Una giornalista in crisi (eLit): eLit
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Kimberly Raye
E' nata e cresciuta in Texas dove risiede tutt'ora. Scrittrice nota al pubblico e alla critica, ama creare trame e personaggi romantici e sensuali.
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Una giornalista in crisi (eLit) - Kimberly Raye
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Prologo
Le piaceva il suo sapore... inebriante, avvolgente, eccitante, pensò Deb Strickland, mentre lui la baciava languidamente, senza fretta, incurante del trambusto del luna park e della lunga fila di uomini alle sue spalle in attesa del loro turno.
Sì, avrebbe baciato altri uomini, in cambio di qualche dollaro. L'unica scuola elementare di Inspiration aveva bisogno di nuovi libri per la biblioteca. Una buona causa, indubbiamente, e la ragione principale per cui Deb Strickland, proprietaria dell'unico giornale di quella piccola cittadina del Texas, aveva escogitato quello stravagante sistema per racimolare qualche dollaro. Inoltre, era un modo per difendere la sua pessima reputazione, basata in realtà solo su dicerie e non su fatti. Nessun uomo single di Inspiration avrebbe mai rinunciato all'opportunità di baciare una delle ragazze più attraenti della città.
Deb era considerata da tutti molto attraente. Sia da Mitchell, il gentile vedovo del supermercato, che le regalava un dolce ogni volta che lei faceva la spesa, o da Marty del fast food, che le riempiva il piatto con una porzione extra di patatine fritte, o da Paul, della stazione di servizio, che arrossiva fino alle orecchie ogni volta che lei lo guardava.
Quel tipo, invece, era molto diverso da tutti loro.
In apparenza, era il tipico cowboy, con quel cappello a falda larga, i jeans e gli stivali impolverati. In realtà, non c'era nulla di banale nei suoi luminosi occhi verdi, dello stesso colore acceso dei prati, o nelle labbra piene e sensuali, che si erano incurvate in un sorrisino ironico appena aveva messo piede dietro il séparé per baciarla. Era moro, bello e sexy... decisamente sexy.
Deb si stupì di non averlo mai visto prima. Viveva a Inspiration da più di sei anni, ormai, e aveva fatto in modo di conoscere tutti gli uomini attraenti in un raggio di cinquanta miglia.
Tra le sue braccia faticava a pensare con lucidità, e suo malgrado fece una cosa che non aveva mai fatto prima: socchiuse la bocca e rispose al suo bacio appassionato.
La lingua dello sconosciuto s'insinuò tra le sue labbra, e il resto del mondo scomparve, per Deb. Il vociare della gente intorno, la musica delle giostre, le grida dei bambini, qualsiasi suono o rumore svanì nel nulla. Deb era consapevole solo del bacio di quell'uomo e della sua mano che le stringeva la nuca.
I capezzoli le s'inturgidirono contro il pizzo del reggiseno, evidente manifestazione del suo improvviso desiderio, e si sentì invadere da un dolce languore, che minacciava di minare seriamente la sua forza di volontà. Ora non solo desiderava che lui continuasse a baciarla, ma che l'accarezzasse, che la toccasse, che la facesse fremere...
«Allora, ti vuoi sbrigare?»
«Non possiamo restare qui tutto il giorno!»
«Ehi, ci siamo anche noi!»
Deb non avrebbe saputo dire quanto tempo era passato da quando gli uomini in fila oltre il séparé avevano iniziato a protestare. Lentamente tornò alla realtà e realizzò che le gambe le tremavano e che stava ancora baciando appassionatamente un perfetto sconosciuto sotto gli occhi divertiti e impazienti di un folto pubblico.
Eppure non riusciva a pensare a lui come a uno sconosciuto, c'era qualcosa di familiare in quell'uomo, aveva la netta sensazione di averlo già incontrato prima.
Doveva essere impazzita, e i suoi ormoni non erano da meno. Forse era trascorso troppo tempo dall'ultima volta che un uomo l'aveva accarezzata.
Sì, troppo, pensò, distaccandosi da lui e cercando di riacquistare un certo contegno. Cosa non certo facile, mentre quegli occhi verdi continuavano a fissarla con incredulità, come se anche lui non riuscisse a capacitarsi di quanto era appena avvenuto.
Di' qualcosa, pensò Deb.
Mi è piaciuto da morire.
Lo possiamo rifare?
«Tieni» disse invece, restituendogli la banconota che le aveva dato poco prima.
Lui abbassò, perplesso, lo sguardo sul denaro.
