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Una Passione nel Tempo - Il Ritorno
Una Passione nel Tempo - Il Ritorno
Una Passione nel Tempo - Il Ritorno
E-book307 pagine4 ore

Una Passione nel Tempo - Il Ritorno

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Info su questo ebook

«So che sono stato dentro di te, Natalie. Il mio corpo lo riconosce» le leccai con la lingua il labbro superiore mentre lei spalancava gli occhi incredula « E tu, lo ricordi, Natalie? Ricordi la meravigliosa sensazione di avere il mio membro avvolto nel tuo calore, mentre affondavo in te?»

Dopo aver rinunciato a Kieran, l’amore della sua esistenza, la vita di Natalie è andata avanti circondata dall’affetto dei suoi migliori amici: July e Brian e dal suo guardiano Adam. Nel suo cuore però conserva sempre la speranza che Kieran un giorno ricordi quello che hanno condiviso e ritorni da lei.
Ancora una volta però il destino osteggia questa possibilità.
Quando Camden torna a minacciare le persone che ama, Natalie è costretta a fare una scelta: sfiderà ancora una volta il destino, anche mettendo la propria vita in pericolo.

Riuscirà Kieran a riportare Natalie da lui?
E il loro amore sopravvivrà alle sfide del tempo e dello spazio?
LinguaItaliano
Data di uscita13 feb 2015
ISBN9786050356915
Una Passione nel Tempo - Il Ritorno

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    Anteprima del libro

    Una Passione nel Tempo - Il Ritorno - Ester Ashton

    Ester Ashton

    Una passione nel tempo - Il Ritorno

    UUID: da2cfe5e-9039-4bd4-8839-121cfee6d185

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    Dedica

    Citazione

    Prologo Kieran

    Capitolo I Natalie

    Capitolo II Natalie

    Capitolo III Kieran

    Capitolo IV Natalie

    Capitolo V Natalie

    Capitolo VI Kieran

    Capitolo VII Natalie

    Capitolo VIII Natalie

    Capitolo IX Natalie

    Capitolo X Natalie

    Capitolo XI Natalie

    Capitolo XII Kieran

    Capitolo XIII Natalie

    Capitolo XIV Natalie

    Capitolo XV Kieran

    Epilogo Natalie

    Ringraziamenti

    Note

    decorationimmagine 1

    Dedica

    decoration

    Alla mia cara amica Antonella S.

    una donna speciale e dal cuore generoso.

    Citazione

    decoration

    " Perch é le parole d'a more,

    che son sempre le stesse,

    prendono il sapore delle labbra

    da cui escono."

    Bel Amì

    Guy de Maupassant

    Prologo

    Kieran

    decoration

    St. Andrews - Ottobre

    Nella sala affollata del club di Brian lasciai vagare lo sguardo tutto intorno, mentre mi portavo alle labbra il drink che mi avevano servito. Avevo perso di vista i ragazzi della mia band non appena eravamo arrivati. Si erano mescolati agli avventori, lasciandosi trasportare dal piacere di fare nuove conquiste. Quando il mio amico mi aveva chiamato per invitarmi a festeggiare il suo compleanno, avevo accettato subito, nella speranza di poter ricordare qualcosa dell’ultimo viaggio in quella città fatto prima dell’incidente. Con mio sommo dispiacere, non avevo avuto alcun ricordo, né nel visitare la cittadina né in quel club, dove mesi prima avevo cantato. Più di una settimana della mia vita era sparita dalla mia mente e, per quanto mi sforzassi di ricordare, sembrava tutto vano.

    Il medico mi aveva raccomandato di avere pazienza, ma non riuscivo ad averne, perché avevo la sensazione che quello che avevo dimenticato fosse una parte molto importante della mia vita.

    Mi spostai appena sulla destra e mi appoggiai all’alta colonna di marmo, per avere una migliore visuale e per quanto fosse possibile, un po’ di tranquillità. Abbassai gli occhi, guardai il liquido ambrato e lo feci ruotare, osservando i cubetti di ghiaccio che scivolavano da una parte all’altra, esattamente come mi sentivo in quel momento.

    Strinsi la mano a pugno nella tasca, frustrato per quella situazione, quando tra il vociare, sentii una risata sensuale e roca, che riuscì a colpirmi al cuore. Sollevai gli occhi per guardare nell’immensa sala incuriosito, e dopo quello che mi parve un’eternità, scorsi a chi apparteneva.

