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L’audace colpo dei quattro “evangelisti”
L’audace colpo dei quattro “evangelisti”
L’audace colpo dei quattro “evangelisti”
E-book289 pagine3 ore

L’audace colpo dei quattro “evangelisti”

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Info su questo ebook

Matteo, Luca, Giovanni e Marco sono amici inseparabili dai tempi del liceo, chiamati allora e ancora adesso “i quattro evangelisti”. 
Oggi sono adulti ma, a quanto pare, non riescono proprio a non infilarsi in qualche assurda avventura: la miccia, questa volta, ne è Luca, che, trovatosi alle strette con il lavoro, inizierà a progettare un colpo per salvarsi la pelle e guadagnarci pure qualcosina. Nel suo piano saranno coinvolti i personaggi più disparati, dal Presidente della banca in cui è impiegato ai servizi segreti, dalla polizia svizzera agli scagnozzi di un losco figuro. 
Tra pompe funebri, crociere, yacht da sogno, aziende in crisi e battute di pesca, una storia assolutamente imperdibile. 

Franco Mazzetta nato in Valtellina l’11 agosto 1951, è laureato in Medicina e Chirurgia, specialista in otorinolaringoiatria, abita e lavora a Savona.
È autore di una commedia brillante Per favore si spogli!, ideatore e sceneggiatore del film Trappola per single, scrittore e collaboratore di riviste goliardiche, ha fornite idee per la Compagnia Teatrale Baistrocchi e sceneggiatore di fumetti di avventura.
LinguaItaliano
Data di uscita31 mag 2022
ISBN9788830664777
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    Anteprima del libro

    L’audace colpo dei quattro “evangelisti” - Franco Mazzetta

    Nuove Voci

    Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di Lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov.

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    Presentazione e riassunto

    del precedente libro

    Al tempo del Liceo Matteo, Luca, Giovanni e Marco erano un gruppo inseparabile e gli amici li chiamavano gli Evangelisti per il loro nome proprio.

    Marco, il più serio del gruppetto, è un impresario di pompe funebri innamorato di Ludovica, medico, conosciuta al liceo. Nel precedente libro Si prega di non mancare vengono descritti gli sforzi di Matteo, Gianni e Luca per organizzare un incontro galeotto tra Marco e Ludovica e come i due abbiano incominciato a frequentarsi, quasi costituire una coppia e come la loro frequentazione sia complessa.

    Nel tentativo di farli incontrare anche Luca ha rintracciato un suo amore giovanile, Vanessa, e i due si sono accoppiati come Gianni con Lara, conosciuta e messa incinta la stessa sera. L’unico dei quattro evangelisti destinato a continuare la vita da scapolo pare essere Matteo, ma il destino, e soprattutto il padre di Matteo desideroso di avere un nipotino, hanno deciso diversamente imponendo una finta relazione con Annamaria, psicologa disoccupata, disponibile a fingersi sua fidanzata pur di avere un lavoro

    Personaggi

    Matteo, incallito playboy, e Annamaria, psicologa

    Giuseppe (Beppe) e Gloria, genitori di Matteo

    Marco, imprenditore, e Ludovica, medico ospedaliero

    Alexandra, cugina di Marco, minorenne rimasta orfana a seguito di un incidente d’auto in cui sono morti i genitori, incidente non casuale

    Luca, bancario, e Vanessa, dipendente comunale

    Gianni, assicuratore, e Lara, sorella di Vanessa. Prossimi genitori

    Patrizia impiegata-collaboratrice di Marco

    Osvaldo, dipendente di Marco

    Marina, dipendente di Marco

    Ettore e Maria, genitori di Annamaria

    Sofia, private manager

    Il Direttore della filiale della Banca

    Il Presidente della Banca e Sara, sua segretaria

    L’Amministratore Delegato della Banca

    Edoardo, disegnatore tecnico, ed Emma, informatica. Crocieristi

    Louise, impiegata presso una filiale bancaria in Svizzera

    Carmela, Gaspare, Orazio, Santo, squadra di protezione

    Pyotr Kovalsky, ingegnere navale

    Joanna, Nadia, hostess di bordo

    Premessa

    L’ufficio del direttore della banca è ancora illuminato nonostante l’ora tarda.

