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I Disturbi del Sonno
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E-book116 pagine1 ora

I Disturbi del Sonno

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Il sonno è una parte importante della salute: nessuna quantità di cibo sano ed esercizio fisico possono contrastare gli effetti negativi del dormire poco. Dormire poco o male porta a una serie di disturbi di salute, tra cui: perdita della memoria a lungo termine, problemi comportamentali, aumento di peso e diabete. La mancanza di sonno può causare malattie anche più gravi.

LinguaItaliano
Data di uscita10 apr 2012
ISBN9781476012018
I Disturbi del Sonno

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    Anteprima del libro

    I Disturbi del Sonno - Rossano Vigorelli

    Il sonno è una parte importante della salute che nessuna quantità di cibo sano ed esercizio fisico possono contrastare gli effetti negativi del dormire poco. I ricercatori hanno collegato il dormire poco a una serie di disturbi di salute, tra cui, ad esempio, perdita della memoria a lungo termine, problemi comportamentali, aumento di peso e diabete. La mancanza di sonno può avere un impatto negativo causando anche malattie molto gravi. Un ciclo del sonno disturbato può avere effetti negativi anche nella produzione di melatonina, che è sia un ormone che un potente antiossidante contro il cancro.

    Dormire poco può anche aumentare i livelli di corticosterone, l'ormone dello stress. Inoltre, quando è sotto stress il vostro corpo rilascia ormoni che aumentano la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna. I muscoli diventano tesi, i processi digestivi si bloccano, e alcuni centri del cervello si attivano, modificando la chimica del vostro cervello. Lasciata incontrollata, questa risposta allo stress può causare mal di testa, ansia e depressione.

    I disturbi del sonno sono frequenti e comuni: persone di tutte le età accusano spesso di non dormire a sufficienza, di non riposare bene o di non riuscire ad addormentarsi. Immediati e visibili sono gli effetti di una carenza di sonno: borse sotto gli occhi, pelle poco luminosa, palpebre appesantite e afflosciate oltre ad ansia, irritabilità, nervosismo e stanchezza. Quando, per un qualsiasi motivo, perdiamo ore di sonno, manifestiamo un po' di stanchezza il giorno dopo, ma certamente questo non è dannoso per la salute. Il sonno perso viene recuperato facilmente il giorno successivo proprio grazie alla capacità di autoregolazione del nostro organismo. I problemi possono insorgere quando, nonostante il bisogno e la richiesta di sonno del corpo, non è possibile riposare e soddisfare l'esigenza fisiologica. Tutta una serie di fattori, come lo stress o gli orari di lavoro, possono influire negativamente sul sonno e impediscono all'organismo di riposare in modo adeguato. Esiste un tempo minimo e indispensabile alla sopravvivenza che deve essere dedicato al sonno. Il corpo ha bisogno di dormire almeno due ore al giorno per vivere e l'orologio biologico determina anche il numero massimo di quindici ore da dedicare al sonno. Un debito di sonno viene recuperato dal corpo con una sola notte di riposo. Il tempo da dedicare al sonno è un discorso delicato, perché dormire poco crea tutta una serie di disturbi, ma dormire troppo a lungo causa altrettanti fastidi. Chi dorme male, poco e non riposa a sufficienza diventa irascibile, nervoso, perde la concentrazione, la memoria e si deprime. Chi dedica troppo tempo al sonno si innervosisce e accusa un calo del rendimento esattamente come chi dorme poco. Saper dormire in modo regolare, per un numero di ore adeguato alla nostra esigenza fisica è sinonimo di salute e di benessere sia fisico che mentale .Molte persone hanno sofferto di insonnia: solitamente il disturbo del sonno è come la punta di un iceberg, dove si vede solo ciò che sta sopra e si ignora il problema sommerso. In effetti, un'adeguata attenzione nei confronti di una serie di indicatori dell'insonnia sia notturni, sia diurni è importante per evidenziare la presenza dei disturbi del sonno nel singolo soggetto e definirne più accuratamente l'incidenza specifica e la conseguente cura.

