17 Racconti sul senso della vita
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Anteprima del libro
17 Racconti sul senso della vita - Montialbo Davide
INTRODUZIONE
Questi racconti, ciascuno dei quali è un piccolo gioiellino, riescono a sorprendere il lettore con una freschezza sempre nuova, che non stanca. Capita a tutti di domandarsi che senso abbia la vita, il mondo, e di provare una sensazione come di angoscia immobilizzante. E adesso? Cosa si fa? I personaggi di queste storie sono colti in questi momenti, mentre pensano e continuano ad agire, specchiandosi e rispecchiandosi nelle azioni mancate o da fare, nelle emozioni rimaste a volte inscatolate. Sono modelli di vita, appunto: storie che hanno il potere di semplificare nodi complessi e illuminare quel poco che basta a intravedere altro, non smettere di sperare in una sorpresa capace di risvoltare tutto il senso, o la sua mancanza. Non è sempre facile coniugare leggerezza con la profondità, ma questa antologia di racconti ci riesce benissimo; l’autore Davide Montialbo riesce ad usare la parola in modo eccellente. Parola come elemento costitutivo di un linguaggio, come preghiera, come mezzo per trasmettere il proprio vissuto, il proprio punto di vista a chi sta dall’altra parte. Sono le parole che possono aiutare a valicare il confine, e il racconto è uno dei contenitori più rapidi, efficaci e immediati per veicolarle al meglio. Sono racconti sul senso della vita che ci insegnano che spesso non è sempre tutto facile, ma sono anche le situazioni difficili che rendono ancora più speciali i momenti più belli delle nostre vite.
Buona lettura
Elita Di Girolamo
PREFAZIONE
I fili d’erba bruciati dal sole estivo, quell’unica vecchia cintura consunta ereditata da papà, la casa così vicina al mare che nel silenzio dell’inverno puoi chiaramente sentirne il suono… Sarà forse perché sono tua sorella e certe immagini hanno scavato anche dentro di me, ma mi domando come posso non ritrovarmi in quello che leggo. Ma magari sta parlando una semplice lettrice, sinceramente felice di essersi imbattuta in ciò che certi libri, quelli speciali, lasciano a chi li legge. Mi riferisco alla totale empatia ed immedesimazione con le sensazioni e le fervide immagini che si fanno spazio qua e là tra le pagine. Non solo sono felice per tutte le ragioni scritte fino a questo punto, ma anche per l’insegnamento genuino scaturito dai racconti in modo così leggero, così naturale e spontaneo, quasi come un respiro. Parlo di un qualcosa di così semplice, eppure troppe volte trascurato: l’aver fiducia nella vita, che spesso ci offre un bellissimo riscatto nelle cose più inaspettate e semplici, a portata di mano. In effetti di solito nelle prefazioni è il contrario, ma questa volta lo dice la lettrice allo scrittore...grazie, grazie e ancora grazie.
Maria Montialbo
UNO
Tempo fa mi è capitato di assistere ad una conversazione che chiunque avrebbe ritenuto quantomeno curiosa. Stavo prendendo un caffè nel solito bar del mattino, quando senza volere sono incappato nei discorsi di una coppia di anziani.
Mi andrebbe di tornarci anche oggi, se tu sei d’accordo
gli stava dicendo lei, ma lui rispondeva in maniera sconnessa.
Andarci troppo fa male, cancella il ricordo. Diventa come non esserci andati proprio e lo sai benissimo anche tu
.
Ma ho avuto dei segni chiari. Penso di doverlo proprio fare!
Non esagerare. Sai che è meglio di no
.
Le parole erano più o meno queste e mi fecero sorridere. Erano piuttosto avanti con gli anni e sinceramente, lì per lì, pensai solamente che fossero una simpatica coppia di rimbambiti. Probabilmente non si rendevano neanche conto di quel che stavano dicendo. Pagai ed uscì. Mi dimenticai di quei due tizi e pensai solo ad affrontare l’ennesima inutile giornata di lavoro. Ed andò come prevedibile. Niente di eclatante. Fu proprio una delle mie solite giornate senza senso. Non so dire quanti giorni siano passati da quel momento, ma in ogni caso posso dire che non furono molti. Una notte mi coricai piuttosto agitato. Continuavo a rimuginare su qualcosa che era accaduto quel giorno e che mi aveva notevolmente infastidito. Sentivo dentro di me una dose di nervosismo davvero pesante da sostenere.
Quasi saltai la cena e mi coricai piuttosto alla svelta. Volevo mettere un punto su quella giornata e ritrovarmi immediatamente al giorno seguente, liberandomi di tutte le scorie. Il sonno profondo arrivò facilmente. E con lui iniziò la mia esperienza
, se così vogliamo chiamarla. D’improvviso, senza neanche sapere come, mi ritrovai davanti ad un sentiero di campagna, immerso in una giornata di sole pieno e caldo. Ma non ero infastidito, anzi. L’aria frizzantina che sentivo mi fece pensare a quando da piccolo andavo alla casa di campagna dei miei nonni. Per una scelta dei miei genitori che non ho mai capito lo facevamo sempre nel mese di settembre. Quando tutti tornavano dal mare o dalla montagna, noi partivamo, salutando amici e parenti. Una sensazione di benessere s’impossessò di me all’istante. Presi a camminare. Stavo bene, benissimo a dire il vero. Più camminavo e più l’avrei fatto. Ad un certo punto vidi due figure in lontananza. Agitavano le mani in segno di saluto. Mi venne istintivo voltarmi, ma dietro non c’era nessuno. Guardavano proprio me, evidentemente. La cosa davvero assurda è che erano loro. I due tizi del bar. Rimasi abbastanza allibito.
Lascia parlare me
disse lui alla signora, quando fummo vicini. Lei fece un passo indietro, sorridendo.
Ciao Davide. Benvenuto
Lei mi conosce?
dissi.
Certo. Ma dammi del tu. Noi qui facciamo così
Ok. Ma dove siamo?
dissi io, confuso.
"Siamo dove tutti desideriamo essere. Qui c’è posto per tutti quelli che hanno bisogno di riuscire a resistere. E qui vediamo quel che