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Scegliere la Terra
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E-book342 pagine4 ore

Scegliere la Terra

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Info su questo ebook

In questa edizione riveduta di Scegliere la Terra, Duane Elgin descrive la fase di pro- fonda transizione che il mondo si appresta a vivere, aprendo la strada a tre scenari futuri molto diversi tra loro: estinzione, autoritarismo e trasformazione. Prendendo innanzitutto coscienza della possibilità assai concreta degli scenari di estinzione e au- toritarismo, Scegliere la Terra getta lo sguardo ai prossimi 50 anni per esplorare il viaggio di iniziazione e trasformazione collettiva dell'umanità, attraverso decenni di disgregazione e collasso, verso una comunità planetaria più matura.

LinguaItaliano
Data di uscita13 mag 2024
ISBN9781734812190
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    Anteprima del libro

    Scegliere la Terra - Duane Elgin

    Dicono di Scegliere la Terra

    Il capolavoro di Duane Elgin costituisce il monito più potente e comprensivo riguardo alla Terra... Un libro travolgente, eloquente e saggio.

    — Alexander Schieffer, professore e co-autore di Integral Development.

    Non avevo mai letto un libro sulla crisi climatica globale scritto da un ‘maschio americano bianco’ che mi toccasse e mi arricchisse così profondamente.

    — Rama Mani, PhD, coordinatrice e organizzatrice presso il World Future Council.

    "Scegliere la Terra offre una visione audace e ottimista dell’imminente stato ‘olistico’ della civiltà umana".

    — Bruce Lipton, PhD, biologo, relatore, autore di Biology of Belief.

    Noi umani abbiamo una terza opzione: rispettare i limiti ecologici e rigenerare la Terra per il benessere di tutti.

    — Vandana Shiva, attivista ambientalista, ricercatrice, autrice di Earth Democracy.

    "Duane Elgin ha fatto la cosa più difficile che nessuno di noi vorrebbe mai fare. Leggere Scegliere la Terra ti cambia per sempre".

    — Sandy Wiggins, esperto di bioedilizia, business consapevole, economia ecologica.

    Il suo eccellente libro è molto in linea con le nostre preoccupazioni e priorità. I miei più calorosi saluti.

    — António Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite.

    "Scegliere la Terra descrive l’unica strada percorribile per il futuro: un tumultuoso cammino di iniziazione verso la maturità completa in quanto membri del vivente".

    — Eric Utne, fondatore di Utne Reader, autore di Far Out Man.

    Questo è uno dei libri più importanti per la nostra epoca e, probabilmente, il più importante documento sui pericoli del cambiamento climatico. Ogni politico e ogni dirigente dovrebbero leggerlo.

    — Christian de Quincey, filosofo, autore di Radical Nature, insegnante.

    La saggezza di ampio respiro di Duane Elgin in Scegliere la Terra è fondamentale in questo momento in cui crisi complesse e interconnesse richiedono soluzioni coerenti e altrettanto interconnesse. Un libro pionieristico e importante.

    — Kurt Johnson, PhD, biologo, leader inter-spirituale, professore, autore.

    Ogni forma di vita sulla Terra ha un debito di gratitudine nei confronti di Duane per averci fatto comprendere l’urgenza e le possibilità di rigenerazione attraverso Scegliere la Terra.

    — John Fullerton, ex amministratore delegato di JP Morgan, fondatore del Capital Institute.

    Pubblicato da Duane Elgin

    Copyright © 2022 Duane Elgin

    Questo libro fa parte del progetto Choosing Earth

    Per maggiori informazioni: www.ChoosingEarth.org

    Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o modificata in qualsiasi forma, compresa la fotocopiatura, la registrazione o qualsiasi sistema di archiviazione e recupero di informazioni, senza l’autorizzazione scritta di Duane Elgin, l’editore, salvo quanto previsto dalla legge sul copyright degli Stati Uniti d’America. Per le richieste di autorizzazione, contattare Duane Elgin tramite il sito

    www.ChoosingEarth.org.

