La Realtà Magica (Tradotto)
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Conte HERMANN VON KEYSERLING.
"Quasi tutti i miei compagni di ricerca mi consigliavano di tacere, mentre tutti i profani di quelle scienze cosiddette 'occulte' mi incoraggiavano a parlare.
Se avessi dovuto rivelare solo oscure ricette sul tipo di quelle che si possono trovare nei libri di magia, o segreti già svelati come quelli generalmente pubblicati dalle riviste nelle loro rubriche di stregoneria, di pittoreschi, o meno inventati, sulle manifestazioni rapporti più di forze invisibili, non avrei esitato.
Il mio scopo era del tutto diverso, in quanto avevo l'intenzione di render pubbliche, di rivelare le nuove tecniche in grado di permettere a chiunque di accedere ai poteri meravigliosi, di riprodurre in laboratorio, e con efficacia ben più sicura, tutte le opere che gli indovini si vantano di compiere con o senza l'aiuto del diavolo."
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Anteprima del libro
La Realtà Magica (Tradotto) - Roger De Lafforest
Capitolo primo - Iniziazione alla iniziazione
Non è il possesso della formula che crea lo stregone, è lo stregone vivente che rende taumaturgico anche un gioco di parole.
Conte HERMANN VON KEYSERLING.
Quasi tutti i miei compagni di ricerca mi consigliavano di tacere, mentre tutti i profani di quelle scienze cosiddette 'occulte' mi incoraggiavano a parlare.
Se avessi dovuto rivelare solo oscure ricette sul tipo di quelle che si possono trovare nei libri di magia, o segreti già svelati come quelli generalmente pubblicati dalle riviste nelle loro rubriche di stregone. ria, ti pittoreschi, o meno inventati, sulle manifestazioni rapporti più di forze invisibili, non avrei esitato.
Il mio scopo era del tutto diverso, in quanto avevo l'intenzione di render pubbliche, di rivelare le nuove tecniche in grado di permettere a chiunque di accedere ai poteri meravigliosi, di riprodurre in laboratorio, e con efficacia ben più sicura, tutte le opere che gli indovini si vantano di compiere con o senza l'aiuto del diavolo.
A questo punto l'impresa diveniva assai rischiosa, un vero caso di coscienza. Si trattava un po' della stessa preoccupazione che spinge le Grandi Potenze a far sottoscrivere a quelle piccole un trattato che, nel linguaggio diplomatico moderno, viene definito di non proliferazione delle armi atomiche
. Un tempo era noto che non si doveva permettere ai bambini di trastullarsi con i fiammiferi né con le serrature degli sportelli: i segreti degli stregoni erano indecifrabili, quelli relativi alla fabbricazione della bomba atomica irraggiungibili. All'ombra di questo terrore, al riparo dai fulmini di cui solo alcuni indiziati conoscevano le modalità d'uso si poteva dormire tranquilli: era sufficiente non provocare quei potenti e pagar loro, discretamente, i dovuti canoni. Da un giorno all'altro, si constato che fabbricare una bomba atomica era alla portata dei più minuscoli stati industriali, e che la magia si riduceva a un fenomeno di influenza a distanza che chiunque era in grado di provocare.
Ciò significava che nulla ormai poteva impedire a un emirato del golfo Persico di divertirsi ad aprire una fabbrica atomica accanto ai propri pozzi di petrolio e che il signor Rossi avrebbe potuto procedere, nell'acquaio del suo cucinino, ad esperimenti di magia e con maggior successo di uno stregone professionista. In simili condizioni mi chiedevo se avessi il diritto, scrivendo questo libro, di contribuire all'educazione magica del grande pubblico.
Sento quindi il dovere di spiegare al lettore, mediante due aneddoti che narrerò a titolo di esempio, la ragione e il motivo per cui, dopo aver categoricamente rifiutato di farlo, fui indotto a rispondere affermativamente e a pubblicare questo libro.
La vendetta dell'insonne
Un'amica si era lamentata con me di soffrire d'insonnia ed ebbi l'imprudenza di dirle che oggi esiste una tecnica grazie alla quale è possibile dormire a volontà, nel più semplice dei modi.
