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L'importanza del momento
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E-book247 pagine3 ore

L'importanza del momento

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Info su questo ebook

Differenti scenari, ambientali ed emotivi, si susseguono con intensità accentuando le fasi del percorso di vita del protagonista, Diego, accompagnando la sua metamorfosi. E’ sposato con una bella moglie, Jenny, ha un figlio piccolo, Davide, e sta trascorrendo una vacanza in un Villaggio in Sardegna. Il quadretto familiare perfetto che appare inizialmente agli occhi del lettore cela in realtà uno scenario molto differente. Ben presto l’insofferenza di Diego viene a galla e tutto ciò che segue è un turbinio di avvenimenti e di emozioni fra loro contrapposte ma utili alla fine per capire che la sua vita non potrà essere più come prima. Il finale è quello che non ti aspetti ed esprime con forza quanto nulla accada per caso e quanto possa essere importante non solo il desiderio che le cose avvengano ma anche e soprattutto che si manifestino nel momento giusto.
LinguaItaliano
Data di uscita23 set 2013
ISBN9788868552114
L'importanza del momento

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    Anteprima del libro

    L'importanza del momento - Andrea Chiarioni

    Una delicata brezza, come un lieve soffio prolungato, percorre e accarezza dolcemente la pelle, attutisce ogni rumore, come se fosse ovatta, e lascia nelle narici un piacevole profumo di mare…

    Ci sono frazioni della tua esistenza, come questa, che vorresti non finissero mai. Attimi nei quali ogni parte di te è concentrata su piccole sensazioni piacevoli, capaci di trasmetterti per secondi interminabili un senso di pace, benessere e serenità.

    Con gli occhi chiusi, totalmente abbandonato sul lettino a pochi metri dal mare, assaporo queste sensazioni senza fare alcun movimento, totalmente concentrato sul fresco venticello che mi sfiora delicatamente il petto e le guance, che mi scombussola leggermente la capigliatura, e poi va oltre, verso altre persone, a regalare altrettante frazioni di estasi. 

    Non apro gli occhi, mi sento come affondato dentro un abisso dove i miei sensi si accordano perfettamente con le forze della natura. Tatto, olfatto e vista si racchiudono in un'unica percezione e un sorriso ebete si stampa sul mio viso.

    - A cosa stai pensando amore?

    Una voce molto vicina spezza l’incantesimo e riporta i sensi al loro posto. Mia moglie Genny è in piedi davanti a me, in posa plastica con una mano su un fianco; mi copre il sole, aspetta che io apra gli occhi e mi guarda sorridente.

    - Dal sorriso stampato che avevi poco fa, spero di essere stata la protagonista dei tuoi pensieri... – aggiunge con tono malizioso appena la metto a fuoco e mentre, senza spostarsi, finge di sistemare distrattamente una piega sulla stoffa dello slip del ridotto bikini colore del cielo, sottolineando così maliziosamente le sue belle forme.

    - E nemmeno immagini cosa stavamo facendo!!! – rispondo alzandomi, alimentando il tenore confidenziale del dialogo, e cercando di prenderla per una gamba.

    Genny sfugge alla presa con mossa agile ma sempre molto composta; sorride mal celando un leggero imbarazzo e la lusinga che sempre la accompagna quando la provoco con allusioni a sfondo sessuale. Anche il suo volto non nasconde il disagio e sulle gote si fa breccia un leggero rossore che nemmeno l’abbronzatura riesce a celare. Fa parte del suo fascino: candida e sexy allo stesso tempo; madre tenera quando nostro figlio lo esige e donna ammaliante e inebriante quando sono io al centro delle sue attenzioni.

    - Quando dobbiamo andare a recuperare Davide? – le chiedo mentre torno a distendermi. 

    - Tra un paio di ore - dice Genny mentre si sdraia a sua volta sul lettino, supina, allunga le braccia lungo i fianchi, tiene bene alto il mento e si immobilizza come nemmeno la migliore lucertola sarebbe in grado di fare.

    Il piccolo Davide, quattro anni appena compiuti, in questo momento è nell’area giochi del villaggio, ben controllato dalle animatrici del miniclub. Il primo giorno era stato un po’ restio ad allontanarsi dalla mamma per giocare con altri piccoli estranei. Il suo rifiuto però era durato poco; superati i primi istanti, la naturale diffidenza aveva lasciato il posto alla sua spiccata curiosità e in meno che non si dica era già inginocchiato nella sabbia impegnato a contendere palette e formine ad altri due bambini all’incirca della sua età.

