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Tutti i brividi di un batter d'ali 1.5
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E-book82 pagine1 ora

Tutti i brividi di un batter d'ali 1.5

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IN ESCLUSIVA LE PRIME PAGINE DI IL SILENZIO DI UN BATTER D'ALI

Che cosa avrà da raccontare ancora Sophie dopo tutto quello che è successo in L'uragano di un batter d'ali? Scopritelo in questa piccola novella, un preludio al prossimo Il silenzio di un batter d'ali.

Un uomo cambia davvero per amore? È la domanda che Sophie si pone all'indomani del suo ingresso ufficiale nella vita di Adam. Lui le ha dichiarato il suo amore, le ha chiesto perdono, di andare a vivere insieme e di fidarsi di lui... Troppo bello per essere vero. Un sogno avverato a cui Sophie fatica a credere. Adam è cambiato, troppo. Il sospetto che lui celi un segreto si farà di giorno in giorno sempre più reale, finché, durante una gita in montagna, scorgerà negli occhi di Adam la menzogna... e un imminente uragano all'orizzonte. Cosa deciderà Sophie? Affrontarlo o attendere il suo passaggio e le imprevedibili conseguenze?
Sara Tessa
È nata a Milano, dove vive tuttora. Ha passato la sua vita in attesa che qualcosa accadesse poi, improvvisamente, un uragano si è abbattuto su di lei: L’uragano di un batter d’ali, suo romanzo d’esordio autopubblicato, ha scalato la classifica dei libri più venduti sul web, conquistando migliaia di lettrici. Da allora niente è stato più come prima. Ha una filosofia di vita che cerca ogni giorno di seguire: «Se smetti di sognare, allora stai dormendo». Nel 2013 ha pubblicato, solo in versione digitale, il racconto breve La seduzione dell’amore.
LinguaItaliano
Data di uscita28 apr 2014
ISBN9788854169661
Tutti i brividi di un batter d'ali 1.5

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    Anteprima del libro

    Tutti i brividi di un batter d'ali 1.5 - Sara Tessa

    772

    Prima edizione ebook: maggio 2014

    © 2014 Newton Compton editori s.r.l.

    Roma, Casella postale 6214

    ISBN 978-88-541-6966-1

    www.newtoncompton.com

    Realizzazione a cura di Librofficina

    Sara Tessa

    Tutti i brividi di un batter d’ali

    1.5

    Tutti i brividi di un batter d’ali

    1.5

    Buongiorno

    «Vado».

    Due labbra leggere si posarono sulle mie per un bacio del buon risveglio. Avvolta da un profumo che conoscevo bene mi abbracciai a quell’uomo, ormai, proprietario del mio cuore.

    «Non andare», mormorai stringendolo forte.

    «Devo», disse in un sussurro. Mi sfiorò le labbra e succhiandone la parte inferiore lo trattenni a me. Delicato si scostò e mi diede un bacio sulla fronte. «Non mi farai fare tardi come al solito».

    Aprii gli occhi e colsi il suo sorriso di buon mattino.

    «Sognami», disse con un’espressione di seducente complicità. E come sempre mi sarei svestita all’istante.

    Scossi la testa senza mollare la presa su di lui. «Non voglio sognarti», mormorai abbracciandolo più forte.

    Adam a fatica si liberò dalla mia trappola, lasciandomi delusa e sconsolata nel letto a osservarlo controllare la borsa con l’attrezzatura da arrampicata. Era sempre molto scrupoloso nell’organizzazione delle sue faccende. Soprattutto se riguardava il suo sport preferito. Era un ossessivo compulsivo di tutto rispetto. Un lato del suo carattere che mi faceva ridere, come molti altri di lui. E che giorno dopo giorno andavo scoprendo. Piccole manie imperfette che ai miei occhi lo rendevano comunque più che perfetto.

    «Torno nel primo pomeriggio», disse una volta chiusa la sacca.

    «Ti odio», brontolai capricciosa.

    «Non è vero».

    «Sì che è vero, ti odio ogni volta che te ne vai».

    «Ma poi torno, torno sempre, lo sai».

    «Eh, già e io aspetto, aspetto sempre…».