    Design del libro e infografiche: Birgit Wick, www.WickDesignStudio.com

    Foto di copertina: Karen Preuss

    Grafico a pagina 56: Emily Calvanese

    Font: Georgia e Avenir Next

    Prima edizione in inglese: marzo 2020

    Seconda edizione in inglese: gennaio 2022

    Traduzione italiana di Roberta Papaleo e Sara Tecco: novembre 2023

    ISBN (Italian paperback): 978-1-7348121-8-3

    ISBN (Italian ePub): 978-1-7348121-9-0

    Dedicato a

    Roberta Papaleo e Sara Tecco,

    il cui generoso contributo,

    oltre alle eccellenti competenze e alla minuziosa cura,

    ha dato vita all’edizione italiana

    Andrew Morris,

    la cui guida ispiratrice ha mobilitato traduttrici di talento per portare a compimento l’edizione italiana

    Coleen LeDrew Elgin,

    che grazie al suo amore, alla collaborazione

    e agli instancabili sforzi ha dato alla luce

    quest’opera

    e

    Roger e Brenda Gibson,

    per il ruolo fondamentale svolto

    nel lancio del progetto Choosing Earth

    Indice

    Prefazione

    Alla soglia: angoscia, iniziazione e trasformazione di Francis Weller

    Parte I

    Un mondo in profonda transizione

    Iniziazione e trasformazione dell’umanità

    Sviluppare resilienza in un mondo che si trasforma

    Parte II

    Tre scenari futuri per l’umanità

    Estinzione, autoritarismo, trasformazione

    Scenario n. 1: estinzione

    Scenario n. 2: autoritarismo

    Scenario n. 3: trasformazione

    Parte III

    Fasi di iniziazione e trasformazione

    Scenario riassuntivo dell’iniziazione dell’umanità: 2020 – 2070

    Scenario di trasformazione completo

    Anni 2020 – Il grande declino: la disgregazione

    Anni 2030 – Il grande collasso: in caduta libera

    Anni 2040 – La grande iniziazione: il dolore

    Anni 2050 – La grande transizione: l’inizio della maturità

    Anni 2060 – La grande libertà: scegliere la Terra

    Anni 2070 – Il grande viaggio: un futuro aperto

    Parte IV

    Le forze edificanti di un futuro che si trasforma

    Forze edificanti della trasformazione

    Scegliere la vitalità

    Scegliere la coscienza

    Scegliere la comunicazione

    Scegliere la maturità

    Scegliere la riconciliazione

    Scegliere la comunità

    Scegliere la semplicità

    Scegliere il nostro futuro

    Ringraziamenti

    Un viaggio personale

    Prefazione

    Viviamo tempi turbolenti su questo magnifico pianeta. Qualsiasi pretesa di immunità crolla man mano che ci rendiamo conto di come le nostre vite siano intrecciate le une con le altre, con i letti di kelp e i ghiacciai che si sgretolano, con gli incendi boschivi e i livelli del mare in aumento, con i rifugiati e i sogni angosciosi dei giovani in tutto il mondo. Lo squilibrio che scuote il mondo è come un terremoto continuo lungo le linee di faglia della nostra vi ta psichica.

    Sono poche le cose che sembrano stabili. È come un sogno delirante. Forse abbiamo raggiunto la soglia iniziatica di cui abbiamo bisogno per svegliarci. Qualunque cosa accada, per poter superare le rapide di questo stretto passaggio dovremo impegnarci molto. Non sappiamo cosa ci aspetta, ma una cosa è certa: è tempo di intraprendere gesti coraggiosi. È tempo di svegliarsi e di prendere umilmente il nostro posto su questo incredibile pianeta. Il futuro parla attraverso di noi senza scrupoli.

    James Hillman, il brillante psicologo archetipico, scrisse: Il mondo e gli Dei sono morti o vivi a seconda della condizione delle nostre anime¹. In altre parole, la vitalità del mondo animato e sensoriale e il nostro incontro con il sacro dipendono dal fatto che le nostre anime siano pienamente vive! Un’anima risvegliata s’intreccia con il mondo vivente, con la sua bellezza, il suo fascino e la sua meraviglia, i suoi dolori, le sue ferite e le sue lacrime. Dato lo stato del mondo e la nostra vita piena di sentimento, dobbiamo fare una pausa e chiederci: "Qual è la condizione delle nostre anime?". Secondo quanto ci è dato osservare, prevalentemente sono disperate, vuote, fameliche, impoverite e afflitte dal dolore. Nel linguaggio di alcune culture tradizionali, diremmo che i nostri tempi hanno subito una perdita di anima. Perdere l’anima significa sentirsi svuotati di meraviglia, gioia e passione. È sentirsi tagliati fuori dai rapporti vitalizzanti con il mondo vivente, rimanendo isolati in un mondo indebolito. L’antica intimità con le molteplici sfumature della Terra, come la sua miriade di creature, la stupefacente profusione di colori e di fragranze, verrebbe dimenticata. Invece, ci sforziamo freneticamente per ottenere potere e guadagni materiali. Questa è la realtà dominante per gran parte della cultura bianca, tecnologica e tardo-capitalistica. La perdita dell’anima ci lascia appiattiti e vuoti, a volere sempre di più: più potere, più cose, più ricchezza, più controllo. Dimentichiamo ciò che veramente sazia l’anima.

