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Cile: la Comune tradita
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E-book82 pagine53 minuti

Cile: la Comune tradita

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Il racconto di un viaggio di ricerca in Cile per il professore di origine arabo-palestinese Foad Aodi compiuto da Lorenzo Proia al momento in cui venne redatta una nuova e diversa bozza di Carta Costituzionale. Il viaggio avvenne tra il maggio e il luglio del 2022. Per Proia è anche l'occasione di affrontare la Terza guerra mondiale a pezzi di Papa Francesco partendo dalla realtà cilena e italiana, allargando lo sguardo al resto d'Occidente e al mondo orientale. Il testo è anche il racconto della lotta di una generazione, quella dei Millennials, dalla Crisi finanziaria al 2024.
LinguaItaliano
Data di uscita28 mag 2024
ISBN9791222747859
Cile: la Comune tradita

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    Anteprima del libro

    Cile - Lorenzo Proia

    La Partenza. Convinsi il professor Foad Aodi2 a un viaggio di ricerca che avrei condotto da solo in Cile nel marzo del 2022. La guerra in Ucraina era scoppiata un mese prima, con la retorica della fine del mondo e le minacce nucleari di Vladimir Putin. L’attenzione di chiunque era focalizzata su quel conflitto, sull’invasione russa, sul ritorno della guerra fredda; si assisteva alla rinascita della Storia a trent’anni dal saggio di Francis Fukuyama che ne decretò solennemente il tramonto con il sorgere della globalizzazione, al ritorno a tanti anni dalla crisi missilistica della Cuba di Fidel Castro a quel rischio per l’umanità di portata biblica rappresentato dallo scontro atomico: l’estinzione. L’atmosfera da fine dei tempi l’avevamo già respirata con la pandemia da Covid-19, che ancora incombeva in tutta la sua prepotenza3 e muoversi da un continente all’altro non era facile per un semplice giornalista scientifico. Ma all’orizzonte si intravedeva, in questo particolare contesto, anche un faro di speranza in America Latina: a Santiago del Cile una nuova Assemblea Costituente, eletta a gennaio e dominata dagli indipendenti, stava riscrivendo la Carta costituzionale; oltre a questo nel paese andino si era proprio ora insediato un nuovo governo socialista, con la presenza dei comunisti, guidato da un giovane trentaseienne, Gabriel Boric, affiancato dalla rappresentante delle proteste studentesche del 2011, la deputata comunista e femminista Camila Vallejo, classe 1988.

    Mi sarei ritrovato come una sorta di collegamento italiano tra quel mondo arabo4, rappresentato da Foad, che aveva partorito la primavera nel 2011 e quel Cile che sempre in quell’anno era stato un protagonista delle rivolte con Vallejo. Infatti, Foad Aodi aveva sempre manifestato vicinanza per la Primavera araba ed eravamo intervenuti assieme sulla stampa sia in favore dei giovani del Cile, dell’Ecuador e della Colombia5, che poco prima per ciò che riguarda i giovani del Libano e dell’Iraq6. Per me sarebbe stato emozionante, avendo all’epoca partecipato alle rivolte anti-berlusconiane con Marco Ferrando, del Partito Comunista dei Lavoratori nel 2010, legandomi poi al Partito Democratico dal 2014. Di fatto dal 2008 al 2023 mi sono sempre mosso a cavallo fra le proteste di Grillo, il Pd e la sinistra radicale a seconda del periodo, qualificandomi per quanto possibile come un interprete delle proteste generazionali. Proprio il Pd volava in quel momento in America Latina, con un tour in Cile e America Latina del Ministro per il Sud e la coesione territoriale Giuseppe Provenzano7, Provenzano incontrava anche l’ex presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva che si apprestava a candidarsi e il mitico presidente uruguayano Pepe Mujica, aveva insomma un po’ la mia stessa idea8. Le immagini del giovane governo cileno fecero il giro del mondo: Vallejo a pugno chiuso e sua figlia Adela accanto a lei9.

    Lavorai due mesi a trovare i contatti necessari. I collegamenti tra Cile e Italia vennero in particolare da una dottoressa cilena che lavorava in Italia. Particolare attenzione fu posta al visto che certificasse i miei tre vaccini da Covid-19, garantendomi così l’ingresso nel Paese; ci vollero settimane. Infatti, il Covid-19 faceva particolarmente paura: nel Cile l’attenzione posta alle restrizioni, all’utilizzo delle mascherine e degli altri Dispositivi di protezione individuale (Dpi, come li chiamiamo in Italia) era davvero molto alta in quel periodo. Non pochi – una foto ritrae la stessa Vallejo – utilizzavano le visiere negli incontri pubblici. La destra di Sebastián Piñera riuscì – per così dire – proprio con le restrizioni da Covid-19 a garantirsi un po’ di respiro10 nel 2020, quando la rivolta popolare, l’Estallido social che era partito nell’ottobre del 2019, terminò proprio per i lockdown da SARS-CoV-2. Rispetto all’Italia, dove no-vax guidati da neo-fascisti hanno assaltato l’ospedale Umberto I e la sede storica, nazionale della CGIL11 nel paese andino affacciato sul Pacifico chiunque sembrava temere il

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