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Una bollente scoperta (eLit): eLit
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E-book144 pagine2 ore

Una bollente scoperta (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Le sorelle Marshall 3
Non può essere! Cosa diavolo ci fa la foto della sua stagista su un sito di escort? Bastian Christou non sa se essere più stupito dalla scoperta della doppia vita di lei o dall'aspetto assolutamente incredibile che Emmie Marshall ha in quella foto. Le sue curve mozzafiato erano sempre rimaste ben nascoste sul posto di lavoro. Ma con un'agguerrita ex fidanzata da tenere a bada, la ragazza sembra essere la migliore arma a sua disposizione. Emmie si sente oltraggiata quando scopre che il suo capo l'ha assunta come accompagnatrice: in realtà, non sapeva nemmeno che la sua foto fosse online. Ormai è troppo tardi per tirarsi indietro, e ad attenderla c'è un torrido weekend in Grecia.
LinguaItaliano
Data di uscita1 ott 2020
ISBN9788830515222
Una bollente scoperta (eLit): eLit
Autore

Lynne Graham

Lynne Graham vive in una bellissima villa nelle campagne dell'Irlanda del Nord.Lynne ama occuparsi della casa e del giardino, soprattutto nel periodo che lei considera il più magico dell'anno, il Natale.

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    Anteprima del libro

    Una bollente scoperta (eLit) - Lynne Graham

    Immagine di copertina:

    Fly_dragonfly / iStock / Getty Images Plus

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Billionaire’s Trophy

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2013 Lynne Graham

    Traduzione di Chiara Fasoli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3051-522-2

    1

    Sebastiano Christou, Bastian per i suoi molti amici e conoscenti, osservò l’anello di diamanti nella sua mano con un’ombra di rabbia repressa negli occhi del colore del whisky ben invecchiato. Si trattava dell’anello di famiglia dei Christou, che fino a poco tempo prima aveva adornato la mano della sua promessa sposa, Lilah Siannas.

    Ironicamente, Lilah non gli aveva rivolto alcun rimprovero a proposito del contratto prematrimoniale che il suo avvocato le aveva presentato. Invece, rifiutandosi di firmarlo, si era resa irreperibile e il suo risentimento era culminato nell’annuncio pubblico della rottura del fidanzamento.

    Da quel momento in poi Lilah aveva iniziato a comparire ovunque in compagnia di un milionario qualunque.

    Bastian sapeva bene che Lilah gli stava lanciando una sfida che si aspettava raccogliesse. Avrebbe dovuto essere geloso, ma non lo era. Avrebbe dovuto volerla al punto da dimenticare il contratto prematrimoniale, ma non lo avrebbe fatto. No, Lilah stava giocando una partita persa in partenza, perché lui non avrebbe mai sposato una donna senza prima mettere al sicuro il proprio patrimonio. Era un errore che suo nonno gli aveva insegnato a non commettere.

    Suo padre si era sposato quattro volte e i tre costosissimi divorzi avevano prosciugato il patrimonio di famiglia. Il nonno di Bastian gli aveva insegnato che l’amore non era necessario per la buona riuscita di un matrimonio, che principi e obiettivi comuni erano molto più importanti. Bastian non era mai stato innamorato, quanto piuttosto preda della passione. Lilah, una brunetta dalle morbide curve, aveva risvegliato i suoi istinti di caccia e possesso, ma non si era mai illuso di amarla. A dire il vero, prima di chiederle di sposarlo l’aveva valutata attentamente, quasi fosse un investimento. Aveva ammirato la sua mentalità fredda e calcolatrice, la sua eccellente educazione e le sue doti di intrattenitrice sociale. Eppure, ricordò duramente a se stesso, aveva sottovalutato l’avidità della sua fidanzata.

    Bastian ripose l’anello nella scatola e la chiuse nella cassaforte, infastidito per aver perso tutto quel tempo con Lilah, una donna chiaramente inadatta a diventare sua moglie. Aveva trent’anni ed era più che pronto a sposarsi e metter su famiglia, ormai annoiato dalle sterili relazioni occasionali. Non immaginava che trovare una moglie sarebbe stata una sfida così difficile e si stava già chiedendo come avrebbe fatto a evitare una scenata alle nozze di sua sorella Nessa. Lilah, una delle damigelle della sposa, sarebbe stata oltraggiata nello scoprire che Bastian non aveva nemmeno intenzione di provare a riconquistarla. Sarebbe stata felice di essere al centro dell’attenzione, al matrimonio, e avrebbe apprezzato ancor più uno scontro con lui, ma Bastian non voleva che la sua sorellina venisse turbata nel giorno per lei più importante. L’unico modo per evitarlo sarebbe stato presentarsi con un’altra donna al suo fianco, poiché Lilah era troppo orgogliosa per poter ignorare un segnale simile.

