Il botto

Di Giovanni Maniscalco

In un piccolo paese della Sicilia occidentale, un tenente dei carabinieri, trovandosi a raccogliere e mangiare gelsi, col suo fido appuntato Figuzzo, in un appezzamento di terreno di proprietà del suo padrone di casa, (un anziano signore vedovo e senza figli) scopre sotterrato proprio sotto il gelso un cadavere.
Non mancano gli odori, i sapori e il calore di una Sicilia che sa essere vera e straordinaria, accogliente e generosa ma impregnata di una Sicilianità più contorta e che vi farà scoprire luoghi, usi e linguaggi di un mondo tutto da scoprire!

• Lingua: Italiano
• Editore: Giovanni Maniscalco
• Data di uscita: 24 apr 2014
• ISBN: 9786050301205

Anteprima del libro

botto

Il botto

Il tenente Rondino stava aspettando l’appuntato Figuzzo che lo venisse a prendere come al solito per andare in caserma.

Lo attendeva nel cortile della casa del cavaliere Petruso che lo ospitava.

Erano circa le otto e la giornata era splendida, il sole picchiava forte e non soffiava un filo di vento.

In Sicilia non sono rare giornate del genere, specialmente nel mese di giugno.

A Marsalì poi è ancora più piacevole perché, essendo una città di mare, il profumo dell’acqua marina si espande nell’aria e le narici ne approfittano per dare al cervello una meravigliosa sensazione di benessere.

Il cavaliere uscì di casa e visto il tenente gli si avvicinò:

Buongiorno tenente, bella giornata oggi vero?

Il tenente sorrise:

Buongiorno a lei cavaliere

Tenente mi dica una cosa, c’è andato a mangiare i gelsi?

No cavaliere in questi giorni ho avuto molto da fare, ma gli prometto che ci andrò, mi piacciono troppo, preferisco mangiarli al mattino, a digiuno, sono ancora più buoni

Si sbrighi tenente perché sono così maturi che tra qualche giorno cadono tutti per terra e poi se ne parla l’anno prossimo

Da lontano si vedeva arrivare l’Audi A4 Station Wagon del tenente, guidata da Figuzzo.

Il tenente non usciva mai solitamente la sera, per cui la sua auto l’aveva affidata a Figuzzo, il quale lo andava a prendere la mattina e lo riaccompagnava la sera.

Appena l’auto arrivò, Rondino salutò il cavaliere, salì e