Felicemente ex
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Info su questo ebook
Casa, lavoro, una figlia adolescente: la vita di Rita sembra tranquilla, condita qua e là da sprazzi di caos grazie a una madre a dir poco invadente e a uno scler-capo imprevedibile. Che non mancherà di metterla in difficoltà: come sua madre. Come sua figlia. Come il suo gatto. Come i suoi sogni, ironici e beffardi, che la catapulteranno, insieme a tutto il resto, in situazioni rocambolesche e imbarazzanti. Disposta a tutto pur di salvare la faccia, Rita dovrà fare i conti con se stessa e reagire con un'autoironia e una determinazione degne, ormai, di una donna felicemente ex.
Oltre a pubblicare diversi romanzi ("Fuori di cuore", "Il lupo è veramente cattivo", "Protagonista: altro che favola!") Angela Barbieri collabora con la Montegrappa Edizioni ed è ideatrice e organizzatrice del Premio per Poesia "Alla ricerca della Prima Perla".
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Anteprima del libro
Felicemente ex - Angela Barbieri
a cura di Mondoscrittura
Angela Barbieri
Felicemente ex
Romanzo breve
Prima edizione maggio 2015
ISBN 9788867757763
© 2015 Angela Barbieri
Edizione ebook © 2015 Delos Digital srl
Piazza Bonomelli 6/6 20139 Milano
Versione: 1.0
TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Sono vietate la copia e la diffusione non autorizzate.
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Indice
Il libro
L'autore
Felicemente ex
Prologo
Prima parte
Il trenino di Caronte
Tra favola e realtà… o solo realtà
Non vedo, non sento… ma devo parla’
Santa Barbara… aiutami tu!
Tu
Limetta e lingerie L&L
Modello Giuditta!
Forse è bene seguire il suo consiglio…
…ma forse non era esattamente questo che intendeva dire!
A.A.A. Testa d’ariete cercasi
Monella
Scler-capo show
Kunta Kinte
Shopping time
Seconda parte
Altro giro, altra corsa
Sogno o son desta?
Sveglia!
Delos Digital e il DRM
In questa collana
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Il libro
Metti una mamma invadente, un capo imprevedibile e una figlia adolescente. Metti che una notte un finto sogno premonitore venga a disturbarti. Metti che tu voglia reagire. Con determinazione. E autoironia. Ed essere infine... felicemente ex!
Casa, lavoro, una figlia adolescente: la vita di Rita sembra tranquilla, condita qua e là da sprazzi di caos grazie a una madre a dir poco invadente e a uno scler-capo imprevedibile. Che non mancherà di metterla in difficoltà: come sua madre. Come sua figlia. Come il suo gatto. Come i suoi sogni, ironici e beffardi, che la catapulteranno, insieme a tutto il resto, in situazioni rocambolesche e imbarazzanti. Disposta a tutto pur di salvare la faccia, Rita dovrà fare i conti con se stessa e reagire con un’autoironia e una determinazione degne, ormai, di una donna felicemente ex.
L'autore
Oltre a pubblicare diversi romanzi (Fuori di cuore, Il lupo è veramente cattivo, Protagonista: altro che favola!) Angela Barbieri collabora con la Montegrappa Edizioni ed è ideatrice e organizzatrice del Premio per Poesia Alla ricerca della Prima Perla
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Prologo
Non potevo, che so, sognare Raul Bova? Un’immagine onirica maschile sarebbe stata certamente più consona alla mia attuale situazione.
E invece no.
La protagonista del mio sogno è stata l’ultima persona al mondo che avrei voluto ne facesse parte, accidenti a me.
E come ne ha fatto parte.
Certo che, senza quel maledetto sogno, non avrei promesso una bugia.
Ma sembrava tutto così vero.
E ora sono nei guai.
Non ho mai ceduto alle pressioni di mia madre, donna dal DNA preistorico che ha passato l’intera vita a cercare di nasconderlo, spacciandosi per una donna moderna.
Moderna mia madre, sicuro.
E io sono Lady Gaga.
Eppure è così credibile: tutti ci cascano, una vera attrice.
In tutti questi anni mai un cedimento strutturale del suo bel castello di carta, così solido da resistere anche allo tsunami della mia separazione.
Tanto di cappello, mamma.
Perché stavolta c’ero caduta nel tuo tranello, con tutte le scarpe. Mi ero illusa di essere finalmente una donna libera. Libera da un matrimonio finito ormai alle spalle e da una madre che non era poi quel canaccio che avevo sempre creduto.
E invece eccola tornare, quell’insistente goccia cinese, dritta sulla mia fronte, a ricordarmi che ormai la forza di gravità è alle porte e che se non avessi aiutato un po’ gli eventi allora sì, sarei rimasta single a vita.