Mi consiglierà di contare le pecorelle replicò o di ricorrere a una di quelle droghe ipnogene, cosa che del resto faccio ogni giorno, che finiscono per ridurre un individuo allo stato di schiavitù e per rovinargli la salute
.
Le spiegai allora brevemente come oggi sia possibile, grazie alla messa in opera di un campo di espansione radionico, trasmettere a distanza, verso una persona che li risente, gli effetti di una droga, di una medicina, di un prodotto qualsiasi, perfino di un simbolo o di una semplice ingiunzione scritta. L'evidente vantaggio di questo procedimento consiste nel fatto che si giunge al sonno senza aver precedentemente ingerito il veleno che lo provoca.
La mia amica, entusiasta di una simile soluzione, esclamò:
Se è così semplice, conto su di lei per farmi dormire regolarmente. Cominceremo stasera!
Quando le spiegai che mi sarebbe stato impossibile trasformarmi ogni giorno e ad ore fisse in infermiere per mettere in opera lo schema radionico montato apposta per lei, mi supplicò di consegnarle lo schema stesso, che avrebbe usato seguendo le modalità da me indicate.
L'importanza del segreto mi sembrava relativa per cui le consegna uno schema, precisandole il punto e il modo di porvi correttamente la sua fotografia assieme a un frammento della medicina che ingeriva abitualmente. La signora tornò a casa entusiasta e orgogliosa della sua prima iniziazione 'magica'.
Che cosa pensate che avvenne? Lo indovinerete facilmente: un a buso di potere, o quantomeno una velleità di utilizzare allo scopo di nuocere i mezzi che erano stati concessi unicamente per guarire un disturbo.
Infatti, la mattina successiva quella graziosa insonne mi ringrazio per telefono informandomi che l'azione radionica aveva prodotto l'effetto desiderato.
Tanto meglio! È sempre fonte di consolazione constatare che è possibile alleviare con tanta facilità i guai del prossimo. Ma ecco che quell'ottima persona, tanto dolce e amabile, di insospettabile moralità, la cui anima sembrava trasparente, non turbata da alcuna ombra di malevolenza, trascinata dal suo entusiasmo di neofita si lasciò spontaneamente sfuggire una di quelle confidenze che hanno il potere di fulminare colui che le raccoglie:
Il suo rimedio è fantastico! - mi disse. Ora che so come servirmene, non mi limiterò ad usarlo come cura. Lei conosce la mia amica, la signora G... È una donna terribile, cattiva come la peste e velenosa come uno scorpione. Mi ha già fatto del male senza che potessi difendermi. Sono in possesso di una sua fotografia, la porrò nello schema che lei mi ha dato e vi inserirò una buona dose di topicida che ora andrò ad acquistare in drogheria
.
Le teorie di Rousseau non sono il mio forte; non credo alla bontà congenita dell'uomo, e, oso dire, ancor meno a quella della donna, ma mi cullo volontieri nell'illusione che la natura umana può essere corretta e dirozzata fino a divenire quasi perfetta, grazie all'educazione, all'onore e al timore di Dio. Ora quella giovane donna smentiva le mie idee con una spontaneità del tutto immorale, manifestando l'intenzione di servirsi per la propria vendetta di quel minimo di potere che aveva acquisito.
Per me, la conseguenza pratica da trarre dal fatto consisteva ormai nell'obbligo di mantenere il massimo segreto su tutte le ricette di magica efficacia, di non divulgare il minimo rudimento di quelle nuove conoscenze che permettono oggi, utilizzando i metodi e le tecniche della scienza sperimentale, di riprodurre la maggior parte dei miracoli che vengono attribuiti al potere degli stregoni.
La mia decisione fu rafforzata da alcuni altri incidenti dello stesso genere che mi accaddero. Per diversi anni, tanto a voce quanto per iscritto, quando si trattava di scienze cosiddette occulte mi limitai a considerazioni di un rassicurante conformismo: non dicevo mai una sola parola sulle ricerche (e le scoperte) di laboratorio che occupavano la maggior parte del tempo di alcune persone sconosciute al pubblico e che procedevano silenziosamente sul cammino della conoscenza.
