Società vuote - Privati Pieni
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Anteprima del libro
Società vuote - Privati Pieni - Consuelo Diodati
Bibliografia
Indice
02 Introduzione
03 Capitolo I
La società vuota
1.1. La crisi dell’interazione, 03 – 1.2. Il ripiegamento nell’emotività, 08 – 1.3. L’autoreferenzialità, 011 – 1.4. Il relativismo culturale, 015
21 Capitolo II
Le emozioni
2.1. Il prevalere dell’emotività e la paura, 21 – 2.2. Dove si canalizzano le emozioni, 025 – 2.3. L’importanza delle emozioni, 029
031 Capitolo III
Il tempo libero
3.1. Origini dello sport, 031 – 3.2. Evoluzione del tempo libero, 034 – 3.3. La socializzazione nel pensiero di R. K. Merton, 037 – 3.4. Il leader d’opinione, 040
045 Capitolo VI
Tempo libero e sport
4.1. Origini dello sport, 045 – 4.2. Evoluzione del tempo libero, 047 – 4.3. Lo sport nelle società moderne e post-industriali, 051 – 4.4. Tempo libero, sport e autonomia sociale, 054, 4.5. Sport, mobilità e integrazione sociale, 057 – 4.6. Ulteriori potenzialità dello sport, 065
071 Conclusioni
075 Bibliografia
Introduzione
Il disegno per la copertina di questo mio lavoro è di mio figlio Raffaele. Le ragioni per le quali l’ho scelto sono molteplici. La prima è che mi piace molto, a seguire c’è il fatto che mi sembra in linea con il titolo ed il sottotitolo di questo lavoro – Società vuote – Privati pieni: società, emotività, tempo libero e sport -. Ho, infatti, pensato al dragone come metafora di una società troppo costrittiva dalla quale fuggire.
Il drago mi è sembrato anche un buon legame con l’inconscio e l’emotività, nello specifico caso della paura (tutti elementi trattati in questo lavoro). Aspetti così facili da tirar fuori da parte di bambini ed adolescenti, laddove da adulti vengono negati o trasposti, con risultati assai discutibili.
In merito al tempo libero, il disegno di mio figlio, mi ha fatto pensare ad un film animato che abbiamo visto insieme durante le vacanze estive in Spagna – Come entrenar tu dragon 2 (Dragon trainer 2) – nel quale, peraltro, i draghi, superata la fase di rifiuto e paura del diverso, possono diventare amici. Certo è soltanto un film, ma proprio per questo propone un modello ideale da seguire nelle azioni, relazioni ed interazioni sociali: di fronte ad un altro da sé più che il rifiuto, l’eliminazione e l’assimilazione, si possono delineare infinite possibilità di confronto e relazione, fondate sul rispetto delle reciproche differenze.
Al contempo, ciascuno di noi può diventare un drago
, nella percezione altrui, come nelle abilità della vita. Ad esempio nello sport: <
L’insieme di questi elementi delinea appunto, il lavoro proposto che è incentrato su una contemporaneità globale e liquida non più in grado di fornire punti di riferimento, ma che continua a proporsi come modello cui assoggettarsi. Di conseguenza assistiamo ad una progressiva fuga dei soggetti dal sociale. Tale processo viene anche definito di ripiegamento nel privato e svuotamento del sistema sociale.
Sicuramente, l’ambito del privato risulta più appagante o semplicemente rassicurante, rispetto a delle società percepite come estranee e prevaricanti. Alcuni dei problemi affrontati in questo lavoro sono proprio legati al fatto che la vita privata e il tempo libero rappresentano settori in cui si estrinseca maggiormente l’emotività. Una emotività che rivendica spazi, ma spesso rimossa dagli ambiti sociali e che, ad un primo sguardo e proprio per tale ragione, spesso si esprime in modo dis -funzionale al soggetto stesso e strumentalizzabile da parte dei mass-media e dei soggetti di potere e controllo, cui vorrebbe sottrarsi.
In realtà, stante la rivoluzione informatica e le mutevoli e differenziate forme di attività del tempo libero (dai turismi, agli sport più vari – recentemente con forte richiesta di contatto con la natura in attività le più disparate) si evidenzia come i soggetti agiscano in processi di effettiva sottrazione dal sociale, verso società vuote e privati pieni.
Capitolo I La società vuota
1.1. La crisi dell’interazione
Coloro che praticano codesto gioco dimenticano che un libro è più di una struttura verbale… è il dialogo che intavola col suo lettore e l’intonazione che impone alla sua voce e le mutevoli e durature immagini che lascia nella sua memoria. Tale dialogo è infinito, le parole amica silentia lunae significano ora la luna intima, silenziosa e lucente, e nell’Eneide significarono l’interlunio, l’oscurità che permise ai greci di entrare nella cittadella di Troia … La letteratura non è esauribile, per la sufficiente e semplice ragione che un solo libro non lo è. Il libro non è un ente privo di comunicazione: è una relazione, è un asse di innumerevoli relazioni [1]
I concetti di intermediazione e di relazione rimandano alla costruzione delle identità, che rappresentano una chiave di lettura e di interpretazione privilegiate delle modalità assunte dall’azione sociale intesa come processo dialettico, dinamico, interdipendente tra soggetto e sistema sociale, nel riconoscimento di entrambe le istanze: quelle del soggetto e quelle del sistema sociale. Va, però, sottolineato come i momenti di confronto tra i due ambiti tendano progressivamente a contrarsi, seppure in alcune situazioni, ad esempio nelle esperienze legate al tempo libero, riemerga con forza l’istanza di autenticità, emotività, relazionalità, in una dinamica che rivaluta il localismo di micro spazi percepiti come meno alienanti, ancor più se confrontati con quelli metropolitani [Diodati, 2006].
Il tempo libero può rappresentare un terreno privilegiato di indagine sulle dinamiche dialettiche tra globale/locale, micro/macro, individuo/sistema poiché la qualità della relazionalità risulta tra i fattori di successo (anche facendo passare in secondo piano elementi disfunzionali dell’offerta complessiva). Il tempo libero e liberato rappresenta, inoltre, proprio un momento di pausa e sospensione della vita ordinaria per ripensare a sé stessi nel mondo e per riappropriarsi di spazi di contemplazione, ritmi lenti - ormai definiti slow, termine non a caso mutuato dal ballo - pure essenziali nel equilibrio umano e sociale.
La globalizzazione ed il localismo sono processi intrinsecamente relazionali, dialettici, reciproci che in quanto tali assumono valenze costruttive e non atomistiche. Lo stesso cosmopolitismo di antica concezione era un concetto/tentativo per colmare la distanza individuo/società, momento di apertura al diverso, al altro, a tutto ciò che viene da fuori.
Come brillantemente evidenziato da Simmel (peraltro, fautore dalla metafora del ponte tra soggetto e sistema) quando <
Nella contemporaneità liquida, relativista e pervasa dall’incertezza cade il presupposto che gli Stati e le società, in quanto delegati all’organizzazione di alcuni aspetti della vita umana, siano di per se stessi giusti, nonché modelli di riferimento da seguire (con ciò cade anche il peso di istituzioni quali la scuola, la famiglia, la religione e si alimenta ancor più il senso di incertezza). Bisogni umani elementari trovano sempre più risposta nella emotività (a volte strumentale e strumentalizzata), in parte a colmare il vuoto sociale, in altra parte a rivendicare aspetti ineliminabili del vissuto delle persone, che nella gran parte dei casi non hanno trovato il giusto spazio: quello della mediazione. Dunque, si comincia ad intravedere come interazione e relazioni tendano a scomparire dal contesto sociale, per riemergere in altri settori dell’esistenza umana.
In realtà, l’interdipendenza