    «Mi sembra giusto», si piegò sul letto per darmi il bacio del saluto, «ci vediamo più tardi, continua a dormire».

    Prima che raggiungesse la meta delle mie labbra mi levai la maglietta mostrandomi a lui vestita dei soli slip.

    «Eh, no!», esclamò ritraendosi rapido come se si trovasse di fronte a una fiamma e scappasse per non scottarsi. «Te l’ho detto. Oggi non mi farai fare tardi».

    Cercai di trattenerlo, ma senza riuscirci, un istante dopo era già oltre la porta, lontano da me.

    «Non sai cosa ti perdi», urlai. Mi sfilai gli slip, li appallottolatoli e poi li lanciai verso il corridoio. «Per tua informazione ora sono completamente nuda».

    «Brava, ma non prendere freddo», disse e poi sentii la porta di ingresso chiudersi.

    Amareggiata e delusa mi ributtai sotto le lenzuola. Rannicchiata abbracciai il suo cuscino per colmare la sua mancanza. Se ne era andato. Il mio piano di seduzione era fallito. Peccato, pensai.

    E così, piano piano, io e la mia voglia insoddisfatta, tornammo davvero nel mondo dei sogni. Nell’illusione di Adam.

    «Dimmi qualcosa di sexy…».

    Era un sogno o cosa?

    Socchiusi gli occhi e non era un’illusione. Lui era lì. Sdraiato accanto.

    «Sei tornato…?», chiesi, scivolando tra le sue braccia che mi accolsero dolcemente.

    Cosa c’era di più bello al mondo che svegliarsi e trovarmelo accanto? Niente. Sapere di non essere più sola, appartenere a qualcuno che aveva scelto te a dispetto di tutto. Niente di meglio.

    «Per poco», rispose mentre la sua mano carezzava la mia schiena scatenandomi i soliti brividi oceanici. Affondai la faccia nell’incavo del suo collo per fondermi al suo calore. «Ho avvertito Seth che arriverò più tardi», disse sarcastico.

    Con le dita tracciò un disegno sui fianchi spingendosi lungo la coscia fino al ginocchio.

    «Quanto poco?», chiesi.

    «Quanto basta», rispose mentre la mano risaliva lenta sfiorandomi la pelle che si deliziava del suo tocco. Con le dita si fece largo tra le grandi labbra. Strinsi i denti solleticata dal quel preliminare così piacevole al tatto e alla mente. Gli sfiorai gli addominali sotto la maglietta.

    «Senti come sei eccitata», disse in un bisbiglio vicino alla mia bocca.

    Mi abbandonai a un gemito che Adam inghiottì con un bacio avido.

    «È colpa tua», mormorai appena ripresi fiato.

    «Perché non mi dici cosa vuoi che faccia?», chiese sempre più provocante.

    Ormai ero naufragata in quel dolce preliminare. «Lo sai. Tu puoi farmi tutto», bisbigliai.

    Adam premette la fronte contro la mia. «Dimmi quello che vuoi».

    Una leggera vergogna si impossessò di me. «Voglio che mi tocchi…».

    «Lo sto già facendo», mormorò. «Altro?».

    Fissai i suoi occhi verdi magnetici che per me erano casa. Il mio respiro si fece sempre più affannato dall’eccitazione e soprattutto dalle sue dita che non smettevano di esplorarmi.

    «Allora voglio che mi veneri», intrecciai le dita alle sue e mi toccai insieme a lui. I suoi occhi subito si infiammarono dal mio evidente e lampante desiderio. Ormai bruciavo. Bastava poco, solo il suo sguardo, sentire il suo odore, toccare la sua pelle e io crollavo.

    «Lo sto già facendo…», sussurrò. Mi baciò il collo travolgendomi di nuovi brividi. Inarcai la schiena in risposta a quel turbamento offrendo a lui la visione del mio corpo scosso dal piacere. Adam sorrise. Gli piaceva guardarmi, lo sapevo, e ogni volta, oltre a provare un leggero imbarazzo, vivevo un’ansia eccitante. Chiamarlo a me. Accenderlo. Lusingarlo. Giocare con lui in quell’arte seduttiva. Non che ce ne fosse bisogno. In quei primi mesi di convivenza eravamo diventati un’unica entità. Ma riuscire ad avere

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