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Il progresso dell'umanità storica
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E-book763 pagine11 ore

Il progresso dell'umanità storica

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Info su questo ebook

Con finalità divulgative, con stile semplice e scorrevole e con dati storici documentati ed aggiornati e non senza un pizzico di originalità che rendono la lettura sempre interessante ed avvincente, l’Autore a volo d’uccello, plana ad ampia vista, sulla Storia dell’Uomo, calandosi di tanto in tanto, assieme al lettore, su singoli argomenti, per scovare le radici dell’attuale situazione critica dell’Umanità e suggerire soluzioni per porvi rimedio tra migliaia di nomi, centinaia di date e decine di fatti, lasciando un forbito glossario ed un’ampia bibliografia a disposizione del lettore vigile e di buona volontà, ma soprattutto trattando a fondo il problema ambientale da causa antropica che è il più grave e decisivo per il proseguo del progresso e la sopravvivenza dell’Umanità e sollevando il completamento della Nazione Terra iniziata con la costituzione dell’ONU nel 1945 per la soluzione dei gravi problemi dell’Umanità.
Un libro di attualità ed interesse non solo per chi in full immersion ha poco tempo per aggiornarsi, anche per lo studente e per chi è desideroso di conoscere le questioni di fondo del Mondo attuale attraverso una chiara e documentata lettura.
LinguaItaliano
Data di uscita29 nov 2020
ISBN9788869632525
Il progresso dell'umanità storica

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    Anteprima del libro

    Il progresso dell'umanità storica - Vincenzo Iannuzzi

    Vincenzo Iannuzzi

    IL PROGRESSO DELL’UMANITÀ STORICA: ATTUALITÀ

    SAGGIO

    Elison Publishing

    La figura in copertina vuole rappresentare l’Umanità tecnologica ed evoluta attuale, in pieno delirio di onnipotenza, ebbra di pseudo libertà e benessere come un drogato dopo la dose, certa di volare verso un sempre maggiore progresso ignara di essere sospesa su un abisso. Vedasi   le circa 17.000 testate termonucleari che si tiene   puntate contro;   i gravi danni ambientali antropici forieri di guasti peggiori che mettono a rischio persino la sua sopravvivenza a cui   malgrado il loro inequivocabile riconoscimento causale da parte di tutti gli scienziati   del Mondo e la possibilità assoluta di porvi rimedio con relativa poca spesa non   vuole porre rimedio per forti   interessi di parte;   l’assoluta miopia     e nessuna volontà di premunirsi dai   danni e pericoli anche   da cambi climatici naturali che ci sono sempre stati e che ciclicamente si ripetono; la fragilità   davanti alle malattie infettive sia conosciute per la sempre maggiore resistenza dei germi patogeni agli antibiotici a cui   pone sempre meno rimedio e la mancanza di vaccini, che   da virus sconosciuti od inaspettati come il CoVi-2; essere assolutamente   inerme all’impatto   di   asteroidi   devastanti che     ci sono sempre stati e ci saranno   ancora; le nascite incontrollate con attualmente       circa 1 miliardo di uomini nati più o meno   poveri e diseredati sicuri candidati alla fame e/o   alla malattia e/o al reato e/o alle migrazioni di massa e/o alla morte prematura e un altro       miliardo circa di uomini benestanti ma malnutriti tra ipernutriti   sovrappeso ed obesi ed iponutriti anoressici accanto allo   spreco alimentare massivo nel Mondo; l’assai insufficiente riciclo dei rifiuti, specie quelli   di plastica e tossici, con il loro massivo accumulo nell’ambiente; il persistere della preparazione alla   guerra   per la quale nel 2019 si sono spesi circa 2000 miliardi di dollari nel Mondo con un aumento percentuale rilevante rispetto all’anno precedente specie per la corsa agli armamenti dovuti alla guerra fredda tra Usa e Cina, nel mentre si spende quasi niente e sempre assai poco   per la salvaguardia ambientale da danni antropici e per la ricerca.

    Cosa farà l’Umanità? Pur circondata di materia e di energia di cui alla fine ha solo bisogno per sopravvivere e che può averne a ufo tramite la sua intelligenza, continuerà a vivere sempre peggio come sta facendo   da circa un secolo, come si desume   dal continuo aumento     di coloro che stanno male rispetto al passato     continuando a pendere sull’abisso   in attesa di finirci   o riuscirà finalmente con un guizzo di buona volontà e saggezza     ad appiedare sull’altra sponda iniziando il cammino di un’Età Nuova applicando con solerzia e abbondanza di mezzi il Trattato di Parigi sull’ambiente, l’adozione della   cui metodologia ,cioè di riunirsi attorno ad un tavolo da parte di tutte le Nazioni Unite come componenti della Nazione Terra per la soluzione dei problemi mondiali,   dovrebbe permettere di superare gradualmente anche gli altri problemi universali?

    © Elison Publishing

    All right reserved – 2020

    www.elison publishing.com

    INTRODUZIONE

    Avvertenza

    La descrizione storica segue il filo cronologico, sebbene per alcuni singoli argomenti, fuoriesca proseguendo fino ai tempi nostri, onde essere, per il lettore, immediatamente esauriente per ogni singolo argomento particolare trattato all’interno del libro.

    La sigla T.a.b.=torniamo a bomba, nel testo, serve ad avvertire il lettore che la narrazione rientra nella cronologia generale del libro o dopo una divagazione attinente l’attualità e/o previsione sul prossimo futuro o dopo l’esaurimento di uno specifico argomento. Così per esempio quando si disserta sulla invenzione della moneta a partire dal VII secolo a.C. si continua fino al suo completo sviluppo nei nostri tempi come esaurimento dell’argomento per poi proseguire la narrazione storica cronologica generale narrando gli avvenimenti a decorrere dalla data immediatamente seguente a quella della invenzione della prima moneta.

    Le sigle (G)=glossario e (B)=bibliografia con accanto un numero, rinviano il lettore, desideroso di ulteriori chiarimenti e/o approfondimenti, alla fine del testo, rispettivamente al glossario ed alla bibliografia.

    Chiave di lettura.

    Il libro tratta del progresso dell’Umanità storica e precisamente del periodo che va da circa 2600 anni fa o 600 a.C. fino ai tempi nostri con il fine di individuare le cause che l’hanno portata alla problematica situazione attuale e cercare di indicare le soluzioni per superare le criticità.

    Progresso dell’Umanità, per l’autore, significa avanzamento e miglioramento dello stato sia fisico che mentale nel senso di capacità sempre maggiore di miglioramento della qualità della vita psico-fisica di sempre più individui in proporzione a quelli totali contemporanei dell’Umanità e di sempre maggiore capacità di sopravvivenza per l’Umanità sia come età media globale di anni che di durata nel tempo come specie.

    Non tratta solo del progresso tecnologico o scientifico o sociale o di alcuni di questi ma di tutti messi assieme ed a quanti altri che possiamo ascrivere al progresso a valenza universale. E non tratta del progresso di una parte soltanto ma dell’Umanità nella sua interezza. In alcun caso per progresso vuole intendere l’aumento numerico in uomini sic et simpliciter essendo di gran lunga preferibile solo mezza Umanità con tutti uomini sani con buona qualità di vita che l’Umanità attuale divisa in una parte più o meno benestante e un’altra più o meno sofferente specie considerando che ciò avviene per lo più per sua cattiva organizzazione.

    Avendo finalità divulgative, specie rivolte verso i giovani, si avvale di una carrellata di dati storico-cronologici a volo d’uccello ed allo stesso tempo, alla luce degli insegnamenti della storia, per partecipare al dibattito attuale, assieme a tutti gli uomini vigili e di buona volontà, per indicare un rimedio ai gravi problemi comuni dell’Umanità e cercare di giungere ad una svolta positiva per superare il suo errato andazzo attuale in cui è assurdamente disunita ed in conflitto con sé stessa. Vuole essere il tentativo di contribuire per quello che è di sua pertinenza, alla costruzione del grande palazzo della Nazione Terra fermatosi alla sola fondazione dell’ONU che pur con i suoi indubbi meriti ed un’affermata validità si sta dimostrando sempre più inadeguata per la soluzione dei grandi problemi dell’Umanità.

    CONSTATAZIONE DI FATTO DA CAUSA ANTROPICA DELLA SITUAZIONE ATTUALE DELL’UMANITÀ E DELLA BIOSFERA IN CUI VIVE da cui nasce la finalità del libro.

