I Gialli Oltre
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Info su questa serie
L'ambientazione è uno degli indiscutibili punti forti del romanzo: siamo a Cipro, la terza isola del Mediterraneo, negli anni Novanta: a vent'anni e uno sbuffo di distanza dalla violenta occupazione turca di un terzo dell'isola, nell'incomprensibile indifferenza di tutte le potenze europee. Stavolta, in crociera, ci si trova sotto la minaccia di un gruppo di estremisti greco-ciprioti, pronti a tutto pur di sollevare l'attenzione internazionale sulla sofferenza della loro gente, e della loro isola. L'artista romano di origine fiumana riesce, mantenendo un ritmo fortissimo e viva la tensione, a restituire – integro – uno spaccato politico della delicata e trascurata situazione dell'isola di Venere: come già in “Crociera di sangue”, vanno a puntinare la narrazione un vivido erotismo e una cinematografica cura dei dialoghi.
“Operazione Venere” non finisce qui. Il lettore contemporaneo si ritroverà, incuriosito e spiazzato, a leggere una vicenda secondaria i cui protagonisti sono i figli del dittatore iracheno Saddam Hussein: questo retrogusto mediorientale, già vivace comprimario nell'opera precedente, finisce per dare un tono più pittoresco e insolito alla spy story zandeliana. Una chicca, non soltanto per i cultori del genere e per gli appassionati di questioni cipriote e mediterranee.
Titoli di questa serie (12)
- Incidente sul lavoro
Quando nel 1974 Antonio Perria pubblica Incidente sul lavoro, il lettore medio italiano ha avuto più di un decennio per liberarsi definitivamente dai condizionamenti esterofili della nostra editoria di genere. Il clamoroso successo, a partire dal 1959, degli italianissimi Casacci and Ciambricco in tv con il loro tenente Sheridan; l’éxploit di Leonardo Sciascia che, da Il giorno della civetta (1961) in poi, dà assoluta dignità letteraria al giallo italiano; l’invasione nelle edicole, all’inizio degli anni Sessanta, del fumetto “nero” Diabolik a opera delle audaci sceneggiature delle miti sorelle Giussani; la nascita e la diffusione incontrollabile, alla fine del decennio, del “poliziottesco” nei cinema di tutta Italia; e infine lo straordinario successo, anche di critica, dell’ultimo Scerbanenco e della premiata coppia Fruttero and Lucentini: ebbene tutto ciò contribuisce a sprovincializzare il pubblico e lo predispone a giudicare benevolmente la nuova impresa letteraria, nata in modo casuale – per ammissione dello stesso autore – da un’ispirazione puramente saggistica. Veterano di cronaca nera, Perria sfugge comunque ai condizionamenti dei modelli testé indicati, elaborando un’originale commistione di realismo e critica sociale di ispirazione marxista sullo sfondo di una Milano ormai irriconoscibile. La capitale morale del nostro paese, uno dei motori del boom economico, sta vivendo infatti un’epoca di degrado morale, vittima di mali che sono comuni all’intero paese e dovuti a uno sviluppo malato del nostro capitalismo. La borghesia, e quel che rimane della nobiltà, offrono di sé un’immagine decisamente negativa che si riverbera anche sulle altre classi sociali, benché, per queste ultime, vi sia una parziale giustificazione nel condizionamento economico, culturale e religioso a cui sono state sottoposte per decenni. In tal modo, in una Milano inospitale per il clima e per i disvalori che la corrodono, nessuno si salva davvero: ne esce così un potente affresco, condotto con uno spigliatissimo indiretto libero frutto della professionalità del vecchio cronista, in cui non c’è spazio neppure per gli eroi canonici, gli investigatori senza macchia e senza paura a cui tutto sommato anche i colleghi di Perria sono ancora legati.
- Chi ha rubato Pecos Bill?