    Ho trascorso quasi quarant’anni a seguire i movimenti dell’anima, soprattutto attraverso gli strati del dolore. Nella mia pratica di psicoterapeuta e in molti laboratori, ho potuto vedere la vasta gamma di sofferenze che portiamo nei nostri cuori. Traumi precoci, morti, divorzi, suicidi di parenti o amici cari, dipendenze, malattie e molto altro. Il bandolo della matassa di tutte le sofferenze è diventato dolorosamente evidente. Sempre più spesso, sento gli individui rammaricarsi non tanto per il dolore delle loro perdite personali, ma per il ridursi minuto per minuto del mondo vasto e selvaggio. Inscrivono nelle loro anime le sofferenze del mondo. Stranamente, questo mi dà speranza.

    Il peso di queste sofferenze personali e collettive è sufficiente a schiacciare i nostri cuori, costringendoci a voltare lo sguardo altrove e a trovare conforto nell’anestesia e nella distrazione. Quando, però, ci riuniamo e condividiamo queste storie di sofferenza nei rituali del dolore, qualcosa comincia a cambiare. Quando le nostre sofferenze sono testimoniate e condivise in una comunità ispirata alla compassione, il dolore può sorprendentemente trasformarsi in gioia, in un rinnovato amore per tutto ciò che ci circonda. Amore e perdita sono eternamente intrecciati. Riconoscere il nostro dolore significa liberare il nostro amore per donarlo al mondo che ci aspetta.

    Qualcosa, nelle profondità del tempo, sta profondamente cambiando. Sembra che la nostra negazione collettiva si stia incrinando. Non possiamo più negare che il mondo sta cambiando radicalmente. Avvertiamo nelle nostre ossa qualcosa che si rompe e, allo stesso tempo, sentiamo i nostri cuori appesantiti dal dolore. Forse sarà proprio la condivisione delle sofferenze, mossa dall’amore per questo pianeta unico e insostituibile, che alla fine innescherà il nostro impegno comune per rispondere alla dilagante denigrazione del mondo. Robin Wall Kimmerer scrive: Se il dolore può essere una via d’accesso all’amore, allora piangiamo tutti per il mondo che stiamo distruggendo, per tornare ad amarlo e restituirgli la sua integrità².

    La lunga oscurità

    Scegliere la Terra di Duane Elgin è un libro impegnativo che ci chiede di fare il duro lavoro di fendere le prossime ondate di rottura, smarrimento, caos e perdita. Ci invita a partecipare alla più difficile transizione che l’umanità dovrà mai affrontare: un invito che speravamo di non dover mai ricevere, perché indica che il pianeta è già radicalmente e irreversibilmente cambiato e che ora spetta a noi reagire. Eppure, questo inquietante momento di passaggio cela il seme di una possibile maturazione dell’umanità in una comunità planetaria. Tuttavia, come rivelato dal libro stesso, il passaggio sarà lungo e dovremo coltivare questi cambiamenti evolutivi per decenni e, molto probabilmente, per le generazioni a venire. Quindi, lettori e lettrici, persistete, anche se è difficile. Anche se il vostro cuore andrà in mille pezzi. Come disse Joanna Macy, ecofilosofa e studiosa buddista, il cuore che si apre può contenere l’intero universo.

    Elgin non offre rimedi per risolvere ciò che sta accadendo, né incoraggia un ritorno a un passato migliore, né suggerisce di arrendersi alla rovina. Riconosce con grande emozione che dobbiamo passare attraverso questo momento di iniziazione collettiva per assumere il nostro ruolo di adulti responsabili che collaborano alla creazione di una sana e vibrante comunità di esseri viventi. È una lettura impegnativa. Man mano che assimilate le informazioni, le tempistiche e il dolore della nostra storia in evoluzione, verranno rievocate molte cose. Continuate a leggere. Il futuro non è stabilito e ognuno di noi ha un ruolo nel plasmare ciò che verrà.