    1) Aumento continuo della temperatura media dell’atmosfera terrestre il cui trend si segue misurandola sempre negli stessi luoghi variamente sparsi sulla Terra, agli stessi livelli dalla superficie del mare, alla stessa maniera e con gli stessi apparecchi in maniera continua da parte di istituzioni tecniche internazionali opportunamente attrezzate e controllate.

    Questo sebbene non sia in assoluto quello più grave è il problema più dibattuto attualmente nel Mondo poiché l’Uomo comune viene toccato sempre più da vicino dai cambiamenti climatici sempre più dannosi che constata quotidianamente e direttamente sia nel suo territorio de visu che indirettamente nel Mondo attraverso i mezzi audiovisivi di informazione.

    L’Uomo,specie da quando al consumo di carbon fossile e della legna, alla metà dell’800, ha iniziato ad utilizzare anche il petrolio ed il gas naturale al fine di fornire sempre più energia ai motori, ha iniziato a provocare un aumento sempre maggiore della CO2     e di altri gas serra (cosiddetti perché trattengono il calore solare facendo innalzare la temperatura media dell’atmosfera come avviene in una serra) nell’atmosfera che si sono andati accumulando in quanto la Natura verde ha iniziato sempre di più a non riuscire a riciclarli ed a smaltirli, conseguentemente è iniziata ad aumentare la temperatura media atmosferica, che dall’inizio della civiltà industriale (1850) a tutto il 2019 è aumentata di circa 1,1 gradi C° con relativi graduali e sempre maggiori squilibri climatici caratterizzati dalla sempre maggiore evaporazione di acqua dall’idrosfera con conseguenti sempre maggiori precipitazioni e con le cosiddette bombe d’acqua e quindi con conseguenze sempre più destruenti sul territorio e sulle abitazioni accompagnate in alternativa da aree di siccità e desertificazioni a macchia di leopardo sulla Terra, con sempre maggiori migrazioni umane incontrollate, cicloni sempre più violenti e catastrofici, con danni gravi alle cose ed al verde, morti e condizioni più favorevoli per gli incendi boschivi, riduzione per scongelamento dei ghiacciai montani e dei poli ed innalzamento del livello dei mari di circa 2 mm in media l’anno in crescendo.

    Fig. 1 - Anno 2007- CO2 nell’atmosfera negli ultimi 400 mila anni in ppmv=parti per milione nell’atmosfera terrestre con una evidente impennata ad iniziare dall’inizio dell’era industriale.

    Fig. 2 - Anno 2007 - Emissione globale di carbonio emesso sotto forma di anidride carbonica (CO2) come conseguenza dell'uso dei combustibili fossili nel periodo 1800-2007 in miliardi di tonnellate.

    2) Inquinamento atmosferico ed ambientale.

    Accanto a questi squilibri climatici la emissione di sostanze serra è andata ad aumentare sempre di più anche l’inquinamento e l’avvelenamento atmosferico ed ambientale poiché la maggior parte di esse è assai tossica e dannosa per la salute. Attualmente secondo studi attendibili eseguiti da centri plurimi di ricerca qualificati sotto l’egida della OMS hanno causato nel solo 2013 non meno di 7 milioni di morti prematuri nel Mondo, senza tener conto dell’aumento delle malattie per loro causa e la conseguente riduzione della qualità della vita e della produttività umana.

    La CO2     non è, per noi, di per sé stessa almeno alla sua attuale concentrazione nell’atmosfera, sostanza tossica ma il suo trend viene usato come riferimento per l’andamento di tutte le altre sostanze di gran lunga più serra (metano) e più tossiche (alogenuri) che vengono emesse parallelamente alla sua emissione nella combustione dei carburanti fossili (carbone fossile, petrolio, gas).

    Attualmente la Terra di quanto petrolio e carbone fossile dispone fermo restando l’attuale trend di consumo e senza considerare ulteriori siti petroliferi e di carbone da scoprire?

    Allo stato del 2013 della capacità estrattiva mondiale si calcolavano per il petrolio 35 anni e per il carbone 200. Volendo considerare la stima di estrazione del petrolio nel periodo maggio-giugno del 2008 si calcola la estrazione di 87 milioni di barili di petrolio giornaliero. Un barile di petrolio corrisponde a 159 litri. Nell’agosto del 2019 l’estrazione di petrolio superava i 100 milioni di barili al giorno e si prevede che nel prossimo ventennio se non si inverte la rotta a favore delle energie ecologiche l’estrazione aumenterà di un terzo. La cifra d’affare attorno ai consumi del petrolio grezzo nel 2019 al prezzo medio di 60 dollari al barile si è aggirata attorno ai 2000 miliardi di dollari l’anno che calcolata sui prodotti finiti dei suoi derivati oltrepassa facilmente i 5000 miliardi l’anno che assieme ai consumi di gas naturale, carbone fossile, legna da ardere, energia idroelettrica, eolica e idrotermale porta la cifra per i consumi energetici totali a oltre 8000 miliardi l’anno che assieme ai prodotti ricavati dal petrolio in plastiche, oggetti e prodotti chimici più svariati e bitume per asfalto si giunge fino ai 10.000 miliardi di dollari l’anno, senza voler calcolare le tasse che i vari governi del Mondo aggiungono alla vendita del prodotto finito.

    Da questi dati si possono desumere non solo quali e quanti interessi e potere sottintenda il possesso dell’energia in generale e di quella ricavata dai comburenti fossili in particolare, ma soprattutto su cosa si regge l’intera nostra civiltà industriale ed il nostro benessere: su energia avvelenata.

    Attualmente nel Mondo, con l’attuale capacità di utilizzazione, quanta è l’energia rinnovabile disponibile rispetto a quella totale per la maggior parte non rinnovabile consumata attualmente nel Mondo intero di circa 40 TW=40 mila miliardi di watt?

    È immensa, giudicate voi.

    Solo quella solare annua è di 120.000 TW, quella eolica di 870 TW, quella geotermica di 32 TW e questo vale per almeno 1 miliardo di anni. L’energia solare, tra quelle ecologiche, è non solo quella più disponibile, abbondante e più sana ma altresì in senso assoluto la più facilmente utilizzabile e attualmente con l’attuale tecnologia anche la più economica se calcolata nell’arco di 10 anni. L’abbiamo più o meno tutti sopra di noi come fonte vitale essenziale per tanti altri versi (come per esempio per il mantenimento della temperatura media atmosferica di 14,7 ° C che senza il Sole sarebbe di -18 ° C e renderebbe la superficie terrestre tutta un’Antartide vivibile solo per poche persone e per la funzione clorofilliana a cui fornisce l’energia necessaria) e continuamente a portata di mano come se volesse dirci: prendetene quanta ne volete, se ben usata non faccio male e solo con la vostra attuale tecnologia ne avete per almeno un miliardo di anni per tutte le vostre necessità a ufo.

    3) Decimazioni indiscriminate di viventi da parte dell’Uomo con sempre maggiore riduzione del verde e della biodiversità.

    Ma l’effetto disastroso dell’Uomo non è solo l’aumento della temperatura atmosferica e l’inquinamento dell’ambiente tramite il consumo indiscriminato e senza filtri e correttivi dei comburenti fossili, ma anche per la riduzione massiva del verde e decimazione di specie viventi a causa non solo dell’inquinamento sopraddetto ma anche per la sua personale intrusione selvaggia e spietata nella Natura con deforestazione, cementificazione, sempre più estesa viabilità con copertura di asfalto costituito da conglomerati bituminosi e soprattutto massivi incendi dolosi catastrofici impuniti, senza reintegro del verde perduto e con ulteriore aumento dell’inquinamento da combusti.

    L’Uomo si sta comportando come colui che seduto su un alto ramo lo sta segando dalla parte del tronco pur sapendo che finirà con il precipitare e perire. Il suo è un tipico comportamento nevrotico: sa di essere malato e di comportarsi male ma non è capace di correggere la sua perversione che è fuori dal controllo della sua coscienza e dominata dalle sue forze vitali primordiali cieche: sopravvivere, predare, congiungersi carnalmente, senza tenere conto della possibilità intellettuale di cui è dotato per potervi rimediare abbastanza agevolmente e poter così vivere assai meglio.

    Le foto satellitari dimostrano che tra il 2000 e il 2012 abbiamo perso 2,3 milioni di chilometri quadrati di foreste tropicali, un’area grande circa 8 volte l’Italia.

    Le risorse del suolo Terrestre si vanno progressivamente riducendo sempre di più velocemente mentre i consumi umani continuano ad aumentare indiscriminatamente.

    Calcolando la ricchezza della vita sulla Terra in base alla variazione del numero di mammiferi, uccelli, rettili e pesci dato 100 nel 1970, nel 2006 eravamo giunti al 72% cioè in 26 anni tale ricchezza si è impoverita del 28%. Intanto il trend dei consumi è aumentato e va aumentando sempre di più.

    Secondo l’autorevole decima edizione della pubblicazione edita ogni 2 anni dal WWF il Living Planet Report WWF 2014 il rapporto che monitora le popolazioni di oltre 10.000 specie di vertebrati, dal 1970 ad oggi le specie in osservazione si sono ridotte addirittura del 52%. Le specie di acqua dolce hanno avuto un calo del 76%, quelle terrestri e marine del 39%. La maggioranza di queste perdite provengono dalle regioni tropicali, in particolare dall’America Latina. Sono a rischio maggiore di estinzione la tigre (-96%) che un secolo fa era di centinaia di migliaia di esemplari e che oggi è ridotta a soli 3000 esemplari. I carnivori sono quelli che subiscono le maggiori decimazioni e con il loro calo l’ecosistema si squilibra per aumento abnorme delle loro prede erbivore (cervi, cinghiali e caprioli) e ulteriore relativo impatto devastante sulla vegetazione, con relativa ulteriore riduzione del verde (tanto per esemplificare non è l’aumento dei lupi predatori degli erbivori e dei cinghiali devastatori, il vero pericolo perché oltretutto uccidono solo qualche pecora, ma l’aumento degli erbivori non predati dai lupi a costituire un vero danno per il verde e quindi per noi).I carnivori (specie tigri, leoni, lupi, orsi) che nei nostri ambienti non hanno predatori da temere salvo l’Uomo verso cui sono inermi e che attaccano solo se si va a sbattere contro di loro o se ci si imbatte in una femmina con cuccioli,si riducono per il calo del loro habitat invaso dall’Uomo ma anche per il persistere di barbare usanze. John Vaillant nel suo libro La tigre descrive la caccia spietata che danno le genti della taiga siberiana a questi felini per ricavarne materia prima da vendere ai cinesi per preparare speciali oli ed unguenti. Per questa gente l’abbattimento di una tigre vale una Toyota. Anche il rinoceronte ha subito un calo del 96 % come la tigre per la ricerca affannosa delle sue corna come afrodisiaco e l’elefante del 50% per l’uso delle sue zanne eburnee. Segue il Panda gigante (-50%), l’Orangotango (-50%), il leone (-30%) e il leopardo delle nevi (-20%).

    Dal censimento dei grandi vertebrati sulla Terra è evidente il loro continuo e vistoso calare numerico, in parallelo con l’aumento e l’avanzare della popolazione umana. Nell’ultimo secolo si sono estinte circa 120 specie di vertebrati specialmente a causa dell’Uomo. Questa decimazione procede in parallelo con l’intrusione e la successiva invasione dell’Uomo nell’ecosistema e con la distruzione che porta con sé.

    Ci serva da esempio e lezione la storia dell’isola di Pasqua e la sua devastazione antropica per il taglio indiscriminato del verde senza ripristino adeguato e senza controllo delle nascite, da parte dei suoi abitanti e insegniamolo nelle scuole di ogni grado. Gli abitanti dell’isola di Pasqua non riuscirono mai a risolvere il loro problema fondamentale che è lo stesso di quello della Terra di oggi: l’equilibrato monitoraggio tra le risorse dell’isola limitate e la crescita ed i consumi degli abitanti senza controllo, tra entrate e uscite. Cioè non riuscirono a utilizzare le risorse in maniera circolare con una perfetta sincronia tra entrate ed uscite.

    Dopo lo sbarco primigenio degli avventurosi naviganti Polinesiani (considerati i più grandi ed audaci navigatori di tutti i tempi) che avevano solcato il mare per migliaia di chilometri senza incontrare traccia di altre terre, non credettero ai loro occhi davanti alla ricchezza lussureggiante di quell’isola vergine che di cibo ne aveva a iosa: sembrò loro di essere approdati in paradiso. Per molti anni poterono non solo cibarsi di ogni ben di Dio ma aumentare anche le nascite a ufo senza alcuna preoccupazione, come il lupo della favola che si ingozzava senza controllo nella dispensa. Con l’aumentare geometrico della popolazione e con il continuo taglio del verde senza adeguato ripristino e controllo delle nascite iniziarono ad entrare tra di loro in competizione per il possesso del cibo che diventava sempre più scarso. La conflittualità diventava sempre più accesa in maniera direttamente proporzionale alla riduzione delle risorse, fino a finire in vere e proprie guerre sanguinose tra clan che giunsero persino al cannibalismo. Incapaci di raggiungere un accordo invano ogni clan continuava ad implorare la protezione e l’intervento dei suoi totem tutelari, rappresentanti i loro antenati protettori, i Moai di pietra che scolpivano a misure gigantesche dal peso di diverse tonnellate (ne sono state contati fino a circa 1000) e che collocavano per lo più con il volto rivolto verso l’interno dell’Isola che era tutto il loro mondo conosciuto per mostrare loro la situazione di disagio in cui si trovavano per ottenere il loro aiuto. Avrebbero fatto bene e meglio a mettersi d’accordo per tempo sulla gestione delle risorse ed il loro monitoraggio vitale!

    L’isola di Pasqua, comunque voglia essere interpretata la sua epopea, è un esempio lapalissiano per dimostrare che in un ambiente finito non si può crescere all’infinito e consumare senza criterio senza un monitoraggio continuo circolare dei prodotti e dei consumi adeguato alle nascite, così come fa qualsiasi azienda sana con il controllo delle uscite e delle entrate, come sa e fa ogni giorno il buon allevatore di mucche ed il buon agricoltore. Nel suo piccolo il suo esempio vale in proporzione per la nostra astronave Terra. Solo che mentre l’Isola di Pasqua, quasi allo stremo ebbe un’alternativa di salvezza, con l’arrivo di altri uomini nel 700, nella Terra l’Umanità non ha alcuna alternativa, poiché non è solo un’isola nel mezzo del bel mare azzurro ma un’astronave unica con la vita nel Cosmo letale, vuoto e ultra gelido senza porti. La sua durata vivificante per motivi geo cosmologici è ancora lunga: si calcola di circa 2 miliardi di anni ancora. Ma a causa dell’Uomo, se non si corregge, la durata della nostra specie avrebbe una durata assai più breve di quanto potrebbe durare naturalmente senza i suoi guasti ambientali.

    Quando la Terra avrà perduto la sua capacità vivificante per motivi geo cosmologici, se non ci saremo annientati da noi, per salvarci dovremmo essere in grado di uscire dalla Via Lattea e di installarci in un pianeta analogo alla Terra, che per ora e per chi sa quanto tempo ancora non siamo assolutamente nemmeno in grado di progettare per mancanza assoluta di capacità tecnica e di mezzi adeguati. Tanto meno possiamo sperare in un soccorso alieno peraltro aleatorio. Continuando come stiamo facendo senza le radicali modifiche suggerite dagli scienziati l’attuale decimazione della natura per colpa nostra diventerà sempre di più la premessa ravvicinata del nostro sterminio con nel frattempo sempre maggiori sofferenze per tutti. Questa nostra era denominata antropocene o meglio ancora età del dominio dell’Uomo potrebbe per l’Umanità essere l’ultima. L’Homo sapiens potrebbe essere l’Unica specie che si è estinta per sua colpa pur potendolo facilmente evitare.

    L’Uomo quale influenza ha sulla Natura?

    L’Uomo nei confronti della Natura, differentemente da tutti gli altri esseri viventi, non si è mai comportato come il predatore (tutti gli esseri viventi sono e devono essere predatori nei confronti della Natura per sopravvivere) che si limita a prendere quello di cui la Natura dispone e ad utilizzare solo quello che gli serve per vivere, salvaguardando così l’equilibrio ecologico, ma ha sempre arraffato e distrutto anche senza criterio e necessità per puro spirito di onnipotenza, trascinato dalla sua forza vitale più primordiale.

