oltre che da tutta l’aria che è sopra la nostra testa, da tutte le acque e di fatto anche dai Poli, dai deserti, dalle giungle e dalle alte montagne, cioè che viviamo solo in una piccola e limitata parte della biosfera, si constata, al di fuori di qualsiasi dubbio, che questa sola piccola porzione è tutto il nostro mondo in cui possiamo vivere per ora e che non possiamo trattarlo come una discarica e per giunta come se fosse infinito. E soprattutto si comprende che dobbiamo raggiungere giocoforza un accordo comune per darci un’unica legge universale almeno per l’uso degli spazi e dei beni vitali terrestri comuni (vedi nostra realtà e collocazione cosmica nella fig. 1).

    img1.png

    Sopra fig. 1. Immagine della foto della Terra scattata nel 1990 dalla navetta spaziale Voyager 1 da 6 miliardi di chilometri di distanza vicino Nettuno che appare al centro della striscia marron sulla destra della foto come una piccola particella di pulviscolo appena visibile sperduta nella immensità dell’universo gelido, letale e oscuro.

    L’aria che respiriamo è la sostanza più essenziale per la sopravvivenza di tutti gli esseri viventi aerobi e quindi anche per noi, ai quali fornisce soprattutto l’ossigeno O2 vitale. L’uomo medio normale può trattenere il respiro solo per pochi secondi come quando gli viene richiesto durante una radiografia toracica e può stare senza respirare o senz’aria o senza ossigeno massimo per pochissimi minuti. È l’unica sostanza vitale assolutamente gratuita nel nostro areale e sempre disponibile a portata di respiro senza che dobbiamo cercarla, a nostra disposizione anche quando dormiamo, che abbiamo poiché tutte le altre, dall’acqua al cibo non solo non sono gratuite ma nemmeno scontate per cui dobbiamo il più delle volte cercarle e spesso guadagnarcele e finanche conquistarle. Vi siamo immersi come i pesci nell’acqua e questo fa la nostra fortuna poiché è assai difficile e dispendioso restarne senza anche contro la nostra volontà: altrimenti ci sarebbero già stati uomini che avrebbero cercato di accaparrarsela per trarne profitto a carico dei propri simili, come fanno per tutto il resto.

    Ci cova come la chioccia le sue uova prima della schiusa e protegge dal gelo siderale come i pinguini antartici i loro pulcini trattenendo il calore prodotto dai raggi infrarossi solari riflessi dal suolo terrestre che producono l’effetto serra senza il quale la temperatura media dell’atmosfera in cui viviamo, non sarebbe di +14,72° C attuali (al 31-12-2022) ma attorno ai -18° C (all’incirca come nell’attuale Circolo Polare Artico) ardua e proibitiva per tutti i viventi e invivibile per noi senza speciali ed adeguati equipaggiamenti ed accorgimenti tecnici e non potremmo essere gli 8 miliardi attuali ma solo qualche milione sull’intera Terra, con un sistema di vita oscillante tra quello più privilegiato dei Lapponi e quello meno degli Esquimesi.

    Funge da vettore della CO2 alle piante ed al fitoplancton che assieme alle sostanze azotate che captano ed assorbono dall’ambiente sintetizzano tramite l’energia solare il cibo per tutti gli altri esseri viventi.

    Ma malgrado questa sua essenzialità assoluta, non solo la diamo per scontata al punto di non prenderla nemmeno in considerazione ma tutte le nazioni del Mondo si sentono in diritto di sversarvi quello che vogliono illimitatamente, anche il veleno più esiziale, senza che non solo qualcuno glielo impedisca ma nemmeno glielo contesti e senza avere scrupoli di alcun genere a farlo ritenendolo scontato come comportamento legittimo, consueto, naturale e senza conseguenze negative.

    Ogni anno l’aria che respiriamo, di tutta la Terra, si rimescola ed omogenizza per cui tutti gli sversamenti gassosi innaturali di tutti i paesi del Mondo vengono condivisi da tutti eppure non solo non c’è un accordo internazionale a riguardo ma tutte le nazioni unite nemmeno si adoperano per raggiungerlo come lo comprovano le ben 28 COP mondiali di fatto fallite a riguardo fino a tutto il 2023 a decorrere dal 1995, malgrado tutti gli scienziati più illustri del Mondo all’unanimità dal 1992 si siano prodigati a ogni piè sospinto a dare l’allarme ed a suggerire le cure per evitare sempre maggiori e più frequenti disastri di quelli che constatiamo ormai quasi quotidianamente attraverso la TV, i media, il web ed i video telefoni in tutto il Mondo e che rischiamo tutti di subire da un momento all’altro quando meno ce lo aspettiamo ed in maniera sempre più grave e più frequentemente.