    Luca sfoglia rapidamente i fogli lasciati incautamente sulla scrivania e la mente registra febbrilmente i dati riportati. Tutto in lui tradisce il nervosismo: la fronte è sudata e l’emozione lo opprime tanto da obbligarlo a slacciare la cravatta.

    Le peggiori previsioni si avverano: il bilancio annuale è fortemente negativo e si impongono tagli alle spese ed al personale. La scelta sarà obbligata: tra un impiegato ancora single ed una madre di famiglia, giovane, carina, simpatica, elegante, amante delle minigonne e dei tacchi a spillo, l’obbligo delle quote rosa, chi scegliereste di tenere?

    Ormai Luca è certo e inserisce nel suo computer personale tutti i dati che lo hanno fatto diventare un buon private manager in questi anni. Pensa: Non ho una possibilità su un milione che mi tengano e dovrò cercarmi un altro posto, devo cautelarmi e pensare di andare altrove. E adesso come muovermi? Mi liquideranno in un minuto come ricompensa del lavoro fatto ed in lui emerge l’idea cattiva di come ripagarli.

    Gianni ha appena chiuso l’ufficio dove svolge l’attività di agente delle Assicurazioni e desidera rientrare a casa presto. È un prossimo sposo, avendo la gioia di diventare presto padre di una bellissima bimba concepita a seguito di una movimenta serata nel corso della quale Lara, una studentessa emancipata, lo ha scopato più volte con piena soddisfazione di entrambi.

    Il messaggio in codice di Luca gli arriva inatteso: «I lunghi singulti dei violini d’autunno feriscono il mio cuore con monotono languore.» È il messaggio di massima emergenza e Gianni parla ad alta voce: «Cazzo, è Luca! Cosa gli sarà successo?»

    In questi casi esiste un tacito accordo tra i quattro evangelisti: chi ha inviato il messaggio ha bisogno di aiuto e gli altri accorreranno al più presto, perciò Gianni devia dal percorso usuale dirigendosi verso il negozio di Pompe Funebri dove sicuramente troverà ancora Marco ed insieme potranno sapere maggiori particolari sulla emergenza nella quale si trova l’amico.

    Matteo ha ricevuto il messaggio sulla strada del ritorno dallo stabilimento erboristico nel quale è andato ad occupare il posto di amministratore delegato a seguito dell’arresto del predecessore. Dovrebbe arrivare a cena puntuale altrimenti Annamaria potrebbe preoccuparsi o arrabbiarsi, ma coscienza e dovere impongono di chiamare immediatamente Luca per sapere cosa sia successo, perciò arresta la macchina e compone il numero telefonico dell’amico.

    «Ciao Luca, sono Matteo. Cosa ti è successo?»

    «Esco adesso dalla banca. Possiamo vederci?»

    «Non subito. Sto guidando e ci vorranno ancora due ore perché arrivi a casa.»

    «Domani mattina al solito posto per la pausa pranzo?»

    «Bene per me. Puoi anticiparmi qualcosa?»

    «No. Ho voglia di vedervi. Contatto io gli altri.»

    «ok.» Matteo chiude la telefonata perplesso, l’amico non si fida e non vuole parlare al telefono. La vicenda si fa intrigante.

    La serietà è d’obbligo nel negozio di Marco, che ha ricevuto il messaggio di Luca tra un preventivo di un funerale e l’emissione di una fattura.

    La musica della marcia funebre, che accompagna l’apertura della porta, s’intona con la preoccupazione dei due.

    «Ciao Gianni, sai qualcosa su questo avviso di convocazione di Luca?»

    «No e non ho avuto ancor il tempo di contattarlo.»

    La suoneria del telefono di Marco interrompe il loro dialogo.