    4) Gli esagerati, non necessari e non monitorati consumi dei paesi ricchi.

    Secondo il rapporto State of the World del Worldwatch Institute di questi ultimi anni, la civiltà umana rischia il collasso e con essa il Pianeta stesso, depredato dai consumi: ogni giorno le risorse ingurgitate dalla popolazione mondiale sono pari a 112 grattacieli come l’Empire State Building di New York. Complessivamente si estraggono 60 miliardi di tonnellate di risorse all’anno, circa il 50% in più rispetto a trent’anni fa. È perciò indispensabile, secondo tale rapporto, sostituire gli attuali modelli consumistici con modelli più sostenibili. Oggi tutto si incentra sui consumi: un europeo medio usa 43 kg di risorse l’anno ed un americano 88. Tra il 1950 e il 2005, poi, la produzione di metalli è sestuplicata, il consumo di petrolio è aumentato di 8 volte e quello del gas di 14. Negli ultimi cinque anni i consumi sono aumentati vertiginosamente salendo del 28% dai 23.900 miliardi dollari spesi nel 1996 e di sei volte dai 4900 miliardi di dollari spesi nel 1960. Soltanto alcuni di questi aumenti sono dovuti all’aumento demografico: nel 2006, i 65 Paesi a più alto reddito del Mondo erano responsabili del 78% della spesa in beni di consumo, ma costituivano solo il 16% della popolazione mondiale, e solo negli USA, in cui si concentra solo il 5% della popolazione mondiale, la spesa per i beni di consumo è testata in 9700 miliardi di dollari, pari al 32% della spesa globale. Il popolo americano, che è leader in questo sistema di vita, quanto guadagnerebbe se si fermasse un momento a riflettere sui veri valori, quanto assai meglio potrebbe godersi la sua ricchezza, le sue conquiste? Riacquisterebbe l’idealità della grande America dei primi del Novecento, che da qualche tempo sta perdendo, e potrebbe ancora segnare la strada del progresso e del benessere per tutta l’Umanità. Così facendo invece la leadership americana, tallonata economicamente dalla Cina e dai paesi asiatici, senza un adeguato correttivo nei consumi, ha una durata segnata e con essa tutto il sistema di vita occidentale correlato.

    Che si badi anche a produrre bene calcolando non solo il profitto ma tutte le conseguenze della filiera produttiva, del relativo consumo e del riciclaggio dei rifiuti in maniera circolare: questo è l’unico modo per perpetuare all’infinito le risorse finite.

    Nei paesi evoluti, da tempo immemorabile, se un cittadino vuole costruire una casa si pretende che il suo progetto risponda a ben precisi criteri previsti dalle leggi ed al piano regolatore del comune di residenza, che presenti alle istituzioni un progetto professionale per la verifica e l’approvazione, mentre quando ha voluto creare un’industria lo si è lasciato fare come fosse un benefattore, anzi lo si è incoraggiato e spesso addirittura sovvenzionato per il fatto che creava posti di lavoro, senza badare all’inquinamento ed alla depauperazione del verde che avrebbe prodotto e senza controllare almeno in maniera sufficientemente sicura le emissioni nell’ambiente, senza prevedere il riciclaggio e recupero degli scarti e dei residuati industriali. E la cosa continua ancora specie in certi paesi. Basti pensare ai casi eclatanti della Cina e dell’India, che pur di uscire dalla povertà stanno puntando da tempo su una produttività indiscriminata, senza badare allo scotto che stanno pagando e che pagheranno i loro cittadini ed il Mondo intero, o a come sono stati e come tuttora vengono gestiti i rifiuti urbani ed industriali non solo nei paesi sottosviluppati ma anche evoluti. Su questo modo di operare gli stati dovrebbero intervenire con rigore e linee guida. La logica di aiutare sempre e comunque le industrie a produrre senza guardare alle conseguenze è un comportamento miope ed imprudente che non raramente costa molto più caro e provoca assai più danni dei benefici apportati dall’industria stessa.

    Misurando l’impatto dell’attività umana in questi 6 ambiti fondamentali:

    1 - carbonio: la superficie di foreste e di mare necessaria ad assorbire le emissioni di CO2   derivati dall’uso di combustibili fossili;

    2 - terre coltivate: la superficie usata per i raccolti destinati al consumo umano, per mangimi animali, biocombustibili e gomma;

    3 - pascoli:la superficie dei pascoli usata per allevare il bestiame destinato a produrre carne, latticini, pollame e lana;

    4 - foresta: la superficie di foresta destinata a produrre legname;

    5 - pesca: la superficie marina e di acqua dolce che serve a soddisfare il consumo umano di pesce e frutti di mare;

    6 - terreni edificati: la superficie terrestre coperta da infrastrutture umane;

    e calcolando in ettari di pianeta quanto sarebbe necessario a rigenerare quanto viene consumato, secondo il Living Planet Report WWF 2014 se nel 1970 occorreva un pianeta Terra di 1,250 volte più grande di quello attuale, nel 2014 ne occorrevano uno e mezzo perché la domanda di risorse naturali dell’Umanità allora era di oltre il 50 % più grande di ciò che i sistemi naturali erano in grado di rigenerare. Sarebbero necessarie una Terra e mezza per produrre le risorse necessarie per sostenere la nostra attuale impronta ecologica. Ciò sta a significare che stiamo tagliando legname più rapidamente di quanto gli alberi riescano a ricrescere, che pompiamo acqua potabile più velocemente di quanto le acque sotterranee riforniscano le fonti e che rilasciamo CO2   più velocemente di quanto la natura sia in grado di sequestrare. Ma soprattutto sta a significare che una grossa parte dell’Umanità soffre le privazioni per permettere l’utilizzo delle maggiori risorse alla parte restante. L’indicatore dell’impronta ecologica, mostra che se tutti i paesi del Mondo vivessero come i 27 paesi europei occorrerebbero 2,6 pianeti Terra.2,6 è anche l’impronta ecologica dell’Italia.

    In parole semplici sull’infima isola-astronave Terra nel Cosmo sta accadendo quanto è già accaduto sulla piccolissima isola di Pasqua nella Terra.

    Com’è il comportamento dell’Uomo nei confronti dei suoi simili su scala planetaria?

    Risposta: Di arroccamento e miope egoismo.

    Vive arroccato, specie nelle sue due istituzioni morali più forti: Nazione e Religione senza essere capace di ricavare da queste, per altri versi benemerite istituzioni, quello che maggiormente esprimono come esempio futuro: la Nazione Terra, cioè la capacità di fare un gruppo unico universale, agendo secondo principi etici almeno per risolvere i grandi problemi dell’Umanità. Da cui il persistere delle guerre, vere e proprie manne per le lobby delle armi. Ogni anno sul nostro pianeta si spendono circa 2000 miliardi di dollari per le armi e per tutto quello che vi gira attorno, senza calcolare le distruzioni che producono le guerre assieme ai morti, ai feriti ed al dolore di tanti innocenti, mentre siamo stati scontrosi e restii fino ad ora a spendere anche i soli 100 miliardi di dollari l’anno per la salvaguardia ambientale proposta dal trattato di Parigi, laddove oggi come oggi ne occorrerebbero almeno 1000 l’anno e da spendere con gioia perché sono assolutamente benefici e necessari a tutti e non causa di morte e distruzione.

    È notizia del maggio 2017, che l’Arabia Saudita, grande potenza petrolifera mondiale, prima potenza economica per inquinamento globale per abitante al Mondo, abbia siglato un contratto con gli USA di Trump per 300 miliardi di dollari in 10 anni per l’acquisto di armi. Intanto pendono sul nostro capo gli arsenali atomici in quantità assolutamente superiore per sterminare l’Umanità molte volte oltre il necessario ed il proliferare della diffusione delle atomiche, invece di studiare un loro progressivo smantellamento. L’Iran sull’esempio della Corea del Nord sta cercando in ogni maniera di dotarsi di armi atomiche. Vi immaginate cosa potrebbe accadere se queste armi finissero nelle mani di terroristi fanatici o di stati dispotici in mano a capi paranoici? C’è poco da stare tranquilli: la storia dimostra che le armi più temute e terrificanti contro sé stessa l’Umanità le ha sempre usate, non ultima quella atomica con assoluta determinazione e spietata efficacia. E senza scrupoli.

