Salario, prezzo e profitto
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Nato da un’esposizione che Marx fece nel 1865 nella sede del Consiglio Generale dell’Associazione Internazionale degli Operai, questo opuscolo è un modello di divulgazione. In poche decine di pagine, in una forma semplice e piana, si ritrovano alcune delle nozioni più importanti e complesse della grande opera alla quale Marx stava lavorando, Il capitale.
Pur dovendo “sorvolare su un mucchio di cose” – come scriveva a Engels – perché “non si può condensare un corso di economia politica in un’ora”, Marx rendeva accessibili a un largo uditorio concetti come valore-lavoro, plusvalore, forza-lavoro, senza smarrire il necessario rigore di analisi.
È questo che fa ancora oggi di Salario, prezzo e profitto una lettura avvincente per chiunque voglia accostarsi alle categorie essenziali dell’economia capitalistica.
Karl Marx
Karl Marx (1818–1883), dessen Eltern beide aus bedeutenden Trierer Rabbinerfamilien stammten, studierte nach dem Abitur zunächst Jura in Bonn, wechselte aber ein Jahr später nach Berlin, wo er früh zu den Linkshegelianern um Bruno Bauer stieß. Nach der Promotion 1841 wurde ihm von der preußischen Regierung aus politischen Gründen der Eintritt in eine akademische Laufbahn verwehrt. Er wurde Herausgeber der liberalen Rheinischen Zeitung, musste allerdings bereits 1843 angesichts der preußischen Zensur nach Paris und später nach Brüssel emigrieren. In Paris begann Marx, sich mit politischer Ökonomie zu beschäftigen, und entwickelte in Kritik an den französischen Sozialisten einen eigenständigen politischen und philosophischen Standpunkt. Mit Friedrich Engels, der 1845 mit ihm nach Brüssel ging und ihn zeitlebens auch finanziell unterstützte, verband ihn eine lebenslange Freundschaft sowie enge politische und publizistische Zusammenarbeit. Im Revolutionsjahr 1848 verfassten Marx und Engels für den »Bund der Kommunisten« das Manifest der Kommunistischen Partei. Zeugnis der politisch-ökonomischen Studien der Pariser Zeit sind die aus dem Nachlass herausgegebenen Ökonomisch-philosophischen Manuskripte (PhB 559). 1849 wurde Marx als Staatenloser aus Brüssel ausgewiesen und ging nach London. Am Kapital (1. Aufl. 1867), in dem Marx aus der Kritik der klassischen politischen Ökonomie die Mehrwert- und Ausbeutungstheorie als Theorie der Akkumulation des Kapitals entwickelte, arbeitete er bis zu seinem Tod beständig weiter. Marx, der neben seiner politischen Tätigkeit ein gewaltiges publizistisches Werk verfasst hat, ist der einflussreichste Theoretiker des Kommunismus. Seine Schriften prägten die Arbeiterbewegungen des 19. und 20. Jahrhunderts weltweit.
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Anteprima del libro
Salario, prezzo e profitto - Karl Marx
Titolo originale: Value, Price and Profit
Traduzione di Palmiro Togliatti
A cura di Antonio A. Santucci
© 2024, 1955 Editori Riuniti, Roma
di Gruppo Editoriale Italiano S.r.l. – Roma
www.editoririuniti.it
ISBN 9788835982517
I edizione in versione ebook giugno 2024
I edizione cartacea in questa nuova collana aprile 2024
È vietata la riproduzione, anche parziale o ad uso interno o didattico, con qualsiasi mezzo effettuata, non autorizzata.
Indice
Nota introduttiva
Cronologia dell’opera economica di Marx
Avvertenza
Salario, prezzo e profitto
Osservazioni preliminari
1. Produzione e salari
2. Produzione, salari, profitti
3. Salari e denaro
4. Offerta e domanda
5. Salari e prezzi
6. Valore e lavoro
7. La forza-lavoro
8. La produzione del plusvalore
9. Il valore del lavoro
10. Come si crea il profitto quando una merce è venduta al suo valore
11. Le diverse parti in cui si scompone il plusvalore
12. Il rapporto generale tra profitti, salari e prezzi
13. I casi principali in cui vengono richiesti aumenti o combattute diminuzioni di salario
14. La lotta fra capitale e lavoro e i suoi risultati
Antonio A. Santucci: lo studioso, l’editore, il curatore, l’autore. Postfazione di Lelio La Porta
Nota introduttiva
Nella storia delle edizioni delle opere di Marx, quella di Salario, prezzo e profitto presenta diverse caratteristiche atipiche. Inedito durante la vita dell’autore, questo scritto fu pubblicato per la prima volta nel 1898, a tre anni dalla morte di Engels, il depositario e maggiore editore del lascito letterario dell’amico scomparso. Il manoscritto originale, redatto in inglese e senza titolo, venne rinvenuto dalla figlia di Marx, Eleanor, che ne curò la pubblicazione insieme a Edward Aveling: Value, Price and Profit [Valore, prezzo e profitto], by Karl Marx, adressed to workingmen, edited by his daughter E. Marx-Aveling, London, S. Sonnenschein & Co., 1898¹. Nello stesso anno, apparve poi in Die Neue Zeit (XVI, Bd. 2), una traduzione tedesca di Eduard Bernstein, che recava il titolo, ormai invalso, Lohn, Preis und Profit [Salario, prezzo e profitto]².
La genesi di quest’opera è descritta diffusamente da Marx stesso in due lettere a Engels. Nella prima, datata 20 maggio 1865, scriveva:
Questa sera, seduta straordinaria dell’International
. Un buon vecchio, povero diavolo, old Owenist, Weston (carpenter), ha presentato le due tesi che continuamente difende nel Bee-Hive
³.
Dalle pagine del settimanale delle Trade-Unions, divenuto nel 1864 organo dell’Internazionale, come pure in varie riunioni del Consiglio generale dell’associazione, del quale era membro, John Weston veniva da tempo sostenendo che un aumento del tasso dei salari non avrebbe recato alcun miglioramento alle reali condizioni degli operai e che pertanto le rivendicazioni sindacali erano destinate ad avere soltanto effetti deleteri per la produzione industriale. Dopo averne indicato a Engels le pericolose implicazioni politiche in un periodo denso di scioperi, Marx riassumeva così il significato delle tesi di Weston dal punto di vista della teoria economica:
Naturalmente so fin d’ora quali sono i due punti capitali: 1. che il salario determina il valore delle merci; 2. che, se i capitalisti pagano oggi 5 scellini invece di 4, essi domani (enabled a ciò dall’aumento della domanda) venderanno le loro merci a 5 scellini invece che a 4⁴.
E concludeva affermando che avrebbe fatto del proprio meglio per preparare una replica, nonostante l’obbiettiva difficoltà di sintetizzare in un’ora un corso di economia politica dinanzi a un pubblico profano.
Dal verbale della seduta del Consiglio centrale dell’Internazionale tenutasi il 20 giugno 1865, risulta quanto segue:
Il cittadino Marx lesse poi una parte della sua conferenza in risposta alle asserzioni del cittadino Weston sulla questione dei salari. Il cittadino Weston ritenne che nella parte della conferenza letta dal cittadino Marx, non era stato avanzato o dimostrato nulla che potesse intaccare i principi da lui affermati. Il cittadino Cremer dichiarò che il cittadino Marx aveva fornito due o tre esempi pratici, o piuttosto fatti, che infirmavano completamente le posizioni sostenute dal cittadino Weston. La questione fu aggiornata alle ore 9 del 27 giugno. Il cittadino Marx leggerà allora l’ultima parte della sua conferenza e proporrà una serie di controrisoluzioni⁵.
Il 24 giugno, Marx scriveva di nuovo a Engels, chiedendo consiglio a proposito di una eventuale pubblicazione del proprio discorso:
Da una parte mi sarebbe forse utile, perché si tratta di persone che sono legate a J. St. Mill, al professor Beesly, Harrison, ecc. D’altra parte sono esitante: 1. perché aver per avversario Mr. Weston
non è proprio molto lusinghiero; 2. nella seconda parte esso contiene, in forma straordinariamente succinta, ma relatively popular, parecchio di nuovo, in anticipazione tolto dal mio libro, mentre deve nello stesso tempo sorvolare su un mucchio di cose. Domanda: sono consigliabili quelle anticipazioni tolte in tal modo dal libro? Penso che su questo punto tu possa decider meglio di me, dato che vedi la cosa da lontano e con più calma⁶.
Come è noto, Marx era all’epoca in procinto di completare la stesura del primo libro del Capitale, che sarà praticamente già «finito alla fine di dicembre», mentre i primi mesi del 1866 verranno dedicati ai ritocchi for-mali e alla ricopiatura del testo⁷. Non dovrebbero quindi meravigliare le perplessità adombrate riguardo all’opportunità o meno di diffondere temi e risultati della sua opera maggiore, prossima ormai alla pubblicazione. Può essere del resto interessante notare come, solo alcuni anni prima, il rigore scientifico di Marx lo avesse indotto a sopprimere l’Introduzione del 1857 a Per la critica dell’economia politica, proprio in quanto ritenuta «anticipazione di risultati ancora da dimostrare»⁸. Il progetto di dare alle stampe Salario, prezzo e profitto non ebbe tuttavia seguito: al termine della seduta del 27 giugno 1865, durante la quale Marx aveva letto la seconda parte del suo discorso, «il cittadino Cremer dichiarò che sarebbe piaciuto a molti veder stampate entrambe le conferenze – del cittadino Weston e la replica del cittadino Marx – ma non vedeva in che modo se ne potesse sostenere la spesa⁹». L’ultimo cenno sull’argomento è dell’8 agosto, quando «il cittadino Weston chiese se il dibattito sulla questione dei salari dovesse continuare oppure no. Egli riteneva una perdita di tempo per il Consiglio centrale occuparsi di affari amministrativi laddove avrebbe dovuto impegnarsi maggiormente in una discussione sui grandi principi»¹⁰.
Negli oltre trent’anni intercorsi fra la pubblicazione del primo libro del Capitale e la prima apparizione a stampa di Salario, prezzo e profitto, uno degli indici della diffusione del pensiero economico di Marx può essere sicuramente individuato nella notevole fioritura di compendi ed esposizioni popolari della sua opera fondamentale. Da Cafiero a Deville, da Lafargue a Kautsky, l’esigenza di iniziare larghi strati del movimento operaio internazionale alle categorie e ai nodi interpretativi essenziali dell’indagine di Marx sul modo di produzione capitalistico, venne avvertita come uno degli elementi decisivi per il positivo esito della lotta di emancipazione del proletariato. Non è dato qui soffermarsi sull’efficacia (e sulle insidie) di tale genere di operazioni culturali, condotte peraltro con intenti politici talvolta dissimili e con diversi livelli di competenza, tanto più che qualsiasi tentativo di valutazione specifica dovrebbe tener conto di un ampio arco della storia del marxismo: si pensi ad esempio alle Dottrine economiche di Karl Marx di Kautsky, che dopo una persistente circolazione nel marxismo occidentale hanno finito per costituire anche «la base principale del marxismo cinese»¹¹. È utile nondimeno richiamare il problema della divulgazione scientifica, in quanto è questo il delicato ambito in çui si colloca Salario, prezzo e profitto. Si potrebbe anzi arrischiare l’ipotesi che se il progetto di una immediata pubblicazione della conferenza di Marx non fosse venuto meno, qualcuno dei «divulgatori» dell’età della Seconda Internazionale si sarebbe forse astenuto dall’entrare in concorrenza con l’autore stesso del Capitale.
In forma «relativamente popolare», senza nulla concedere alla mera volgarizzazione, Salario, prezzo e profitto fornisce una rapida ma lucidissima esposizione dei più importanti temi della critica marxiana dell’economia politica. La parte iniziale dell’opera è infatti diretta in primo luogo a confutare le premesse su cui era fondato l’intero ragionamento di Weston, vale a dire «che l’ammontare della produzione nazionale è qualcosa di fisso, una quantità o grandezza costante», e «che la somma dei salari reali, cioè dei salari calcolati secondo la quantità di merci che con essi si possono comperare è un importo fisso, una grandezza costante, e a dimostrare poi come un «aumento generale del livello dei salari non porterebbe ad altro, dopo un turbamento temporaneo dei prezzi di mercato, che alla caduta generale del saggio