E questo, lei, non poteva accettarlo.
Dopo una serie d’improbabili pretendenti da lei forniti per la mia seconda possibilità, ho finalmente realizzato: per l’ennesima volta era stata brava a mascherare la vera natura di donna antiquata e ancorata al sistema.
La sua teoria si basa su teoremi purtroppo ampiamente dimostrabili secondo i quali, dopo una certa età, i vari punti del corpo di una donna sono spinti inesorabilmente verso il basso dalla tanto temuta gravità e che, dopo anni e anni di lotta estenuante, questa riusciva sempre e comunque a vincere la guerra finale.
Per questo dovevi giocare le tue carte prima che questo accadesse, perché da quel momento in poi il tuo destino é segnato: rimanere sempre e per sempre sola.
Ora, poteva lei donna falsamente moderna accettare così, senza combattere, che la sua unica figlia restasse single e felice di esserlo?
Assolutamente no, visto che da quel momento si era trasformata nell’eterna goccia cinese sopra citata.
Che siano state tutte quelle gocce a trasformare la location del mio sogno in un fiume lunghissimo?
Boh.
Un fiume strano che nasceva già grande, senza un inizio, un’enorme piscina scavata nella montagna e di cui non riuscivo a vedere la fine; su degli spalti improvvisati c’ero anch’io, a tifare la mamma che stava per tuffarsi.
Ho ben chiaro il suo sorriso mentre, nell’infilarsi la cuffia al silicone, si girava verso di me e spavalda, mi rassicurava.
– Tanto non ho mica paura!
Cioè, mia madre che non ha mai fatto il bagno neanche nella piscina dei bambini, ora stava per gettarsi nelle acque di quel fiume enorme, attrezzata di cuffia e scarpette per non scivolare, così a proprio agio in un ambiente mai frequentato, e che felice di quel salto nel vuoto, mi rassicurava sorridente di non avere paura.
Incredibile.
Quel fiume nato dal nulla e infinito era attraversato da una moltitudine di canoe che issavano a bordo i tuffatori per poi tagliare un traguardo posto a una ventina di metri. A quel punto sparivano per sempre alla mia vista, inghiottiti da quel fiume infinito.
Sul loro destino era mistero: le canoe tornavano a prendere nuovi tuffatori prive dei precedenti ospiti. La cosa mi aveva molto impaurita.
Da quel nulla le canoe tornavano vuote. Tristemente vuote.
Dove finivano i passeggeri?
Nel momento in cui ho compreso che anche mia madre non sarebbe tornata, ho tentato di impedirle di tuffarsi ma quella, con un’agilità insospettata, s’è divincolata dal mio abbraccio tuffandosi verso l’ignoto.
L’angoscia mi ha bruscamente svegliata con una domanda orribile nella testa: e se nella dimensione onirica mi si stava spalancando una pagina del prossimo futuro?
Sono un cielo sereno colpito all’improvviso da un fulmine: perché quel fiume era Acheronte, ne sono arcisicura. E nelle canoe i vogatori, che aiutavano i malcapitati a salire a bordo, altri non erano che gli assistenti del famigerato Caronte.
E se il mio fosse stato un SOGNO PREMONITORE?
Ecco, non ho voluto prestare attenzione alle parole del medico la settimana scorsa, quando dopo aver letto le analisi di controllo della mamma, si é raccomandato di prestare maggiore attenzione alla sua dieta e alla sua idratazione; lì per lì, mentre lo ascoltavo, ho semplicemente pensato l’erba cattiva non muore mai.
E invece, molto probabilmente, la mamma sta per morire!
Sì lo so: sto esagerando. È l’ansia, e anche un po’ il senso di colpa, ma ora rimetto tutto a posto e ricomincio a ragionare.
Certo, potevo farlo un attimo prima di promettere a mia madre di andare alla sua festa (tra poco più di una settimana) con il mio nuovo fidanzato.
Che volete, sul filo di lana ho ceduto, credevo stesse per morire.
E ALLORA ADESSO CHE RICHIAMO A FARE L’ANSIA SE POI IL PASTICCIO È GIÀ STATO COMBINATO?
Perché se è vero che un giorno mia madre morirà, come tutti, dubito che lo faccia entro sabato prossimo: a dirla tutta, salvo che la investano o che la colpisca un fulmine, le sue condizioni sono ben lontane dal riservarle un’imminente dipartita.
Dopo tanto resistere, alla fine, sono caduta nel suo gioco.
Guardo l’orologio: le sei. Uffa, tra sogni, promesse improbabili e