    Le religioni invece di unirsi attorno alle norme etiche che hanno tutte in comune: non uccidere, non rubare e non dire falsa testimonianza, continuano a farsi tra di loro feroci guerre fossilizzate nei loro dogmi vetusti e fuori tempo. Nessuna pur avendo nel suo credo non uccidere il tuo simile cerca di convincere le masse che influenza perché premano sui governi per la difesa dell’ambiente. Ben venga il messaggio di pacificazione e di alleanza etica tra le religioni lanciato da papa Francesco.

    L’ONU sebbene per altri versi sia efficace e necessaria con il monopolio del potere decisionale delle 5 nazioni che presiedono il Consiglio di Sicurezza permanente dell’ONU e con gli USA che se la fa da primus inter pares perché da una parte sono i maggiori contributori dell’ONU e dall’altra per detenere la supremazia nella NATO che è la maggiore organizzazione militare del Mondo, non risponde più adeguatamente alle necessità delle Nazioni.

    Ormai diviene sempre più necessaria la partecipazione globale delle nazioni unite non solo in maniera proporzionale alla potenza ed alla ricchezza delle nazioni ma anche al numero degli abitanti per la soluzione dei problemi globali dell’Umanità: inquinamento ambientale, proliferazione delle testate nucleari e loro smantellamento, utilizzo delle aree comuni della Terra (acque internazionali, mari glaciali, poli, alte atmosfere, spazio cosmico) assieme alla difesa del verde specialmente le foreste pluviali, monitoraggio delle nascite, distribuzione delle risorse, costituzione oltre che di una corte mondiale anche di un esercito mondiale per la soluzione dei conflitti e per il mantenimento dell’ordine mondiale.

    I paesi evoluti invece di aiutare quelli poveri a pescare, anche attraverso un controllo delle nascite, puntano solo a sfruttarli mettendosi a posto la coscienza con azioni più o meno buoniste di donazioni una tantum di esuberi di prodotti e cibo, concedendo loro solo una piccolissima parte dei loro scarti di pesce e qualche elemosina e contribuendo de facto a fare solo aumentare la natalità e la povertà di queste popolazioni. I paesi evoluti nemmeno riescono a comprendere che uno stato delle cose del genere è dannoso anche per loro sia perché in questo modo possono esportare meno beni sia soprattutto per la forte pressione migratoria che i popoli affamati esercitano e che eserciteranno sempre di più su di loro in forza degli istinti vitali primordiali.

    5 - Stato attuale dell’Umanità.

    L’Umanità nel 2012 aveva superato i 7 miliardi di persone (che nel gennaio 2017 erano 7,5 miliardi circa con una previsione fine 2017 di un aumento rispetto al 2016 di circa 105 milioni e che al 13-10-2020 erano 7.818.226.323), che usufruiscono in maniera assai diversa dei bisogni primari.

    - Abitazione, alfabetizzazione, istruzione, disponibilità di acqua potabile, nutrizione al luglio del 2019.

    Se il Mondo avesse solo 100 abitanti in proporzione le situazioni sopraddette sarebbero le seguenti.

    - Abitazione: 23 sarebbero senza un tetto. Ciò significa che circa 1 miliardo e 775 milioni di persone non hanno un tetto sotto cui ripararsi.

    - Alfabetizzazione: 17 sono analfabeti. Il che vuole dire che circa 1 miliardo e 312 milioni di persone non sanno leggere né scrivere.

    - Istruzione: solo 7 uomini su 100 sono diplomati o laureati e solo 22 usano il computer. Il che sta a significare che solo circa mezzo miliardo e 40 milioni di uomini ha una cultura medio-alta che viene considerata erroneamente il massimo ma che dovrebbe essere la regola per la maggior parte degli uomini.

    - Acqua: 87 persone su 100 hanno l’acqua potabile, 13 no. Il che vuole dire che circa 1 miliardo di uomini non dispone di acqua potabile con tutte le conseguenze igieniche negative di malattie e contaminazioni varie. Altri 800 milioni di uomini vivono in zone con elevata scarsità d’acqua. Il 70 % dei prelievi dell’acqua è destinato all’utilizzo in agricoltura. Gran parte delle fonti d’acqua del Mondo sono condivise.276 fiumi scorrono tra più stati. Circa 200 grandi falde acquifere sono transfrontaliere. Questo stato di fatto senza una chiara regolamentazione internazionale è causa continua di contenziosi e conflittualità. Al presente (2019) nel Mondo ciò è causa di conflittualità continua e di circa 350 più o meno piccole guerre. L’ONU sta studiando lo sviluppo sostenibile delle risorse idriche mondiali e si sta muovendo a riguardo.

    - Nutrizione: solo 63 persone su 100 sono ben nutrite,15 denutrite (per carenza quantitativa calorico-organolettica), 21 malnutrite (diete incomplete o sbagliate o anoressia o sovrappeso e obesità per eccesso di alimentazione) e una morirebbe letteralmente per fame. Ciò significa che circa 1 miliardo e 158 milioni di uomini è denutrito di cui 70 milioni muoiono letteralmente per fame e 1 miliardo e 621 milioni sono malnutrite e conseguentemente non sono in grado di pensare, di agire e di lavorare bene e quindi rendere per la comunità in maniera adeguata in quanto oppressi dalla ricerca della mera sopravvivenza ed esposti a malattie, soprusi, sfruttamento, reati, prigione con riflessi negativi anche per la parte di Umanità che si nutre bene. Tra i malnutriti 1 miliardo e mezzo di persone sono sovrappeso e non meno di mezzo miliardo sono obesi, con conseguente inabilità, aumento delle malattie cardiovascolari e dei costi per cure ed ospedali oltre che ad una serie varia di sequele negative. Sono come una sterminata processione di uomini che oltre al proprio peso devono portare inutilmente e ob torto collo sempre e continuamente un fardello medio di circa 15 kg in più non necessari e che in certi casi affondano addirittura nel loro grasso come nella obesità grave.

    6 - Spreco di cibo nel Mondo con circa un miliardo di uomini affamati o sottoalimentati.

    Secondo un rapporto del 2013 dell’Institution of Mechanical Engineers, l’associazione degli ingegneri meccanici britannici metà circa del cibo che viene prodotto nel Mondo, circa due miliardi di tonnellate, finisce nella spazzatura.

    Secondo lo studio, meno pessimistico ma comunque tutt’altro che allegro, intitolato Global Food Losses and Food Waste=Perdite e Spreco Alimentare a Livello Mondiale nel 2011, elaborato dall’Istituto Svedese per il cibo e la biotecnologia SIK questo spreco assomma ad un terzo per un totale di 1,3 miliardi di tonnellate. Di questo spreco i paesi industrializzati sperperano 670 milioni di tonnellate e quelli in via di sviluppo 630.Solo lo spreco dei paesi industrializzati basterebbe a sfamare l’intera popolazione dell’Africa Sub Sahariana. Ogni giorno nei paesi benestanti, ogni cittadino spreca una quantità media di cibo pari a circa 2000 calorie: quanto basta per sfamare una persona in normale attività e nell’assieme tutta l’Umanità ipoalimentata.

    Il Mondo ha con il cibo un problema diametralmente opposto a seconda della posizione nella quale lo si osserva. Nella sua parte povera il 26% dei bambini sotto i cinque anni soffre di denutrizione, rachitismo e disturbi della crescita e il 31% soffre per carenza di vitamina A. Nella parte ricca una quasi identica percentuale soffre di sovrappeso.

    I costi sociali ed economici per la malnutrizione cioè sia per la iponutrizione che per la ipernutrizione, che per la nutrizione normo calorica ma qualitativamente sbilanciata o carente nella percentuale necessaria dei nutrienti (vitamine, proteine e omega 3 e 6), pesano per circa il 5% sul PIL mondiale, equivalente a 3,5 trilioni di dollari l’anno. Un trilione di dollari corrisponde a mille miliardi di dollari, cioè a circa 800 miliardi di euro. Se si divide questa cifra per la popolazione della Terra ne deriva che la malnutrizione costa circa 500 dollari l’anno a ogni cittadino del Mondo. Di questi, 2 trilioni circa sono a carico della parte povera del Mondo e 1,5 della parte agiata specie per inabilitazione e cure sanitarie.