    - Vada pure tranquillo che a suo figlio ci pensiamo noi – mi aveva detto con voce reboante Irene, la robusta responsabile del Mini Club, mentre mi accompagnava gentilmente verso l’uscita dell’area bimbi spostandomi in tal modo dall’orizzonte visivo di mio figlio e cercando in tal modo di favorire un distacco più sereno. Riuscendoci così bene che oggi, che siamo giunti al settimo giorno di villaggio, il problema è diventato l’esatto contrario ovvero riuscire a portar via Davide dal Mini Club!

    Complessivamente questa settimana di vita all’interno del villaggio è scivolata via bene; l’incantevole paesaggio che ci circonda agevola sicuramente il nostro senso di benessere allontanando in maniera significativa lo stress che ci aveva accompagnato nell’ultimo periodo di vita milanese. Lo staff del Villaggio s’impegna assiduamente per far respirare lo straordinario ambiente circostante organizzando escursioni di vario genere, via mare a scoprire insenature e golfi incantevoli, via terra verso la vicina Costa Smeralda o anche semplicemente attraverso visite serali di Budoni e San Teodoro, le località più prossime.

    In un paio di occasioni anche noi ci siamo aggregati alle visite guidate ma per la maggior parte del tempo abbiamo preferito godere della tranquillità e degli agi del Villaggio, sia per soddisfare la volontà di Genny, poco avvezza a scomodità ed escursioni collettive, sia perché negli ultimi giorni della vacanza abbiamo in programma a nostra volta delle escursioni lungo l’Isola. In particolare aspetto con ansia l'escursione che faremo nella parte Ovest della Sardegna, quando ci recheremo in spiagge vergini raggiungibili solo attraverso strade sterrate, superando dune e attraversando un'ex oasi del WWF. Un paesaggio naturale che ho potuto assaporare molti anni prima e che mi è rimasto nel cuore.

    In effetti l'amore per il mare mi accomuna con mia moglie ma il nostro modo di viverlo si manifesta attraverso comportamenti profondamente diversi; mentre lei lo apprezza particolarmente come panorama e come condizione climatica da assaporare con tutti i comfort possibili, io per contro preferisco viverlo in spazi liberi, circondato dalla natura selvaggia e incontaminata, con tutte le sue scomodità,

    Anche nel Villaggio la mia concezione di vita di mare è un po’ più dinamica di quella di mia moglie; poche immersioni nel mare e molti bagni di sole, qualche massaggio e il corso quotidiano di acqua-gym per Genny; molte ore nella limpida acqua del mare, beach volley, footing, canoa e qualche immersione per me. E naturalmente non ho potuto mancare al torneo di calcetto arrivando fino alla finalissima, che avrà luogo tra qualche ora.

    - Posso disturbare? – Maurizio, il capo animazione del villaggio, un giovane uomo moro, muscoloso e dallo sguardo di ghiaccio, attira l’attenzione di mia moglie e mi distoglie da queste considerazioni.

    - Dimmi – con la sua consueta prontezza di spirito Genny si risveglia rapidamente dallo stato vegetativo per assumere subito un tono vivace. Si solleva dal lettino, toglie gli occhiali da sole e, con una leggerezza che imbarazza l’interlocutore, si sporge sorridente verso di lui per ascoltarlo. Maurizio infatti a fatica riprende:

    - Stasera faremo l’elezione della Miss del Villaggio e vorremmo che lei fosse una delle concorrenti… - dice mentre accoglie l’invito di mia moglie e si siede sul suo lettino.

    - Non saprei… ma siete sicuri? Ci sono donne molto più attraenti di me! – risponde con civetteria e falsa modestia Genny, dopo un breve silenzio accompagnato da un’espressione sorpresa e dalla ricerca del mio sguardo, ben celato dietro agli occhiali da sole.

    - Questo lo vedremo al momento della votazione – insiste Maurizio cercando di sfoderare tutte le sue arti di seduttore coltivate e perfezionate nel corso dei numerosi anni trascorsi a lavorare nei villaggi – e non credo che Diego abbia nulla in contrario. Ne sarà anzi lusingato, vero?

    - Dipende. In cosa consiste questa gara? – intervengo togliendo gli occhiali da sole, sedendomi a mia volta sul lettino di fronte a loro e continuando questo gioco di atteggiamenti di circostanza. Maurizio allora ci illustra brevemente il contenuto del Concorso di bellezza e Genny alla fine accetta di partecipare, come prevedevo. Le passerelle delle sfilate da diversi anni non fanno più parte della sua vita tuttavia ancora oggi il suo fascino non passa inosservato. 