    La donna parlava con un uomo imponente e muscoloso, che doveva sfiorare quasi i due metri, e una ragazza. I miei occhi non riuscivano a lasciare la sua figura. Feci scivolare il mio sguardo sui suoi capelli biondo ramato che sembravano portare le sfumature dell’autunno, e le incorniciavano il suo viso a cuore. Osservai le sopracciglia ben delineate e arcuate, il naso piccolo e perfetto, gli zigomi leggermente pronunciati, la bocca carnosa che sembrava invitarti ad assaporarla come se fosse un frutto proibito. Non riuscivo a scrutare gli occhi, a parte le ciglia lunghe, perché aveva il viso rivolto verso l’uomo e proseguii a studiarla. Indossava un vestito aderente che non lasciava nulla all’immaginazione e faceva risaltare il suo corpo perfetto e magro e le sue gambe lunghissime, inguainate con delle calze che dovevano essere di seta. La sua pelle diafana risaltava alla luce neanche fosse stata una perla. Sollevai lo sguardo e fui colpito dal suo e finalmente vidi il colore dei suoi occhi. Sembravano due smeraldi, limpidi e puri, che reclamavano la mia anima sin nel profondo.

    Rimasi con il bicchiere a mezz’aria, senza avere la facoltà di portarlo alle labbra, troppo preso da lei e all’improvviso, un’altra immagine di mesi prima nella stanza dell’ospedale si sovrappose. Era la stessa donna che avevo visto riaprendo gli occhi accanto a me.

    Un’amica che aveva accompagnato Brian, così mi era stato riferito, ma non avevo saputo nulla di più, perché era sparita prima che avessi potuto farle alcuna domanda. Più la osservavo, più mi sentivo attirare verso di lei.

    Strinsi la mano contro la mia gamba, come se quel gesto avesse potuto allentare la tensione. Il mio membro pulsava e il battito del mio cuore accelerava. I suoi occhi si posarono su di me, con dolcezza, avidi di ogni particolare e a ogni loro passaggio sul mio corpo, brividi di eccitazione venivano risvegliati.

    Come se non esistesse nient’altro in quell’immensa sala, mi lasciai trasportare dal desiderio che mi stava provocando e che non riuscivo a contenere, come se ogni parte di me si tendesse verso di lei e la riconoscesse.

    La sua amica le appoggiò la mano sul braccio per reclamare la sua attenzione e lei voltò la testa, lasciandomi senza fiato. Non appena lo fece, mi sembrò di ritornare a respirare, come se avessi nuotato in apnea, e il mio corpo, già teso all’inverosimile, si rilassasse appena.

    Non riuscivo a comprendere cosa fosse accaduto in quei brevi istanti in cui c’eravamo guardati. Di solito ero diffidente con le donne, memore di una lezione di cui pagavo ancora le conseguenze, ma i suoi occhi mi avevano trafitto, tutto sembrava passare in secondo piano e il filo spinato che avvolgeva il mio cuore sembrava allentarsi. Distolsi a fatica il mio sguardo da lei e cercai di ricompormi. Il desiderio era ben presente nel mio corpo. Tutto m’induceva a colmare quello spazio che c’era tra noi, per potermi avvicinare a lei così da sentire ancora la sua voce sensuale.

    Inorridito da quei pensieri che di solito non avevo, o che comunque controllavo con rigore, prendendo solo quello che volevo con alcune donne, mi portai alle labbra il drink.

    Il liquido fresco invase la mia bocca, lo ingoiai e solo per un attimo il sapore pungente dello scotch sostituì quella sensazione che ormai era vivida dentro di me. Qualcosa di non ben definito mi richiamava per continuare a guardarla ancora, avido e bramoso di sentire ancora i suoi occhi così penetranti su di me. Sospirai abbassando il braccio con cui avevo il bicchiere e posai i miei occhi su di lei.

    Sorrideva all’uomo che le era accanto. Dal suo corpo emanava forza, e da cosa ne avessi la convinzione non lo sapevo comprendere, forse dall’atteggiamento possessivo o dalla postura che, nonostante fosse rilassata, sembrava pronta a sfidare chiunque potesse farle qualcosa.