    7 - Pericolo nucleare

    Dopo il problema ambientale e del disconsumo e straconsumo umano di cibo ed il suo spreco di primaria importanza per la sopravvivenza dell’Umanità non dobbiamo dimenticare un problema ancora più grave, il pericolo nucleare: una spada di Damocle che ci pende sul collo che non è un castigo della Natura ma che ci siamo costruita e bene affilata noi senza essere spinti da alcuna necessità che dalla nostra cieca destrudo freudiana inconscia. Al presente nel Mondo vi sono circa 16.300 testate nucleari, di cui gli USA ne detengono circa 7300 e la Russia circa 8000 per un totale di circa 15.300. Le altre 1000 testate nucleari se le spartiscono Cina, Gran Bretagna, Francia, Israele, India, Pakistan e Nord Corea. I calcoli delle testate nucleari in possesso delle potenze atomiche sono variabili a seconda delle fonti e soprattutto è variabile la loro potenza distruttiva totale, ma quello che si sa per certo è che ce ne sono molte di più di quanto sia necessario per annientare la intera Umanità. Al presente sia gli USA che la Cina per la ripresa della guerra fredda hanno programmi per potenziare e modernizzare il loro arsenale atomico e militare che comunque comporta oltre che uno spreco di enormi risorse anche sempre un aumento della capacità distruttiva complessiva. E relativamente stanno facendo altrettanto anche gli altri paesi nuclearizzati. Eppure le atomiche, costruite in grande quantità come deterrente sulle altre potenze sia nucleari che senza atomiche, dopo Hiroshima e Nagasaki, non sono state più usate contro altri paesi (meno male!) poiché non sono servite, avendo le grandi potenze risolto i loro conflitti e intervenendo contro le altre potenze sempre con le sole armi convenzionali. Così l’America ha perduto la guerra contro il Vietnam con centinaia di migliaia di morti senza usare le armi atomiche. La Russia ha perduto la guerra contro l’Afghanistan alla stessa maniera. Quando entrambe le potenze potevano risolverle a loro favore e con minori perdite usando le atomiche. Prova che le armi atomiche non servono e che quindi conviene disinnescarle per utilizzare il materiale fissile assai energetico per usi più congrui (pile atomiche- elettromedicali-riutilizzo contro eventuali asteroidi pericolosi) allontanando così questa calamità dall’Umanità.

    8 - Assai incompleto riciclaggio dei rifiuti antropici e loro abbandono e diffusione nell’ambiente.

    Tutti gli altri esseri viventi rispetto all’Uomo provvedono in maniera naturale allo scarto e riciclaggio dei loro rifiuti mantenendo il loro habitat vivibile, sano ed ecologico.

    A QUESTA REGOLA, ATTUALMENTE, FA ECCEZIONE L’UOMO.

    In tutto il Mondo con speciale riguardo nei paesi sottosviluppati vi è una sempre maggiore produzione di rifiuti con un loro relativo ed insufficiente riciclaggio con loro accumulo nell’ambiente e relativo inquinamento.

    Di questo andazzo l’accumulo del materiale plastico ed altro non degradabile nell’ambiente sta rappresentando una minaccia sempre più rilevante per la salubrità dell’ambiente al punto che stiamo rischiando di essere sommersi dai rifiuti quando non avvelenati prima.

    E senza considerare che il riciclaggio dei rifiuti oltre che una assoluta necessità salutare è anche un’economia ed affare positivi.

    9 - Migrazioni di massa per stato di necessità.

    Nel 2019 ci sono stati nel Mondo circa 50 milioni di migranti dalle loro terre di origine da causa maggiore: guerre, catastrofi naturali e ambientali, persecuzioni. I cambi climatici da causa antropica ne sono sempre di più i maggiori responsabili.

    10 - Aumento del numero delle nascite umane nel Mondo nei paesi sottosviluppati e calo delle nascite nei paesi ricchi senza che venga fatto nulla o quasi per il loro monitoraggio che viene ritenuto da alcune grandi religioni e dalla maggior parte del sentimento comune mondiale una indebita interferenza sulla libertà sessuale e di accoppiarsi non sentendo alcuno scrupolo che siano messi al Mondo tanti uomini sin dalla nascita candidati certi alla fame, alla malattia, alla sofferenza, allo sfruttamento, all’emigrazione forzata di massa, ai reati peggiori per sopravvivere, ed alla morte prematura.

    - CONSIDERAZIONI GENERALI SULLA DEFINIZIONE,VALENZA ED UTILIZZO DELLA STORIA.

    Per risolvere i problemi da quelli individuali più comuni a quelli più gravosi ed impegnativi dell’Umanità occorre prima conoscerli a fondo andando a cercare le cause nel passato da cui la carrellata storica per i fini eminentemente divulgativi del libro.

    Quando si disserta di storia, trattandosi sempre di eventi accaduti nel passato riesaminati dall’Uomo, non esiste un attimo e tanto meno un lasso temporale più o meno grande o un qualsiasi luogo che possiamo cristallizzare in una immagine fissa per qualsiasi momento con qualsiasi metodo possibile per quanto sofisticato e rapido possa essere. Anche la fotografia teoricamente più ultraveloce immaginabile fisserebbe sempre un’immagine più o meno sfocata in movimento. Questa è la storia umana come tutte le storie possibili: il tentativo della messa a fuoco di un assieme di parvenze di fatti e cose passate direttamente derivanti da una realtà dinamica in continua evoluzione che ci circonda, permea e di cui siano parte (G2) (B9).

    Per questo motivo la coscienza(G3) (B2) che è alla base della storia umana che acquista valenza solo ed unicamente allorché viene da essa esaminata, prende in considerazione sempre solo la scansione e/o la messa a fuoco di un qualcosa in movimento come una cometa con una coda nel passato ed un corpo proteso verso il futuro.

    L’Uomo vive nell’attualità del presente solo ed esclusivamente quando ha coscienza e consapevolezza di essere, cioè del suo passato e della parvenza della realtà in cui si trova e con cui deve interagire ed ha la facoltà di rivivere le parvenze delle esperienze passate da cui può elaborare con il pensiero progetti e lanciare il seme comportamentale per il futuro.

    Questo concetto vale sia per la coscienza di un singolo uomo vigile che per quella di un gruppo più o meno grande di uomini.

    La coscienza umana sia individuale che di gruppo si amplia e potenzia con l’aumentare della conoscenza frutto dell’esperienza sia individuale che di gruppo di cui la cultura è depositaria ed archivio. È fuor di ogni dubbio la facoltà mentale più importante del pensiero umano (G4) (B2) sintesi e direttrice d’orchestra di tutte le altre facoltà psichiche fondamentali: memoria, inventiva, calcolo, sentimenti, istinti.

    L’Umanità vigile del presente rispetto a quella del passato che non c’è più dispone di una cultura media superiore derivata dall’accumulo delle esperienze e quindi di una storia più ricca e conseguentemente di una conoscenza maggiore e pertanto ha la possibilità di rileggere e reinterpretare la storia umana per trarne migliori e maggiori insegnamenti per il futuro. Perché la storia umana ogni volta che la si esamina deve sempre essere una rivisitazione dei fatti alla luce della nuova maggiore sapienza per aumentare la nostra capacità di giudizio per un migliore e più proficuo comportamento o interazione con la realtà al fine di una nostra sempre migliore vita individuale e di una maggiore capacità di sopravvivenza della nostra specie e non un mero e freddo elenco di fatti e date fine a loro stessi visti da un’altra angolazione o prospettiva e magari alla luce di nuovi dati, da sfoggiare per ostentare erudizione. Diversamente verrebbe meno la nostra identità e caratterizzazione umana frutto di una selezione naturale che dura da 4 miliardi di anni e non avrebbe senso la storia stessa della cultura.

    In parole semplici la storia umana deve servire a migliorare il nostro comportamento sia individuale che di gruppo per farci vivere sempre meglio come individui e sopravvivere sempre di più come specie per avere la sua valenza sia naturale che logica. La storia è una risorsa prodigiosa per indirizzare il nostro comportamento nel migliore dei modi ed in tutto il mondo vivente è una risorsa solo nostra.

    Esempi attuali.

