La società liquida: Che cos’è e perché ci cambia la vita
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Dal coautore dell’ultimo libro di Zygmunt Bauman un testo chiarificatore e necessario per comprendere il nostro tempo e conoscere meglio noi stessi.
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Anteprima del libro
La società liquida - Thomas Leoncini
Introduzione
di Thomas Leoncini
Quando Zygmunt Bauman, riferendosi al nostro libro Nati liquidi, mi scrisse «questo libro sarà sulle tue spalle, deve essere bello e genuino come mi hai promesso…» qualcosa dentro me cambiò profondamente.
Da un lato compresi che quell’uomo così saggio, anziano, quasi sempre ricurvo sulla scrivania a scrivere e a studiare, stava per lasciare questo mondo provocandomi anche una grave perdita affettiva (inutile tacerlo) e dall’altro lato capii che non potevo più nascondermi: era necessario tutto il mio impegno per non deluderlo, per renderlo orgoglioso di me.
Cosa significava renderlo orgoglioso di me? Lo compresi dopo qualche giorno: essere me stesso, raccontare tutto quello che avevo imparato da lui, dai suoi studi e dalle sue ricerche così determinanti per la mia vita e per quella di molte persone sparse in tutto il mondo.
Bauman alla presentazione dei suoi libri veniva accolto, soprattutto dai più giovani, come una rockstar che aveva ribaltato il concetto di tempo: il suo bello erano le rughe, il suo essere felice della vecchiaia, onorato di possedere le cicatrici del tempo.
Ragazze e ragazzi facevano la coda per ricevere il suo autografo sul libro e per scambiare due chiacchiere e questo succedeva perché oltre a essere un’importante icona della cultura contemporanea mondiale era soprattutto una persona vera, autentica, sempre pronta a essere, anziché ad apparire.
Bauman era riuscito soprattutto a identificare con precisione un metodo efficace di analisi della realtà che poteva aiutare le persone in due modi: attraverso la comprensione dei fenomeni sociali (cessando quindi di sentirli imprevedibili e di conseguenza estranei a sé) e attraverso l’analisi della relazione che questi fenomeni hanno con la psiche individuale.
Ecco perché da psicologo cerco di far comprendere come la psicologia abbia bisogno di Bauman e come nel nostro mondo liquido sia fondamentale la multidisciplinarità: sociologia e psicologia sociale infatti sono quantomai necessarie per ogni studioso della psiche.
Siamo infatti mondo
, senza neanche accorgercene; e siamo soprattutto ciò che vediamo attorno a noi, ma quel che osserviamo non dipende esclusivamente da quel che siamo interiormente: di conseguenza va saputo interpretare per quello che è.
E questo è un fatto. Reale tanto quanto il mondo interiore di ognuno di noi, tanto quanto l’inconscio. La società ci condiziona fin dalla nostra nascita, non sono solo i nostri genitori, i nostri parenti o le nostre vicissitudini (più o meno fortunate) a farlo: il mondo non solo ci alleva, ma ci determina pure.
E allora conoscere cosa muove la società, quali sono le alchimie
invisibili che ci condizionano non è forse un viaggio nella psiche tanto quanto l’analisi dei sogni e delle abitudini individuali?
Questo piccolo libro parte dalle premesse sopra per tracciare un’introduzione all’enorme lavoro di Zygmunt Bauman, cercando di far dialogare il passato con il presente, con l’obiettivo di scorgere in tutto questo una piccola luce in grado di illuminarci il futuro.
La società liquida.
Che cos’è e perché
ci cambia la vita
Capitolo 1
Che cos’è la società liquida?
«Essere moderni venne a significare,
così come significa oggi, essere incapaci
di fermarsi e ancor meno di restare fermi»
(Zygmunt Bauman)
Sulla forma del mondo liquido
Quando e perché una società può definirsi liquida? Questa domanda riassume bene il primo approccio a qualsiasi dibattito o presentazione in cui mi sono trovato negli ultimi anni. Ci sono due modi per rispondere: uno più semplicistico, che come tutte le cose semplici richiede una preparazione maggiore in chi ascolta, e uno più articolato, che è quello che preferisco e che cerca di rintracciare, analizzare ed elaborare la grande mole di studi e di esperienze di vita di Zygmunt Bauman, il padre e principale studioso di questo concetto così diffuso e popolare in tutto il mondo.
