Codice Vaticanus. Il complotto
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Intrighi, ricatti, delitti: l’ombra di un potere occulto che ha manovrato nei secoli la storia della Chiesa, influenzando le decisioni dei pontefici. Nessun papa è mai stato completamente libero, nessun papa è mai stato al sicuro.
Dopo gli scandali che hanno scosso le diocesi di diversi Paesi, papa Benedetto XVI ha ordinato un giro di vite all’interno della Chiesa. Molti vescovi sono sotto accusa, ma anche dei semplici sacerdoti vengono visti con sospetto. Pio del Rosario, giovane appartenente alla congregazione dei Legionari di Cristo, è uno di loro. Quando, poco tempo dopo aver disposto queste misure, papa Benedetto XVI si dimette dal soglio petrino, lo stupore tra i fedeli e i membri della Chiesa è grande. In più occasioni dichiara che la sua sofferta decisione è dovuta a problemi fisici e all’età avanzata. Eppure la realtà potrebbe essere un’altra. È stato ordito un complotto contro di lui? Pio del Rosario viene segretamente reclutato per scoprire la verità, ma la strada per raggiungerla diventa sempre più irta di ostacoli…
All’ombra del Vaticano si nasconde una verità che potrebbe cambiare il mondo.
Da cinquant’anni ogni papa è manovrato e minacciato da un’organizzazione occulta.
Il nuovo pontefice ha avviato una rivoluzione. Ed è in pericolo.
«Una fitta rete di scandali e trame occulte. Affascinante.»
«Mi ha fatto lo stesso effetto del primo Dan Brown.»
«Un thriller pieno di colpi di scena che coinvolge alcune figure realmente esistenti.»
Leopoldo Mendívil López
È nato in Messico nel 1970. Ha lavorato nel campo della comunicazione, ricoprendo diversi ruoli all’interno di agenzie. Ha collaborato con la presidenza della Repubblica messicana ed è stato autore di programmi e serie TV. Il suo romanzo Psi-Code, che affronta il tema dei più recenti sistemi di controllo del governo degli Stati Uniti, è stato un successo in diversi Paesi.
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Anteprima del libro
Codice Vaticanus. Il complotto - Leopoldo Mendívil López
1798
Titolo originale: Secreto Vaticano
© 2016, Leopoldo Mendívil López
D.R. © 2016, Penguin Random House Grupo Editorial, S.A. de C.V.
Traduzione dall’inglese di Andrea Russo e Micol Cerato
Prima edizione ebook: agosto 2017
© 2016 Newton Compton editori s.r.l.
Roma, Casella postale 6214
ISBN 978-88-227-1262-2
Realizzazione a cura di Librofficina
Leopoldo Mendívil López
Codice vaticanus
Il complotto
PearsonScottForesmanDonatorFREEOFCOPYRIGHT1.psdPer coloro che vogliono conoscere la verità.
Per coloro che cercano la verità.
www.secretovaticano.com
INDICE
Tasselli di un mosaico
Ante portam
Capitolo 0. La caduta di un papa
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63
Capitolo 64
Capitolo 65
Capitolo 66
Capitolo 67
Capitolo 68
Capitolo 69
Capitolo 70
Capitolo 71
Capitolo 72
Capitolo 73
Capitolo 74
Capitolo 75
Capitolo 76
Capitolo 77
Capitolo 78
Capitolo 79
Capitolo 80
Capitolo 81
Capitolo 82
Capitolo 83
Capitolo 84
Capitolo 85
Capitolo 86
Capitolo 87
Capitolo 88
Capitolo 89
Capitolo 90
Capitolo 91
Capitolo 92
Capitolo 93
Capitolo 94
Capitolo 95
Capitolo 96
Capitolo 97
Capitolo 98
Capitolo 99
Capitolo 100
Capitolo 101
Capitolo 102
Capitolo 103
Capitolo 104
Capitolo 105
Capitolo 106
Capitolo 107
Capitolo 108
Capitolo 109
Capitolo 110
Capitolo 111
Capitolo 112
Capitolo 113
Capitolo 114
Capitolo 115
Capitolo 116
Capitolo 117
Capitolo 118
Capitolo 119
Capitolo 120
Capitolo 121
Capitolo 122
Capitolo 123
Capitolo 124
Capitolo 125
Capitolo 126
Capitolo 127
Capitolo 128
Capitolo 129
Capitolo 130
Capitolo 131
Capitolo 132
Capitolo 133
Capitolo 134
Capitolo 135
Capitolo 136
Capitolo 137
Capitolo 138
Capitolo 139
Capitolo 140
Capitolo 141
Capitolo 142
Capitolo 143
Capitolo 144
Capitolo 145
Capitolo 146
Capitolo 147
Capitolo 148
Capitolo 149
Capitolo 150
Capitolo 151
Capitolo 152
Capitolo 153
Capitolo 154
Capitolo 155
Capitolo 156
Capitolo 157
Capitolo 158
Capitolo 159
Capitolo 160
Capitolo 161
Capitolo 162
Capitolo 163
Capitolo 164
Capitolo 165
Capitolo 166
Capitolo 167
Capitolo 168
Capitolo 169
Capitolo 170
Capitolo 171
Capitolo 172
Capitolo 173
Capitolo 174
Capitolo 175
Capitolo 176
Capitolo 177
Capitolo 178
Capitolo 179
Capitolo 180
Capitolo 181
Capitolo 182
Capitolo 183
Capitolo 184
Capitolo 185
Capitolo 186
Capitolo 187
Capitolo 188
Capitolo 189
Capitolo 190
Capitolo 191
Capitolo 192
Capitolo 193
Capitolo 194
Capitolo 195
Capitolo 196
Capitolo 197
Esperti sul vaticano le cui ricerche sono state consultate per Codice Vaticanus
Fonti consigliate
Ringraziamenti speciali
TASSELLI DI UN MOSAICO
A. L’Immagine più antica di Cristo. B. Papa Francesco. C. Mitra (divinità persiana). D. Papa Giovanni XXIII. E. Papa Benedetto XVI. F. Sol Invictus (unione Apollo-Mitra). G. Papa Giovanni Paolo II. H. Raffigurazione di Cristo come Sol Invictus. I. Papa Paolo VI, accusato di essere un massone. J. Immagine leontocefala di Mitra. K. La Statua della Libertà. L. Il presidente americano Reagan e il cardinal Casaroli. Uno dei due è un massone: quale?
ANTE PORTAM
DAVANTI ALLA PORTA
Codice Vaticanus è un romanzo basato su un problema reale. Il romanzo è finzione. Il complotto no. In linea generale, gli eventi e i personaggi di Codice Vaticanus sono reali. Alcuni sono inventati, e sono stati collocati all’interno della trama per guidare il lettore in questo mondo di gallerie sotterranee sconosciuto ai più: l’assassinio di Giovanni Paolo I; gli attentati contro Giovanni Paolo II; le minacce di morte a Benedetto XVI e la sua rinuncia; l’enigma delle apparizioni di Fatima; le funzioni segrete della Banca vaticana e il suo ruolo nella destabilizzazione del mondo; la vera origine del Vangelo e della Chiesa, e il gruppo cattolico che si oppone al nuovo papa.