    «Ciao Luca, ho Gianni qui con me: dobbiamo vederci subito o…?»

    «No. Domani vorrei incontrarvi al solito posto per la pausa pranzo. Siete liberi?»

    Gianni si è avvicinato, ha ascoltato e annuisce a Marco.

    «A noi due va bene, puoi dirci qualcosa?»

    «Matteo ci sarà e faremo una riunione dei quattro evangelisti. Ciao.»

    Marco è perplesso non meno di Gianni. «Deve essergli successo qualcosa di grosso.»

    «Già. Non vuole parlare al telefono.»

    Il mistero viene in parte svelato da Luca agli altri tre amici il giorno seguente.

    Accortosi di essere il mattatore della giornata e stimolato dagli altri a chiarire il motivo dell’emergenza dell’incontro affronta la questione di petto: «Ragazzi, sono nei casini. La mia banca sta affondando ed ha bisogno di liquidità e riduzione di costi. Taglierà il personale ed io sono nella lista degli eliminabili perciò mi preparo ad andare via.»

    I tre sono addolorati per lui e lo interrogano:

    «Mi spiace.»

    «Accidenti! Anche a me spiace.»

    «Hai già pensato a cosa farai?»

    «Sicuro. Conosco molti clienti ed il loro portafoglio. Ho pensato a chi potrebbe aiutarmi e come potrò impostare la nuova vita.»

    Lo stato d’ansia dei tre amici si placa:

    «Meno male.»

    «Bravo.»

    «Molto previdente».

    «Ho analizzato tutti gli aspetti e sono certo che mi aiuterete a realizzare il progetto: si tratta di un colpo perfetto!»

    Capitolo 1

    Gianni è un giovane assicuratore dotato di molto ottimismo e altruismo. La natura lo ha fornito di un fisico che in maniera moderna si definirebbe di taglia XXXL, cosa che lo ha aiutato in certi sport e messo in difficoltà in altri ed a scuola, quando doveva copiare i compiti in classe dai compagni e cercava vanamente di nascondersi dietro la schiena di ragazzi asciutti come pali della luce.

    Non molto pronto ad affrontare gli eventi, Gianni, detto anche Packi per una certa lentezza da pachiderma, si è sempre distinto per generosità ed altruismo ed è amato dai tre compagni di liceo per queste doti oltre che per l’utilità di avere un panzer nelle situazioni difficili, inoltre Gianni è prossimo a diventare cognato di Luca, i due amici essendosi legati sentimentalmente con due sorelle.

    Per questo motivo la chiamata di Luca lo aveva allarmato. Il successivo messaggio con la frase in codice non lo ha fatto pensare minimamente alla poesia di Verlaine od alla storia con il segnale che preannunciava lo sbarco in Normandia, affatto. Per i quattro evangelisti quella frase è la richiesta di un incontro al più presto per una grave emergenza e Gianni è percorso da un brivido. Da quando Lara gli ha rivelato di essere incinta non provava un simile stato di agitazione e si aggira nell’ufficio nervosamente pensando alla frase dell’amico che alludeva ad un colpo perfetto. Cosa diavolo avrà voluto dire?

    Nell’ufficio direzionale dell’azienda di Pompe Funebri Marco Perrone sta mordendo la parte posteriore di una penna avendo lo stesso pensiero dell’amico. La musica del campanello della porta con le prime note della marcia funebre non riesce a fermare i suoi pensieri, per fortuna compare Marina tallonata da Matteo, incapace di distogliere lo sguardo dal lato B della ragazza.

    «C’è il suo amico.»

    «Lo vedo, grazie. Accomodati, Matteo.»

    E Marina sorride ad entrambi facendo una rapida giravolta ed uscendo dalla stanza ancheggiando, certa di avere gli occhi dei due concentrati sul suo corpo e appagata dalla sensazione narcisista.

    Il primo a riprendersi è Matteo: «Di’ un po’: secondo te cosa voleva dire Luca: è impazzito?»

    «Mi stavo domandando la stessa cosa.»

