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L'Amministratore Delegato E la Ragazza della Caffetteria
L'Amministratore Delegato E la Ragazza della Caffetteria
L'Amministratore Delegato E la Ragazza della Caffetteria
E-book134 pagine1 ora

L'Amministratore Delegato E la Ragazza della Caffetteria

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Info su questo ebook

Beth Wilmington, la graziosa ragazza della caffetteria, è diversa dalle donne che l'Amministratore Delegato Garbiel Reynolds “frequenta” solitamente. C'è qualcosa in lei che lo costringe a tornare lì, nonostante il pessimo caffè che servono. Ansioso di scoprire di più sul suo conto, coglie al volo l'opportunità di darle un lavoro non appena si presenta.

Sentendosi più che fortunata, Beth considera l'offerta di lavoro di Gabriel come cuoca e governante una vera e propria opportunità per lasciarsi alle spalle i debiti, ma la forte attrazione nei confronti di lui la spaventa. È il peccato incarnato in una forma diabolicamente sexy e dallo stargli accanto possono derivare solo guai.

Riuscirà a vivere con il più ambito scapolo della costa orientale senza cadergli pietosamente ai piedi? Potrà rischiare di farsi del male? E sarà disposta ad accettare Gabriel quando lui le confesserà i suoi desideri più intimi e profondi?

LinguaItaliano
Data di uscita18 dic 2013
ISBN9781498912976
L'Amministratore Delegato E la Ragazza della Caffetteria

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    Anteprima del libro

    L'Amministratore Delegato E la Ragazza della Caffetteria - Terry Towers

    L'Amministratore Delegato

    E la Ragazza della Caffetteria

    Copyright 2013 di Terry Towers

    Copertina di: Terry Towers

    Tutti i diritti riservati. A eccezione di brevi citazioni utilizzate in critiche, recensioni o articoli, nessuna parte di questo libro può essere usata o riprodotta senza il permesso scritto dell'autriceTerry Towers. Saint John, New Brunswick, Canada. Terry Towers può essere contattata tramite il suo sito web all'indirizzo www.elixaeverett.com

    Attenzione: la riproduzione o la distribuzione di questo lavoro protetto da copyright è illegale. Nessuna parte di questo libro può essere scannerizzata, caricata o distribuita in rete o tramite altri mezzi, elettronici o di stampa, senza il consenso dell'autore. La violazione penale del copyright, anche senza scopo di lucro, è un reato perseguito dall'ABI ed è perseguibile con un massimo di 5 anni di detenzione e un'ammenda di $250,000. Si prega, pertanto, di acquistare unicamente edizioni elettroniche o cartacee autorizzate e di non favorire in alcun modo la pirateria di materiale protetto da diritto d'autore.

    Questo libro è un'opera di fantasia. Ogni riferimento a persone, viventi o defunte, luoghi, eventi o locali è puramente casuale. I personaggi sono frutto dell'immaginazione dell'autore e sono usati in maniera fittizia.

    Capitolo 1

    ––––––––

    Dannazione, dannazione, dannazione, Beth borbottò, sporgendosi sul bancone della caffetteria, penna alla mano, cercando di trovare un modo per rendere il college una possibilità reale. Tristemente, le cifre sembravano non voler collaborare. Da quanto sembrava, non ci sarebbe stato alcun college per lei il prossimo semestre autunnale. Non c'era davvero modo; al momento guadagnava appena il necessario per poter sopravvivere. Stava facendo così tanti sacrifici, troppi in realtà. Ridurre le ore di lavoro alla caffetteria per frequentare la scuola, continuando a pagare le salate rette, non era stata un'ottima idea. Al momento, il costo della vita rappresentava un onere superiore di quanto si potesse permettere.

    Dannazione, imprecò nuovamente, un po' più forte di quanto intendesse, mentre accartocciava nel pugno la lista delle spese e gettava la carta nel cestino accanto. La palla di carta colpì il margine del cestino e ricadde all'interno, silenziosamente.

    Bel colpo.