    Questa discesa ci porta in un luogo con una geografia diversa. In questo terreno adombrato, troviamo un paesaggio familiare all’anima: perdita, dolore, morte, vulnerabilità, paura. È un tempo di decadimento, di cambiamenti e di conclusioni, di caduta e di collasso. Non è un momento di crescita. Non è un momento di fiducia e di agio. No. Siamo trascinati al fondo. Fondo è la parola chiave. Dal punto di vista dell’anima, il fondo è terra santa. Veniamo condotti nei corridoi dell’anima.

    Entriamo in quella che potrebbe essere chiamata la lunga oscurità. E non lo dico con una nota di disperazione o con un atteggiamento di rassegnazione; piuttosto, riconosco e valorizzo il lavoro necessario che può svolgersi solo nell’oscurità. È il regno dell’anima, dei sussurri e dei sogni, del mistero e dell’immaginazione, della morte e degli antenati. È un territorio essenziale, inevitabile e necessario, che offre una forma di gestazione dell’anima che gradualmente dà forma alla nostra vita più profonda. Certe cose possono accadere solo in questa grotta dell’oscurità. Pensate alla rete selvaggia di radici e microbi, micelio e minerali, che rendono possibile tutto ciò che vediamo nel mondo diurno, oppure alle vaste reti all’interno dei nostri corpi, che portano sangue, sostanze nutritive, ossigeno e pensiero alle nostre vite corporee. Tutto ciò avviene nell’oscurità.

    Collettivamente, non connotiamo la discesa come qualcosa di prezioso ed essenziale. La maggior parte di noi vive in una cultura ascensionale. Amiamo le cose che crescono… in alto… in alto… sempre in alto. Quando le cose cominciano ad andare verso il basso, possiamo provare panico, incertezza e persino paura. Come possiamo affrontare questi tempi imprevedibili con un minimo di coraggio e di fiducia? Il coraggio di mantenere i nostri cuori aperti e la fiducia che qualcosa di significativo si celi nella discesa. Come possiamo vedere di nuovo la sacralità che dimora nell’oscurità?

    Per ritrovare questa sacralità, dobbiamo padroneggiare le maniere dell’anima. Mentre scendiamo sempre più a fondo nell’ignoto collettivo, dobbiamo sviluppare un nuovo modo di vedere. Dobbiamo rievocare le discipline dell’anima che ci consentiranno di orientarci nella lunga oscurità. È tempo di praticare l’ascolto profondo, che riconosce la saggezza negli altri e nella Terra sognante. Quando ascoltiamo profondamente, cominciamo a scoprire cosa vuole venire alla luce. Come chiede Alexis Pauline Gumbs, scrittrice e poetessa femminista nera, come possiamo ascoltare attraverso la specie, attraverso l’estinzione e la sofferenza?³.

    Le qualità e le discipline che dobbiamo mettere in pratica collettivamente includono:

    la moderazione, che offre un respiro, una pausa, un momento di riflessione, permettendo di rivelare le cose e facendo in modo che maturi qualcosa prima di entrare in azione;

    l’umiltà, che onora la nostra reciprocità e ci avvicina alla terra, un gesto ci ricorda che siamo intrecciati con il mondo vivente;

    il non sapere, che ci ricorda che viviamo in un momento indefinito, misterioso, in continua evoluzione. Non sappiamo cosa accadrà e questa verità ci mantiene umili e vulnerabili. E infine…

    il lasciar andare… radicato nella verità fondamentale dell’impermanenza. Ognuno di noi si prepara alla propria scomparsa e assiste al costante mutamento del mondo. Ci viene ricordato questo continuo processo di cambiamento.

    Ognuna di queste discipline ci aiuta a coltivare la nostra presenza nel mondo sotterraneo della lunga oscurità. Tra le competenze che dobbiamo sviluppare in questi tempi incerti c’è la nostra capacità di soffrire. Il nostro risveglio di fronte alla crisi climatica emergente e all’erosione del tessuto sociale ha scosso persino la nostra fiducia di base nel futuro. Di conseguenza, ci troviamo di fronte a una verità vitale: stiamo entrando in una iniziazione turbolenta.