«Perché?»
«Dovrei essere io a pagare te.»
Lui sorrise e Deb pensò che il suo sorriso era devastante quanto uno dei suoi baci.
«I bambini della scuola ne hanno più bisogno di me» mormorò lo sconosciuto, richiudendole la mano intorno alla banconota.
Di nuovo, Deb avvertì un fremito di desiderio.
«A proposito di bambini, Maury Hatfield mi ha convinto a offrirmi come volontario per la sua vasca dei pesci rossi.»
«Perlomeno ti bagnerai per una buona causa.»
Sospirando, lei si asciugò il sudore dalla fronte.
«Accaldata?»
Deb era consapevole che non si stava riferendo all'alta temperatura di quella giornata, ma piuttosto alle conseguenze di quel lungo bacio.
«Non puoi immaginare quanto.»
Lui le sfiorò delicatamente il viso con la punta delle dita.
«Oh, sì che posso» replicò, soffermandosi sulle sue labbra. «Immagino perfettamente» aggiunse a bassa voce, in modo che nessun altro potesse udire. «Quando hai finito qui, piccolina, raggiungimi alla vasca dei pesci e vedremo che cosa possiamo fare per rinfrescarti.» Poi le strizzò l'occhio e scomparve tra la folla.
Piccolina, ripeté lei tra sé, mentre le tornava lentamente alla memoria il ricordo di quando, timida e impacciata quattordicenne, aveva trascorso l'estate dalla nonna.
Le piaceva immensamente passare le vacanze da nonna Lily. Erano quelli gli unici momenti in cui poteva dormire, mangiare e respirare senza chiedere il permesso a nessuno. Poteva sorridere e fingere che tutto andasse bene, che il suo nome non fosse Strickland e che il suo futuro non fosse già stato deciso.
Allora Deb non lo sapeva ancora, ma quella sarebbe stata l'ultima estate che avrebbe trascorso a Inspiration per parecchi anni e la più memorabile. Di certo non avrebbe dimenticato quel torrido pomeriggio di luglio in cui si era recata in città con la nonna a fare spese. Mentre Lily si attardava nel negozio di Shelly, lei si era fermata fuori dalla gelateria del signor Freeze ad aggiustare il cinturino dei suoi nuovi sandali rosa con il tacco alto, che aveva acquistato per sfidare le severe imposizioni di suo padre.
«Ehi, piccolina, hai intenzione di startene lì fuori tutto il giorno? Perché non entri?»
Deb aveva alzato la testa di scatto, e il suo cuore aveva iniziato a battere all'impazzata quando aveva incontrato gli occhi verdi del ragazzo che era apparso sulla soglia della gelateria. Un ragazzo di diciassette, diciotto anni, alto, dal fisico atletico e dal sorriso irresistibile. La guardava e le teneva aperta la porta, invitandola a entrare. Dall'interno della gelateria provenivano musica e risate.
Purtroppo, però, la rigida educazione che aveva ricevuto le aveva impedito di cedere alla tentazione. Lentamente aveva scosso la testa.
«Peccato» aveva mormorato lui, senza perdere il sorriso, «sarà per la prossima volta.»
E le aveva strizzato l'occhio, proprio a lei, quel ragazzo meraviglioso, il sogno di tutte le adolescenti di Inspiration.
«Jimmy Mission» mormorò Deb, rammentando all'improvviso il suo nome.
Quando si era trasferita a Inspiration, sei anni prima, aveva saputo che Jimmy si era arruolato nei Marines subito dopo il diploma e che non aveva più fatto ritorno in città, se non per qualche breve visita alla sua famiglia. Meglio così, perché in quel momento della sua vita Deb non aveva nessuna voglia di trovarsi di fronte all'unico uomo in grado di farla sentire ancora timida e insicura com'era stata a quattordici anni.
Da tempo aveva sepolto la sua insicurezza insieme al suo passato. Ora era la spregiudicata Deb Strickland, una donna indipendente, controllata, del tutto immune al fascino di uomini come Jimmy Mission.
O almeno così si era detta, quando aveva saputo che lui era tornato in città, pochi giorni dopo la morte del padre. Da allora gestiva il ranch di famiglia, prendendosi cura della madre, e si vociferava che fosse in cerca di una moglie.
Deb fece un sospiro di disappunto. Non era giusto che, tra tutti gli uomini di Inspiration, l'unico a farle perdere la testa con un bacio fosse stato proprio Jimmy, che ora aveva intenzione di sposarsi.