Ciò che mi fece cambiare d'opinione merita di essere raccontato, perché la storia è piacevole. Se così posso esprimermi, dirò che la mis via di Damasco è una via urinaria. Ma ascoltate.
Il tocco del maestro
Una sera, in campagna, durante una riunione tra vicini, la conversazione cadde sulle pratiche di stregoneria appena riferite dalla cronaca di un giornale.
Allorché si abborda un simile argomento, l'uditorio si divide sempre in due fazioni: vi sono quelli che ci credono
e quelli che non ci credono
, i sempliciotti e gli spiriti forti. Quando venne il mio turno di esprimere un'opinione, affermai che per riconoscere la realtà e l'efficacia dell'arte magica non era necessario ricorrere al sovrannaturale. Come avviene in cucina, si tratta di ricette che comportano de sottili dosaggi di ingredienti, uno stile e un rituale: lo stregone è un cuoco meticoloso, rigoroso. Perché il piatto risulti saporito, perché l'opera riesca, è necessario che le norme e le proporzioni siano rispettate nel modo più preciso. Il grado della riuscita dipende poi dal talento del cuoco.
Fui invitato a fornire degli esempi e, reso fiducioso dal calore co comunicativo delle ripetute sorsate di sciroppo di orzata, ebbi l'imprudenza di dare una ricetta, la più semplice la più strampalata che mi venne in mente, e spiegai:
Se desiderate fare un brutto scherzo a un amico potete divertirvi facendogli far pipì a letto per diverse notti di seguito. Il procedimento è facile: nel luogo in cui di solito egli libera la sua vescica, ai piedi di un albero o di un muro, prelevate un po' della terra impregnata della sua urina e chiudetela in un sacchetto di garza che, con l'aiuto di un cordoncino, sospenderete nella corrente di un piccolo corso d'acqua. Fino a quando la terra non si sarà completamente sciolta nell'acqua che scorre, la vostra vittima farà pipì a letto ogni notte, con sommo imbarazzo e confusione. L'incontinenza notturna provocata in questa cavia non è assolutamente pericolosa, si tratta solo di uno scherzo di magia, (puerile, se non onesto), uno scherzo di dubbio gusto, capace però di dimostrarvi, facendovi divertire, la potenza degli stregoni
Tutti i presenti scoppiarono a ridere e gli apprendisti stregoni si accordarono per procedere alla burla nei confronti di un contadino di cui conoscevano le abitudini urinarie, un uomo sposato da poco; il che
naturalmente, aumentava il lato piccante della faccenda. Tutte le indicazioni furono seguite a puntino, tuttavia dopo alcuni giorni, in seguito alla più indiscreta inchiesta condotta dai curiosi, ci si dovette arrendere all'evidenza: l'impresa magica era completamente fallita. I sempliciotti' furono delusi, e 'gli spiriti forti' trionfarono. Per quanto mi riguarda quell'insuccesso mutò il mio punto di vista, spingendomi ad uscire dalla mia riservatezza. Con soddisfazione mi resi conto del fatto che le ricette più sicure non possono riuscire senza il tocco del maestro, che un pezzo di plastico rimarrà inoffensivo fino a quando un'abile mano non vi applicherà un detonatore. Vi sarà sempre il punto di efficacia del segreto che non potrà essere ravvisato nella sola rivelazione del fare e che sarà trasmesso solo entro il margine libero di un esoterico insegnamento, quello del saper fare, dell'abilità che il maestro insegna al discepolo, senza parole.
Stando così le cose, potevo dire tutto senza provare scrupoli di coscienza: i fiammiferi che offro ai bambini non hanno fosforo e la prudenza non esigeva più che la magia rimanesse un campo d'azione riservato.
Per accertarmene totalmente, all'insaputa di tutti ricominciai sulla stessa cavia l'esperimento così miseramente fallito. Questa volta, tuttavia, non si trattò di un'impresa da dilettante: nella realizzazione dell'esperimento stesso non trascurai nulla, non un solo gesto, una sola parola o un solo desiderio e fui meticoloso nella scelta del luogo e degli accessori.
