Una e centomila: La Comune di Parigi del 1871
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Enrico Zanette
Enrico Zanette dottore di ricerca in storia e insegnante, fa parte dell’associazione storiAmestre, di cui cura il sito. Ha pubblicato il volume Criminali, martiri, refrattari. Usi pubblici del passato dei comunardi, Roma 2014. Recentemente ha tradotto per le Edizioni Spartaco, Il diplomato, romanzo autobiografico del comunardo Jules Vallès.
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Anteprima del libro
Una e centomila - Enrico Zanette
INbreve
Enrico Zanette
Una e centomila
La Comune di Parigi del 1871
manifestolibri | Inbreve
© 2022 manifestolibri La talpa srl
Via della Torricella 46
00030 - Castel S. Pietro RM
ISBN 979-12-8012-469-2
www.manifestolibri.it
info: book@manifestolibri.it
Indice
Introduzione, Maria Grazia Meriggi
Parte I. Gli eventi
Verso la Comune
Il 18 marzo
La Comune e le Comuni
La reazione del governo e la realtà della Comune
La Semaine Sanglante
Parte II. Mito, usi pubblici e questioni
Contro la Comune e i comunardi
Voci per la Comune
Tracce di una tradizione scomparsa
Evoluzioni del mito e questioni
Introduzione
di Maria Grazia Meriggi
Il saggio che presentiamo ai lettori in estrema sintesi espone i nuclei forti di una vicenda e di una riflessione storiografica la cui centralità simbolica e mitologica va ogni volta spiegata e ricollocata nel presente. L’analogia più evidente è quella con la rivoluzione del 1848 e soprattutto con l’insurrezione del giugno. Una vicenda puntuale, breve e travolta da una repressione assolutamente sproporzionata rispetto alla forza degli insorti, in cui però convergono decenni di lavorio associativo e che è espressione di una composizione di classe analoga: una componente operaia che era stata protagonista della sezione francese dell’Associazione internazionale dei lavoratori, immersa e in larga misura condizionata da un popolo di artigiani, lavoratori precari, stranieri (avanguardie di una migrazione determinante per il movimento operaio francese), ribelli, studenti declassati, artisti, tutte figure che Zanette rievoca nella sua cronologia storica¹, con particolare attenzione a quei declassati e ribelli che alla nostra analisi appaiono non il prodotto – come li giudicava severamente Engels a proposito della composizione sociale della Prima Internazionale in Italia – dell’arretratezza industriale ma i protagonisti di un mercato culturale, editoriale e giornalistico che ne faceva già componenti della forza lavoro moderna.
Ma mentre il ’48 è una rivoluzione dimenticata
– anche se negli ultimi venti anni molti nuovi studi specialistici hanno ripercorso gli anni appassionanti che la preparano², la Comune a ogni anniversario suscita nuove pubblicazioni di studiosi³ e nuove emozioni di lettori e militanti che – nella distinzione introdotta ormai 50 anni fa da Georges Haupt – fra la Comune come simbolo e la Comune come esempio – vivono non sempre consapevolmente il lato del simbolo e soprattutto del mito.
Insomma, la Comune è qui giustamente posta sotto il segno del titolo, una e centomila
. Un evento per moltissime interpretazioni ma soprattutto per migliaia di protagonisti, donne e uomini, anonimi, passati alla militanza dopo un passaggio nel movimento cooperativo e mutualistico e negli scioperi faticosamente accettati dal regime dopo la cosiddetta svolta liberale
del 1864 o coinvolti nella mobilitazione democratica e patriottica/repubblicana. Varlin, Courbet, le lavandaie di Montmartre insieme sono la Comune e almeno in questo sono l’anticipazione di crisi di sistema che vedono questo protagonismo che mette in discussione capillarmente l’esistenza di una sola fonte di legittimità, come quella dell’immediato dopoguerra, 1918-1920, in tutta Europa.
La Comune – lo suggerisce il testo di Zanette – assume configurazioni diverse secondo il tipo di storiografia che l’analizza e che possiamo semplificare come storia sociale, storia politica e storia culturale (con le inevitabili sovrapposizioni). Per la storia sociale è se non un tramonto, l’ultima rivoluzione popolare
, artigianale e in cui sono evidenti gli intrecci fra motivazioni di classe e patriottiche – le rivoluzioni anticoloniali appartengono a un’altra storia. È l’ultima rivoluzione in cui sono determinanti la barricata e il controllo delle strade: le rivoluzioni russa e tedesca sono il prodotto diretto di scioperi operai di massa ed è la stessa Rosa Luxemburg nel 1916 a scrivere che la tomba della Comune
chiude una fase del movimento operaio e ne apre una nuova, organizzativa. Infatti, con precisione il testo sintetizza i programmi sociali della Comune e le sue realizzazioni e priorità nonostante le difficoltà di una situazione di emergenza, che ripercorrono molti obbiettivi del 1848 e rivelano – pensiamo alle misure sugli affitti, sugli oggetti depositati