    L’uomo si girò e mi guardò. Fui trafitto da due occhi violetti che mai avevo visto. Il suo sguardo fu glaciale e duro. Mi osservava insistentemente. Riconoscevo che era tutto ciò che io non potevo essere. Era dotato di una bellezza al di fuori dei canoni normali, i capelli ondulati e neri che si poggiavano sulle spalle e i lineamenti del suo viso marcati e ben definiti.

    Non potei fare a meno di chiedermi se l’uomo era per lei, e il solo pensiero che lui potesse toccarla, mi fece irrigidire. Così com’era arrivato, quel pensiero svanì e mi resi conto che, con tutta probabilità, la mia mente mi stava giocando brutti scherzi. Quella sensazione però non mi abbandonava, lasciandomi irrequieto per la prima volta dopo mesi dall’incidente. Sostenni lo sguardo, fino a quando l’uomo si girò per rispondere alla ragazza che gli era accanto.

    Troppo sconvolto dalle emozioni che si stavano scatenando dentro di me, posai di nuovo i miei occhi sul volto della donna, senza riuscire a fare a meno di osservarlo nei minimi particolari. E poi, nel momento in cui mi ero soffermato incantato sulle sue bellissime labbra, atteggiate, in quel frangente, in uno splendido sorriso, mi accorsi che mi stava guardando a sua volta.

    I suoi occhi esprimevano, senza alcuna remora, certezza, desiderio, passione e amore in egual misura, lasciandomi senza fiato. Perché quella donna aveva il potere di sconvolgermi la mente? Come poteva, attraverso quelle emozioni così devastanti, far svegliare il mio corpo addormentato?

    Fui distolto dalle mie elucubrazioni da Brian e dagli amici della band che reclamarono la mia attenzione. Mi spostai, camminando verso di loro, lasciando le domande al momento senza alcuna risposta.

    Capitolo I

    Natalie

    decoration

    St. Andrews - Dicembre

    Entrai nella cucina e mi diressi verso la caffettiera, versai il caffè e mi avvicinai alla finestra. Attraverso i vetri mi fermai a guardare il paesaggio che in quei mesi era nettamente cambiato. L’autunno aveva lasciato il posto all’inverno e ora il giardino e i rami degli alberi erano colmi di neve. Nonostante questo, gli uccellini volavano sui rami fischiettando felici e si ponevano davanti ai raggi del sole che filtravano attraverso il fogliame. Tuttavia il mio cuore non gioiva come era solito fare alla vista di tale scenario.

    Mi portai alle labbra la tazza e sorseggiai il liquido bollente. I miei occhi si velarono nel guardare il cielo azzurro e altre immagini affiorarono nel ricordare la festa di Brian svoltasi due mesi prima.

    La vista di Kieran mi aveva trafitto il cuore e tutto quello che avevo creato intorno a me per andare avanti, era crollato come un castello di carte, lasciandomi esposta a quei sentimenti che avevo cercato di nascondere. La bellezza di Kieran e i suoi modi affascinanti non erano cambiati.

    In un primo momento, approfittando del fatto che lui non mi avesse notata, mi ero beata della sua figura. I miei occhi avevano percorso il suo corpo, come a volermi assicurare che fosse realmente lì. Come se fossi stata un’assetata a cui viene tolta l’acqua, l’avevo guardato in viso e al posto delle mie dita, avevo accarezzato il volto, toccando le sue palpebre, le sue ciglia lunghe, le sue labbra disegnandone il contorno perfetto, la sua mascella, i suoi capelli castani tra i quali adoravo infilare le dita.

    La posa indolente che aveva assunto, mostrando il corpo che sembrava essere più muscoloso rispetto all’ultima volta che l’avevo visto, mi aveva attirato ancora verso di lui e non era stato facile rimanere ferma e distante. Mentalmente ringraziai che in quel momento, ci fossero stati July e Adam a darmi la forza necessaria per sopravvivere alla serata e a farla sembrare naturale, specialmente quando gli occhi di Kieran si erano soffermati sui miei.

    Solo il tocco di Adam sul mio braccio mi aveva dato la forza di resistere alla devastazione che avevo provato, tenendomi ben salda in piedi e non sopraffatta e svenuta sul pavimento.

    Quando mi aveva guardato sfacciato, qualcosa era scattato tra di noi e solo per un attimo, avevo avuto la speranza che lui mi avesse riconosciuta. Un attimo in cui il battito del mio cuore si era librato, ma poi era svanito in un soffio, lasciandomi, ancora una volta, sconfitta. Sul suo volto avevo scorto frustrazione e sofferenza, ma anche la determinazione che lo aveva sempre contraddistinto quando mi aveva sedotta senza alcuna remora.