    L'ho conosciuta una sera a Milano, in uno studio televisivo nel corso di una trasmissione nella quale ero ospite per presentare il mio ultimo libro. Mi aveva immediatamente sorpreso il fatto che, nonostante la sua indiscutibile avvenenza, fosse una che che lavorava dietro le quinte del programma. In realtà la sua professionalità e le sue capacità, arricchite dall'esperienza maturata, avevano convinto i responsabili della struttura di quanto fosse maggiormente utile in Redazione piuttosto che davanti alle telecamere. La sua sicurezza e la sua capacità di adattarsi a tutte le situazioni sono doti che sicuramente l'hanno aiutata nella carriera e sono state anche le stesse qualità che mi avevano colpito da subito.

    - Amore, ti disturba se partecipo al Concorso stasera? – mi chiede Genny non appena rimasti soli. Sembra seriamente preoccupata che io possa non gradire, forse anche per il mio mutismo degli ultimi minuti e il commiato freddo nei confronti del Capo Villaggio..

    - E perché dovrebbe disturbarmi? Davide e io tiferemo per te… e tra l’altro penso proprio che vincerai. – dico sinceramente, sentendomi anche un po’ stupido per l’atteggiamento diffidente di poco fa, tipico del maschio che non vuole che nessuno metta il naso nel proprio territorio.

    - Devi averle osservate bene le altre donne per essere così sicuro! – mi dice con finta gelosia mentre torna a sdraiarsi, questa volta prona. 

    - Sai quanto sono curioso - le rispondo alzandomi di scatto e sedendomi a cavallo sopra di lei all'altezza del fondoschiena. La bacio sulla schiena e le slaccio il cordino del reggiseno.

    - Tesoro cosa combini! Non fare il porco... siamo in mezzo a tutti.

    - Ma ti sto solo coccolando! E poi mi devo riscaldare per la partita. Non ricordi che ho la finale tra pochi minuti!?!


    - Diego!!! Eccoti arrivato, finalmente!!! Eravamo tutti in pensiero. - mi dice Uccio accogliendomi in spogliatoio, già pronto per la grande sfida.

    - E secondo te me la sarei persa!?! – gli rispondo mentre velocemente infilo calzettoni e scarpe. Di lì a venti minuti ha inizio la finale del torneo di calcetto del Villaggio, sotto il sole cocente di metà pomeriggio e davanti a una piccola folla di turisti, equamente divisi tra curiosi e parenti dei giocatori.

    Diventare un grande calciatore era il mio sogno da bambino. Sono cresciuto a pane e pallone, giocando sin da quando avevo sette anni nella squadra di calcio del mio quartiere. L’amore per il calcio è sempre stato un marchio di famiglia; sin da piccolissimo, accompagnato da papà e nonno, ho iniziato a frequentare le gradinate del leggendario stadio S. Siro, palcoscenico delle squadre milanesi, sponda nerazzurra. L'amore per l’Inter si è fortificato e accresciuto negli anni e l’idolo della mia adolescenza, il mio modello di calciatore, aveva un nome che non può non rimanerti impresso: Evaristo Beccalossi! Giocatore estroso, di grande fantasia, geniale e istintivo... lo idolatravo e sono cresciuto sognando di ripetere la sua memorabile carriera.

    Purtroppo invece il calcio non è diventato la mia professione ma è rimasta una grande passione. Ed eccomi qui, con la maglietta azzurra con la scritta ITALIA sul petto, a disputare la finalissima del torneo.

    A dire il vero non è stato difficile arrivare a giocare per il primo posto perché il livello complessivo dei giocatori partecipanti non si è rivelato esattamente da manuale del calcio. Anche nella mia squadra non è stato poi così arduo guadagnarmi i galletti da leader; oltretutto sono arrivato al periodo estivo abbastanza allenato grazie a corsette nel parco vicino casa e alle partitelle di calcetto settimanali con gli amici. Così, grazie a sporadiche azioni di livello superiore alla media, accompagnate da qualche rete decisiva, ho contribuito in maniera significativa al raggiungimento della finale ed ora c’è la nazionale brasiliana ad aspettarci.