    Tutte le nazioni del Mondo, chi più e chi meno, spendono istituzionalmente quanto più possono per gli armamenti e per potenziare il loro esercito, in quanto uno Stato, conta ancora soprattutto per la sua potenza militare e quelli più agguerriti, con assoluta diffidenza di prassi istituzionale verso gli altri ivi compresi quelli con cui intrattengono pacifiche e proficue relazioni e persino con quelli alleati, li spiano specie quelli più pericolosi potenzialmente, con cui peraltro fanno a gara per mantenere, migliorare e potenziare sempre di più i loro armamenti e se in possesso, i loro arsenali nucleari. Nel 2021 abbiamo speso 2113 miliardi di dollari per gli armamenti con un aumento rispetto al 2020. Secondo il SIPRI = Stockholm International Peace Research Institute nel 2022 su scala mondiale le spese militari, di cui le spese per armi sono un terzo, mentre il rimanente sono costi del personale, servizi, equipaggiamento, basi militari, ricerca e sviluppo, hanno raggiunto il massimo storico di 2240 miliardi di dollari, pari al 2,2% del Prodotto Interno Lordo, con una previsione di investimenti ancora più massicci per il prossimo avvenire per l’attuale competizione economico-politica tra USA e Cina ed a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina e la guerra in Palestina. Considerando che questa enorme spesa e dispendio di lavoro e pensiero di milioni di uomini sani ed efficienti servono, non per la ricerca e/o la prevenzione da mali come sarebbe assolutamente necessario ma ad esclusivo uso per distruggere manufatti e cose e per uccidere uomini si resta allibiti. E pensare che con questa somma annuale l’Umanità potrebbe risolvere non solo tutti i problemi ambientali alla grande ma anche tutti gli altri assai gravi entro questo secolo quasi senza accorgersene. Da tempo immemorabile gli stati di tutto il Mondo fanno questo con assoluta nonchalance con la giustificazione di sempre: para bellum si vis pacem (Vegezio Epitoma rei militaris) ma de facto la storia insegna che questo alibi è solo una maledizione, un demone che Freud definiva destrudo (1g = glossario) che abbiamo dentro di noi, che ci rode e che serve solo a uccidere e distruggere sempre di più perché è come un gatto che si morde la coda che alimenta solo ed unicamente il divide et impera del potere tra gli stati su cui si fondano i governi di tutto il Mondo e che è il padre della guerra, perché assieme all’amor di patria ed alla preparazione della guerra per mantenere la pace (può essere sano l’amor di patria che nella guerra assassina contro altre patrie cerca la soluzione dei suoi problemi?) istituzionalizza de facto la guerra, avvalorando il parere di quegli intellettuali che asseriscono essere questo l’escamotage, oltre alle malattie ed alle carestie, la conditio sine qua non della Natura per equilibrare la popolazione umana in esubero. Cosa non vera come dimostra la storia dell’Uomo, passato da alcune centinaia di migliaia di individui del Paleolitico agli 8 miliardi attuali.

    Le nazioni ricche non hanno voluto spendere fino ad ora i 100 miliardi l’anno sottoscritti con il trattato di Parigi del 2015 per i paesi in via di sviluppo per aiutarli a contribuire alla sostenibilità ambientale, che è salvavita per tutti, pur essendo i massimi produttori di gas serra e quindi i maggiori responsabili del dissesto climatico.

    Le piante (l’aria senza le piante è come un corpo senza vita) che assieme al fitoplancton purificano l’aria dalla CO2, cedendo in cambio l’ossigeno vitale ed assicurando il cibo a tutti gli altri viventi vengono sempre più distrutte dall’Uomo per lasciare spazio al cemento, all’asfalto, al lastrico ed all’agricoltura speculativa senza ripristino verde e sono sempre di più alla mercé di un’orda di incendiari psicopatici. Invece tutte le piante e non solo quelle di pochi siti privilegiati dovrebbero essere considerate patrimonio mondiale dell’UNESCO ed essere amate come regola universale, come una madre lo è da parte di un buon figlio.

    L’uomo nei confronti dell’ambiente con cui interferisce e soprattutto dell’aria attualmente non si sta comportando come Homo sapiens ma sempre di più da Homo insipiens.

    I danni che l’Uomo sta causando in crescendo all’ambiente in cui vive e specie all’aria alla fine sono solo contro sé stesso perché la Natura, come dimostra tutta la sua storia, ha superato disastri ed estinzioni di massa (2g) di viventi da cause geo-cosmologiche ed anche biologiche di gran lunga peggiori dell’antropocene (3g).

    È necessario accennare all’intera atmosfera terrestre e non soltanto allo spazio entro cui respiriamo poiché entrambi costituiscono un unicum dinamico indissolubile.

