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Foglie di tabacco
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E-book136 pagine1 ora

Foglie di tabacco

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Info su questo ebook

I protagonisti di queste fuggevoli cronache ambientate in Canale di Brenta (all’inizio della Valsugana, tra Bassano del Grappa e Primolano) sono persone solitarie capaci di trasformare la loro condizione in uno stato di grazia infinito, persone a una svolta, a una delle piccole grandi svolte quotidiane che plasmano vite e caratteri. Le loro immagini rappresentano qualcosa di reale da strappare all’oblìo, storie minime legate a luoghi e oggetti di per sé incapaci di ricordo. Momenti che non alludono né al passato né al futuro, fatti quotidiani privi di eroismi, sentimenti avvolti di discrezione e segretezza.

LinguaItaliano
Data di uscita15 dic 2013
ISBN9788868150556
Foglie di tabacco
Autore

Marco Crestani

Marco Crestani, veneziano trapiantato sull’Altopiano di Asiago, è convinto che scrivere sia un po’ come parlare (senza essere interrotti) e ha perciò, da qualche anno, messo in pratica il motto di Plinio il Vecchio “Nulla dies sine linea”. Forse per questo si libra sopra l’abisso (trattenuto solo dalla grammatica) e fa il copywriter non rassegnandosi alla solitudine.Animatore culturale, da parecchi anni è affascinato dalla scrittura e dallo sviluppo storico dei fenomeni espressivi. E’ il fondatore del Centro Culturale Sant’Antonio delle Fontanelle, associazione no-profit che ha dato vita al progetto Priamo.Appassionato studioso di storia e antropologia culturale, per la Meligrana ha pubblicato: “Dall’Altopiano al Mayumbe” (2010 - ebook); “Dyane 6 in viaggio” (2011/2013 - ebook); “L’attualità di Sofia” (2011 - ebook); “Cercando dove l’acqua è più profonda” (2012 - ebook); “Canale di Brenta” (2013 – ebook).

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    Foglie di tabacco - Marco Crestani

    Copyright Meligrana Editore, 2013

    Copyright Marco Crestani, 2013

    Tutti i diritti riservati

    ISBN: 9788868150556

    Meligrana Editore

    Via della Vittoria, 14 – 89861, Tropea (VV)

    Tel. (+ 39) 0963 600007 – (+ 39) 338 6157041

    www.meligranaeditore.com

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    INDICE

    Frontespizio

    Colophon

    Licenza d’uso

    Marco Crestani

    Copertina

    Foglie di tabacco

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    Licenza d’uso

    Questo ebook è concesso in uso per l’intrattenimento personale.

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    Grazie per il rispetto al duro lavoro di quest’autore.

    Marco Crestani

    Marco Crestani, veneziano trapiantato sull’Altopiano di Asiago, è convinto che scrivere sia un po’ come parlare (senza essere interrotti) e ha perciò, da qualche anno, messo in pratica il motto di Plinio il Vecchio Nulla dies sine linea. Forse per questo si libra sopra l’abisso (trattenuto solo dalla grammatica) e fa il copywriter non rassegnandosi alla solitudine.

    Animatore culturale, da parecchi anni è affascinato dalla scrittura e dallo sviluppo storico dei fenomeni espressivi. E’ il fondatore del Centro Culturale Sant’Antonio delle Fontanelle, associazione no-profit che ha dato vita al progetto Priamo.

    Appassionato studioso di storia e antropologia culturale, per la Meligrana ha pubblicato: Dall’Altopiano al Mayumbe (2010 - ebook); Dyane 6 in viaggio (2011 - ebook); L’attualità di Sofia (2011 - ebook); Cercando dove l’acqua è più profonda (2012 - ebook); Canale di Brenta (2013 - ebook).

    Contattalo:

    marco@libereditor.it o libereditor@gmail.com

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    http://www.priamoedit.it

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    Il Canale di Brenta è un tratto della Valsugana che si sviluppa per circa trenta chilometri da Primolano a Bassano del Grappa, all’estremo nord-est della provincia di Vicenza, nell’ultima parte del percorso montano del fiume Brenta.

    Una valle angusta, scomoda, disagevole, stretta tra i monti e il fiume Brenta, incassata fra l’Altopiano di Asiago e il massiccio del Grappa.