    L’esperienza mondiale sulla pandemia da antropozoonosi CoViD-19 caratterizzata soprattutto dalla SARS=Severe Acute Respiratory Syndrome dovuta al CoVi-2=coronavirus 2 ancora in atto, che malgrado gli avanzati e ultradecennali studi di virologia in nostro possesso (l’Italia in particolare ha avuto 2 Premi Nobel per la medicina, entrambi virologi: Luria e Dulbecco e dispone dell’istituto Spallanzani di Roma che è tra i più qualificati al Mondo nel campo delle malattie infettive e per la loro individuazione ed isolamento) ha praticamente trovato impreparati a fronteggiarla i paesi più evoluti del Mondo, quando sarà esaminata scientificamente a posteriori nella sua evoluzione e nei particolari (storia scientifica) dovrà servire a preparare un protocollo mondiale comportamentale da parte della OMS e servire ai vari paesi delle Nazioni Unite a premunirsi con sufficiente scorta di materiale sanitario dai contagi sia di questa pandemia che di altre da virus che come ci sono state nel passato ci saranno assai presumibilmente anche nel futuro, specie da parte di tutto il personale sanitario in attività e delle persone a più continuo e stretto contatto tra di loro.

    Storia dell’Umanità vuol dire innanzitutto descrizione obiettiva dell’evoluzione parallela dell’Uomo sia fisica che psichica. Questo dobbiamo sempre tenere presente poiché l’Umanità attuale, anche se non lo si nota, sta continuando ad evolvere sia fisicamente con la qualità del suo cervello e delle sue restanti doti somatiche (statura media ed età media) sia psichicamente specie con il suo continuo progresso culturale. Pertanto abbiamo una storia dell’evoluzione fisica dell’Uomo sia come genere Homo che come specie sapiens da cui è derivata l’evoluzione psichica o il pensiero con relativo comportamento=evoluzione filogenetica, così come abbiamo un’evoluzione veloce e continua psico-fisica in ogni singolo individuo dal concepimento fino alla morte individuale=evoluzione ontogenetica che alla fine esprimono anche il livello del suo progresso (G5) (B2).

    Storia quindi vuole dire evoluzione, si come evoluzione vuol dire storia quando è la nostra consapevolezza culturale e sempre maggiore coscienza e conoscenza di noi stessi e della realtà in continua evoluzione che ci circonda, ci permea e di cui siano parte.

    Mentre la Realtà, di cui noi abbiamo solo una parvenza, fuor di ogni dubbio evolve per conto suo, la storia diventa tale solo quando una coscienza ne prende atto. E siccome fino ad ora solo l’Uomo si serve della storia e la storia serve soltanto all’Uomo, sull’Uomo alla fine questo libro è incentrato.

    Historia vero testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, nuntia vetustatis (Cicerone, De oratore. II,9,36)"=La storia è la vera misura dei tempi, la luce della verità, la validità della memoria, la maestra della vita, la messaggera del passato. Io aggiungerei: è la memoria e coscienza della nostra cultura, la piattaforma di base per tutti i nostri progetti e comportamenti su cui costruire il nostro progresso per cui va continuamente rivisitata e narrata, alla luce delle nuove conoscenze, al fine soprattutto di permettere alle nuove generazioni la cui memoria alla nascita è quasi tabula rasa di appropriarsene e di ricordarla di continuo a quelle vecchie per evitare loro di ripetere gli stessi errori dei nostri avi e poter progredire ulteriormente.

    Sulla definizione della storia umana specie tra coloro, non addetti ai lavori, che la considerano primariamente un rendiconto delle battaglie e delle guerre circolano da sempre luoghi comuni, aforismi e battute come: La storia la scrivono i popoli vincitori o dominanti od i popoli boriosi pro domo sua, la leggono i creduloni e la raccontano i gregari figli dei vincitori o allievi dei boriosi; La storia è il punto di vista di sedicenti storici di personaggi per lo più mai conosciuti e di fatti non vissuti di cui millantano di sapere e di cui non si avrà mai la certezza della verità. Inoltre dall’uomo comune, specie giovane, non raramente la storia viene scambiata non solo con la cronaca e la descrizione delle strategie delle battaglie, delle guerre ma anche delle astuzie diplomatiche machiavelliche, per cui a parte la ovvia partigianeria e partito-preso campanilistici e nazionalistici e l’immoralità di una tale storia, non c’è spazio né mai sufficiente considerazione né tanto meno giustizia per il perdente. Per costoro per lo più conta lo studio dell’astuzia e della cattiveria del vincitore, assurta a vera e propria gloria (vedi tra tutte le narrazioni della storia delle conquiste romane) nell’essere riuscito a massacrare e/o a depredare e umiliare il proprio simile magari solo perché dotato di forze maggiori, con poca o nessuna considerazione per l’eventuale eroismo del perdente nell’aver preferito rischiare la vita quando non addirittura aver preferito la morte stessa piuttosto che perdere la libertà delle proprie idee e conseguentemente la dignità (Termopili e Masada).

    Per uno studioso serio la storia del progresso dell’Uomo la raccontano i reperti, i fatti documentati e l’assieme delle testimonianze storiche oggettivamente comprovate delle più autorevoli parti, quando ci sono (purtroppo il più spesso mancano o sono oggetto di dibattiti e polemiche) e soprattutto l’evoluzione del pensiero e dell’inventiva umani specie se positivi, del comportamento, dell’evoluzione sociale e tecnologica e della scienza pura che sono le manifestazioni più significative dell’Uomo, che non hanno frontiere né nazionalismi né copyright che tengano perché con il tempo e con l’aumentare della conoscenza diventano sempre più non solo oggettivi e comprensibili ma soprattutto alla portata di tutti e patrimonio culturale universale indissolubile dell’Umanità fino al punto che con il tempo ci si dimentica persino dell’inventore e da dare come acquisiti i loro vantaggi senza nemmeno considerare che sono state le nostre precedenti generazioni ad averli conquistati magari a caro prezzo.

    La storia universale dell’Umanità, non deve essere soprattutto e tantomeno soltanto un insieme di biografie di uomini più o meno illustri o famosi e/o di fatti più o meno clamorosi o degni di nota, cioè cronaca, ma la oggettiva cognizione dell’evoluzione intellettuale dell’Umanità nel suo assieme che l’ha fatta progredire, pur dopo tragici errori, migliorando sia la qualità della vita dei suoi individui che la sua capacità di sopravvivenza come specie.

    Ciò nonostante la storia anche la più documentata pur letta ed esaminata con la massima astrazione, sentimento di giustizia, equilibrio intellettuale e coscienza neutrale, vigile ed oggettiva e pur prendendo in considerazione e confronto le principali interpretazioni o punti di vista degli storici più esimi, è sempre un processo in cui occorre emettere un giudizio sia individuale che di gruppo in cui la verità, nel senso della evoluzione dei reconditi fatti reali, non raramente non riesce a venire chiaramente a galla. La storia cioè è sempre anche la interpretazione individuale o di gruppo che può essere più o meno vicina alla veridicità dei fatti ma mai la verità o quanto meno mai può darci la certezza di aver centrato la verità assoluta sui fatti accaduti, non solo perché essa si schiarisce sempre di più per le nostre nuove conoscenze dei fatti, scoperta di reperti e documenti ma anche per nuovi criteri di datazione e valutazione e soprattutto perché la storia quando viene oggettivata dalla coscienza, per quando lucida e neutrale subisce inevitabilmente un giudizio da parte di questa. Vedi tutte le polemiche non raramente aspre che avvengono anche tra storici di acclarata competenza per i fatti più svariati, come per la scomparsa della biblioteca di Alessandria e sulle scoperte più varie specie false di opere d’arte come quella eclatante ma solo italiana sulle false sculture di Modigliani scoperte nell’Arno o fuorviante per l’abilità del falsario ma a valenza internazionale sul falso papiro di Artemidoro (B11). Senza voler tener conto del negazionismo che è quel fenomeno di polemica negativa che parte con il negare per partito preso anche fatti avvenuti con assoluta certezza di cui ci sono esistenti persino prove schiaccianti ed inconfutabili, come la negazione della shoah quando non addirittura dei lager e delle camere a gas nazisti durante la seconda guerra mondiale o come per fortuna i pochi scienziati negazionisti della causa antropica dell’inquinamento ambientale attuale che non sono storia ma solo partito preso o ignoranza con complesso di inferiorità che sono l’antitesi della storia.