I dialoghi sono stati romanzati unicamente a scopo drammatico. Alcuni fatti sono stati condensati nel tempo per facilitare il viaggio attraverso gli ultimi sette pontificati… e duemila anni di cristianesimo. Alcuni personaggi reali, vivi al momento della pubblicazione del romanzo, portano a termine azioni che non hanno necessariamente compiuto nel mondo reale ma che esemplificano la trama di cui fanno parte.
Per la stesura del romanzo sono state usate molteplici fonti, i cui autori sono menzionati alla fine di questo libro e al sito
www.secretovaticano.com.
Mi hanno combattuto fino allo sfinimento per cercare la trasparenza, soprattutto in alcuni conti [della Banca vaticana implicati nel riciclaggio di denaro]. Temo per la mia vita. Sono in possesso di tre copie, che devono essere consegnate alle autorità pertinenti se mi succedesse qualcosa. Sono combattuto tra il desiderio di raccontare la verità e la volontà di non turbare il Santo Padre [Benedetto XVI] con tali spiegazioni.
ETTORE GOTTI TEDESCHI
Presidente della Banca vaticana (Istituto per le opere di religione, IOR).
Sfiduciato il 24 maggio 2012
In qualità di presidente e amministratore delegato dei Cavalieri di Colombo, che è la più grande compagnia di assicurazione cattolica. […] conosco l’importanza dello IOR [la Banca vaticana] come strumento della volontà del Santo Padre. In questa luce, negli ultimi mesi ho letto con trepidazione e ansia le voci sull’Istituto e, in maniera particolare, sulla chiusura della relazione bancaria corrispondente alla società J.P. Morgan. Sono giunto alla conclusione, dopo molte preghiere e riflessioni, che Gotti Tedeschi non sia in grado di guidare l’istituto.
CARL ANDERSON
Membro del consiglio direttivo della Banca vaticana
Tu, come me, credi che Gesù esista, che abbia cercato l’uguaglianza di tutte le razze. Ma vogliamo veramente prendere come verità tutto quel che è scritto in questo libro, pieno di contraddizioni, in cui Gesù parla di guerra, di odio, del fratello che farà morire il fratello? Davvero Gesù Cristo disse tutto questo?
THOMAS JEFFERSON
Lettera a William Short – suo ex segretario privato a Parigi
e figlio adottivo
, promotore dell’uguaglianza
razziale e antischiavista – del 24 ottobre 1820
Sono grato a Dio per vivere in un’epoca in cui il nemico è fuori della Chiesa, per sapere dove si trova e quali sono i suoi propositi. Ma arriverà un giorno in cui il nemico sarà allo stesso tempo dentro e fuori della Chiesa, e prego fin da adesso per i poveri fedeli che saranno vittime di un tale fuoco incrociato.
CARDINALE JOHN HENRY NEWMAN
2 dicembre 1887
Da questo momento il nemico non si trova fuori della Chiesa, ma dentro di essa.
PAPA PIO X
Ottobre 1904
Se vi dessi tutti i dettagli di questo complotto e del modo in cui si arrivò alla condanna del mio seminario e della Fraternità Sacerdotale San Pio X, rimarreste stupefatti.
CARDINALE MARCEL LEFEBVRE (scomunicato)
Ottobre 1925 (in una omelia, in Argentina)
Il diavolo alberga in Vaticano, e se ne vedono le conseguenze. Il diavolo può restare nascosto, o parlare lingue diverse.
GABRIELE AMORTH
Esorcista ufficiale del Vaticano, 14 febbraio 2013
(tre giorni dopo la rinuncia di papa Benedetto XVI)
Abbiamo le mani legate. Non possiamo fare niente perché i massoni controllano i ruoli chiave del Vaticano.
MONSIGNOR MARIO MARINI
Ex segretario della Pontificia Commissione
Ecclesia Dei del Vaticano, 2008, in una conversazione
con padre Paul Leonard Kramer
C’è una mafia all’interno del Vaticano. La sua presenza è legata ai segreti di Fatima, soprattutto il terzo. Il 26 giugno 2000 il Vaticano diffuse un documento di quattro pagine affermando che contenesse il terzo segreto di Fatima. Ciò non ha fatto altro che rinnovare la controversia su tale segreto. Il documento [secondo i testimoni che lo videro] consisteva in un unico foglio di carta, di venticinque righe circa. [Questo foglio] fu fatto sparire (nel 1960), e ai cattolici fu comunicato che sarebbe potuto rimanere sotto sigillo per sempre.
PADRE PAUL LEONARD KRAMER
Leader del movimento mondiale Fatima Crusader
Teologo con master in Scienze divine, autore di
Mystery of Iniquity, 6 marzo 2013
(sette giorni prima dell’elezione di papa Francesco)
Padre [Agustín Fuentes], la Santissima Madonna è molto triste perché nessuno ha prestato attenzione al Suo messaggio. Tutte le nazioni sono sottoposte al rischio di sparire dalla faccia della Terra, e molte anime andranno all’inferno per aver ignorato la richiesta di Nostra Signora.
SUOR LUCIA DOS SANTOS
La donna che il 13 ottobre 1917 ricevette a Fatima, in Portogallo,
un importante messaggio per il mondo dalla Vergine Maria.
Dichiarazione rivelata a padre Agustín Fuentes
in un’intervista nel convento di Coimbra, Portogallo,
il 26 dicembre 1957
L’intervista con padre Agustín Fuentes è falsa.
FONTE ANONIMA DELLA CANCELLERIA DI COIMBRA
Comunicato indirizzato a papa Giovanni XXIII, agosto 1959
La Corte centrale massonica, in maniera solenne, censura il gran maestro della loggia Propaganda 2, Licio Gelli, per aver condotto la sua loggia in maniera non regolare rispetto al Grande Oriente d’Italia e alla massoneria. Gli viene comminata la sospensione di qualsiasi attività all’interno della Fratellanza per tre anni.
CORTE CENTRALE MASSONICA
Decreto n° 444. L.S. Censura solenne contro il gran maestro
della loggia massonica Propaganda 2 [in seguito dichiarato colpevole
d’infiltrazione massonica nella Chiesa cattolica, e di far parte
di una cospirazione su grande scala per condurre e finanziare
organizzazioni terroristiche nel mondo], 18 dicembre 1976
Gli eventi che stiamo affrontando adesso [la minaccia sovietica] implicano la distruzione non solo di questa repubblica [gli Stati Uniti], bensì anche della civiltà stessa. [Pertanto, nel paragrafo 7, pagina 57, si suggerisce:] intensificazione di […] operazioni mediante mezzi segreti […] per fomentare e appoggiare disordini e rivolte in Paesi satelliti strategici selezionati.