    Iniziazioni turbolente

    L’incertezza ha bussato alla nostra porta e si è insinuata nella nostra vita. Ciò che una volta era stabile e prevedibile è stato scosso e abbiamo iniziato una ripida discesa nell’ignoto, circondati da insicurezza, paura e dolore. Molti dei miei clienti confessano che ciò che più li preoccupa è la condizione del mondo! I sintomi non si limitano più alle nostre realtà intrapsichiche, ovvero le storie, le ferite e i traumi personali. Oggi il paziente è il pianeta stesso, che manifesta sintomi di crollo, depressione, ansietà, violenza e dipendenza: vengono percepiti nell’intero corpo della Terra e scuotono la nostra base psichica nel profondo, influenzando qualsiasi cosa.

    All’interno della nostra sofferenza condivisa, si celano i semi non maturi dell’iniziazione.

    Ogni giorno, veniamo a sapere dell’ultimo spaventoso rapporto sul clima, delle violazioni ai nostri amici umani e non solo umani, delle tragedie in tutte le parti del mondo. Le nostre psiche sono sommerse. In quanto individui, è per noi difficile comprendere la portata della sofferenza e della perdita. Non siamo fatti per questo livello di trauma persistente e collettivo, ma per metabolizzare le difficoltà e i dolori della nostra comunità locale e affrontare le nostre sofferenze. Imparare a digerire una più ampia realtà emergente richiede il supporto della comunità, rituali che possano aiutarci a rimanere connessi alle nostre anime e una storia avvincente che ci inviti a sognare il possibile. Senza profonde connessioni, continueremo ad affidarci a strategie di evitamento e di impegno eroico, sperando di aggirare l’incontro con il dolore.

    Mentre digeriamo lentamente i contenuti di Scegliere la Terra, ci rendiamo conto che stiamo rotolando verso una iniziazione turbolenta, con alterazioni radicali nel nostro panorama interno ed esterno, allo stesso tempo profondamente personali e violentemente collettive, che ci legano gli uni agli altri. Tutte le persone che incontriamo, al negozio di alimentari, in fila alla stazione di servizio, portando a spasso il cane, sono intrappolate in questo spazio liminare tra il mondo che conosciamo e lo strano mondo emergente. Resistete!

    Tradizionalmente, il profondo lavoro delle iniziazioni era mirato a sradicare una vecchia identità. Il processo era pensato per produrre abbastanza intensità e calore per cuocere l’anima e preparare gli iniziati a prendere il loro posto nella cura e nel mantenimento della comunità. Non riguardava mai il singolo individuo. Non si trattava di perfezionamento o di miglioramento personale. No. L’iniziazione era un atto di sacrificio in nome della più vasta comunità in cui la persona iniziata veniva introdotta e alla quale diventava fedele. Si preparava a entrare nel suo ruolo di mantenitrice della vitalità e del benessere del villaggio, del clan, del bacino idrico, degli antenati e del continuum delle generazioni a venire.

    Gli incontri iniziatici dovrebbero cambiarci radicalmente. Non vogliamo uscire da questi tempi turbolenti senza cambiare, a livello personale o collettivo. In questo momento storico, dobbiamo rispondere a un cambiamento radicale. Questo periodo di iniziazione turbolenta è stato causato da diverse crisi: instabilità economica, sconvolgimenti culturali e politici, massicce delocalizzazioni di rifugiati, ingiustizia razziale e di genere, carenza di cibo e acqua, disponibilità incerta di assistenza sanitaria e non solo. Alla base di queste crisi c’è il collasso dei nostri sistemi ecologici. Man mano che questa realtà si avvicina e il confine immaginario che ci separa dalla natura si assottiglia, ci rendiamo conto che il senso del nostro essere è totalmente intrecciato con le barriere coralline e le farfalle monarca, con i tonni pinna blu e le foreste vergini. Il loro declino coincide con la nostra crisi. Come scrive Elgin, l’eco-collasso porta al collasso dell’ego. Il contenitore Terra si sta sgretolando, e con esso l’illusione della separazione. La nostra iniziazione turbolenta è la morte della nostra identità adolescenziale collettiva. È tempo di maturare.

    E adesso? Come facciamo a navigare l’onda anomala dell’incertezza? Come dialoghiamo con il mondo in assenza dell’ordinario? La paura può scuoterci e farci attivare modelli strategici di sopravvivenza. Ciò è evidente nel riemergere di vecchie modalità, come il capro espiatorio, la proiezione, l’odio e la violenza. Questi modelli possono consentire ad alcuni di evitare la discesa temporaneamente, ma non possono aiutarci ad attraversare questa soglia tremula verso una civiltà planetaria. Per questo dobbiamo amplificare l’efficacia del nostro lato adulto. Come per ogni vera iniziazione, è necessario far maturare il nostro essere e addentrarci più pienamente nella nostra identità stabile, radicata nell’anima. Dobbiamo diventare immensi, capaci di accogliere tutto ciò che si presenta alla porta del cuore.

