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Giulia e il Cacciatore Celeste
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E-book122 pagine1 ora

Giulia e il Cacciatore Celeste

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Info su questo ebook

Giovedì 16 aprile 2019: la bara bianca contenente il corpo della giovane Giulia è pronta per essere inserita nel forno crematorio, davanti agli occhi impotenti della madre Laura. Le ceneri vengono raccolte in un’urna che verrà posizionata nella parte alta dell’ossario cimiteriale. Prima del tragico, fatale incidente che ha posto fine ai suoi giorni, la ragazza era stata una fanciulla soave che, con i suoi grandi occhi fiduciosi e profondi, aveva rappresentato la spontaneità della giovinezza, l’ingenuità e la generosità di chi non ha esperienze della vita. È proprio l’ingiustizia per un destino così avverso a rendere ancora più forte il dolore per la violenza che le è stata perpetrata e che, in maniera del tutto inaspettata, porta a intrecciare i destini di Ahmad, operoso ragazzo siriano accusato e condannato per lo stupro, e della stessa Laura, che dopo il divorzio da un marito violento ha rinunciato a darsi nuove possibilità sentimentali.

Fabio Sonzogni (Bergamo, 1963) è regista e attore. Laureato in Architettura, ha lavorato in teatro con i registi Luca Ronconi, Dario Fo, Antonio Syxty, Antonio Latella. Il suo ultimo lavoro teatrale, Signorina Julie, di Strindberg è in tournée. Dalla prima edizione si occupa della direzione artistica del Siloe Film Festival. Insegna Storia dell’Arte al liceo di Grosseto.
Foglie di Cemento, suo cortometraggio in pellicola, ha partecipato a 35 festival internazionali vincendone 7, tra i quali: Rotterdam Film Festival, Dresda Film Festival, Cork Film Festival, Genova Film Festival, Cinecittà Roma Festival. È stato invitato a rassegne internazionali, tra cui quelle di New York, Londra, Parigi, Madrid e Dresda.
LinguaItaliano
Data di uscita11 ott 2023
ISBN9788830690516
Giulia e il Cacciatore Celeste

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    Anteprima del libro

    Giulia e il Cacciatore Celeste - Fabio Sonzogni

    Nuove Voci

    Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi:

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani)

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov.

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    1

    Giovedì 16 aprile 2009

    Il forno crematorio è diviso in due parti sovrapposte, separate da una griglia di materiale refrattario. La combustione avviene con la fiamma diretta. Le temperature raggiungono i 900-1000 gradi. La bara bianca con Giulia dentro viene immessa mediante guide metalliche nella parte superiore e prende immediatamente fuoco. Le ceneri e le ossa calcificate cadono progressivamente nella parte inferiore del forno, dove si completa la combustione. Un sistema di ventilazione immette continuamente aria e quindi l’ossigeno necessario per alimentare la fiamma. Dopo un paio d’ore l’operatore, che può controllare l’interno del forno attraverso uno spioncino, spinge dall’esterno i resti verso una zona di raffreddamento. Da lì vengono raccolti e posti su un setaccio a vibrazione, che elimina le polveri più fini. Quindi con una calamita viene separato il materiale metallico rimasto (chiodi e cerniere della bara). Infine le ceneri rimaste vengono raccolte e sigillate in un’urna e consegnata a Laura, la madre. Quando esce con l’urna tra le mani, le si fanno incontro Stefania e Lucia, rispettivamente sorella e nonna della defunta. Pochi altri hanno aspettato l’uscita dell’urna, che ora verrà posizionata nella parte alta dell’ossario cimiteriale. Mentre Laura sale le scale per raggiungere il loculo approntato, da lontano si sente una voce maschile urlare:

    «L’hai uccisa tu, puttana! Con chi stavi scopando mentre moriva?».

    Carlo, il nonno di Giulia, raggiunge Franco, l’ex marito di Laura, e gli dà un cazzotto. Tutti e due cadono a terra. Franco ha il naso rotto. Intervengono gli operatori del cimitero che sedano, a fatica, la colluttazione.

    Niccolò, il vicino di casa, rimane in disparte e non interviene.

    Laura bacia il volto della figlia stampato sulla fotografia posizionata sull’urna, che ripone con cura.

    2

    Luglio 2008, nove mesi prima

    Spiaggia dei Gabbiani a Follonica. Giulia conosce Luca, che lavora come bagnino. Dopo il turno di lavoro sono soliti sdraiarsi sulla spiaggia. Si corteggiano con un candore antico.

    «Giulia vieni, il sole sta calando».

    «Aspetta, mi metto il costume e arrivo».

    «Mi trovi al solito posto».

    Giulia raggiunge Luca, che è disteso con gli occhi chiusi rivolti verso il tramonto.

    «Eccomi».

    «Ma hai un costume nuovo».

    «No, non è nuovo, è di mia mamma».

    «Ti sta benissimo. Sei bellissima».

    «Grazie». Luca le si avvicina e tenta di baciarla. Lei si sottrae.

    «Scusami».

    «Non preoccuparti,

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