Risoluzione NSC-68
CONSIGLIO DI SICUREZZA NAZIONALE DEGLI STATI UNITI
2 aprile 1950
Una parte integrante delle operazioni finanziarie di Dulles [Allen Dulles, direttore della CIA] coinvolse la Banca vaticana: prelati protetti dall’immunità diplomatica e una banca che rispondeva solamente al papa [Pio XII] e a Nogara [uomo legato alla J.P. Morgan].
GERALD POSNER
Esperto di politica vaticana, autore di I banchieri di Dio
Decretiamo doversi condannare e proibire, come con la presente Nostra Costituzione, da valere in perpetuo, condanniamo e proibiamo le predette Società, Unioni, Riunioni, Adunanze, Aggregazioni o Conventicole dei Liberi Muratori o des Francs Maçons. […] Se non operassero iniquamente, non odierebbero tanto decisamente la luce. […] Comandiamo a tutti e ai singoli fedeli […] che nessuno ardisca […] iscriversi o intervenire a simili Società, Unioni, Riunioni, Adunanze, Aggregazioni o Conventicole, sotto pena di scomunica.
PAPA CLEMENTE XII
Bolla pontificia In Eminenti, 28 aprile 1738
Sua Santità stabilisce quattro punti chiari che dovranno essere osservati da parte delle autorità finanziarie della Santa Sede, come leggi emanate dalla legge CXXVII […] b) costituisco l’Autorità di Informazione Finanziaria (AIF) indicata nell’articolo 33 della Legge concernente la prevenzione e il contrasto del riciclaggio dei proventi di attività criminose e del finanziamento del terrorismo [per ridurre le attività di riciclaggio di denaro e di finanziamento del terrorismo attraverso conti della Banca vaticana].
SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
Lettera apostolica del 30 dicembre 2010.
Ordine per la pubblicazione della legge CXXVII contro il riciclaggio di denaro
Pregate per me, perché io non fugga, per paura, davanti ai lupi.
SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
Messaggio ai fedeli durante la prima messa come Sommo Pontefice, 2005
La Banca vaticana si basa su un regolamento che impedisce alle alte cariche della Santa Sede di controllarla.
ERIC FRATTINI
Giornalista peruviano, autore di I corvi del Vaticano, 2012
(dodici mesi prima della rinuncia di Benedetto XVI)
[…] il cardinal Romeo ha annunciato che al Santo Padre rimangono soltanto dodici mesi di vita. Il cardinal Romeo ha profetizzato la morte del papa nei prossimi dodici mesi […]. I suoi interlocutori in Cina hanno pensato, con orrore, che si stia programmando un attentato contro il Santo Padre.
CARDINALE DARÍO CASTRILLON HOYOS
Lettera di una pagina a Benedetto XVI, 30 dicembre 2011
Sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino.
SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
Messaggio di rinuncia all’incarico di Sommo Pontefice
(per la prima volta in seicento anni), 13 febbraio 2013
Con estrema commozione e infinita gioia mi rivolgo a Voi, Santità, per farLe umile richiesta affinché si adoperi per porre fine alle divisioni che intercorrono nei rapporti tra la Chiesa cattolica e la massoneria.
GIANFRANCO PILLONI
Gran maestro della Gran Loggia d’Italia, in una lettera
al Santo Padre Francesco, 10 ottobre 2013
Prima la internarono, segretamente [Lucia dos Santos, la bambina che vide la Madonna a Fatima, in Portogallo, nel 1917], in un collegio cattolico di Vilar, a Oporto, e poi la mandarono in Spagna e la fecero diventare una monaca di clausura per il resto della sua vita, situazione che, dopo settantasei anni dagli avvenimenti del 1917, ancora continua! […] Perché il Dio annunciato e rivelato nelle Memorie di suor Lucia non ha niente a che vedere con il Dio rivelato da Gesù di Nazareth. Si associa maggiormente con un Dio sanguinario […]. Catechesi terrorista. […] Da quello che racconta Lucia in questo libro, i due fratelli, Jacinta e Francisco, vivevano nel terrore.
PADRE MÁRIO PAIS DE OLIVEIRA
Sacerdote portoghese, prigioniero politico durante la dittatura
in Portogallo, direttore della rivista «Fraternizar».
Frammento del libro Fátima nunca más!, 1999
Vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il Vangelo di Cristo.
PAOLO DI TARSO, APOSTOLO DI CRISTO
Lettera ai cittadini della Galazia, nell’odierna Turchia
(Lettera ai Galati, 1:7)
[L’imperatore romano] Costantino fuse [nel 325 dopo Cristo] il culto pagano del Sol Invictus con il cristianesimo. Tale fusione è evidente nel fatto che cambiò il giorno dedicato all’adorazione della divinità dal sabato alla domenica [giorno del dio Mitra]. Costantino ordinò la canonizzazione della Bibbia e allo stesso tempo la distruzione dei documenti opposti.
PASTORE STEPHEN KYEYUNE
Autore di Shaping the Society. Christianity and Culture, 2012
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LA CADUTA DI UN PAPA
11 febbraio 2013: in circostanze ancora oggi avvolte nel mistero, papa Benedetto XVI – Joseph Ratzinger – annuncia le sue dimissioni dall’incarico di Sommo Pontefice. Non accadeva da seicento anni. La sua rinuncia porterà all’elezione di Jorge Mario Bergoglio, che si chiamerà Francesco. Col tempo, il mondo verrà a sapere che alcuni mesi prima Benedetto XVI aveva ricevuto minacce di morte, e che all’interno del Vaticano era in atto un vasto complotto, a cui lo stesso Ratzinger fece allusione fin dal primo giorno di pontificato: «Pregate per me, perché io non fugga, per paura, davanti ai lupi».
Il presente libro sarà l’esplorazione di questo complotto: chi sono questi lupi
, in cosa consiste questa mafia
, che cosa vogliono, chi li appoggia e da dove; e quale sarà l’atteggiamento nei confronti di papa Francesco, che chiameranno apertamente distruttore
e persino antipapa
, invocando profezie cattoliche come il terzo segreto di Fatima, san Malachia e, addirittura, l’Apocalisse. Esiste una linea che collega tutto da quasi sette decenni: un potere che non si trova nemmeno in Vaticano, ma lo controlla.
Adesso parlerò di me e del mio coinvolgimento in questo complotto.
Cinque anni prima della rinuncia – e investito dalle critiche del mondo contro la «mancanza d’azione» del Vaticano nei confronti dei sacerdoti pedofili – Benedetto XVI ordinò un’azione senza precedenti: eseguire test psicologici ai nuovi sacerdoti, per individuare e sospendere in tempo
possibili omosessuali e pederasti.
Fra questi, quattrocento giovani vennero sospesi e rispediti a casa. Alcuni, invece, furono rinchiusi in celle e stanze all’interno delle mura vaticane, al fine di condurre interrogatori approfonditi. Uno di questi ero io, Pio del Rosario Camposanto. E c’era anche il mio amico e fratello in Cristo Iren Dovo, irlandese, anch’egli legionario di Cristo.
