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Arcobaleni
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E-book160 pagine1 ora

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Info su questo ebook

Fin dall'inizio di questa avventura che è stata la stesura del libro della mia vita, ho vissuto nel dubbio se il fatto di rendere pubbliche tutta una serie di esperienze, alcune "ai limiti", fosse la cosa giusta da fare. Non è passato giorno in cui la lotta tra il "lo faccio" o "non lo faccio" non sia stata presente nella mia mente ma, posta davanti questa scelta, sono rimasta coerente con le mie idee decidendo di agire sempre e comunque. Non è stata una decisione indolore mettere a nudo le cicatrici, ma facendolo mi sono accorta che è stata la maniera per farle rimarginate alla perfezione. Ho avuto la prova che, se una ferita la tieni coperta, di certo la nascondi, ma il processo di risanamento è molto più lungo. Con questa biografia ho strappato via tutti i cerotti che tappezzavano la mia anima, e ora posso affermare che il processo di guarigione si è completato in pieno
LinguaItaliano
Data di uscita16 mag 2024
ISBN9791222742908
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    Anteprima del libro

    Arcobaleni - Francesca Sanavia

    Prefazione

    Ciao, per prima cosa mi presento. Sono Francesca, ho da poco varcato la soglia degli anta e, siccome fin da bambina avrei tanto voluto scrivere, eccomi qua, davanti a uno schermo a battere le dita sulla tastiera per trasformare ricordi ed emozioni in parole, frasi e capitoli. Ma, diversamente da quanto avrei voluto, non si tratta di una favola bella intrisa di romanticismo, piuttosto di una di quelle cronistorie che di favolistico hanno ben poco. Del progetto infantile di infarcirla di castelli, spade e cavalieri che superano prove all’apparenza insormontabili per conquistare la principessa prigioniera del malvagio di turno, non è rimasto nulla. Avrei voluto scrivere una di quelle storie che danno vita ad un mondo dove la fantasia la fa da padrona e i cattivi in fondo poi così cattivi non lo sono quasi mai. Invece mi sono trovata a fare un bilancio consuntivo della porzione di vita vissuta fino ad oggi e ho preferito mettere su carta la ricostruzione di questa, la mia, che assomiglia a quella di una Cenerentola moderna. Ho deciso di riordinare tutto quello che sono riuscita a ricordare, andando a scavare con metodo archeologico nei meandri più profondi della mia mente, a volte con il piccone e la pala meccanica, altre volte con raschietto e pennellino. Quello che ne è scaturito è stato un viaggio al centro della mia anima a cavallo delle mie emozioni.

    Fin dall’inizio di questa avventura che è stata la stesura del libro della mia vita, ho vissuto nel dubbio se il fatto di rendere pubbliche tutta una serie di esperienze, alcune ai limiti, fosse la cosa giusta da fare.

    Non è passato giorno in cui la lotta tra il lo faccio o non lo faccio non sia stata presente nella mia mente.

    Il dubbio...

    Un tarlo che si insinua mentre stai percorrendo la strada che hai scelto dopo che la vita ti ha messo davanti a un bivio. Indipendentemente da quale delle alternative imbocchi, il futuro da quella decisione in poi non sarà più lo stesso.

    "I nostri dubbi sono traditori,

    e ci fanno perdere il Bene

    che potremmo ottenere

    perché abbiamo paura di tentare"

    William Shakespeare

    Per mia indole e per esperienza personale, posso affermare che, posta di fronte al dover decidere tra attendere o passare all’azione, ho sempre preferito procedere, nonostante abbia constatato essere la soluzione con maggiori incognite, quella via che si illumina di poco ad ogni passo. Quella che spesso ho dovuto percorrere fino in fondo prima di avere delle risposte. La comodità della non azione non mi ha mai portata ad un miglioramento.

    Posta davanti ad una scelta, sono rimasta coerente con le mie idee decidendo di agire sempre e comunque. Da una di queste è scaturito questo libro, nel quale sono presenti molti esempi di quanto ho appena affermato. Non è stata una decisione indolore mettere a nudo le cicatrici, ma facendolo, al termine del cammino, mi sono accorta che si sono rimarginate alla perfezione. Ho avuto la prova che, se una ferita la tieni coperta, di certo la nascondi, ma il tempo di recupero è molto più lungo, e certamente diminuisce di parecchio la capacità di accettare quel segno una volta rimossa la protezione.

    Con questa biografia ho strappato via tutti cerotti che tappezzavano la mia anima, e ora posso affermare che il processo di guarigione si è completato in pieno.

    Dove ho trovato la forza di esporre alla luce del sole tutta la mia vita privata, considerato il fatto che ognuno che sfoglierà queste pagine avrà nero su bianco la cronaca di episodi che mi sono accaduti, oltre al fatto che le mie due bimbe ne verranno messe al corrente quando saranno in grado di comprendere alcuni passaggi critici?

    La risposta si è fatta attendere fino all’ultimo, a stesura ormai completata e in fase di correzione. Erano trascorsi nove mesi da quando avevo iniziato a scrivere, esattamente il tempo di una gestazione, e quella mattina entrò ancora una volta quel pensiero, quel dubbio.

    Trovandomi a casa, decisi di accendere la televisione per sviare la mente, tuffandomi in un episodio del mio serial preferito.

    Lo pubblico... non lo pubblico...

    ...

    È giusto... non è giusto...

    Ero tra questi pensieri quando la protagonista si trova a vivere un episodio simile ad uno descritto nel mio diario. Quella è la scintilla che le fa decidere di scrivere le sue memorie giorno dopo giorno. Ne esce un libro autobiografico dove spicca in primo piano proprio quell’episodio shoccante. Ma pure lei, come me, viene invasa dagli stessi dubbi in merito al fatto se sia giusto pubblicarlo, e come sarebbe cambiata la sua immagine una volta stampato. Si trattava della sua intera vita, messa a disposizione di chiunque e in maniera definitiva, senza possibilità di ripensamenti.

    Nei giorni successivi si susseguono una serie di vicende che fugano ogni dubbio.

    La sua forza, la sua determinazione, l’appoggio di un'amica che lavora nell’editoria e qualche conoscente al quale fa leggere il manoscritto, sono l’insieme di fattori che la portano a prendere la decisione di metterlo a disposizione dei lettori.

    La conferma che quella è la strada giusta le arriva di lì a poco.

    Un’amica che aveva vissuto un incubo identico al suo, e che non aveva ancora superato, le piomba in ufficio e le chiede in che modo sia riuscita a lasciarsi alle spalle un trauma così forte. La sua risposta è esattamente quella che aveva scritto nel libro. Vede quella donna uscire dalla stanza rincuorata perché non si sentiva più sola. Non doveva più vergognarsi di sé stessa, perché un’altra donna aveva provato le stesse sensazioni ed era riuscita ad affrontare con successo quella fase buia della sua vita.

    La via d’uscita si trovava in quel plico di fogli e avrebbe potuto essere d’aiuto a chissà quante altre persone.

    Il cuore iniziò a battermi forte dall’emozione.

    Lo schermo del televisore era diventato uno specchio e quella persona che vedevo non era più l’attrice protagonista, ma ero io.

    Sincronicità?

    Fatalità?

    Che importa? Avevo chiesto inconsciamente risposte e consciamente mi sono arrivate al momento giusto.

    Questa è la mia vita che, come miliardi di altre in tutto il mondo, è fatta di alti e bassi, ma è quella che ho vissuto sulla mia pelle. Proprio perché credo che qualcuno potrebbe rivedersi in alcuni episodi esposti, ho deciso di proporre un esempio di come ho affrontato i passaggi critici e quali strategie ho adottato per superarli e giungere al famoso:

    ... e vissero tutti felici e contenti.

    che sancisce la fine dell’esistenza passata e contemporaneamente assume il ruolo di incipit della nuova.

    Non anticipo nulla, al termine del libro sarà tutto chiaro. Per questo motivo consiglio di leggerlo seguendo la progressione cronologica, immaginando, pagina dopo pagina, di vestire i miei panni e magari pensare:

    Come avrei agito io al posto suo?

    Se invece a un certo punto la curiosità diventasse talmente forte da sentire l’irrefrenabile impulso di saltare a piè pari la parte centrale per approdare con un solo balzo alle pagine finali, come marinai attratti dal canto delle Sirene, non lo posso certo impedire, ma sarebbe come mangiare il bordo della pizza lasciando raffreddare tutta la parte interna che, naturalmente, poi non avrà più lo stesso sapore di quando è appena sfornata.

    Detto questo, ho deciso di iniziare con la più classica delle aperture:

    C’era una volta... una bambina che è venuta al mondo solo perché l'ha fortemente voluto, lottando come un leone sin da quando si trovava nella pancia della mamma. La Cenerentola moderna di cui sopra, senza uno straccio di Fata Madrina che con un tocco di bacchetta magica trasformasse una difficoltà in opportunità. Per la verità qualche angelo custode non mi è mancato, ma, nel momento del vis a vis con la vita, dovetti fare affidamento solo sulla mia volontà di non mollare, e già nel grembo materno ebbi l’occasione di dare prova di possedere questa dote.

    Sebbene mi trovassi nel luogo più protetto per un essere vivente, mia mamma mi mise subito alla prova. In quell’ambiente dove si avvertono i primi segnali di vita, il battito del cuore della propria madre, i fruscii ovattati del mondo esterno, io dovetti estrarre armi nuove di zecca che nemmeno sapevo di avere e affrontare il mio primo scontro. Quel nido, che normalmente permette al corpo della nuova creatura di svilupparsi in santa pace in attesa di nascere, nel mio caso è stato il primo teatro di battaglia dove il pareggio non era una delle alternative ammesse. Da lì cominciò una lunga sequenza di scontri che dovetti affrontare con mia madre, e fu anche la prima delle numerose vittorie, spesso dolorose, che mi permisero di riportare la mia vita su un binario accettabile.

    Il mio desiderio di nascere, privo di una volontà razionale, fu direttamente proporzionale agli sforzi che la genitrice impiegò per impedirmelo. Ce la mise tutta per evitare di accollarsi una creatura vita natural durante. Ci si impegnò sin da quando scoprì che quel fastidioso gonfiore addominale altro non era che la presenza della sottoscritta oramai al quinto mese di sviluppo.

    Per il restante periodo prima del parto, non ci fu tregua. Dovetti dare fondo a quelle stille di energia che solo un minuscolo esserino in fase di gestazione può avere. Il mio corpo si impegnò al massimo per crescere fino al punto di essere sviluppato abbastanza per attraversare il tunnel che mi avrebbe portata a vedere la luce.

    Ancora non sapevo che mi stavano aspettando sfide che nessuna figlia dovrebbe mai affrontare, ma, nonostante ciò, sono fermamente convinta che venire al mondo sia stata l’opzione migliore.

    Da quel giorno sono passati quarant’anni, e di macerie ne ho stipate nella discarica interiore fino al limite ammissibile. Per questo motivo ho deciso di scrivere questo libro, il cui scopo principale è quello di fare pulizia nell’armadio personale pieno zeppo di detriti emotivi. Ogni volta che mia madre tentava di uccidermi moralmente e come persona, io dovevo impegnarmi per trovare una strategia per non farmi abbattere. Anche quando alcuni colpi andavano a segno, non potevo permettermi il lusso di leccarmi le ferite e piangermi addosso,

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