    Brian, preoccupato perché il suo amico, nonostante fossero trascorsi dei mesi non riusciva a ricordare una settimana della sua vita, senza sapere cosa albergasse nel mio cuore, ne aveva parlato con me e July. A volte pensavo che il destino beffardo avrebbe potuto anche non fargli ricordare più nulla e spesso mi chiedevo che cosa sarebbe potuto accadere se lui mi avesse incontrata nuovamente. Non dovevo pensarci, né sperare che qualcosa sarebbe cambiata all’improvviso. Tuttavia non riuscivo a farne a meno.

    Sospirai afflitta. Nel cuore avvertivo la sua mancanza, ma avevo dovuto lasciarlo libero anche se quella decisione era stata sofferta. Il ricordo di quella donna che l’aveva fatto soffrire e che si era riavvicinata in ospedale, mi feriva ancora. Fortunatamente Brian non ne aveva parlato e il pensiero, seppur vivido nella mia mente, di voler conoscere e sapere se Kieran fosse ritornato con lei, era stato relegato in un angolo remoto della mia mente.

    In quei mesi, con la guida di Adam, avevo imparato molto sul compito che presto avrei dovuto affrontare, quando il male si fosse presentato a reclamare anche la mia vita.

    La forza e la linfa benefica di Adam, la sua dolcezza e pazienza mi avevano aiutato a sopportare tutto, e spesso nel suo sguardo avevo notato altro, ma codarda avevo finto di non vedere, almeno per il momento.

    La solita sensazione di potere mi avvolse, facendomi immobilizzare. In un primo momento mi misi in guardia, ma quando delle mani calde si posarono sulle mie spalle, mi rilassai adagiandomi sul suo petto ampio e muscoloso. Subito dopo apparve, riflessa nel vetro, la figura di Adam.

    «La malinconia ti avvolge» disse togliendo le sue mani dalle mie spalle. «Cosa ti angustia in questa bellissima giornata?» chiese.

    Il mio silenzio fu più eloquente perché lui non attese oltre e aggiunse: « S tai pensando a lui.»

    «Sì» bisbigliai.

    Vidi riflesso il suo bellissimo viso. I suoi occhi violetti mi osservavano incupiti dalla preoccupazione, in attesa che dicessi altro, ma a quel punto cosa avrei potuto mai dire?

    «Sai» continuò, «in momenti come questi vorrei poter fare qualcosa in più per te. La tua pena è così tangibile che è difficile far finta di nulla.»

    Mi girai su me stessa e tentai un sorriso, ma dal suo volto capii che era molto debole.

    «A tutti capita un po’ di sconforto, ogni tanto» replicai malinconica. «Non preoccuparti non appena avrò posato questa tazza, tutto tornerà normale.»

    Lui fece un diniego con la testa. «Puoi fingere con July, o con Brian,» incrociò le braccia al petto. «Ma non con me o te stessa.»

    Mi allontanai da lui. Le sue parole erano, purtroppo, vere. Facevo fatica a mostrare che tutto andasse nel migliore dei modi, ma non avrei avuto la forza di discuterne con Brian. Al contrario, July, che conosceva ciò che provavo per Kieran, si limitava a osservarmi senza farmi domande, rispettando i miei desideri, anche se notavo i suoi occhi scrutarmi sin nel profondo, pronta a cogliere qualsiasi cosa.

    «Tranquillo, passerà» lo rassicurai. «Ho altre cose di cui occuparmi.» Lasciai vagare lo sguardo sulla sua figura e chiesi: «Come mai indossi la tunica?»

    Dovevo riconoscere che Adam era veramente un uomo affascinante. Aveva un corpo muscoloso e con la leine bianca che lo ricopriva fino a metà coscia lasciando intravedere le sue gambe forti, e il plaide di lana rossa che gli scendeva sulle spalle, sembrava uscito da un libro di cavalieri. Era perfetto sia vestito così, sia quando indossava jeans e maglia aderente che lo valorizzavano. Era uno schianto e parecchie volte quando mi accompagnava per delle passeggiate, osservavo le donne che lo seguivano con lo sguardo. Le potevo comprendere! Il suo corpo trasudava forza e virilità da ogni poro.