Partiamo dal primo, la versione adatta ai tempi fulminei dei social e che Bauman così chiarisce nel suo libro Vita liquida: «Una società può essere definita liquido-moderna se le situazioni in cui agiscono gli uomini si modificano prima che i loro modi di agire riescano a consolidarsi in abitudini e procedure. La vita liquida, come la società liquida, non è in grado di conservare la propria forma o di tenersi in rotta a lungo».
E questo è esattamente ciò che viviamo da decenni, a livello pratico, relazionale, in ogni ambito che ci contraddistingue come animali sociali.
Sappiamo però che anche le risposte più rapide, come in questo caso, possono innescare una catena di domande facendoci così scivolare, senza nemmeno accorgercene, nel secondo metodo di analisi, quello più complesso, più articolato. Dopo aver letto infatti la definizione che Bauman dà della società liquida, viene naturale chiedersi: la nostra modernità è davvero liquida?
E soprattutto: che cosa distingue la nostra modernità dalle altre epoche storiche?
Una risposta su tutte, questa volta, è davvero veloce e chiarificatrice: il tempo, nello specifico il concetto stesso di tempo.
Rispetto infatti ad altre epoche è radicalmente mutato il rapporto che intercorre tra lo spazio e il tempo.
Come scrive Bauman nel libro Modernità liquida: «Il tempo acquisisce una storia allorché la velocità di movimento nello spazio diventa una questione di ingegno».
È proprio infatti questa mutata relazione tra lo spazio e il tempo a inaugurare una nuova alchimia, che possiamo definire, senza paura di esagerare, unica nella storia: lo spazio infatti è diventato il lato pesante, ingombrante, quasi di troppo
, contrapposto invece al lato fluido, dinamico e leggero rappresentato dal tempo.
Possiamo per questo affermare che sia proprio il tempo l’aspetto più rilevante dei cambiamenti in corso nella nostra società.
Bauman non si è fermato qui con la catena delle domande strutturali a cui ha provato a dare risposta; ha infatti cominciato a chiedersi: «La modernità non fu forse fin dal principio un processo di liquefazione?».
Decisamente sì: la storia della modernità, fin dal principio, fu un processo di liquefazione costante di quei corpi solidi costruiti precedentemente dalla società.
Tra gli autori più citati da Bauman, nella sua vastissima bibliografia, ci sono certamente Max Weber e Alexis de Tocqueville ed è interessante constatare che siano indicati anche nella prefazione che Bauman scrive a Modernità liquida, proprio per spiegare da dove derivi la sua visione della modernità come processo di fusione dei corpi solidi, con lo scopo di costruire una società ancora più solida e duratura.
Un tema quindi che lui percepiva già rilevante a cavallo tra Ottocento e Novecento; si formò dunque la tendenza alla liquefazione di quei corpi solidi precedentemente costruiti in tantissimi anni, corpi solidi che avevano una caratteristica determinante: facevano da pilastri portanti delle società precedenti.
Basti pensare agli obblighi etici e religiosi, così determinanti nelle società premoderne e così presi di mira dal radar del mondo liquido-moderno.
Il grande passaggio di consegna tra società passata e attuale, in quest’ottica, non è il rispetto in sé degli obblighi etici e religiosi (che nell’intimo umano potevano non essere rispettati anche in precedenza), ma piuttosto la condivisa e costante messa in discussione della necessità di doversi confrontare con degli obblighi etici e religiosi.
È come se la mutazione fosse avvenuta direttamente alla matrice del pensiero stesso e non nel suo flusso: è come se prima ancora della sostanza, a modificarsi fosse stata la radice stessa, ciò che va a incidere in modo