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«Sono innocente», gli dissi, toccando la parete umida della cella, «ci tengono qui soltanto perché siamo legionari di Cristo. Adesso c’incolperanno di tutto», continuai accarezzando il gesso putrido, «tutto perché il nostro fondatore, padre Marcial Maciel Degollado, era un criminale, che abusò di decine di bambini. Adesso incolperanno noi», e lo guardai negli occhi. «E tu che ne pensi? Io non sono omosessuale, e men che meno pederasta».
Iren Dovo, capelli rossi e naso lentigginoso, guardò le ampie grate di ferro sulla porta ossidata della cella.
«Caro Pio del Rosario: ciò che tu e io pensiamo non importa a nessuno. Ci hanno sottoposti al Minnesota Multiphasic Personality Inventory. È un test scientifico. Se dice che tu e io siamo omosessuali, allora siamo omosessuali», e mi sorrise.
«Come, scusa? Sei impazzito?»
«Se il test dice che siamo inclini alla pederastia, allora lo siamo veramente, e che Dio ci perdoni», e si fece il segno della croce. «Signore Gesù, ti offro questo momento per la salvezza eterna di mio padre Maciel», e chiuse gli occhi. «Perdonalo. Prendi la mia sofferenza. Ammettilo alla tua presenza. Punisci me, e anche Pio del Rosario».
Lo presi per il bavero della giacca.
«Non riesco a credere che tu sia così idiota. Lasci che uno stupido test di cinquecento domande dica chi sei, quando in realtà non è così? Lasci che mentano sulla tua personalità?».
Cominciò a lottare per liberarsi.
«Pio! Questi test psicologici colgono le tendenze del subconscio! Servono a questo le domande incrociate
, a individuare il subconscio!».
«Ma di che parli?»
«Forse hanno veramente ragione. Forse tu e io in fondo siamo davvero omosessuali», e fece un respiro profondo. «Forse siamo inclini alla pedofilia. Non ti sei mai chiesto perché hai scelto il sacerdozio?», e mi sorrise.
«Che vuoi dire?»
«Se fossimo stati persone normali avremmo avuto vite normali
. Ma abbiamo scelto entrambi il sacerdozio. Non siamo normali».
Guardai le sbarre alla finestra. Chiusi gli occhi.
Nella mia mente comparve l’immagine di un uomo calvo, con lenti sottili e quadrate. Provai una forte paura. Il suo nome: Marcial Maciel Degollado, fondatore dei legionari di Cristo, morto cinque anni fa.
«Tu sei nostro padre?», domandai a questa visione dall’oltretomba.
Mi disse: «Et Verbum caro factum est». E il Verbo si fece carne.
Dall’oscurità mi sorrise. Un fulmine mi accecò. Mi ritrovai di nuovo a Jacksonville, in Florida, nella casa davanti alla spiaggia dove morì padre Maciel. Appena prima della sua morte ci fu una tormenta: le palme si piegavano fin quasi sulla sabbia. A causa del vento le tende rimasero intrappolate nelle finestre. Le donne cominciarono a gridare: «Impartitegli l’unzione degli infermi! Il padre non vuole ricevere i sacramenti!».
Padre Maciel cominciò a dimenarsi: «Non voglio i sacramenti! Vi ho detto di no!».
«Chiamate un esorcista! Padre Maciel ha bisogno di un esorcista!».
Scossi la testa. Sentii un ronzio nelle orecchie, e poi la voce di un medico nella mia testa: «È la morfina», e lo sentii toccarmi il capo. «Gli hanno somministrato duecento milligrammi in serie. Saremo fortunati se questo giovane non ha perso le capacità cognitive. Ha subìto una lesione al settore tre del corno d’Ammone dell’ippocampo, che gli ha causato un’amnesia. La morfina distrugge sezioni intere della memoria».
Aprii gli occhi. Dissi a Iren Dovo: «Mi sono fatto prete perché il mondo deve cambiare», e guardai di nuovo verso la finestra. «E posso cambiarlo se diffondo il messaggio di Cristo», e lentamente sollevai il braccialetto africano. «Questa è la maschera del dio Unkulunkulu. Me la diede la signora zulu con la malaria a Kariba. Mi disse: Tu sei qui per migliorare il mondo. Fa’ che cambi davvero
».
«Quel braccialetto è pagano. Non dovresti usarlo».
Mi voltai verso le pareti ricoperte di muffa.
«Incredibile», gli dissi. «Cinquecento anni fa questa era un cella dell’Inquisizione. Adesso ci siamo tu e io. La Congregazione per la dottrina della fede non è altro che il nome attuale dell’Inquisizione», e mi avvicinai a lui. «Ci stanno accusando di essere subliminalmente
omosessuali e inclini alla pederastia». Gli misi la mano sulla spalla. «Forse tu sei davvero omosessuale», gli sorrisi. «Se è così, per me tu sei perfetto. Non hai motivo di cambiare, e nessuno ha il diritto di giudicarti. Iren Dovo, figlio del Clan Duach di Tigernach Duí d’Irlanda: sei mio fratello e mio amico, e così mi ordinò Gesù Cristo duemila anni fa. Papa Benedetto ha confuso pederastia
con omosessualità
, ed è questo il vero peccato. Non avrebbe mai dovuto dare inizio a questa persecuzione».
Fuori, a duecento metri da noi, papa Benedetto XVI stava rinunciando.
2
Sotto l’enorme struttura modernista della sala per il concistoro generale ordinario, l’imponente e delicato papa Benedetto XVI, con un dolore cronico alla schiena causato dai suoi ottantasei anni, si avvicinò trascinando le scarpe rosse di pelle all’imponente trono dorato con lo schienale imbottito.
«Carissimi Fratelli, vi ho convocati a questo concistoro non solo per le tre canonizzazioni», e lentamente guardò i presenti. Chiuse gli occhi e sorrise a se stesso. «Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino».
Centinaia di prelati con le vesti cardinalizie cominciarono a mormorare, scambiandosi occhiate confuse.
«Cosa sta dicendo?», si domandavano.
«Sta rinunciando?».
Il papa proseguì: «Carissimi fratelli, chiedo perdono per tutti i miei difetti», e lentamente chinò il capo. Il vento, da dietro il trono, spinse le tende trasparenti verso di lui.
Il papa sorrise dolcemente. Nella sua mente sentì una parola: Mordkomplott
. Complotto di morte. Guardò un vecchio amico negli occhi, e gli lesse il labiale: Il cardinale Romeo lo ha annunciato. C’è un complotto per ucciderti.
«Ora», concluse il papa, «affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice».
Suonarono le campane. Un fulmine da novanta milioni di watt, immortalato dal fotografo Filippo Monteforte, dell’AFP, colpì il parafulmini della cupola di San Pietro. Lo shock per l’umanità iniziò proprio in quell’istante.