    «Ero con Ewan e al cospetto di banphrionsa Bethany» rispose.

    «È accaduto qualcosa?» domandai con una certa apprensione.

    Lui annuì. «Il male trama nell’ombra, ora più che mai devi essere attenta a quello che senti, devi avere la mente lucida quando lui si presenterà da te.»

    «Sono pronta» affermai sicura. «Riuscirò a sentirlo prima ancora che possa farmi del male.»

    «Lui è forte» confermò. «Sei riuscita a vedere un episodio del passato, perché sei una potente strega, in te scorrono i poteri del bene di tutte le tue antenate. Sei la prescelta e, quando verrà il momento, potrai servirtene richiamandole a te, ma devi essere vigile.»

    «So cosa vuole. Il libro e i miei poteri» ammisi. «Ne sono consapevole che tenterà in tutti i modi, ma, a essere sincera, sono preoccupata per i miei amici.»

    «Non preoccuparti» mi rassicurò. «Li proteggeremo Ewan e io, se ce ne sarà bisogno.»

    Sorrisi. «Non mi ha ancora perdonato» sospirai «per essere andata nel passato per cambiare tutto, vero?»

    «Non biasimarlo, è stato un gesto molto pericoloso, siamo guardiani destinati a proteggervi. Abbiam o visto come si comporta il male nel corso dei secoli quando non si rispettano alcune regole. Poteva andare a finire peggio, e hai imparato a tue spese cosa vuol dire modificarlo e questo sarà un deterrente per qualsiasi cosa possa accadere in futuro.»

    In quel momento un pensiero fugace attraversò la mia mente. Sollevai gli occhi, fissai Adam ed ebbi la certezza che qualcosa aveva fatto.

    «Tu…» balbettai, «sei stato tu a proteggere Kieran! Sapevi quello che sarebbe accaduto e non so come, lo hai fatto, anche seguendo lo stesso corso degli eventi.»

    Adam distolse gli occhi dai miei e li fissò sulla finestra senza dire nulla.

    «Ewan e la principessa Bethany lo sanno?» domandai avvicinandomi a lui.

    «Sì» rispose guardandomi. «Dopo la tua decisione di tornare indietro, nonostante la protezione della banphrionsa, sapevamo che tutto avrebbe potuto essere stravolto con conseguenze disastrose e ti abbiamo tenuta d’occhio.»

    «Tu in particolare.»

    «Sì, era mio dovere proteggerti. Quando ho visto Kieran, l’ho avvolto nella protezione, ma nel vedere quello che è accaduto dopo, ho pensato che quello che ci aspettavamo, stava per verificarsi. Hai rischiato di perderlo, perché hai infranto le regole. Il bene ha prevalso, nel momento in cui hai letto la formula, forse anche grazie alla protezione della principessa.»

    «Credimi, ne sono consapevole» confermai, «ma in quel momento ho pensato solo a salvarlo e la formula sembrava la risposta a tutte le mie preghiere.»

    Mi spostai e mi diressi al lavello per lavare la tazza che avevo usato. «Non ti ho chiesto se volevi un po’ di caffè.»

    «No, grazie.» Si spostò ponendosi di fronte a me. «Devo ritornare da Ewan. Ho percepito la tua angoscia e sono venuto a vedere» spiegò. «Tu rimani in casa oggi?»

    «Forse mi vedo con July a pranzo» risposi. «Perché me lo chiedi?»

    «Voglio solo che tu stia attenta. Per qualsiasi cosa chiamami, va bene?»

    «Certo, Adam» asserii, appoggiando le mani sul bordo del lavello.

    Lui annuì, mi rivolse un sorriso e sparì così com’era venuto.

    Rimasta sola, i miei pensieri si rivolsero ancora a Kieran, ma li relegai in un angolo, non potevo continuare a pensarci se non volevo impazzire del tutto. Mi asciugai le mani e, senza alcun indugio, uscii dalla cucina e mi diressi nella mia camera per sistemarla.

    Dopo alcune ore in cui mi ero affaccendata, sentii bussare alla porta. Quando la aprii, rimasi sorpresa.

    «Brian!» esclamai nel vedere il mio migliore amico sorridente che occupava gran parte dell’uscio con la sua altezza.

    Mi spostai di lato per farlo entrare e gli sorrisi di rimando, sperando di essere abbastanza normale in modo da non suscitare domande strane.

