Il viaggio
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Info su questo ebook
Il Viaggio è un racconto toccante che esplora i sentieri della perdita quanto quelli della rinascita, che lenisce la sofferenza di chi sta affrontando un lutto o una qualsiasi separazione, dimostrando che inaridirsi nel dolore non è l’unica via percorribile. Il cuore, alimentato dall’Amore autentico, continua a essere un motore potente e inarrestabile, regalando un assaggio di Infinito e di quell’Amore cosmico in cui tutti noi siamo immersi.
Tiziana Romana Musio, dopo gli studi al Liceo Classico e la laurea in Scienze Politiche, ha lavorato come Area Manager per oltre dieci anni nel settore turistico, in Italia ma soprattutto all’estero.
Curiosa, ambiziosa e amante della vita e dell’Amore, da sempre affascinata dai libri e dai viaggi, vive a Torino, dove ha diretto un college universitario per svariati anni, è attualmente Manager presso una Compagnia internazionale.
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Anteprima del libro
Il viaggio - Tiziana Romana Musio
Tiziana Romana Musio
IL VIAGGIO
© 2024 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma
www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com
ISBN 978-88-306-8982-4
I edizione febbraio 2024
Finito di stampare nel mese di febbraio 2024
presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)
Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa
IL VIAGGIO
Nuove Voci
Prefazione di Barbara Alberti
Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.
È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.
Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi
Non esiste un vascello come un libro
per portarci in terre lontane
né corsieri come una pagina
di poesia che s’impenna.
Questa traversata la può fare anche un povero,
tanto è frugale il carro dell’anima
(Trad. Ginevra Bompiani).
A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.
Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.
Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.
Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov
.
Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.
Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.
Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.
Introduzione
Quell’insieme di ineluttabili eventi che racchiudiamo nel concetto di «destino» spesso ci appaiono come scombinatori di piani e, mentre noi siamo intenti a fare i nostri progetti, ecco che il fato ci costringe a cambiare direzione e rivedere tutti i nostri intenti.
Capita poi che i cambiamenti che ci impone siano tutt’altro che gradite sorprese, e i pacchi-regalo che spedisce assomiglino più a pacchi-bomba pronti a esplodere e a lasciare tutto intorno solo fumo e cenere.
Tuttavia, nonostante la devastazione che talvolta riesce a provocare e la potenza con cui distrugge il disgraziato destinatario dell’indesiderato dono, nulla può contro l’Amore.
Ma c’è un Amore che va Oltre.
Un Amore capace di annullare le distanze, spaziare tra le dimensioni e trascendere la materia.
Un Amore che anche nel dolore, alimenta lo Spirito e indica la Via.
E tutti siamo immersi in questo Amore.
Premessa
Una storia d’Amore per celebrare l’Amore.
L’Amore che sembra impossibile, quello che è scritto che sia, quello che esiste e resiste, l’importante è non arrendersi e non smettere di crederci.
L’Amore terreno che sfida le distanze, le difficoltà, i limiti e le debolezze dell’uomo, fino ad arrivare a spingersi oltre le leggi della materia.
L’Amore che non si esaurisce con la morte del corpo, perché l’Amore non muore mai.
Il racconto di una storia d’Amore per coloro che nell’Amore non credono più, per chi sta affrontando un lutto, un divorzio o una separazione, per ricordare che pietrificarsi o inaridirsi nel dolore non è l’unico modo per affrontare le sofferenze che siamo chiamati a sostenere durante il nostro percorso terreno.
Per te, Amore mio.
Per il tuo sorriso, per l’arcobaleno che c’era nel tuo cuore, per il vulcano in costante fermento nella tua mente, per il colore del fuoco di ogni tua idea.
Per il calore di ogni tua carezza, per ogni tuo abbraccio e ogni tuo bacio.
Per la tua tenerezza, per le tue battaglie, per il tuo cuore di bimbo e la tua forza di uomo. Per il tuo profumo, per avermi fatto sentire «a casa» ovunque fossimo quando mi tenevi tra le braccia, per chi hai amato e per il nostro Amore, profondo, radicato, immutabile e non governato dalle leggi dello spazio e del tempo.
Noi
Abbiamo avuto poco tempo da condividere ma sono stati anni molto intensi i nostri, intensi come lo era il legame speciale che abbiamo avuto la fortuna di vivere.