Il risultato non si fece attendere e lo conobbi attraverso la confidenza fattami dall'interessato che con piacere mi affrettai a rassicurare, promettendogli che la sua incontinenza non sarebbe durata una sola notte di più, e non mi fu difficile mantenere la promessa.
Il detonatore del Venerdì Santo
Se fosse stata necessaria una ulteriore prova dell'importanza decisiva che si deve attribuire al 'tocco del maestro' l'avrei avuta grazie a un'altra esperienza che feci e che desidero narrare perché costituisce una lezione tanto per gli scettici quanto per coloro che credono.
Una vecchia signora nata in Algeria conosceva il segreto per guarire tre disturbi assai comuni specialmente in Africa del Nord: il colpo di sole, l'orzaiolo e l'imbarazzo intestinale. Non era una guaritrice di professione, e si serviva di tale dono unicamente per aiutare i suoi familiari e i suoi amici. Scacciata dal proprio paese e rifugiatasi a Parigi, aveva continuato per qualche tempo a esercitare il suo caritatevole talento. In seguito, col sopraggiungere della vecchiaia, pensò di dover trasmettere il proprio segreto perché alla sua morte non andasse perduto. Quel segreto le era stato rivelato dalla madre, che a sua volta lo aveva ricevuto dalla propria genitrice, ecc., senza che fosse possibile trovare l'inizio della catena.
A causa di un imprevisto concorso di circostanze fui scelto quale erede di quel dono. La vecchia signora mi spiegò in che cosa consistesse il segreto e anzi me ne diede la ricetta scritta, nonché il testo delle preghiere adatte a ciascuna delle guarigioni che avrei avuto il potere di operare. Ma in realtà, mi disse lei potrà veramente guarire solo dopo che le avrò trasmesso il dono, e tale passaggio avviene a mezzogiorno del Venerdì Santo. Venga dunque a trovarmi quel giorno e concluderemo l'opera
.
Pur non essendo per natura credulo né superstizioso, accetto con curiosa simpatia tutti i procedimenti della fede, anche se sono ingenui o talvolta addirittura ridicoli e non rifiuto nessuno dei bizzarri accessori, nessuna delle derisorie smorfie che forse, dopotutto, sono solo il setaccio che permette di comunicare con alcune forze invisibili. Mi rassegnai dunque volentieri a ritardare di qualche giorno la mia partenza per le vacanze per essere a Santo e ricevere il segreto Parigi nel giorno nelle forme tradizionali. del Venerdì.
Tuttavia, senza attendere l'iniziazione, volli verificare se mi fosse possibile mettere in opera i nuovi poteri di cui conoscevo le modalità d'uso che la guaritrice aveva scritto di suo pugno. Si era in febbraio, e i 'colpi di sole' apparivano difficili da trovare, ma tanto gli imbarazzi intestinali, quanto gli orzaioli furono facilmente reperibili. Procedetti dunque all'applicazione delle mie ricette con cura meticolosa su alcuni casi assai caratteristici, ma il mio insuccesso fu totale.
Il giorno del Venerdì Santo fui puntuale all'appuntamento e la vecchia signora mi trasmise i suoi poteri. Non vi fu una cerimonia, né una vestizione, né lo scambio di formule misteriose, ma solo la ripetizione dei gesti e delle parole che già conoscevo, ma fatta in un certo giorno e a una certa ora: in ciò consisteva tutto il segreto, l'umile e derisorio detonatore che sarebbe stato sufficiente a rendere per me operativo il dono ricevuto. Alla prima occasione, e cioè pochi giorni dopo, potei verificare la cosa e fui turbato nel constatare che ormai il miracolo avveniva.
Fuoco alle polveri del miracolo
L'efficacia del segreto è legata a un soffio indefinibile che lo spirito fa passare sulla lettera, in un preciso momento. Si accende un faro verde invisibile (acceso da chi, come, perché?) che permette al 'potere' di passare. A questo punto ha inizio il vero mistero: nell’istante, cioè in cui il dono, la formula, il rito, la ricetta ricevono l'autorizzazione a divenire operanti. Gli stregoni di un tempo, per nascondere la loro ignoranza, facevano credere che la loro