    Beth sospirò mentre si girava verso il bancone e rivolgeva a Gabriel un debole sorriso. In qualsiasi altra giornata avrebbe adorato vedere Gabriel – le sue visite erano generalmente i momenti migliori del pomeriggio. Tuttavia, oggi era diverso; nemmeno la visuale dalle sua cotta segreta riusciva a illuminarle la giornata. No, nemmeno l'alto, possente maschio dai capelli scuri nel suo perfetto abito sartoriale, con quei profondi occhi scuri, riusciva a distrarla dai suoi problemi.

    Buon pomeriggio, Gabriel, disse solennemente.

    Appoggiando un gomito sul bancone di marmo beige che li separava, lui le sorrise. Il suo dolce sorriso seducente l'aiutò a sciogliere l'umore di ghiaccio che l'aveva pervasa, fino a quel momento – leggermente. Allora, andiamo, dimmi ciò che ti preoccupa. Dove è il meraviglioso sorriso col quale solitamente mi accogli? Aveva uno sguardo intenso, tuttavia preoccupato sul volto.

    Oh, ho capito! Il tuo capo sta facendo lo stronzo? scherzò debolmente.

    Un sorriso cominciò a incurvare gli angolo delle labbra di Beth per la prima volta quel giorno mentre scuoteva la testa. No.

    Lui inarcò un sopracciglio con fare interrogativo. Oh, ora ho capito finalmente. Problemi di uomini, giusto?

    Il sorriso di lei si fece più ampio. Non direi. Afferrando una capiente tazza di plastica dal dispenser cominciò a versargli del caffè.

    Il solito? chiese, ignorando la sua domanda. Non voleva spifferare i suoi crucci economici ai clienti - nemmeno a Gabriel. E per quanto riguardava la sua non esistente vita sentimentale – davvero non aveva intenzione di discuterne con lui.

    Gabriel annuì. Va bene, smetterò di tentare di indovinare, le rivolse una risatina. Allora, vuoi dirmelo? Che cosa c'è che non va?

    Beth sigillò il bicchiere con il coperchio di plastica e sospirò, allungando la tazza verso di lui sul bancone. Incrociando le braccia sul petto, appoggiò un fianco contro il bancone e catturò il suo sguardo. Vuoi davvero saperlo o sei semplicemente educato?

    Dannazione, è bellissimo oggi. Il bottone in alto della camicia bianca era slacciato. La cravatta di seta nera gli circondava morbidamente il collo. Sembrava fosse appena uscito dalle pagine di GQ. Era, senza ombra di dubbio, uno degli uomini più sexy che avesse mai incontrato. Il suo modo di fare estroverso e il suo sorriso peccaminosamente sexy completavano perfettamente il suo aspetto. Ha almeno idea di quanto sia bello? Si ritrovò a pensare. Certo che ce l'ha... Come potrebbe essere altrimenti?

    Gabriel ridacchiò. "Voglio davvero saperlo. Non te l'avrei chiesto se non fosse così."

    Beth sbuffò. Beh, il problema è che non riesco a prendermi una pausa.

    Non riesci e prenderti una pausa? Afferrando una banconota dalla tasca dei pantaloni, gliela porse mentre accettava il caffè. Perché dici così?

    Raccogliendo il denaro, calcolò il totale e fece per dargli il resto. Quando glielo offrì, come al solito, lui scosse la mano, quindi lo lasciò cadere nel suo barattolo delle mance. La mancia era pari a tre volte il costo del caffè; era decisamente il più generoso dei clienti che avesse mai messo piede nella caffetteria.

    Beh, sono a metà del college e non c'è modo che riesca a tornarci l'anno prossimo. Riesco a malapena a pagare le bollette anche con tutti gli straordinari che faccio in questo posto. Prendi questo fine settimana, per esempio. Devo scegliere... pago l'elettricità o la bolletta del telefono?

    Gabriel annuì, rimanendo serio, ma il divertimento gli guizzò negli occhi non appena lei riprese a parlare. All'improvviso gli argini si ruppero e il bisogno di epurare il suo dolore si fece troppo intenso, quindi continuò il discorso, le parole le uscirono dalle labbra come una diarrea verbale impossibile da contenere. "Quindi questo significa che sono bloccata qui. Con questo merdoso lavoro per un altro anno. Cavoli, forse perfino per il resto della mia vita! Ho ventitré anni e mi sto già immaginando una vita come la ragazza delle ciambelle. Non sarebbe poi nemmeno male se avessi un fidanzato, o diavolo, scopassi una volta ogni tanto. Ma no. Nessuno dei due. Gli unici uomini che sembro in grado di attirare sono criminali, sposati o perdenti disoccupati. Beth sbuffò e scosse la testa, sconfitta. Non riesco a prendermi una pausa..."