3
Nei corridoi vaticani cominciarono a sentirsi delle grida: «Inaudito!».
«Ma è possibile?!».
«Senza precedenti!».
Appena la notizia uscì dai corridoi vaticani, sfuggendo dalla bocca di qualcuno per arrivare all’orecchio di qualcun altro, appena la notizia si alzò in volo sulle scrivanie delle redazioni, le agenzie di stampa di tutto il mondo si scatenarono: «Per la prima volta dopo seicento anni un Sommo Pontefice della Chiesa cattolica romana rinuncia alla carica!».
Paul Owen e Tom McCarthy, del quotidiano britannico «The Guardian», annunciarono: «Nessun papa rinunciava dal 1415! I capi religiosi di tutto il mondo esprimono solidarietà per la decisione del Santo Padre, ma i membri della Chiesa cattolica sono sotto shock».
A Londra, lo storico vaticanista Michael Walsh era pietrificato: «È una situazione disastrosa».
A Washington, il cardinale Donald Wuerl avvicinò la bocca al microfono di un’emittente televisiva: «Sono… sono solo molto sorpreso. Ma è comprensibile che il Santo Padre voglia rinunciare se non ce la fa più ad andare avanti», e cominciò a torcersi le mani. «Ma è una grande sorpresa», continuò guardando di lato. «Non c’è stato nessun segnale che potesse far presagire tale decisione. Quando ho sentito la notizia la prima cosa che ho fatto è stato chiamare Roma. Mi hanno confermato che è tutto vero, che lo stanno annun-
ciando».
A Roma, il giornalista identificato come Redattore A
dell’Associated Press confermò davanti alle telecamere: «Benedetto XVI, negli ultimi due anni di pontificato, prima di vedersi obbligato ad abdicare, ha destituito quattrocento sacerdoti per presunti o possibili abusi sessuali contro minori. Soltanto fra il 2008 e il 2009 ha scomunicato centosettantuno sacerdoti».
«Nessuno», aggiunse un altro giornalista, al suo fianco, «aveva mai osato intervenire così drasticamente contro questa rete criminale di pederastia composta di sacerdoti della Chiesa cattolica nel mondo; nemmeno il suo predecessore, Giovanni Paolo II: è stato confermato che, durante il pontificato di Wojtyła, membri non ancora identificati dell’alta curia hanno protetto importanti ecclesiastici di questa mafia occulta, capeggiata dal defunto messicano Marcial Maciel Degollado, fondatore dei legionari di Cristo. Per caso sono uomini vincolati a questa rete criminale di occultamento, complicità e sesso i responsabili della rinuncia, oggi, di Benedetto XVI? Si tratta forse di una vendetta per l’infamante condanna del loro leader Marcial Maciel da parte di papa Benedetto?».
Nel Palazzo Apostolico, il Santo Padre avanzò tortuosamente – come Gesù sul monte Golgota duemila anni prima – verso la porta che recava la scritta PAVLUS III PONT MAX. Paolo III, Sommo Pontefice. Trascinò i piedi esili e tremanti sul pavimento di marmo, circondato da un’asfissiante massa di prelati e membri della Chiesa che lo aggredivano di domande: «Non puoi scendere dalla croce…», gli sussurrò all’orecchio il cardinale polacco Stanislao Dziwisz, un tempo potente segretario privato di Giovanni Paolo II. «Non puoi scendere dalla croce! Devi morire nell’ufficio papale!».
Benedetto lo guardò negli occhi. Nelle retine del polacco vide l’immagine confusa del defunto Marcial Maciel Degollado farsi sempre più grande, sussurrando le parole «Et Verbum caro factum est». E il Verbo si fece carne.
Nella sua mente cominciò a risuonare il ricordo di una voce imperiosa e stentorea: quella di un gesuita temuto e rivoluzionario, l’ex arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini, morto meno di un anno prima: «La curia non cambierà, Benedetto. Te ne devi anda-
re tu».
«Come, scusa…?», gli aveva domandato il papa, intimorito.
«Questo è il momento. Non hai scelta. Non puoi più fare niente qui», gli aveva detto il 2 giugno, tre mesi prima di morire, e otto prima della storica rinuncia.
Il papa guardò in alto. Vide un’aquila che volava nell’immensità del cielo.
«Carlo?».
Nella sua mente risentì le parole che il gesuita gli aveva detto otto anni prima, durante le votazioni del conclave che lo aveva proclamato papa, il 19 aprile 2005: «Tieniti i miei voti. È meglio che sia nominato tu. Sei intelligente e onesto. Cerca di riformare la Chiesa», e lo aveva afferrato per l’avambraccio. «Ma se non ci riesci, rinuncia», aveva continuato guardandolo fermamente negli occhi. «Lo farai?».
Benedetto chiuse gli occhi. Cominciò a piangere.
In Argentina l’arcivescovo settantaseienne Jorge Mario Bergoglio – gesuita e amico di Carlo Maria Martini –, all’interno della ricca ed enorme cattedrale metropolitana di Buenos Aires, cominciò a predicare davanti ai suoi fedeli.
«… L’impero del denaro con i suoi effetti demoniaci, come la droga, come la corruzione!», e guardò la congregazione. Era molto silenziosa. Vide pochissimi giovani. Gli echi della propria voce risuonarono verso di lui dalle lontane colonne della chiesa. «La tratta delle persone… e persino di bambini», andò avanti, socchiudendo le palpebre. Vide sulla tovaglia bianca dell’altare una mano esile che furtivamente gli passò un foglio. C’era scritto: «Benedetto XVI ha appena lasciato il pontificato. Il Sole 24 Ore
sta già scrivendo che lei è uno dei candidati, il leader del fronte progressista
».
4
In Vaticano, nel giardino all’inglese del Palazzo Apostolico, il giardiniere Sutano Hidalgo, alto, canuto e devoto casanova, sosia di George Clooney, recise con le forbici lo stelo di un rorido fiore arancione. Indossava una maglia verde e un paio di pantaloni larghi verde scuro, alla cui cintura erano agganciati gli attrezzi da lavoro.
«Per questa santa unzione», sorrise alla pianta, «il Signore ti liberi dai tuoi peccati, ti dia la salvezza e il sollievo. Per Cristo Gesù e la Madonna di Fatima, riposa in pace», e dolcemente baciò lo stelo reciso del fiore, che trasudò una resina cristallina, e disse: «Io non ho inventato la realtà. Ci abito e basta. Siamo cristiani, ma anche gladia-
tori».
Furtivamente alzò lo sguardo verso il Palazzo Apostolico e sussurrò al minuscolo microfono nascosto nel colletto della camicia: «Ci siamo. I due sacerdoti pederasti di Maciel Degollado sono rinchiusi nella sezione antisabotaggio della gendarmeria». Guardò in direzione delle finestre sul lato sud del palazzo del Tribunale, sotto la gigantesca basilica di San Pietro.
«Eccellente», gli rispose una voce. «Che non abbiano nessun contatto con il papa, né con i cardinali. Prepara l’operazione Cassa Galleggiante».
Sutano Hidalgo forzò un sorriso: «L’unica cosa peggiore che indagare su un complotto è farne parte», e cominciò ad avanzare fra le piante.
5
Io, Pio del Rosario, messicano dell’isola di Guadalupe, e Iren Dovo, il mio amico irlandese dai capelli rossi, ci guardavamo l’un l’altro. Con le lacrime agli occhi mi disse: «Ti amo», e mi fece l’occhiolino.
«Sei incredibile. Come fai a scherzare? Siamo nella merda! Questo è l’inferno!».
Iren Dovo si alzò di colpo: «Tranquillo, Pio del Rosario! Non ti lasciar coinvolgere, e non ti fare complessi! Non abbiamo ancora toccato il fondo», e indicò verso la porta ossidata della cella. «Ancora non sono venuti a prenderci, non ci hanno legati, incatenati o ammanettati, né ci hanno riferito alcuna sentenza a nostro carico per essere inconsciamente omosessuali, o per avere un’inclinazione alla pederastia
. Se questa fosse la Passione di Cristo, questo sarebbe il monte degli Ulivi: tu e io piangiamo per quello che ci succederà, ma ancora non ci è successo niente!». Inclinò lievemente la testa verso di me, facendo scintillare gli occhi perversi.
«Che vuoi dire?»
«Voglio dirti questo: se ancora non l’abbiamo preso, possiamo ancora impedire di prenderlo… e salvarci il sedere».
«Non essere volgare. Sei un sacerdote!».
«Possiamo ancora fuggire».
«Diamine», esclamai alzandomi in piedi. «Come?», e mi girai verso la porta blindata. «Sfondiamo le pareti?».
Iren prese a camminare lentamente nella cella, quasi in punta di piedi.
«Prima di tutto analizziamo l’aspetto più importante: siamo realmente pederasti? Siamo davvero omosessuali?». Inclinò la testa. «Ti piaccio?», mi sorrise.
«Accidenti, Iren… Sei un demonio».
Sentimmo un rimbombo provenire dalla porta e delle chiavi sbattere contro il metallo ossidato. Il catenaccio scricchiolò, e deglutimmo entrambi. Con un lungo cigolio, la porta, lentamente, si aprì. Un sacerdote con la barba bianca e la fronte ampia entrò nella cella, tenendo in mano una cartellina piena di fogli.
Si fermò davanti a noi e ci guardò negli occhi. Ci mise alcuni secondi prima di domandarmi: «Ti fai spesso la doccia?», e sollevò leggermente la cartellina.
«Come, scusi?», domandai girandomi verso Iren Dovo.
«Ti piace correre?», mi chiese il sacerdote.
«Correre?», ripetei. Cercai di guardare i suoi fogli. «Se mi piacesse correre non sarei diventato prete. Non capisco che cosa abbia a che vedere con la pederastia
».
Cominciò a prendere appunti.
«Quand’è stata l’ultima volta che hai fatto sesso con qualcuno?», mi domandò, guardando poi verso Iren Dovo.
«Sta scherzando? Sono un sacerdote!».
«Che genere di esperienze sessuali hai avuto?»
«Vedo che non mi sta ascoltando. Le sto dicendo che non ho fatto sesso! Sono un sacerdote!».
«Ti piace la pornografia?».
Iren Dovo mi sussurrò a voce bassissima: «Pio del Rosario, non metterti sulla difensiva. Secondo gli psicologi quest’atteggiamento dimostra che le accuse sono fondate».
«Non può essere», gli dissi.
Il sacerdote ci guardò entrambi.
«In effetti in entrambi sono state riscontrate delle potenzialità», e con le dita colpì la cartellina. «Adesso verrete chiamati per un interrogatorio approfondito», e con un gesto della mano chiamò due guardie.
«Potenzialità?», gli chiese Iren Dovo.
Le guardie entrarono nella cella stringendo due manganelli neri.
«Potreste incorrere in episodi di pederastia e psicosi. Siete stati entrambi classificati come personalità borderline», e ripassò i nostri fascicoli.
«Come ha detto?», gli chiesi. «Personalità borderline?
»
«Disturbo borderline di personalità. Significa insicurezza, instabilità emotiva, bassa autostima, cambiamenti estremi nello stato d’animo, tendenza al suicidio».
«Accidenti», dissi. «Tutte queste cose insieme? Sa una cosa?», e cominciai a camminare dietro di lui, che a sua volta girava per la stanza con la cartellina in mano, seguito dalle guardie. «Io non sono suicida, non ho nessuna potenzialità verso la pederastia
, né sono omosessuale. Da dove tira fuori tutte queste cose? In quale maledetta parte di quel test risulta che io sia gay
?».
Il sacerdote controllò il fascicolo. S’inumidì le dita per girare le pagine. Le due guardie mi squadravano da cima a fondo con un sorriso stampato in faccia.
«Ecco qua», mi disse. «È nella sezione delle testimonianze».
«Testimonianze
? E di chi?»
«Dei tuoi compagni. Sono le prove incrociate: i compagni fanno segnalazioni su chi ha dimostrato devianze comportamentali».
«Non ci credo. Un mio compagno, senz’altro un idiota colossale, vi ha detto che io sono gay, e voi ci credete? È così che funzionano le vostre famose prove
?»
«Dovresti parlare con rispetto dei tuoi compagni», mi disse il sacerdote. «È stato il tuo compagno di cella a rilasciare questa testimonianza», e indicò l’irlandese dai capelli rossi. Iren Dovo mi sorrise, stringendosi nelle spalle.
«Non ci credo», gli dissi. «Tu?», e gli puntai il dito contro. Il sacerdote mi fece abbassare la mano.
«Giovani: il Vaticano non permetterà più azioni di pederastia. La Chiesa è sotto attacco da parte dei nemici di Cristo. Persone con tendenze alla devianza e al delitto, soprattutto quando si tratta di personalità borderline, come nel vostro caso, sono esattamente gli strumenti con cui il Nemico vuole distruggere la Chiesa. Adesso andrete dall’Interrogatore», e indicò la porta della cella, sorvegliata dalle due guardie.
«Un attimo!», gridai. Cercai di divincolarmi quando mi afferrò il braccio. «Tutto questo è illegale, anticostituzionale! Come potete far questo? Su cosa basate le accuse contro di me? Sulla testimonianza di questo imbecille di un bugiardo?».
Il sacerdote mi strinse forte, spingendomi poi verso la porta.
«L’Interrogatore ti sta aspettando, insieme agli uomini della Giuria. Ti ricordo che il tuo compagno di cella, Iren Dovo, è accusato formalmente dalla polizia di Roma di aver molestato due minori nella scuola Santa Griselda Palatina. Questo interrogatorio serve a stabilire se esistono le condizioni per potervi sottoporre a processo, prima di consegnarvi alle autorità di Roma».