    «Un colpo perfetto!»

    «Per ora lo ha fatto venire a me.»

    Matteo si è abbandonato sulla poltrona passandosi la mano a lisciare i capelli e grattare la nuca: «Proprio adesso che si stava sistemando la mia vita.»

    «Se non sono indiscreto, come procedono la storia con Annamaria e l’attività dell’azienda?»

    «Affatto indiscreto: Annamaria è un tipo freddino che ti studia e devi pesare le parole, per ora tra noi l’affiatamento procede bene. Mio padre controlla l’attività dell’azienda erboristica e cerco di capire come tirare avanti la baracca anche perché tra qualche mese tua cugina deciderà se confermare la mia posizione di amministratore o vorrà cambiare direttore.»

    «Per ora mi sembra che Alexandra stia bene e Annamaria è un’ottima psicologa e la segue con attenzione.»

    «Già, quello è il problema.»

    «In che senso, scusa?»

    «Quando siamo insieme e parliamo ho sempre l’impressione che Annamaria mi stia analizzando: è terribile! È solo una sensazione, ma è come se a letto mi attribuisse un voto per la prestazione. Rischio di diventare impotente…»

    «Certo che è grave per un playboy come te.»

    «Playboy passato. Torniamo a parlare di Luca.»

    «Sono preoccupato. Proviamo a chiamare Gianni e combiniamo un incontro.»

    «Buona idea.»

    Neanche il tempo di comporre il numero che suona il telefonino e Marco legge il numero di Luca: «Lupus in fabula.»

    «Crepi il lupo!»

    «Concordo.»

    «Ciao Luca. Ho qui Matteo, stavamo giusto parlando di te.»

    «Grazie, amici. Vi va di incontrarci al bar?»

    Marco guarda Matteo che annuisce: «Sicuro!»

    «Allora d’accordo, ciao» e lo sciagurato chiude la conversazione.

    Ora è Marco a mettersi la mano sulla bocca e stuzzicarsi il naso mentre guarda preoccupato Matteo.

    «Ha delle novità.»

    «Sono preoccupato. Ti ricordi quando in classe si alzava improvvisamente in piedi a parlare?»

    «Sicuro. Non sapevi mai quello che stava per dire, ma…»

    «… iniziava sempre con A nome della classe…, si era autoproclamato nostro rappresentante e ne sparava più di una al giorno.»

    «Già, in ogni materia e soprattutto di filosofia; metteva a perdere quella povera professoressa con le critiche ai grandi ateniesi che parlavano di democrazia e facevano i dittatori.»

    «Gli dava sette per metterlo a tacere, lui che non ha mai capito un accidente di quella materia.»

    I due sorridono pensando ai momenti sereni degli anni giovanili.

    «Sono curioso di sentire cosa ci dirà.»

    «Sicuramente ha già avvertito Gianni perciò non ci resta che andare a sentire le novità.»

    Nonostante l’aria fresca di primo autunno gli amici siedono ad un tavolino esterno, Marco e Matteo sono arrivati per primi e scelgono un posto appartato per poter parlare tranquilli senza avere avventori vicini.

    Gianni arriva poco dopo leggermente affannato per non essere in ritardo e alla fine giunge Luca con l’aria stanca di chi ha appena terminato una maratona.

    «Ciao a tutti!»

    «Ciao Luca, accomodati. Ti vediamo con piacere, sembri molto stanco.»

    «Potete ben dirlo, una giornata da sfinimento!»

    Matteo si offre gentilmente di andare ad ordinare: «Cosa prendiamo? Il solito aperitivo, per tutti?»

    Luca alza la mano per fermarlo: «Non per me: non so se l’alcool è compatibile con il Viagra. Per me una spremuta d’arance o qualcosa di simile. Che giornata, ragazzi!»

    «Racconta cosa ti è successo.»

    «Giornata memorabile. Mi raccomando che nessuno riferisca quello che dico: Vanessa non deve sapere niente di quello che è successo.»