    Ma al matrimonio mancavano ormai meno di due settimane, come avrebbe potuto trovare una donna adatta a recitare la parte della sua nuova compagna per un lungo weekend di festa in famiglia in così poco tempo? Una donna che non cercasse di intrappolarlo in una relazione, leggendo nel suo invito molto più di quanto lui intendesse davvero, ma nondimeno capace di fingere l’esistenza di un profondo legame tra loro, perché nulla di meno avrebbe tenuto Lilah a distanza. Poteva esistere una donna tanto perfetta?

    «Bastian?» Si voltò di scatto verso la porta dalla quale era appena entrato uno dei dirigenti della compagnia. «Ho qualcosa di divertente da mostrarti, è il momento giusto?»

    Non lo era, ma Guy Babington era un vecchio amico e Bastian si costrinse a sorridere.

    «Ma certo» lo incoraggiò.

    Guy aprì il portatile che aveva sottobraccio e lo posò sulla scrivania, voltandolo in modo che lui potesse vedere lo schermo. «Ecco... la riconosci?»

    Bastian studiò la foto di un’attraente biondina dagli incredibili occhi azzurri, in un succinto abito da sera che rideva rivolta verso l’obiettivo. «No. Dovrei?»

    «Guarda meglio. Che tu ci creda o no, lavora per te.»

    «Impossibile. L’avrei notata» affermò lui sicuro, perché era davvero una bellezza. «Cosa ci fa la sua foto su Internet? Sei su Facebook?»

    Guy scosse la testa divertito.

    «Sono su un sito che pubblicizza un’attività chiamata Exclusive Companions. È un’agenzia di accompagnatrici molto esclusiva.»

    Bastian si accigliò, arricciando leggermente le labbra sensuali. «Usi delle escort?»

    «Non mi dispiacerebbe usare questa biondina» confidò Guy, evitando di rispondere.

    Lui aggrottò un sopracciglio. «Hai detto che lavora per me...»

    «È così. È una stagista con un contratto trimestrale. Emmie... Fa ricerche per la tua segretaria.»

    Tornando a fissare lo schermo, Bastian non riuscì a nascondere il proprio stupore. «Questa è Emmie?» chiese incredulo, ricordando l’aspetto della giovane donna al lavoro. Capelli raccolti all’indietro, occhiali ben piantati sul naso, vestiti dimessi... In quel momento la sua attenzione si focalizzò sul piccolo neo al centro della guancia della donna nella foto, e ricordò che la stagista aveva lo stesso segno di bellezza. «Diavelos, è davvero lei. Ma fa davvero la escort come secondo lavoro?»

    «A quanto pare... Ma quello che vorrei davvero sapere è perché, quando viene a lavorare, si veste come il brutto anatroccolo» commentò Guy.

    «Il suo nome è Emerald, stando al sito.» Sebastiano aprì il proprio computer e visualizzò la lista degli impiegati. Sì, Emmie non era il diminutivo di Emily o Emma, come si sarebbe potuto pensare, il suo nome era davvero Emerald. Per quanto gli sembrasse incredibile, quella era davvero la stessa donna. Bastian non avrebbe descritto la stagista come un brutto anatroccolo; non aveva potuto fare a meno di notare quelle lunghissime gambe, pur nascoste dai larghi pantaloni neri, ma doveva ammettere che le rare volte in cui si era trovato in sua presenza ne era stato irritato.

    «Lo zucchero fa male ai denti» gli aveva detto porgendogli il caffè, forte e dolce come piaceva a lui.

    «Le buone maniere fanno l’uomo» aveva commentato in un’altra occasione, quando si erano quasi scontrati su una soglia perché lui aveva attraversato la porta senza cederle il passo.

    Una escort, pensò, una donna la cui compagnia poteva essere comprata. Truccata e vestita come in quella foto sarebbe stata perfetta per l’occasione, e dopotutto le conveniva assecondare le sue richieste.