    «Ciao, Natalie» rispose, avanzando nell’ingresso e dandomi un bacio sulla guancia.

    Chiusi la porta e lo seguii nel salone dove si fermò poco distante dal divano a osservare l’albero di Natale e gli addobbi che avevo messo nella stanza. Il suo sorriso si allargò nel vedere i regali di diverse dimensioni posti sotto l’albero.

    «C’è qualcosa anche per me lì?» domandò ridendo e avvicinandosi come a voler prenderne qualcuno per verificare.

    «Fermo!» Gli sbarrai il passo ponendomi davanti a lui e posando le mani sul suo ampio petto. «Non si tocca nulla, lo sai».

    «Perché no?» chiese ridacchiando. «Mi piace aprire i regali.»

    «Oh, lo so» affermai. «Ogni anno è sempre la solita storia e dobbiamo anche stare attente a non lasciarti da solo in questo frangente. A quanto pare non sai resistere all’albero di Natale e regali, brutta associazione, ti comporti come un bambino e non come un uomo di trent’anni.»

    «Tesoro, sono trentatré.»

    Alzai gli occhi al cielo, poi lo presi per un braccio e lo portai in cucina lontano dalle tentazioni. Brian si tolse il giaccone e si sedette sullo sgabello posando gli avambracci sul bancone e mi fissò.

    «Beh, che c’è?» chiesi sollevando un sopracciglio in modo interrogativo.

    Senza chiedergli nulla e conoscendo i suoi gusti, presi dal frigo un succo d’arancia, lo versai nel bicchiere e lo appoggiai davanti a lui.

    «Stai bene?» domandò. «Non hai sentito o visto nulla?»

    «Se intendi sensazioni o presenze, no» sorrisi, «a parte Adam ovviamente… ma perché lo chiedi?».

    «Sono preoccupato per te.»

    «Brian…» iniziai, ma la sua mano si alzò a fermarmi.

    «Natalie, non posso farne a meno» ammise. «Ci conosciamo in pratica da sempre, è come se fossi una piccola parte di me, quindi non incominciare a dirmi che non devo farlo.» Toccò il bicchiere distogliendo lo sguardo. «Come posso non esserlo quando si tratta di te e July?»

    «Comprendo quello che vuoi dire, anch’io lo sono per voi, quando dovrò affrontare quello per cui sono stata scelta. Siete, diciamo, il mio punto debole.»

    I suoi occhi si sollevarono a guardarmi ancora e aggiunse: «… insieme a Kieran.»

    Non appena sentii pronunciare quel nome che avevo tentato di relegare nei recessi della mia mente e del mio cuore, m’irrigidii, sbalordita. Osservai attentamente Adam e non ebbi alcun dubbio: qualcosa aveva capito o, forse, sapeva.

    Ero sicura che July non gli avesse detto nulla e una piccola speranza si accese per la probabilità che fosse stato Kieran a dirglielo, ma, subito dopo, questa si affievolì quando mi resi conto che se ciò fosse accaduto, egli sarebbe venuto da me, almeno per avere qualche spiegazione. Girai intorno al bancone raggiungendo Brian e mi sedetti sullo sgabello accanto.

    «Non so cosa intendi» finsi di non capire e continuai. «Per quello che stavamo dicendo prima se accadrà qualcosa sarà mia premura dirvelo e proteggervi.» Allungai una mano e lo appoggiai sul suo braccio.

    Brian annuì lasciando cadere il discorso di Kieran e sospirai di sollievo, anche se mi meravigliai del fatto che avesse ceduto così facilmente. Confusa per il suo comportamento, attesi che dicesse altro, ma tutto quello che fece fu trascinarmi verso di sé e abbracciarmi.

    La tensione che avevo accumulato in quelle ore si allentò e mi rilassai contro l’ampio e solido petto di Brian, stringendolo a mia volta. Chiusi gli occhi e aspirai il suo profumo di sandalo e muschio bianco e sorrisi nel ricordare che tempo prima in un’insolita uscita insieme per negozi, io e July gli avevamo consigliato quel bagnoschiuma e lui, senza soffermarsi più di tanto o forse per avere un po’ di tregua dopo avergli messo sotto il naso diverse confezioni, aveva ceduto e lo aveva comprato.

    Il suo sospiro mi distolse

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