    Annuendo, un sorriso si espanse sulle labbra di Gabriel mentre inarcava un sopracciglio. Bene, per quanto riguarda i problemi con il telefono e l'elettricità potrei darti una mano.

    Accigliandosi, Beth catturò il suo sguardo. Il cuore le smise di battere per un istante e il viso le si arrossò. Oh mio Dio. Ringhiò tra sé. Ora pensa che sia un caso disperato di maniaca sessuale. Pregò di poter morire in quel momento. Tuttavia, guardandolo, gli occhi scuri di lui incollati ai suoi, sapeva che gli avrebbe detto tutto quello che desiderava sapere. In qualche modo dubitava che qualche donna avrebbe potuto resistere, avrebbe risposto a qualsiasi domanda o avrebbe accolto qualsiasi richiesta da parte sua.

    Sentendo il calore avvamparle le guance, Beth scosse la testa. No. No, non stavo insinuando o sottintendendo. Io -

    Il ghigno di Gabriel si fece più ampio. Quindi non vuoi un lavoro migliore? Si strinse nelle spalle, o almeno un lavoro pagato meglio? Non sono sicuro se sia migliore.

    B-Beh. No, lo voglio. Intendo, non volevo chiedere l'elemosina. Solo che -

    Sai cucinare? Gabriel chiese, ridendo amabilmente mentre affondava una mano nella tasca interna della giacca e ne estraeva un biglietto da visita da passargli.

    Il calore sulle sue guance si fece più intenso e si rosicchiò leggermente il labbro inferiore. Maccheroni e formaggio, scherzò. Sapeva cucinare? Doveva per forza scherzare. Era la peggior cuoca che conoscesse. Niente sembrava mai riuscirle bene, non importava quanto tempo o quanti sforzi impiegasse per preparare un pasto. Scuoceva qualsiasi cosa. Alcune persone erano predisposte ad essere casalinghe; lei non era una di queste.

    Prendendo il bigliettino, lo scrutò attentamente. Gabriel Reynold Enterprises.

    Già, sono io, confermò, scuotendo le spalle in modo disinteressato.

    Sollevò lo sguardo dal bigliettino per fissarlo negli occhi. Non aveva idea di cosa fosse la Gabriel Raynold Enterprises, ma sembrava dannatamente giovane per essere a capo di qualsiasi cosa. Non poteva avere più di trent'anni.

    Sai cosa, allungando di nuovo la mano nella tasca interiore, estrasse una penna argentata, le prese il bigliettino dalla mano e velocemente scrisse un numero di telefono e un indirizzo. Devo andare. Ho una riunione tra dieci minuti, ma chiamami stasera, ci accorderemo per un incontro e vedremo cosa possiamo fare per te.

    Beth accettò il bigliettino da visita una volta ancora e decise di porre la domanda che le solleticava la mente: Perché mai dovresti fare questo per me?

    Afferrando il caffè dal bancone, le rivolse un sogghigno e le fece l'occhiolino, facendole battere forte il cuore. Magari mi piace il modo in cui mi prepari il caffè.

    Roteando gli occhi verso di lui, non riuscì a trattenersi dal sogghignare: il sorriso di lui era contagioso. Premo un bottone sulla macchina che lo versa in una tazza...

    Chiamami stasera, le gridò da sopra la spalla ignorando il commento, mentre si affrettava attraverso la sala da pranzo verso l'uscita.

    Beth lo osservò mentre si allontanava verso il parcheggio, a passi lunghi e veloci. Lavorare per Gabriel... Cucinare? Si stuzzicò il labbro inferiore con l'angolo del bigliettino da visita mentre lo guardava salire a bordo della sua Lamborghini nera, uscire dal parcheggio e

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