    I tre amici annuiscono e fanno cenno a Luca di aspettare il ritorno di Matteo che è entrato nel bar per ordinare. È Marco a parlare: «Aspetta che arrivi la signorina con i vassoi con cibi e bevande ordinate, poi racconta.»

    Dopo qualche minuto di discorsi frivoli e un inizio di masticazione dello spuntino Luca inizia il racconto: «Come vi avevo anticipato la mia banca sta attraversando una grave crisi finanziaria ed i primi a farne le spese sono i dipendenti.»

    «Non gli azionisti?» chiede Matteo.

    «La banca riesce a fregare tutti, ma molti di noi devono andarsene ed allora ho ideato il piano salvezza, non ho però ancora trovato il nome. Tu, Gianni, cosa suggerisci?»

    Gianni è il primo a parlare: «Geronimo!»

    «Suggerisco Goldfinger» dice Marco.

    «Io sono per un nome di donna. Una tempesta perfetta: Vaia.»

    Luca rimane silenzioso, è evidente che è molto stanco, ha guadagnato tempo. Riflette prima di parlare conscio che i tre amici aspettano il suo racconto: «Bene. Ci penserò. Per cominciare a sviluppare il piano avevo bisogno di informazioni riservate su movimenti e conti di alcuni clienti.

    Voi sapete che il computer è personale; i capi possono controllare tutti i miei accessi perciò dovevo entrare nella rete da un altro pc e ho pianificato come farlo durante il turno di lavoro.»

    Luca fa un’altra pausa e guarda i tre amici che si sono fatti attentissimi.

    «Ho pensato a cosa avreste fatto voi tre e mi sono ingegnato ad adottare i vostri metodi: razionalità di Marco, irruenza di Gianni e sex-appeal di Matteo.»

    Il silenzio, lo stupore, l’attenzione dei tre sono segni della curiosità dell’uditorio di cui si fa portavoce Gianni: «Spara! Vai avanti o ti sparo io.»

    «La mia collega, Sofia, la gran gnocca, ha accesso a quei dati ed oggi me la sono fatta.»

    «Vorresti dire?»

    «Sii più chiaro!»

    «Racconta!»

    «Era già tutto pianificato: questa mattina avevo già lasciato spazio tra gli appuntamenti e mi sono sincerato che anche lei fosse al lavoro come sempre.

    La sua postazione non è distante dalla mia e l’ho vista arrivare puntuale come al solito, inoltre sapevo che il "grande capo" non sarebbe venuto e saremmo stati soli perciò dovevo solo aspettare l’ora giusta. All’ora X meno 1, vale a dire alle 09,15 ho visto che tutto procedeva secondo i piani ed ho assunto una compressa di Viagra per essere sicuro di non avere cali di tensione.»

    «Giusto!»

    «Un rinforzino…»

    «Paura, eh?»

    «Zitti! Ho atteso le 10,15 sapendo che a quell’ora lei interrompe sempre l’attività e anche oggi è stato così: ha fermato le contrattazioni e si è alzata per la pausa caffè ed io ho fatto altrettanto, tra l’altro cominciavo ad avere qualche reazione interna e mi dovevo risistemare i pantaloni, particolare che a lei non è sfuggito.

    Lasciatemi riprendere fiato.»

    Matteo è l’unico che ha qualcosa dire: «Avete visto che il nome di donna è il più appropriato per quest’operazione? Mai darmi retta voi tre, eh.»

    «Ci siamo avvicinati entrambi alla macchina del caffè, il suo sguardo sui miei pantaloni ed il mio sul suo corpo. Ve l’ho descritta?»

    «No.»

    «Anch’io non ricordo bene.»

    «Un ripasso non guasterebbe…»

    «Credo che ogni mattina passi un’ora a truccarsi, veste camicette che mettono in risalto il petto con reggiseni da taglia 5, corpo da frequentatrice di palestra con due fianchi che levati, gonna aderente, slip di pizzo nero, gambe discrete su scarpe con

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