    Era probabile che non fosse a conoscenza delle esatte condizioni che regolavano il suo contratto temporaneo, ma una di queste specificava che le era proibito fare qualsiasi cosa che potesse danneggiare l’immagine della compagnia. E lavorare come escort per uomini facoltosi non rientrava di certo nel novero delle attività accettabili. Non aveva mai utilizzato un servizio di accompagnatrici, né ci avrebbe mai pensato in circostanze normali, ma in questa particolare occasione gli piaceva l’idea di poter assumere una donna che lo accompagnasse al matrimonio. Non avrebbe dovuto chiedere favori a nessuno, né avrebbe dovuto fingere interesse in una donna per la quale non provava nulla, rischiando inoltre di creare qualche malinteso. Avrebbe pagato la Exclusive Companions e lei avrebbe recitato la parte che lui voleva recitasse. Più ci pensava e più l’idea gli piaceva. L’avrebbe avuta sotto controllo, meglio di un robot.

    Emmie trattenne a fatica uno sbadiglio mentre la segretaria di Bastian Christou, Marie, le descriveva nel dettaglio la compagnia sulla quale avrebbe dovuto svolgere delle ricerche. Si massaggiò distrattamente la gamba destra, che le doleva sempre quando stava in piedi troppo a lungo.

    Era rimasta gravemente ferita in un incidente d’auto quando aveva dodici anni e per lungo tempo era stata costretta su una sedia a rotelle, riprendendosi poi a sufficienza da poter usare un paio di stampelle. Senza un costosissimo intervento eseguito all’estero probabilmente non avrebbe mai più camminato senza aiuto, ed era così grata per quell’operazione che liquidava i dolori occasionali come privi di ogni importanza.

    Sfortunatamente, la stanchezza le rendeva impossibile concentrarsi e, non per la prima volta, Emmie si chiese come avesse potuto pensare che uno stage non pagato fosse la migliore soluzione alla sua mancanza di impiego. Dopo mesi sprecati in un lavoro senza futuro alla biblioteca locale, Emmie desiderava solo dare una svolta alla propria vita e carriera. Era però caduta dalla padella alla brace. Anche se molte delle sue amiche svolgevano lavori non pagati, allo scopo di fare esperienze da poter inserire in un futuro curriculum, avevano tutte, senza eccezione, una famiglia pronta a supportarle.

    Lei era decisamente più sfortunata in quel campo. Pur avendo una laurea in economia, la crisi economica aveva fatto sì che ci fossero sempre meno posti di lavoro disponibili, e per quei pochi disponibili era di solito richiesta una precedente esperienza. Dopo una serie infinita di colloqui che non avevano portato a nulla, Emmie era stata felicissima di ottenere quella possibilità alla Christou Holdings, una delle maggiori società informatiche di Londra.

    All’inizio si era chiesta come avrebbe fatto a sopravvivere da sola in città, ma poi sua madre, Odette, si era incredibilmente messa in contatto con lei offrendole di dividere l’appartamento in cui abitava e lei aveva colto al volo quell’occasione. Non aveva mai pensato che Odette potesse avere un secondo fine, nell’invitarla, felice di avere la possibilità di conoscere meglio la madre che non vedeva da quando aveva dodici anni. Emmie e le sue due sorelle erano state cresciute dalla sorella maggiore, Kat, che pur disapprovando chiaramente la sua idea di andare a vivere con la madre non aveva interferito, limitandosi ad avvertirla che Odette poteva rivelarsi difficile. Be’, la parola difficile non bastava neanche lontanamente a descrivere i problemi che stava avendo, pensò sospirando.

    Non appena arrivata a Londra aveva fatto la sconvolgente scoperta che sua madre manteneva uno stile di vita agiato grazie alla gestione di un servizio di accompagnatrici. Ancor peggio era stato scoprire che la madre credeva fermamente che Emmie avrebbe accettato di lavorare per lei, guadagnandosi così l’alloggio nell’appartamento. Quando lei aveva rifiutato, accettando invece un lavoro come cameriera cinque sere a settimana, Odette si era infuriata, e nonostante Emmie le versasse tutta la sua misera paga, era ancora arrabbiata e delusa dalla figlia.

    La cosa peggiore, però, era stata rendersi conto che sua madre non l’amava, non aveva alcun desiderio di conoscerla meglio e di certo non rimpiangeva di averla abbandonata quando era solo un’adolescente.

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