13
Un giallo che, in realtà, è un entertaintment, ovvero un divertimento, questo romanzo di Giuseppe Fiori, nome di punta del romanzo poliziesco italiano, anche per l’accoppiata storica con Luigi Calcerano, insieme al quale ci sono stati dati non pochi titoli di successo. Anche il protagonista di questo romanzo, il commissario della polizia fluviale sul Tevere, Omar (anagramma di Roma) Martini, è figlio loro. Ma qui esce dalla penna del solo Fiori, che ci offre un personaggio tipicamente romano, titolare di un commissariato scalcagnato e dimenticato sull’isola Tiberina e che ci trascina in una avventura che ha per protagonista niente meno che Pecos Bill, non quello della leggenda, ma il cowboy in sella a un cavallo bianco e che per arma usa solo il lazo, ormai oggetto di ricco antiquariato. Un collezionista ha di questo mitico fumetto tutti i preziosissimi fascicoli che gli vengono rubati. Al commissario Omar Martini, figura anch’essa degna di un Jacovitti, il compito di ritrovare l’intera collezione. Avventure e risate caratterizzano questo singolare Giallo Oltre.
- I Guardiani di Wirikuta
20
Autore dalla cifra internazionale, nata da un’esistenza vissuta in giro per il mondo, Giancarlo Narciso ci porta con questo suo primo romanzo, uscito nel 1994 per i tipi della mitica casa editrice Granata Press fondata dal compianto Luigi Bernardi, in Messico alla caccia di un tesoro. Protagonista, l’avventuriero italiano Antonio Balestrieri, che dovrà vedersela con nemici non meno pericolosi di lui. Un romanzo avvincente, ricco di azione e suspense, secondo la migliore tradizione di scrittori come B.Traven e Desmond Bagley.
- Io mi chiamo Miguel Enriquez
Il più classico degli inizi per una storia che classica non è. Una stazione dei carabinieri, una notte di temporale, un uomo che sembra ricordare Il proprio nome. Un mistero crescente attraverso il quale la storia di un paese martoriato come il Cile, bussa, con le sue mani insanguinate, alla porta del maresciallo Massimo Alatri, Max per gli amici e svela i retroscena di un delitto dimenticato. La ricerca, la caccia e L’uccisione da parte della DINA, la feroce polizia segreta di Pinochet, di un uomo che credeva nelle proprie idee e nella liberazione dell’umanità. Un fatto di sangue epico, dove cacciatore e preda, per uno scherzo del destino, portano lo stesso nome: Miguel. Con una narrazione drammatica e serrata, fatta di salti temporali e sequenze cinematografiche, Tagliaferri assolve quello che per Derek Raymond, il maestro inglese del noir, è uno dei compitiprincipali dello scrittore: “ misurare ciò che è stato dimenticato”. Il racconto porta la prefazione di Emilio Barbarani, Segretario di Legazione presso l’Ambasciata italiana di Santiago del Cile al momento dei fatti attinenti “Io mi chiamo Miguel”, che lo stesso ha raccontato nel suo bellissimo libro Chi ha ucciso Lumi Videla (Mursia, 2012). Barbarani, successivamente, è stato Ambasciatore italiano presso la stessa Ambasciata. Corredano e integrano il romanzo, tanto da potersi considerare due precedenti capitoli dello stesso, i racconti Al Amara e La linea; in essi il protagonista, Max Alatri, muove i suoi primi passi tra assassini, criminalità organizzata e colletti bianchi. Alla ricerca della sua personale idea di giustizia, inscindibile da quella, troppo spesso relativa, di verità.
- Sara è scomparsa
Arianna arriva per una vacanza sull’isola greca di Naxos dove vive sua sorella Sara, archeologa di professione. Erano d’accordo che Sara sarebbe venuta a prenderla al porto, allo sbarco dal traghetto, ma non si fa vedere... Romanzo d’esordio, s’inserisce in maniera autorevole in quel filone del noir mediterraneo che, sulla scia di Jean-Claude Izzo, coniuga la luce, i sapori, gli odori, la musica dei paesi, nel caso la Grecia, che si affacciano su questo mare con il crimine, l’intrigo, il mistero.
- La gatta persiana
La gatta persiana, è il terzo romanzo di una lunga sequenza di titoli che l’autore ligure pubblicherà con grande successo tra le due guerre, anch’esso uscito nei Gialli Mondadori nel 1933. I personaggi principali della vicenda, oltre al commendator Bonichi e al detective Arrighi, sono sicuramente la gatta persiana, appartenuta alla prima vittima, e l’arma usata per l’omicidio: una “misericordia”. Anche in questo, come in tutti i romanzi di Varaldo, i colpi di scena hanno molto di teatrale, considerando il suo mestiere di commediografo di tale levatura da prendere il posto di Silvio D’Amico nella direzione dell’Accademia d’Arte Drammatica nel 1943.
- Tempo di massacro
Tipico "giallo d'azione" degli anni Cinquanta. Tempo di massacro è un romanzo aspro, veloce, scanzonato, con una vicenda che non dà tregua fino alla fine. Quando Leslie Colina se ne viene in Italia dalla grande Los Angeles, dove si è fatto un nome come investigatore privato, crede proprio di essere in vacanza. È naturale. L'America è il paese dei gangster e dei delitti sensazionali dalle indagini complicate. L'Italia è un'altra cosa. Che pace ritornare al paese natio! Ma le illusioni di Leslie Colina non durano a lungo... Qualcuno ha deciso che il grande investigatore finisca i suoi giorni all'ombra di San Pietro. Fuori del suo ambiente, senza i suoi collaboratori, Leslie sembra sul punto di perdere l'orizzonte. Ma per sua fortuna, ha i pugni saldi e la testa più salda dei pugni.
- Fuga dall'Apocalisse
Pisa, venerdì 13 aprile 2029. L’astrofisica italiana Anja Vasselli, assieme alla figlia Neva, al fisico tedesco del CERN di Ginevra Erich Pastor e al figlio di quest’ultimo (Jan) assistono – nel laboratorio dell’ing. Massimo Cerami (responsabile del Near Earth Objects Center) – al passaggio dell’asteroide Apophis che sta sfiorando la Terra sull’orbita geostazionaria. Ci sono molte possibilità che ne venga attratto e che dopo 7 anni possa cadere sul nostro pianeta. Tutto sembra andare bene: l’asteroide prosegue nella sua rotta regolarmente, ma le immagini che giungono dal satellite spaziale Chandra III rivelano la presenza di un altro asteroide di eccezionale magnitudine luminosa. Massimo Cerami confessa un segreto: la NASA sta tentando un esperimento, bombardando un piccolissimo asteroide di pochi metri di diametro con una vernice bianca, per provare a farlo deviare dalla Terra con la repulsione della luce del Sole. Ed era questa l’eccezionale fonte luminosa rivelata dal satellite Chandra III. Giorni dopo, Anja ed Erich, rimasti soli nel laboratorio, scoprono la spaventosa verità: un gruppo di scienziati, fra cui Massimo Cerami e quelli del JPL della NASA, addetti al controllo degli asteroidi pericolosi, assistendo impotenti alla morte verso cui si sta avviando il pianeta Terra a causa dei disastri climatici e dell’indifferenza dei governi di tutto il mondo. Non solo, hanno anche tenuto nascosto l’avvicinarsi del gigantesco asteroide Deimos II, preparandosi alla catastrofe imminente, realizzando rifugi che permetteranno loro di sopravvivere anche dopo la caduta di Deimos II con l’intenzione, una volta spazzata via la specie umana, di provare a far rinascere una nuova civiltà. Ormai nulla e nessuno sembra essere in grado di fermare l’apocalittico piano ordito dai due scienziati terminali. L’ultimo barlume di speranza viene affidato da Anja ed Erich – i due eroi del romanzo – al vecchio acceleratore LHC. In un finale al cardiopalma, i due lottano per salvare se stessi, i propri figli e l’umanità intera.
- Doppia morte al Governo Vecchio
Romanzo di costume e quadro d’ambiente il romanzo di Ugo Moretti Doppia morte al Governo Vecchio descrive una Roma animata da quartieri popolari che sono una vera e propria corte dei miracoli con eroi istrionici, ilari e avventurosi. Conduce l’indagine poliziesca del romanzo, in un labirinto di piccoli traffici umani e disumani, organizzati da ladri, prostitute, nobili decaduti o in decadenza, un agente di pubblica sicurezza che commercia in corpi di reato. Il thriller di Moretti combina sapientemente i meccanismi di un ingarbugliatissimo intreccio delittuoso con le gag satirico-grottesche della commedia cinematografica all’italiana, confermando di essere (dopo un’immotivata e immeritata lunga lontananza dalle librerie) un narratore di talento e un giallista di razza.