«Come ha detto?», chiesi a Iren Dovo. «È la verità? Hai molestato due minori?!».
«No, Pio del Rosario», mi sorrise. Cominciò a camminare dietro di me. «Lo abbiamo fatto insieme. C’eri anche tu. Ho detto il tuo nome anche agli investigatori della procura di Roma. Tu e io siamo il trofeo del Vaticano nell’ultimo giorno del pontificato di papa Benedetto. Siamo il suo regalo per i lupi
. Preparati al carcere e a essere violentato».
6
Sopra di noi, nella gigantesca navata profumata – incenso, mirra e dolci gardenie – della colossale basilica rinascimentale di San Pietro – il cuore del Vaticano – l’anziano Benedetto XVI sollevò le fragili braccia coperte di bianco: «In quest’ultima omelia, questo mercoledì delle Ceneri…», e in silenzio guardò tutti i prelati. Fra le teste distinse gli sguardi duri che più lo preoccupavano, quelli dei lupi
. Chiuse gli occhi: «Penso in particolare alle colpe contro l’unità della Chiesa», e fece una lunga pausa. Nella basilica calò un silenzio pesante. Respirò lentamente. Riaprì gli occhi, serrò la mascella e cercò di parlare con voce più grave per dare maggior forza alle sue parole: «Penso alle divisioni nel corpo ecclesiale».
All’esterno, il giornalista Steve Jalsevac, di Lifesitenews.com, strinse forte il microfono: «Nell’ultima omelia del suo pontificato, il Santo Padre Benedetto XVI sta parlando di colpe contro l’unità della Chiesa
e di divisioni nel corpo ecclesiale
. A cosa si riferisce? Impossibile non ricordare le parole pronunciate otto anni fa, nella prima messa come papa: Pregate per me, perché io non fugga, per paura, davanti ai lupi
. Oggi sembra che stia effettivamente fuggendo, sebbene non si sappia ancora da chi. Chi sono questi lupi
?»
«Chi sono questi lupi?», si chiese davanti alle telecamere anche un altro giornalista, sotto il colonnato che circonda la gigantesca piazza San Pietro. «Qual è la misteriosa cospirazione che sembra agire in silenzio dietro la rinuncia del papa e di cui il mondo non sa niente? Al momento sono in pochi a credere che il gesto di Benedetto XVI sia dovuto all’età o a motivi di salute. Lo stesso Sommo Pontefice ha appena confermato davanti ai giornalisti che all’interno del Vaticano esiste una mafia occulta
».
«Chi sono i componenti di questa mafia
di cui un miliardo e duecento milioni di cattolici in tutto il mondo non sanno niente?», si domandò un terzo giornalista, di fronte alla cosiddetta porta del Bene e del Male, uno degli ingressi della basilica. «Chi forma questo gruppo occulto
che sembra tenere in scacco il Vaticano sotto gli occhi del mondo? Saranno loro a designare il nuovo papa che governerà i cattolici? Lo hanno forse già eletto?».
7
A quaranta chilometri a nordest di Milano, nello sperduto e tranquillo comune montano di Sotto il Monte – luogo di nascita del pingue papa Giovanni XXIII – soffiava un vento temibile tra gli stridori delle civette. Nella sua rustica casa di mattoni d’argilla, il sacerdote novantottenne Loris Francesco Capovilla apprendeva la notizia dal suo antiquato televisore.
Alle sue spalle sorrideva, in una fotografia appesa alla parete, il suo vecchio capo: Giovanni XXIII, seduto sul trono papale con le gambe aperte. Loris Capovilla era stato il suo segretario privato tra il 1958 e il 1963, un periodo che aveva compreso tutta la presidenza di John F. Kennedy, fino al suo assassinio.
«Monsignore…», sussurrò il fedele Felitto Tumba, piccolo, grassoccio e sorridente, vestito con un grembiule. «Lei ne sapeva qualcosa? Cosa sta succedendo?».
Capovilla si girò lentamente verso il suo assistente, osservandolo con i suoi occhi grigi.
«Il terzo segreto di Fatima».
«Come, scusi?». Fuori un fulmine squarciò il cielo. Il tuono fece tremare i vetri delle finestre.
«Ella profetizzò qualcosa di straordinario», disse il monsignore mettendo le mani in grembo. «Si avrà una manifestazione del soprannaturale». Poi si girò verso il suo papa: Angelo Roncalli, Giovanni XXIII. «Il momento è arrivato». Gli sorrise. «Sono pronto per l’inizio della fine».
8
Nella Santa Sede, l’esorcista ufficiale del Vaticano, l’imponente padre Gabriele Amorth – calvo e quasi senza sopracciglia, con uno sguardo preoccupato e benevolo – si avvicinò lentamente al giornalista Marco Ansaldo, della «Repubblica». Gli sussurrò: «Il diavolo alberga anche in Vaticano…», e distolse lo sguardo. Il giornalista percepì subito la potenza delle sue parole, e lo guardò incredulo.
«Il diavolo alberga… in Vaticano?»
«Quando si parla di fumo di Satana
nelle Sacre stanze è tutto vero. Anche queste ultime storie di violenza e di pedofilia», e gli mostrò una piccola borsa. «Il diavolo è spirito puro, invisibile», continuò, accigliandosi ancora di più. «Ma si manifesta con bestemmie e dolori nelle persone di cui s’impossessa. Può restare nascosto», e guardò con cautela in direzione degli edifici vaticani. «O può parlare lingue diverse. Trasformarsi. Il diavolo dice: Niente di tutto ciò mi spaventa
», e mostrò al giornalista il contenuto della borsa. Vi erano alcuni oggetti metallici. «Dalla bocca può uscire di tutto: alcuni hanno vomitato pezzi di ferro lunghi come un dito», e spalancò gli occhi dietro le lenti, «ma ne possono uscire anche petali di rosa. Ci sono cardinali che non credono in Gesù, e vescovi invischiati con il demonio». Gli si avvicinò. «Il diavolo alberga in Vaticano, e se ne vedono le conseguenze».
9
Nel centro del potere vaticano l’aspettativa cresceva. I potenti prelati si aggiravano per gli antichi corridoi rinascimentali come formiche ansiose per l’imminente conclave. L’attività febbrile di ogni giorno si era trasformata in vera e propria urgenza. Il protocollo per la successione papale era stato avviato. Si respirava un’atmosfera elettrica. I mormorii invadevano i corridoi percorsi da cardinali, vescovi e arcivescovi con i nervi a fior di pelle. Questa stessa urgenza, questa stessa necessità di predire il futuro si ritrovava nei mass media di tutto il mondo.