    L’apprendistato del dolore

    Inevitabilmente, la nostra iniziazione collettiva ci porterà faccia a faccia con estremi livelli di perdita e dolore. Elgin lo afferma molto chiaramente. L’attuale selezione delle specie impoverirà la biodiversità terrestre in modo impressionante nei prossimi decenni. Tra gli esseri umani, il numero di morti si moltiplicherà con la scomparsa delle fonti di cibo e acqua e la violenza a livello locale aumenterà per la diminuzione dell’accesso alle risorse. Le disparità economiche causeranno un livello di sofferenza indicibile per miliardi di individui. Il dolore sarà la chiave di volta per il prossimo futuro. Potremo rimanere presenti a questa ondata di perdita se sapremo coltivare questa abilità essenziale. Dobbiamo fare un apprendistato del dolore.

    Il nostro apprendistato comincia quando ci rendiamo conto che il dolore è sempre presente nelle nostre vite. Si tratta di una difficile presa di coscienza, ma ci dà l’opportunità di aprire il nostro cuore a un amore più profondo per la nostra vita unica e per il mondo spazzato dal vento di cui facciamo parte. Iniziamo semplicemente con il raccogliere i frammenti di dolore disseminati sul pavimento della nostra casa. Cominciamo sviluppando la nostra capacità di tenere il dolore nella tenera capanna del cuore. Attraverso questa pratica, impariamo ad accogliere la presenza pervasiva e inglobante del dolore. E poi invitiamo una, due… altre persone fidate, per raccogliere e condividere le ondate di dolore che si infrangono a riva. La nostra capacità di dare amore e conforto si espande con il dolore dell’altro, il nostro dolore troppo grande per essere contenuto trova la libertà nella testimonianza altrui⁴.

    Il dolore è più di un’emozione; è anche una facoltà fondamentale dell’essere umano. È un’abilità che dobbiamo sviluppare, altrimenti ci ritroveremo ai margini della nostra vita nella speranza di evitare l’ineluttabile intreccio con la perdita. Attraverso i rituali del dolore, maturiamo come esseri umani. Il dolore sviluppa serietà e profondità nella psiche. Fortunatamente, possiamo sintetizzare un rimedio per l’anima nostra e del mondo a partire dal dolore.

    Una delle pratiche essenziali del nostro apprendistato è la capacità di sostenerci gli uni con gli altri in tempi di dolore e trauma. Questa abilità è stata in gran parte persa sotto il peso estremo dell’individualismo e della privatizzazione, soprattutto nelle culture occidentali e industriali. Ciò ha avuto un impatto profondo su come processiamo e metabolizziamo i nostri incontri personali con la perdita e con intense esperienze emotive. Senza il contenitore familiare e affidabile della comunità, questi momenti possono penetrare nella nostra vita psichica, lasciandoci distrutti e scossi, spaventati e incerti sul nostro prossimo passo.

    Trauma è qualsiasi incontro, intenso o prolungato, che travolge la capacità della psiche di elaborare l’esperienza.

    In questi momenti, ciò che abbiamo davanti è troppo intenso da accogliere, integrare o comprendere. Il carico emotivo satura la nostra capacità di dare un senso all’esperienza, e ci sentiamo sopraffatti e soli. L’assenza di un ambiente di supporto adeguato, capace di sostenerci in questi momenti, genera esperienze traumatiche. In altre parole, il dolore in sé non è traumatico. È il dolore non testimoniato a esserlo. Questo tempo di cambiamento rapido e straziante a livello planetario ci ricorda che siamo tutti coinvolti e che possiamo offrire gli uni agli altri lo spazio necessario per elaborare il nostro dolore comune.

    Ma che dire dei traumi che ci colpiscono dal resto del mondo? Qui, Elgin propone un nuovo modo di inquadrare la situazione globale. Introduce il concetto di stress traumatico planetario cronico (CTPS) e scrive: "La differenza tra PTSD (disturbo da stress post-traumatico) e CTPS è che, invece di essere un episodio relativamente breve e limitato, il trauma dura tutta la vita ed è di portata planetaria. Non c’è

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