    Il nostro ingresso in campo è accolto da uno scrosciante applauso dei circa trenta spettatori presenti. Maurizio, il capo villaggio, arbitra la partita che, a guardare i componenti delle squadre, assomiglia più alla classica sfida scapoli contro ammogliati. Ad ogni modo iniziamo subito tutti a livelli frenetici sebbene l’esperienza dei precedenti incontri, disputati sempre alle ore 17 come oggi, avrebbe dovuto insegnarci a dosare le energie visto che il caldo a quest’ora è tale da toglierti rapidamente ogni forza. Questa volta però c’è il pubblico delle migliori occasioni e nessuno vuole sfigurare davanti a moglie, figli e amici.

    Dopo pochi minuti è il Brasile ad andare in vantaggio, grazie più che altro alla poca abilità del nostro portiere. Forse per solidarietà con l’ultimo baluardo della difesa, anche il nostro attaccante non rende il meglio di sè dimostrandosi piuttosto impreciso nelle conclusioni a rete e nemmeno io riesco a contribuire positivamente. Nonostante questo pareggiamo grazie ad un tiro da fuori del piccolo e tozzo Uccio, praticamente l’idolo del villaggio. Il gol ci carica e poco dopo mi ritrovo tra i piedi un pallone che è solo da accompagnare in porta e fortunatamente non sbaglio.

    Concludiamo il primo tempo in vantaggio ma nel complesso la partita è mediocre. Il piccolo Davide è oltre la recinzione in prossimità di una porta; un po’ corre insieme ad altri bambini, un po’ si aggrappa alla rete guardandoci giocare, sempre sotto la rigida osservazione della mamma. A entrambi in realtà non interessa molto dell’incontro; Genny, nascosta dietro i suoi grandi occhiali da sole, è rivolta verso il campo di calcio ma sembra piuttosto assente. Probabilmente è già con la testa proiettata verso la sfilata della sera, a quale vestito e quale costume indossare e a cosa dire nel caso di vittoria.

    Dentro di me li vorrei entrambi più attenti seppur consapevole che, per quanto riguarda il piccolo Davide, l’aspettativa è impossibile trattandosi di un bambino di 4 anni. La distrazione di mia moglie mi disturba maggiormente soprattutto quando penso che se viceversa stasera fossi io così assente non mi parlerebbe per giorni.

    Comunque nel secondo tempo quella che poteva sembrare la passeggiata verso un trionfo si trasforma invece in una totale dèbacle. I brasiliani sono molto più tonici, freschi e di conseguenza ben organizzati di noi. Arrivano prima su tutti i palloni, vincono tutti i contrasti e, ulteriore aggravante, noi riusciamo a cogliere due clamorosi pali.

    Risultato finale: Brasile – Italia 4 a 2!!

    Sudato come poche volte nella mia vita ma fiero di aver indossato la maglia della nazionale italiana in una finale, torno velocemente al bungalow per una doccia.

    - Caro, non te la prendere. Hai giocato benissimo!! – mi dice Genny mentre mi segue, cercando di sostenere il mio passo nervoso, mentre Davide è rimasto al babypark.

    - Non dire stupidate. E poi non hai seguito la partita nemmeno per un secondo – le rispondo fermandomi bruscamente, voltandomi e scaricando su di lei gli ultimi residui di adrenalina accumulati in campo.

    - Ma perché voi uomini dovete essere così infantili quando c’è di mezzo un pallone? – dice fermandosi a sua volta di fronte a me e aggiustandosi distrattamente il pareo allacciato sui fianchi.

    - E perché voi donne parlate quando dovreste rimanere zitte? - le rispondo apparentemente stizzito. Ci guardiamo qualche secondo, io serio e a muso duro, lei distaccata. Qualche istante e una piccola smorfia di sorriso compare su una sua guancia, che come al solito mi fa sciogliere.

    - Ma in fondo è anche per questo che ti amo – le dico baciandola con dolcezza, trasportato dalla sensazione del momento, rivedendo in questa scena i battibecchi dei primi tempi, quelli che poi si risolvevano con dimostrazioni di amore. Momenti molto più sporadici negli ultimi tempi e che tuttavia oggi sembrano riaffiorire….


    Compiaciuto della consueta brezza serale, sono seduto nel mezzo dell'anfiteatro del villaggio dove si svolgono gli spettacoli dell'animazione, circondato da una moltitudine di persone, più o meno abbronzate e rilassate, e sto aspettando che la manifestazione intitolata Viva la miss abbia inizio. Il piccolo Davide è seduto compostamente vicino a me, coi suoi capelli biondissimi spettinati e gli occhi sgranati verso il piccolo palco dove a momenti dovrebbe comparire la sua mamma.

    - Dov'è la mamma? Quando arriva la mamma?