Il giornalista Juan-Fernando Dorrego Tiktin, di Hechosdehoy.com, iniziò a raccontare i preparativi per il conclave: «Scherer, Sandri, Scola, Schönborn e Tagle: ecco l’enigma dei papabili. In questa lista, anche se potremmo avere alla fine una grande sorpresa, ci sono tre grandi tendenze e un’incognita: a) un papa dell’America Latina: Odilo Scherer, arcivescovo dell’enorme diocesi di San Paolo, Brasile, o l’italo-argentino Leonardo Sandri, attuale prefetto della Congregazione per le Chiese orientali… Oppure b) un papa africano: Peter Ruckson, ghanese, attualmente presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace… Oppure c) un papa europeo: l’italiano Angelo Scola e l’austriaco Christoph Schönborn».
A Madrid il giornalista Miguel Mora del «País» stava dicendo al suo pubblico: «Angelo Scola è strettamente legato a Benedetto XVI, Joseph Ratzinger. Sono buoni amici da quarant’anni. Tra il 1986 e il 1991, Angelo Scola è stato consultore di Ratzinger nella Congregazione per la dottrina della fede. Sono maestro e discepolo. Ma… sarà lui il prossimo papa?».
Il prete rosso di Genova
, Paolo Farinella, disse al «Fatto Quotidiano»: «La nomina di Scola [come arcivescovo di Milano] è una lettura del pontificato ratzingheriano sul quale ormai è morta non solo la speranza, ma anche l’ipotesi di speranza. Che pena vedere le foto di Scola che brilla nei suoi polsini dorati, nel suo orologio d’oro, nella sua croce d’oro, nella sua gualdrappa rosso porpora, nel suo cappello a tre punte, rigorosamente rosso. Mi chiedo se uno vestito così poteva entrare nel cenacolo o se non stava meglio alla corte di Nabucodonosor tra i satrapi e gli eunuchi di corte».
Il giornalista Giorgio Bernardelli, della «Stampa», cominciò a scrivere al computer: «Quale sarà il ruolo dei cardinali Kasper e Bergoglio? Walter Kasper, tedesco, e Jorge Mario Bergoglio, argentino, sono due kingmaker, ovvero personalità che, per esperienza e autorevolezza, sono in grado più di altre di orientare il voto verso la figura che alla fine verrà scelta. La domanda quindi è: se a metà marzo si entrasse nella Cappella Sistina senza una candidatura molto forte, quali potrebbero essere i cardinali kingmaker del conclave 2013? L’arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, secondo alcune ricostruzioni, durante il conclave del 2005 avrebbe raccolto non pochi voti».
I redattori del quotidiano «La Stampa» scrissero: «Non ci sono candidature molto forti. Ma ci sono i cosiddetti kingmaker, che giocheranno un ruolo decisivo all’interno del conclave. In questo caso possono essere i cardinali Walker Kasper, dalla Germania, e Jorge Mario Bergoglio, dall’Argentina».
A Caracas, il redattore internazionale dell’«Universal» affermò davanti al pubblico venezuelano: «Sembra che la gente si sia dimenticata o ignori che nel 2005, quando Joseph Ratzinger venne nominato papa, due cardinali si contendevano la successione di Giovanni Paolo II. Portando alla luce un diario segreto di un cardinale non identificato che partecipò a quel conclave, la rivista italiana Limes
e il quotidiano spagnolo El País
hanno rivelato questa informazione: il conclave che elesse Joseph Ratzinger non si svolse come si pensò all’epoca. L’alternativa principale a Ratzinger non era stato il cardinale Carlo Maria Martini, bensì un altro gesuita, l’argentino Jorge Mario Bergoglio, che alla fine s’intimorì e rinunciò. Ecco cosa abbiamo appreso da questa fonte».
Negli appartamenti papali, l’anziano Benedetto XVI – che aveva appena rinunciato al potere del papato – chiuse di nuovo gli occhi umidi e circondati da rughe sottili. Poggiò la testa contro il vetro freddo della finestra e sentì le parole nella sua testa: Tieniti i miei voti. È meglio che sia nominato tu. Sei intelligente e onesto. Cerca di riformare la Chiesa. Ma se non ci riesci, rinuncia
. Riaprì gli occhi.
In Argentina, il cardinale Jorge Mario Bergoglio rispose ai giornalisti dell’agenzia di stampa italiana ANSA: «Credo [che ciò che ha fatto il nostro papa, Benedetto XVI] sia stata una decisione meditata davanti a Dio e molto responsabile da parte di un uomo che ha evitato di sbagliare o di lasciare le decisioni in mani altrui».
«In mani altrui…?»
«Ha d’altro canto avuto un grande desiderio nella ricerca dell’unità, che ritiene superiore al conflitto. Ha sempre avuto la mano tesa».
«Tesa a chi, cardinale? Superiore al… conflitto? Quale conflitto? Esiste un conflitto all’interno del Vaticano?».
L’addetto stampa di Bergoglio, Federico Walls, disse alla radio ai giornalisti dell’AFP: «Il nostro cardinale Bergoglio è papabile, come tutti gli altri. Quando arriverà la convocazione da parte di Roma, partirà. Ha l’esperienza dell’ultimo conclave».
«Signor Walls, è vero che il cardinal Bergoglio avrebbe potuto essere eletto durante l’ultimo conclave? È lui ad aver regalato i suoi voti a Benedetto?».
Federico Walls distolse lo sguardo. Il cardinal Bergoglio, fuori della cattedrale di Buenos Aires, disse ai giornalisti dell’ANSA: «[Le dimissioni del papa rappresentano] un gesto rivoluzionario. Ha fatto voltare pagina dopo seicento anni di storia».
«Cardinale, da chi è rappresentato il conflitto
all’interno del Vaticano? Da cosa è stata causata la rinuncia del papa?».
10
Dall’altra parte del mondo, negli studi di Fatima TV, padre Paul Leonard Kramer – barbuto e dall’aspetto impressionante, con una chioma simile a quella di un potente leone o a quella di un saggio della Bibbia – diresse lo sguardo verso il giovane Peter Dychtiar: «Lei mi domanda cosa c’è dietro la rinuncia di Benedetto XVI. Be’, il papa stesso ha affermato in tutta chiarezza di sentirsi debole, che la sua salute si stava deteriorando…».
«Lei pensa che altri elementi abbiano influenzato questa decisione?»
«Io direi di sì, perché già quattro anni fa il papa aveva intenzione di rinunciare».
«Quattro anni fa?»
«Mi sono arrivate alcune notizie secondo le quali esisterebbero fazioni diverse all’interno della Chiesa. Il 10 aprile 2009, papa Benedetto fece visita alla tomba di Celestino V, dove lasciò il pallio, segno del potere come vescovo di Roma. Se lo tolse dalle spalle e lo adagiò sulla tomba. Tale gesto acquista significato se pensiamo al fatto che Celestino V fu l’ultimo papa a rinunciare volontariamente».
«E quali fazioni potrebbero esserci dietro a questa pesante decisione?».
Padre Kramer lo fissò dritto negli occhi: «Ne sento parlare ormai da parecchio tempo», e alzò lo sguardo, «da persone che occupano cariche importanti all’interno del Vaticano. Erano monsignor Zanoni e monsignor Marini, ex segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei. Parlarono della