Un uomo in età le si avvicinò sorridendo, porgendole la banconota da un dollaro.
«Spiacente, Cecil, per oggi ho chiuso, ho un appuntamento a cui non posso mancare.»
Quando giunse a destinazione, di nuovo il cuore iniziò a martellarle nel petto, alla vista di Jimmy, seduto su una piattaforma sospesa sopra alla vasca, con indosso solo un paio di jeans. Con un sorriso sornione, lui faceva dondolare nell'acqua i piedi nudi e abbronzati.
La ragazza in testa alla fila lanciò la pallina e mancò il bersaglio. Nulla di strano, dal momento che teneva lo sguardo fisso su di lui e non sul cerchio rosso che avrebbe dovuto colpire. Deb non poté fare a meno di simpatizzare con lei. Jimmy era bellissimo, aveva un sorriso devastante, uno sguardo indimenticabile e...
Ma lui la guardò e Deb non riuscì più a pensare a nulla. Le sorrise e lei si sentì sciogliere. Non doveva cedere alle lusinghe del suo sguardo, si disse. Jimmy desiderava sposarsi, e l'ultima cosa che lei voleva nella vita era avere un marito. In passato era stata sul punto di sposarsi e aveva giurato a se stessa che mai e poi mai si sarebbe ritrovata di nuovo in quella situazione.
Avrebbe fatto di tutto per stargli alla larga, nonostante baciasse divinamente.
1
Un anno dopo...
Jimmy Mission non avrebbe saputo dire che cosa lo infastidiva di più in Deb Strickland.
Se il fatto che continuasse a dichiararsi innocente davanti al giudice, nonostante in molti fossero stati testimoni del suo sbaglio, oppure il fatto che, a ogni suo respiro, dalla generosa scollatura della camicetta di seta
facesse capolino a intermittenza quel piccolo tatuaggio a forma di cuore, turbando pericolosamente i suoi sensi.
«Quattromila dollari? Per una piccola ammaccatura? Con un martello e cinque dollari di vernice spray potrei sistemargliela io stessa!»
«Seicento dollari per il danno» sentenziò Skeeter Baines, il più anziano giudice di Inspiration. «Il resto per i danni morali, così forse la prossima volta ci penserà due volte, prima di speronare con la sua auto sportiva il pick-up di questo poveretto.»
«Poveretto? È stato lui a stringermi, non ho potuto fare a meno di tamponarlo!»
«Tre volte?» chiese il giudice.
«Due volte.»
«Ah, allora ammette di averlo fatto!»
«L'ho tamponato lievemente e la mia assicurazione coprirà i danni, ma in quanto al risarcimento morale...»
«Ormai ho preso la mia decisione, e ora si sieda, signorina.»
Il giudice batté il martelletto e Deb emise un sospiro esasperato. Il tatuaggio fece capolino in tutto il suo splendore, un cuore rosso vivo sulla pelle pallida.
«È stata appena commessa un'inaccettabile ingiustizia!» dichiarò, rivolgendosi alle poche persone riunite nella piccola sala del tribunale. «Una grave ingiustizia» aggiunse, scandalizzata.
Un altro sospiro, un lampo del piccolo cuore rosso, e Jimmy, turbato, dovette distogliere lo sguardo.
L'unica cosa inaccettabile, pensò lui, era la sua reazione davanti a quella ragazza mora con i tacchi a spillo, la minigonna rossa e l'aderente camicetta bianca, la donna responsabile della sua perenne inquietudine.
Jimmy rimpianse amaramente il giorno in cui aveva pagato per ricevere un bacio troppo breve e carico di dolci promesse. Da allora, non aveva più avuto pace.
«La vera ingiustizia, signorina Strickland» riprese il giudice Baines, «consiste nel fatto che lei ha deliberatamente danneggiato qualcosa che è di proprietà del signor Mission.»
«A mali estremi, estremi rimedi. Il signor Mission mi tormenta da un anno, me lo ritrovo sempre tra i piedi!»
«Viviamo in una piccola cittadina, signorina Strickland» le rammentò il giudice.
«Lo so, ma questo non giustifica il fatto che ogni volta che viene in città posteggi sotto la sede del mio giornale o che il mese scorso, durante la festa di beneficenza, si sia seduto a mangiare al mio tavolo.»
«Per come la vedo io, lei soffre di manie di persecuzione, signorina Strickland. Io devo attenermi al fatto in questione, e lei ha danneggiato l'auto del signor Mission» ribadì il giudice in tono definitivo.
Deb