Penso spesso a quando ti ho incontrato la prima volta ed è stato come riconoscerti. Ho sentito di avere vissuto la mia intera vita in preparazione al momento in cui ti avrei conosciuto.
Chiunque ci frequentasse, anche solo per una serata in compagnia, restava incantato e sorpreso dalla straordinaria energia d’Amore e complicità che irradiavamo. Ci guardavano con ammirazione e stupore perché rappresentavamo la manifestazione tangibile che ciò che in fondo tutti ricercano, ovvero l’Amore autentico, profondo e incapace di non manifestarsi con tutta la sua potenza, esiste. Ci siamo amati con ardore e passione, prendendoci cura l’uno dell’altro, alimentandoci con il fuoco delle emozioni. Andrea con orgoglio, non ha mai celato l’intensità dei sentimenti per la «sua donna» come amava definirmi, non perdendo l’occasione per celebrare me e il nostro Amore davanti a chiunque, anche in modo divertente e talvolta teatrale, come solo lui sapeva fare.
So che dovevamo incontrarci. Non so perché il nostro cammino insieme si sia interrotto così presto, ma sono certa che una ragione, anche se non la comprendo appieno, ci sia anche per questo.
Mi sento davvero molto fortunata per avere incontrato Andrea e avere vissuto un Amore così profondo e capace di andare oltre i limiti della materia. Un sentimento così incontaminabile e poderoso che, anche oggi che lui non è più fisicamente con me, mi fa respirare il senso dell’esistenza terrena e dell’intero Universo aprendo al cuore e allo Spirito la porta verso l’infinita Bellezza in cui tutti siamo immersi.
Amore mio, quando parlo di te a chi non ci ha incontrati insieme, a chi non ha avuto modo di vivere una storia straordinaria come la nostra o a chi è amareggiato a causa di personali esperienze esistenziali dolorose, ho l’impressione che le mie parole risuonino come se provenissero da chissà quale pianeta, ed echeggino come una forma di mitizzazione di te e del nostro Amore.
Ma non è affatto così. Ho sempre avuto queste convinzioni fortemente radicate dentro di me, fin dal nostro primo incontro. Mi sento fortunata e privilegiata per avere avuto la possibilità di intraprendere, in un cammino talvolta difficile e pieno di ostacoli, quel percorso di crescita che sentivo chiaramente avremmo affrontato insieme. Più volte mi è sembrato di potere vedere e quasi toccare la tua Anima, ti guardavo cadere e rialzarti e ti aiutavo a portare il peso di quel tuo cuore nel petto. Quel cuore che palpitava come il mio, soffriva come il mio, era ribelle e assetato di Amore e Conoscenza come il mio.
E oggi, che non sei più fisicamente al mio fianco, sento che mi hai trasmesso e lasciato tutto ciò che sei stato e sono fatta di un amalgama inscindibile nel quale non si può distinguere dove finisco io e dove inizi tu.
Andrea era un folle. Un genio. Un ribelle che seguiva le sue non-regole e tutto doveva essere estremo, portato al limite e oltre.
Era nato a Bassano del Grappa, città di Alpini, truppe di montagna impiegate in raid e imboscate svolte in ambienti estremi e addestrati alla resistenza.
E lui era proprio così e, tra una piuma e una medaglia, una lunga serie di grappe non mancava mai.
Era figlio degli anni Settanta, dell’epoca in cui c’erano le caramelle Tabù, le Morositas, i «più baci più piaci», la bimba con la mantella gialla e il gattino sotto l’impermeabile, e a casa c’era mamma che preparava il pranzo e papà che tornava dall’ufficio in giacca e cravatta.
Andrea credeva fortemente nella famiglia alla quale era profondamente legato e tirava sempre fuori da qualche tasca una foto di loro cinque insieme.
Amava suo fratello, che definiva il bello della famiglia e si sentiva di doverlo proteggere e aiutare costantemente, soprattutto da quando aveva avuto un figlio.
Amava sua sorella, sebbene le loro corde non suonassero sempre le stesse note all’unisono, e non si stancava mai di ricordare le loro serate da piccoli sul divano con Coca-Cola e patatine o di raccontare di quella chiave che gli aveva ferito il capo mentre,