    IL SONNO E LA VEGLIA

    Gli esseri umani hanno al loro interno una sorta di orologio biologico che influenza alcuni processi fisiologici e che condiziona le ore di veglia e quelle di sonno. Il funzionamento di questo orologio corrisponde al ciclo circadiano (dal latino circa diem = circa un giorno), il quale regola attraverso l'azione di messaggeri chimici e nervosi i processi organici che avvengono ogni giorno nel nostro corpo, come la digestione, la minzione, l'evacuazione, la crescita e il ricambio cellulare. Il nostro orologio biologico determina anche l'alternanza dei periodi di sonno e di veglia con un intervallo piuttosto regolare e costante all'interno del ritmo circadiano, a meno che intervengano alcuni fattori che dall'esterno possono condizionarne in parte il funzionamento. Un regolare ciclo di sonno e veglia fa si che il nostro orologio biologico influisca positivamente sulla produzione ormonale ottenendo una sufficiente condizione di vigilanza diurna e un soddisfacente riposo notturno. Durante il sonno il livello basso di adrenalina e di corticosteroidi, che sono gli ormoni associati alla condizione di veglia, danno la possibilità all'organismo di sfruttare i più elevati livelli di ormone della crescita, prodotto dall'ipofisi nelle ore notturne. Dormendo diminuisce lentamente la temperatura corporea fino a raggiungere circa un grado meno del valore serale. Quando la temperatura si abbassa e raggiunge il livello minimo, e questo coincide con bassi valori di adrenalina, noi ci sentiamo stanchi. Verso il finire della notte, con le prime luci dell'alba, è più difficoltoso dormire o rimanere addormentati, perché verso le 5 del mattino i livelli ormonali incominciano a crescere ed aumenta anche la temperatura corporea. Il ciclo di sonno e di veglia è regolato da un altro ormone, la melatonina, prodotto dall'epifisi, piccola ghiandola situata nel cervello. La luce, penetrando nell'occhio attraverso i nervi, manda un messaggio all'epifisi che, in base alla quantità di luce in arrivo, blocca o stimola la produzione di melatonina. Il buio determina la produzione di questo ormone che dà il segnale all'organismo il quale rallenta lentamente le sue attività e si prepara al sonno. La registrazione elettroencefalografia dell’attività elettrica cerebrale (EEG), del respiro, del battito cardiaco, dell’attività muscolare e oculare permette di differenziare diverse fasi di sonno. Nell’addormentamento è presente il progressivo rallentamento dell’attività elettrica cerebrale, l’aumento della sincronizzazione, la comparsa di onde lente e complessi elettrici rapidi, la riduzione del tono muscolare, l’assenza di movimenti rapidi degli occhi, la comparsa di sporadici movimenti oculari lenti e il rallentamento e la regolarizzazione del respiro e della frequenza cardiaca. Dopo circa 90 minuti dall’inizio del sonno si ha la prima fase REM, comparsa di movimenti oculari rapidi (Rapid eye movements, da cui il nome di sonno REM) e irregolarità nella frequenza cardiaca e respiratoria. Il sonno REM nel neonato è pari al 50% del sonno totale, mentre nel giovane si riduce al 20% per oi restare percentualmente invariato con il passare degli anni. Il sonno è stato a lungo considerato dai fisiologi un fenomeno passivo necessario al corretto funzionamento del sistema nervoso centrale. Le ricerche successive hanno, invece, evidenziato l’intervento di fenomeni attivi nella regolazione del ritmico alternarsi del sonno e della veglia. La regolarità e la stabilità del ciclo sonno-veglia sono il risultato di un processo maturativo che si esaurisce durante i primi mesi di vita extrauterina: il sonno acquisisce così una ritmicità ed evolve differenziandosi qualitativamente e quantitativamente. Le fasi del sonno e l’alternarsi ciclico sonno/veglia rientrano in

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