    Del Canale di Brenta restano impresse delle immagini che caratterizzano con forza il paesaggio: la valle, le contrade, la frugalità e la semplicità delle piccole cose, la stanca e paziente laboriosità, il fiume, le pareti rocciose e soprattutto le montagne trasformate dal lavoro dell’uomo.

    Lo sviluppo vertiginoso dei terrazzamenti nei versanti ci rivela un’importante relazione con lo spazio, ma anche dei microcosmi di fatto, specifici nel loro aspetto e nel loro funzionamento.

    Organizzando lo spazio, queste terrazze, le masiére, hanno ordinato il tempo, dettato modi e ritmi di vita, disseminato conoscenze e fondato sentimenti di comune appartenenza.

    Sulle acque del Brenta, importante via di collegamento con la pianura veneta, scendevano ogni anno dai boschi del Primiero, della Valsugana e dell’Altopiano enormi quantità di legname da costruzione e legna da ardere. Lungo il suo corso si sono diffusi intensi traffici di merci, uomini, idee, conoscenze tecnologiche, manifestazioni artistiche e valori culturali.

    Il commercio del legname ha conosciuto un lento declino nel secolo XVII, proprio mentre iniziava la coltivazione di tabacco, che poi è diventata monocoltura specializzata stravolgendo nel tempo paesaggio, economia e società.

    La poca terra coltivabile e le scarse risorse ambientali hanno spinto la gente di questi luoghi a essere più frugale nell’uso delle risorse.

    La divisione del lavoro ha aiutato a moltiplicare le forze portando gli individui a prendere coscienza delle conseguenze delle loro azioni. La povertà materiale ha rappresentato un valore positivo per anni e la costruzione di sistemi articolati e multiformi come i terrazzamenti ha educato, nel tempo, alla cooperazione.

    Intorno al tabacco ha gravitato un sistema multiforme di relazioni di carattere economico e sociale. Il regime di monopolio comminava rigorosi e intransigenti controlli da parte delle autorità e la monocoltura portava a notevoli dipendenze verso l’esterno per quanto riguardava i beni di prima necessità.

    Il tracollo della coltivazione nel secondo dopoguerra ha favorito l’incremento del fattore emigrazione e il conseguente abbandono di terrazzamenti e insediamenti.

    Oggi il legame tra il paesaggio e le comunità del Canale è molto cambiato e su gran parte dei terreni contesi con tanta fatica alla montagna ha attecchito un bosco immiserito, invaso dalle spine; le radici delle piante stanno mettendo a dura prova i muri e ne hanno causato in diversi casi il crollo; tante sono le case abbandonate e il reticolo di sentieri, pozzi e canalizzazioni delle acque è fatiscente oppure coperto quasi del tutto dai rovi.

    Il Canale di Brenta in Valsugana è stato un luogo di confine e allo stesso tempo anche un punto di incontro, inevitabile, tra culture ed economie differenti.

    Qui il contrabbando ha rappresentato soprattutto un fenomeno sociale esteso e radicato, quasi sempre legato alle necessità di sostentamento delle famiglie valligiane. Una sorta di manifesta-zione anarchica e velleitaria contro il potere centrale che aveva, tra le sue principali prerogative, il controllo dei confini, dei traffici e dei commerci.

    Il contrabbandiere era parte integrante del tessuto sociale di questa gente da sempre abituata a vivere in armonia con la natura di una terra aspra e selvaggia. Caratteri forti e sinceri che si riflettevano nei tratti del viso, nel passo sicuro e nel portamento audace e fiero.

    Il contrabbando è da sempre un’attività tipica delle zone di frontiera. Il Canale di Brenta è stato un luogo di passaggio di uomini, eserciti e merci. Fin dal ‘500 i suoi abitanti trafficano in legname, biade, carbone. In piena guerra di Cambrai, pur ribadendo più volte la loro fedeltà alla Serenissima, i canaloti fornivano di varie mercanzie le genti della pianura e mercanteggiavano con le popolazioni trentine, oltre che con gli stessi delegati di Massimiliano I.

    All’indomani del plebiscito di annessione del Veneto all’Italia, attraverso sentieri spesso impraticabili e sfidando la stretta sorveglianza della guardia di finanza,

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