    Ciononostante la valutazione storica non perde mai la sua validità poiché diversamente dai processi che devono comminare delle pene o impartire delle assoluzioni non serve a fare giustizia su avvenimenti ormai passati come l’acqua scorsa oltre il mulino ma deve servire solo ad insegnarci da una parte a non prendere mai per oro quello che luccica senza accurate ricerche anche critiche ed accertamenti e soprattutto sempre a tenere presente gli errori umani ma soprattutto ad evitare gli errori passati e ad agire meglio più che segnalare colpe di attori che non ci sono più o per rimediare a fatti irreversibili.

    Esempio: il maldestro e per lo più improvvisato, tardivo e disordinato comportamento mondiale nei confronti della pandemia da Coronavirus recente (motivo ulteriore della necessità di una Nazione Terra Unica) non deve servire come la caccia alle streghe come polemica del chi ha fatto o non ha fatto o ha mal fatto cosa, che serve solo a perdere tempo ed a distrarci dal trovare i rimedi, ma deve servire a evitare gli errori commessi ed a prepararsi per un prossimo probabile evento simile, magari più grave.

    Tanto per esemplificare su comportamenti semplici.

    Perché mai i paesi progrediti di tutto il Mondo non obbligano l’installazione per legge in tutti i lavandini, sciacquoni e rubinetti di sorta, specie pubblici, l’apertura e chiusura dell’acqua e del sapone liquido con l’uso esclusivo del pedale o meglio ancora tramite congegni fotoelettrici che mettono a riparo dalla contaminazione delle mani, primaria fonte di infezioni? E perché mai non si istituzionalizza il sistema dell’apertura e chiusura delle porte nei luoghi aperti al pubblico con sistemi automatici senza dover manovrare maniglie o pigiare campanelli o interruttori?

    Perché mai, oltre che nelle istituzioni sanitarie non si istituzionalizza l’obbligo da parte di tutti i medici e personale sanitario che vengono a contatto ravvicinato e spesso anche fisico con i pazienti, di premunirsi di adeguati indumenti isolanti e protettivi vuoi fissi lavabili e disinfettabili vuoi a perdere tra un intervento e l’altro sul paziente?

    Oltretutto in questo modo non si viola il rispetto del paziente con il quale il medico deve avere sempre solo rapporti fisici indiretti, cioè tramite guanti od opportuni mezzi sanitari tra lui ed il suo corpo.

    Perché mai noi Italiani non cessiamo l’usanza di darci sempre tutti la mano anche tra estranei sconosciuti e di baciarci tra amici e parenti trasmettendoci ogni genere di agente infettante e/o tossico e non manifestiamo questi sentimenti in maniera diversa per esempio chinando il capo uno verso l’altro e/o ritraendo le mani giunte contro il petto come fanno saggiamente gli Indù o meglio ancora apponendo la mano aperta sul cuore in segno di amicizia e buon augurio?

    Ma soprattutto perché non ci adopriamo assai più alacremente per sanificare l’ambiente inquinato specie cittadino e per migliorare e proteggere la salubrità ambientale da noi compromessa aderendo, potenziando e migliorando il trattato di Parigi sull’ambiente?

    Tutti gli scienziati indistintamente hanno confermato che l’inquinamento ambientale, di cui fanno parte pure le pandemie, specie quelle a trasmissione respiratoria, ha notevolmente contribuito sia alla diffusione che alla gravità della pandemia da coronavirus poiché gli inquinanti sottopongono a surmenage le difese respiratorie debilitandole davanti ad un attacco sia virale che microbico colpendo soprattutto i polmoni che possono raggiungere fino agli alveoli più reconditi in quanto i coronavirus sono inferiori a 0,2 micron come dimensioni di cui sono fatte tutte le particelle che possono raggiungere gli alveoli. Non per nulla la regione italiana più colpita è stata quella gran parte della pianura padana accentrata sulla Lombardia con grosse propaggini territoriali con le regioni confinanti: Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna con la più alta densità umana, la maggiore età media al Mondo, uno dei più elevati addensamenti industriali sulla Terra e la più alta concentrazione in Italia di particolato sia liquido con le nebbie naturali che solido con i fumi industriali e dei motori, veicoli per eccellenza dei virus respiratori. Perché mai questa regione poco ha fatto per ridurre il particolato e quindi l’inquinamento atmosferico (vedi le infrazioni europee all’Italia per non aver rispettato i limiti atmosferici di particolato imposti). Quando ha perduto, oltre alle vite, in danaro e risorse umane questa regione per non aver ottemperato alle regole europee per non spendere quanto andava speso per ridurre l’inquinamento? Perché mai continuiamo a fare orecchio da mercante ai richiami degli scienziati per la salvaguardia ambientale? Quando impareremo a rispettare le regole specie se giuste?

    Quando parliamo di storia ci riferiamo per lo più a quella scientifica, cioè alla rivisitazione dei fatti reali o almeno che ci risultano tali dalle prove, reperti e testimonianze, ma storia sono anche tutti gli effetti del comportamento umano derivato dalla forza sublimatrice dei miti e delle leggende specie positivi che pur non essendo stati mai provati sono stati alla base del comportamento umano dal punto di vista generale e sullo ius in particolare (vedi i portenti biblici ed evangelici) e quindi del progresso. Gran parte della popolazione umana crede nei portenti delle narrazioni passate così come sogna e spera nella realizzazione delle utopie e trae oltre la speranza anche grande forza da questa fede. Questa non solo è storia ma è la storia della storia dell’Uomo sempre sospesa tra immanente e trascendente e sarà per questo che costituiamo nel mondo vivente un’anomalia assoluta e per questo privilegiata ma anche pericolosa sia per la Natura che per noi stessi se non riusciamo a controllare la nostra straordinaria forza rispetto ad ogni altro vivente (B1).

    Il più grande insegnamento della storia del progresso dell’Umanità sta proprio nell’indicarci la nostra specificità ed universalità umana e quindi a spingerci all’unità verso la Nazione Terra, cioè un’Umanità retta sempre di più e possibilmente meglio da leggi universali uniche almeno per la soluzione dei principali problemi comuni ad iniziare dalla soluzione di quello ambientale di origine antropica entro questo secolo che deve fungere da apripista e da esempio metodologico per la soluzione degli altri problemi universali dell’Umanità.

    Noi non siamo obbligati a vivere in lotta tra di noi come vuole la implacabile legge della selezione naturale e come lo vede la realpolitik (eufemismo per machiavellic-cinic-superficial-politic) poiché rispetto a tutti gli altri esseri viventi abbiamo l’intelligenza, il libero arbitrio e la capacità di riscattarci sempre di più e meglio dal Determinismo Cosmico, se lo vogliamo.

    La storia universale umana prima ancora della prova definitiva ed inconfutabile della decrittazione del nostro genoma ci aveva dimostrato ampiamente la nostra fratellanza di appartenenza ad un’unica specie. Vedi la diffusione delle grandi scoperte-invenzioni in tutte le aree del Mondo anche senza affinità etniche come l’uso della pietra lavorata, del fuoco, della lancia, dei vestiti, della capacità di costruirci ripari artificiali, dell’agricoltura ed allevamento degli animali, l’uso degli attrezzi più comuni, tra Eurasia, America, Africa ed Oceania ed attualmente l’uso universale del telefonino. Vedi lo sviluppo universale della capacità del linguaggio vocale, sebbene in una miriade di lingue diverse e la capacità di calcolo in tutte le aree della Terra anche senza avere avuto alcuno scambio a riguardo se non la comunanza biologica di origine universale con i clan dell’Homo sapiens migrati circa 70.000 mila anni fa dall’Africa per il resto del Mondo a ulteriore prova della nostra comunanza di specie. Vedi nella storia umana il soggiacere universale alle pandemie, in cui gli agenti infettivi colpiscono per tropismo tutti gli uomini indipendentemente dalle etnie fatta eccezione per l’entità della diffusione e la virulenza e letalità delle infezioni che dipendono l’una dall’organizzazione sociale e dal clima e l’altra dalla variabilità biologica di resistenza ed immunità individuale.

    L’insegnamento della storia, quella obiettiva come indicato sopra e non certamente quella pro domo nostra, nella scuola di ogni grado, dovrebbe occupare il primo posto nell’insegnamento assieme alla filosofia, poiché mentre quest’ultima

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