    - Arriva, stai fermo lì e attento che adesso la vedi – gli dico anche per avere qualche istante di pace e tranquillità, fiducioso in un suo rapido crollo fisico, dopo l’ennesima giornata di mare e sole.

    Maurizio, il capo villaggio tuttofare, elegante nel suo completo di cotone color avorio chiaro, sta presentando lo spettacolo e spiegando che la Miss del villaggio sarà colei che riceverà l’applauso più forte da parte dei presenti.

    Dopo qualche minuto finalmente spuntano le concorrenti, per la gioia anche di mio figlio il quale, dal momento in cui vede sua madre, diviene incontrollabile. Comincia a gesticolare, a tempestarmi di richieste di avvicinamento verso di lei, finché mi arrendo e lo lascio proiettarsi sul palco per la gioia di tutti i presenti.

    Con la sua solita maestria Genny non si scompone, si stacca dalla fila delle pretendenti allineate a centro palco, si porta fino al limite frontale del palco e si piega verso il piccolo Davide, ricambia l’abbraccio e lo bacia enfatizzando con successo il ruolo di mamma premurosa; lo prende in braccio qualche secondo accompagnata dall’applauso dei presenti e da frasi convenevoli del presentatore per poi invitarmi con un cenno ad avvicinarmi a mia volta per recuperare nostro figlio.

    Mi prodigo velocemente sfidando gli sguardi curiosi dei presenti e le occhiatacce competitive delle altre concorrenti e torno al mio posto trattenendo con energia tra le braccia un Davide recalcitrante che viceversa vorrebbe rimanere con la madre. Mi allontano qualche istante, giusto il tempo di prendere un gelato a Davide in maniera tale da tranquillizzarlo e poi torno al mio posto ad assistere allo spettacolo che nel frattempo è ripreso. Le concorrenti sono otto, di età compresa tra i 18 e  i 30 anni circa, e, dopo una brevissima presentazione iniziale, devono innanzitutto sfilare con l’abito da sera che hanno scelto, successivamente rispondere a qualche domanda di circostanza e infine esibirsi in costume da bagno.

    Genny è la seconda a percorrere la pedana e la sua scelta è caduta su un abito corto turchese, non particolarmente scollato sul petto ma che le lascia tutta la schiena scoperta, sulla quale scendono morbidi ed un pò selvaggi i lunghi capelli biondi. Le scarpe alte, dello stesso colore dell'abito, lasciano scoperto quasi completamente il piede e gli accessori bene si abbinano al look scelto. Una mise elegante e nel contempo sexy, in grado di valorizzare la sua figura armoniosa, il portamento e le belle gambe.

    Ci sono un paio di donne molto carine ed eleganti ma nessuna ha la sua capacità di canalizzare l’attenzione, il suo carisma e il suo fascino. Anche quando vengono intervistate dagli animatori con domande maliziose, lei è l’unica che tiene bene il confronto, risponde con prontezza e spirito e raccoglie i maggiori applausi e consensi.

    Mentre torniamo verso il nostro bungalow mi cammina davanti con passo leggero; tiene in una mano il suo trofeo di 1^ classificata e nell’altra il mazzo di fiori. Davide dorme tra le mie braccia e intorno a noi regna la massima quiete. Il cielo è un fantastico tappeto di stelle come se ne vedono pochi in Italia e mai a Milano. Arriviamo al bungalow, mettiamo Davide nel suo lettino e torniamo all’esterno, avvolti dal silenzio della notte e dalla luce del cielo stellato.

    - Godiamoci questo panorama perché non capita tutti i giorni – le dico guardando verso l’alto.

    - Se penso a settembre a Milano, con il suo cielo già grigio e spento, coi suoi nuvoloni pieni di acqua, senza un filo di aria fresca, mi viene da piangere – mi risponde mentre si toglie le scarpe alte e si siede sul muretto che delimita la veranda e l’alloggio nel quale ci troviamo.

    Le guardo le gambe lunghe, magre e abbronzate, il profilo del viso mentre pensierosa è rivolta verso il mare poco lontano.

    - Lo senti il profumo del mare? Se ci fai bene attenzione, il vento ne fa arrivare l’aroma fin qui… – dice rimanendo proiettata verso la spiaggia, con gli occhi chiusi, impegnata ad inspirare. Poi, con uno slancio improvviso, apre gli occhi e si gira verso di me – perché non lasciamo tutto? Rimaniamo qui; tu scrivi con maggiore passione e io mollo la televisione, i mass media e tutto quel mondo. Mi dedico a Davide e a

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