- Operazione Venere
“Operazione Venere”, originariamente apparso nel 1996 nella gloriosa collana “Segretissimo”, quattordicinale di spionaggio Mondadori, distribuito in tutte le edicole italiane in robusta tiratura, è la seconda avventura a bordo dell'Esperia firmata Diego Zandel. L'ambientazione è uno degli indiscutibili punti forti del romanzo: siamo a Cipro, la terza isola del Mediterraneo, negli anni Novanta: a vent'anni e uno sbuffo di distanza dalla violenta occupazione turca di un terzo dell'isola, nell'incomprensibile indifferenza di tutte le potenze europee. Stavolta, in crociera, ci si trova sotto la minaccia di un gruppo di estremisti greco-ciprioti, pronti a tutto pur di sollevare l'attenzione internazionale sulla sofferenza della loro gente, e della loro isola. L'artista romano di origine fiumana riesce, mantenendo un ritmo fortissimo e viva la tensione, a restituire – integro – uno spaccato politico della delicata e trascurata situazione dell'isola di Venere: come già in “Crociera di sangue”, vanno a puntinare la narrazione un vivido erotismo e una cinematografica cura dei dialoghi. “Operazione Venere” non finisce qui. Il lettore contemporaneo si ritroverà, incuriosito e spiazzato, a leggere una vicenda secondaria i cui protagonisti sono i figli del dittatore iracheno Saddam Hussein: questo retrogusto mediorientale, già vivace comprimario nell'opera precedente, finisce per dare un tono più pittoresco e insolito alla spy story zandeliana. Una chicca, non soltanto per i cultori del genere e per gli appassionati di questioni cipriote e mediterranee.
- Il vizio del diavolo
Antivigilia di Natale 2018. È stata annunciata un’allerta meteo: è previsto un nubifragio che provocherà allagamenti e mancanza di collegamenti. In un collegio sperduto nella campagna dell’Italia settentrionale, sono rimasti un prete, due suore e una giovane orfana. Dopo il crepuscolo, un frate chiede ospitalità al collegio per un incidente d’auto. E a tarda sera, il malore di una suora costringe un medico a raggiungere la scuola con mezzi di fortuna. Da quel momento, comincia una notte di terrore. Un assassino colpisce spietato, freddo e inafferrabile. Un intruso penetrato nel collegio, o uno degli insospettabili ospiti? O è davvero il diavolo a nascondersi negli angoli bui dei corridoi e a sghignazzare divertito? La realtà sembra sempre più un’illusione, una magia, una messa in scena. Perché forse è davvero il diavolo ad aggirarsi per il collegio. E il suo vizio è ingannare.
- L'ultimo ebreo
L’ultimo ebreo è un romanzo che ha gli ingredienti tipici del noir e del thriller, ma si svolge in due universi paralleli, immaginando un mondo in cui la Seconda guerra mondiale è stata vinta dai nazifascisti e lo sterminio degli ebrei è arrivato a compimento. Ambientata nel 1958, la trama si impernia su due protagonisti principali, l’uomo accusato di essere l’ultimo ebreo, un italiano, e il maggiore nazista che gli dà la caccia. La fuga dell’ultimo ebreo parte da Berlino e si conclude in una Roma mussoliniana, con una rivelazione che scompagina le certezze iniziali. Nella seconda parte, Sotto la casa, l'incubo nazista si ripresenta ai nostri giorni, in un differente universo, più simile a quello in cui viviamo: i giovani di un centro sociale occupano un vecchio casolare abbandonato, ma scopriranno che quell’edificio nasconde molti segreti e molti misteri. In chiusura del volume, un saggio di Fabio Giovannini sull'ucronia (le situazioni storiche alternative, diverse da quelle realmente avvenute) nella letteratura e nell'immaginario.
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Gialli L'ustascia, le donne e Dio Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
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