    L’atmosfera terrestre è costituita dall’assieme dei gas che avvolgono la Terra trattenuti dalla gravità e dal magnetismo terrestri (4g) senza i quali sarebbe spazzata via nello spazio siderale dal cosiddetto vento solare (5g).

    La massa atmosferica oltre ad essere volatile è assai limitata, fragile e delicata ma sarebbe di uso infinitibile (6g) se l’Uomo non la inquinasse con i suoi rifiuti tossici facendola diventare sempre di più uno strumento di malattia e di morte per se stesso e per altri viventi. Questa constatazione da subito ci deve spingere ad una prima fondamentale considerazione: non abbiamo a nostra disposizione, per la nostra vita, l’Universo intero, come crediamo presuntuosamente, che semmai stiamo solo iniziando assai timidamente a conoscere e siamo ancora ben lontani dal poterlo conquistare ma solo una piccola e ben delimitata boccata d’aria. È di 5,15×10¹⁸ kg tre quarti della quale è contenuta all’interno dei primi 11 km di altitudine. La pressione atmosferica media al livello del mare, ovvero il peso medio della porzione d’atmosfera soprastante una superficie orizzontale sita al livello del mare diviso l’area di tale superficie è di circa 1 kg/cm². Equivale a quella prodotta, alla sua base, da una colonna d’acqua alta poco più di 10m. Tale valore è adottato come definizione dell’unità di misura della pressione atmosferica chiamata atmosfera.

    Pressione e densità atmosferiche per un verso diminuiscono esponenzialmente con l’aumentare della quota, mentre la variazione della temperatura ha un andamento del tutto particolare, in ragione dell’assorbimento ed intensità della radiazione solare da parte terrestre. L’atmosfera non ha un confine esterno ben definito: sfuma lentamente verso lo spazio interplanetario.

    Composizione chimica dell’aria in ppmv = parti per milione in volume a livello del mare.

    L’aria che respiriamo ha la stessa composizione chimica che ha nella intera omosfera ma, per effetto della gravità, ha la massima concentrazione e quindi pressione dei suoi gas nella parte più bassa a livello del mare che corrisponde all’habitat ed all’areale naturale ottimale della nostra specie a cui è assuefatta da millenni per selezione naturale.

    Attualmente (2022) l’aria secca, privata cioè del vapore acqueo, è composta secondo il Global Greenhouse Gas Reference Network dalla seguente composizione chimica in ppm = parti per milione di molecole medie presenti normalmente.

    N = Azoto ……………..........….780.928 ppm

    O = Ossigeno ….....................209.338 ppm

    A = Argo………………..............…9.290 ppm

    CO2 = Dioss. di carbonio…….…417,2 ppm

    Neon ………….....................……..…..18 ppm

    Elio ………….…………………....…….……5 ppm

    Metano …………………...............…..…2 ppm

    Krypton ……………………................…1 ppm

    oltre che da tracce di idrogeno, ozono e vapore acqueo variabile dallo 0,6 al 6% a seconda l’altitudine, la latitudine e lo stato meteorologico, da tante altre sostanze naturali sospese e da una serie crescente e variabile di inquinanti artificiali di origine antropica di natura diversa sia fisica che chimica che biologica ed a concentrazione e tossicità diverse e variabili da luogo a luogo ed in tempi diversi che possono alterare in maniera più o meno intensa e persistente le qualità dell’aria: trasparenza, colore, sapore, odore. 

    Cenno sull’evoluzione dell’atmosfera terrestre.

    L’attuale composizione chimico-fisica dell’atmosfera è il risultato di un’evoluzione lunga e sconvolgente sin dai primordi della Terra perché continuamente modificata dall’attività vulcanica, i movimenti tettonici, la fotosintesi clorofilliana, l’azione della radiazione solare, i processi ossidativi e l’attività microbica fino al raggiungimento dello stato attuale inficiato dall’Uomo.

    Attualmente l’evoluzione naturale della composizione dell’aria avviene in maniera impercettibile e vivibile per le specie viventi superiori (metazoi e metafite) per cui se non ci fosse la sovrapposizione dell’azione dannosa antropica riuscirebbero ad adeguarsi pur con le loro lente mutazioni per selezione naturale in equilibrio ecologico. Ma dall’inizio dell’era industriale in crescendo l’Uomo sta rompendo le uova nel paniere rapidamente inquinando l’ambiente con sostanze tossiche specie perché obsolete o artificiali ed accelerando e potenziando con l’elevarsi della temperatura media atmosferica la forza cinetica del turn-over naturale dell’acqua e dell’aria, da una parte non dando tempo alle specie viventi di sviluppare mutazioni più adatte al nuovo ambiente per cui alcune vengono decimate ed altre si estinguono e dall’altra costringendo i viventi attuali a maggiori e più difficoltosi spostamenti (stress) verso i climi più favorevoli

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