Il risveglio della coscienza
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Anteprima del libro
Il risveglio della coscienza - Roberto Angelo Frezzato
Prefazione
Quello che ho intenzione di scrivere in questo saggio è frutto di un’esigenza intima di riflessione di una persona che ha orientato la sua vita al raggiungimento di uno stato psicofisico di libertà interiore con lo scopo di trasmettere questo pilastro dell'essere a livello sociale e culturale; e con la speranza che le mie esperienze possano servire a creare una generazione di giovani emancipati che siano più consapevoli del vero senso della vita in questo mondo sempre più asettico e per tentare di dare delle linee guida, peccando di presunzione, che gli permettano di evitare di cadere nell'errore della mia generazione e di quella precedente succubi di una massa inerte che ha sempre e solo pensato alla sopravvivenza obbligando per logica conseguenza la minoranza ad adeguarsi ad essa seguendo stereotipi, mode e cliché dando tutto per scontato, quando nella vita nulla è scontato perché bisogna saper godere di ogni piccola cosa e cercare il piacere dell’esistenza nel coltivare le nostre passioni e le nostre propensioni naturali.
Voglio analizzare, quindi, col filtro delle mie esperienze personali, l'influenza che il contesto sociale e familiare in cui si trova immerso il bambino nei primi anni di vita ha avuto sull'evoluzione dell’umanità da un punto di vista antropologico; di come per seguire la massa e i falsi miti abbiamo confuso la nostra più pura identità, finendo per compromettere la nostra essenza in favore della mera accettazione sociale. Il mio intento però non è quello di considerare la massa miserabile, come la definiva Schopenhauer, a cui l'uomo dotato di genialità ipocritamente doveva sottostare per poter emergere, oppure ricadere nell'errore di Nietzsche che odiava il genere umano e colmava questo vuoto ricorrendo alla figura del superuomo
.
Il mio intendimento è lanciare il messaggio che il superuomo è in ognuno di noi: l'importante è che si abbia la voglia, la forza e il coraggio di farlo uscire dall'assoggettamento sociale e culturale ed ottenere una forma di società nuova, realmente democratica, con il rispetto di ogni forma di vita, arrivando quindi a creare una comunità di veri individui, senza che altri individui dallo scarso e scadente intelletto cerchino di sopprimere l’eccezionale nucleo di emozione, sentimento, passione e istinto che vive in tutti gli esseri umani.
Introduzione
In questo periodo storico è ormai consuetudine ritrovarsi a parlare o ad assistere a numerose discussioni, più o meno approfondite, che hanno ad oggetto l’etica e la morale applicate agli eventi di attualità. Questo dibattito culturale avviene nel bel mezzo di un momento di decadenza nella storia del nostro Paese: quando la società contemporanea ci induce a dimenticare le basi imprescindibili della convivenza della nostra specie; questo ci sta portando alla dissoluzione delle vere fondamenta dell’esistenza umana quali sono i sentimenti e le emozioni che scaturiscono dalle cose semplici, indirizzandoci sempre di più verso l’attaccamento all’effimero e al superfluo con la conseguente perdita di cognizione della realtà. Questo meccanismo perverso ci sta portando rapidamente a trasformarci in numeri, allontanandoci da quello che siamo, ossia individui con qualità, virtù e limiti che potrebbero essere superati dalla complementarità esistenziale di ogni individuo rispetto all’altro. Questa massa di caratteristiche dell’uomo fanno parte della natura nel suo complesso e la natura stessa non ammette che vengano artificialmente create delle differenze tra gli esseri umani che sono uguali e nascono con gli stessi diritti. L’inerte adeguamento a questa sciatta forma di società sta progressivamente annichilendo la dignità dell’uomo in quanto viene sempre più considerato dall’eventuale interlocutore, professore o datore di lavoro che sia, una frazione della massa: un soggetto che non ha nulla che lo differisce dagli altri; quando al contrario, in relazione alle doti possedute individualmente, possiamo rendere la prestazione d’opera intellettuale indispensabile e risolutiva in determinate circostanze, che siano inerenti alla vita quotidiana piuttosto che ad una questione insorta in ambito lavorativo. Questo ci rende unici: l’espressione delle nostre caratteristiche, delle nostre intuizioni, l’elaborazione positiva e fruibile delle nostre esperienze volta al miglioramento nella gestione delle sfide che la vita ci presenta sotto ogni aspetto.
Ho sentito la necessità di scrivere questo libro perché vorrei dare il mio contributo alla creazione di una generazione di persone consapevoli del proprio Io e dei propri mezzi. Vorrei che la mia voce si aggiungesse a quella di molti altri per dare inizio ad una nuova corrente di filosofi e pensatori che possano stimolare un cambiamento radicale in questo Paese che ha ormai perso ogni minimo senso della decenza e la coscienza dell’ignobile direzione che sta prendendo. L'umanità ha sempre vissuto in funzione dell'avere, del Dio denaro, del successo, dimenticando che la parte più importante della vita è la scoperta dell’essenza che è alla base del nostro percorso evolutivo: questa può sembrare un'osservazione futile e banale ma vi dimostrerò che non lo è. Basti pensare alle implicazioni di questa considerazione da un punto di vista pratico: la conoscenza di noi stessi mette in luce non solo le nostre debolezze e ci insegna a gestirle, limitandole e mettendole a frutto, ma ci insegna a far sì che non diventino una barriera alla nostra capacità di espressione. Una profonda conoscenza dei mezzi intellettuali di cui disponiamo ci permette di capire e sfruttare appieno le nostre potenzialità, scoprendo le nostre qualità innate: quei doni che molti di noi hanno ma non coltiveranno mai proprio per aver sottovalutato quell'affermazione che poche righe sopra potrà esservi sembrata un po’ ruffiana. La consapevolezza di ciò che siamo migliora la nostra esistenza sotto tutti i punti di vista: