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Camilla. Tra le maglie del banale
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E-book101 pagine1 ora

Camilla. Tra le maglie del banale

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Info su questo ebook

La vita quotidiana scorre o inciampa in modo apparentemente banale, quando la si vive come se il suo o i suoi significati siano già da sempre stabiliti ed esposti. Accade però che il caso sollevi la coltre di nebbia e di sonno con cui procediamo e ci trasporti di peso in situazioni inaspettate che stravolgono i nostri legnosi assetti. E allora la vita presenta un altro o altri volti e di concerto rivela noi a noi stessi, per quei volti che non sapevamo di avere. La più straordinaria esperienza la cogliamo nella relazione, non formale, ma autentica, impegnativa, con l'altro, se con intelligenza e cuore entriamo nel "gioco" profondo e difficile della condivisione, per tenerci compagnia nei percorsi abissali dell'animo; e se osiamo guardarci e parlarci dal crinale della perdita possibile o imminente, sapendo che tutto si gioca sul suolo mobile dell'adesso, intanto che il corpo ancora alimenta il nostro spirito.
LinguaItaliano
Data di uscita31 gen 2013
ISBN9788891103789
Camilla. Tra le maglie del banale

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    Anteprima del libro

    Camilla. Tra le maglie del banale - Bianca Mannu

    CAMILLA

    1 Come dormisse

    Camilla. L’ho deposta sul letto del soggiorno e ricoperta col lenzuolo. Lunga lunga mi pare, ora ch’è morta, rispetto a quando era viva e la vedevo piccola e fragile, anche per via della claudicazione che faceva ondeggiare la sua capigliatura ondulata sulla bella testa piuttosto importante rispetto al resto. Doveva averci lo spazio, su quella testa, per sistemarci quegli occhi così grandi e color d’erba matura.

    L’ho deposta sul letto e ricoperta col lenzuolo fino al mento. Così sembra addormentata e comunicare un senso di pace. In tal modo ho fatto. Così dopo mi è bastato l’animo di fare le telefonate necessarie dal cordless del soggiorno. Con la cornetta in mano sono rimasto seduto, inchiodato come se le mie gambe si rifiutassero di muoversi e trascinare il peso del corpo. Solo alla prima scampanellata sono corso come un automa. Gli agenti di polizia sono arrivati prima del collega Simoncini, al quale mi ero più volte rivolto per lumi, consigli e aiuto. Accolto da un agente all’ingresso, egli si è chinato su di me come per abbracciarmi e ora mi sta al lato, in silenzio. Adesso la casa è affollata di persone che frugano, misurano, controllano, infilano le medicine, i ricettari, i lacci emostatici nei sacchetti; anche l’ampolla della flebo e le valvoline a farfalla. Si prendono il mio borsino degli strumenti, anche il mio pc, che ultimamente avevo trascurato. E mi fanno domande che non sempre capisco e per le quali non trovo risposta, frastornato come sono, incapace di raccogliere le idee per rispondere limpidamente.

    2 Un a parte con me stesso

    Non descriverò il polverio di azioni che si sviluppano intorno e sopra un cadavere irregolare. Tu che sei come me, piuttosto che assiduo lettore, un fedele consumatore di programmi TV, tu che non perdi neanche una fiction, neppure un poliziesco né un giallo, tu sai tutto su ciò che accade dopo una morte non regolamentare. E sai anche come funziona a dovere il sospetto, là dove la chiarezza inciampa nella strettoia della legge. E quel nessuno (questa volta quel nessuno è lei, un pezzo del mio cuore!)… quel nessuno, che ha la malaugurata idea di togliere il disturbo in modo non confacente, di colpo diventa ingombrante, quasi ribelle a lasciarsi tumulare nel silenzio.

    Già domani Camilla e io saremo sbattuti sulle prime pagine, dove il bravo cronista di turno comincerà a esporre le sue deduzioni e a sobillare l’opinione pubblica perché, prima di ogni legale giudizio si esprimano, col sospetto, uno o più pregiudizi. Domani…

    3 Domani?

    Ma che cos’è per te , Camilla? Io e te saremo accomunati nel modo più banale. Tu vittima, io carnefice e in mezzo la presunta o le presunte poste in gioco, e infine, aleggianti come corvi, gli scopi del delitto lanciati nello spazio della cronaca. Sul tuo cadavere stanno per essere disposte trincee per postazioni con tanto di filo spinato e bocche da fuoco per una battaglia le cui vittime non sono mai fra i bellicosi protagonisti della fiction. Io sarò , l’uomo che ti ha tolto la vita e i conforti religiosi, oppure colui che ti ha sobillato. Mi sembra impossibile che tu sopporti tutto questo imminente cancan, mantenendoti così tranquilla con quell’accenno di sorriso sotto la fronte un poco aggrondata. Ti faranno l’autopsia. E’ un atto dovuto. Io sarò convocato come persona informata dei fatti e poi indagato.

    4 Nenniri

    O Camilla! Nessuno si era accorto che esistevi e che faticavi orribilmente, in ultimo, a infilare un giorno appresso all’altro. Semplicemente tu non eri. Come tanti/tante, non eri, se non come un grafo su un supporto istituito per imperio di legge. Certo, la tua attuale condizione sociale ti avrebbe salvata dagli orribili cronicari per persone indigenti. Ma saresti potuta diventare strumento di profitto in una sala ospedaliera super attrezzata e contemporaneamente fungere da feticcio semivivo per motivare rituali Dies irae. Salterà fuori adesso la tua infanzia malaticcia? Qualche cartella medica priva di importanza, dimenticata in archivi che nessuno ha visitato, salterà fuori per raccontare forse… un’inadempienza? Gli elenchi scolastici? Anche quelli! E forse una vecchia pagella? Giudizi scolastici; il tuo: diligente, educata, un po’ introversa… Introversa! Si potrà imputare all’introversione la scoperta che siamo finiti a dormire e godere – per poco - nello stesso letto? Anatema! Pensa: 500 anni fa saremmo potuti finire nelle segrete della Santa Inquisizione e poi su un rogo, ottimo strumento di persuasione per gli astanti! Nessun faro ha mai puntato la luce sulla tua intelligenza, poiché sommessa, invisibile, e perciò, inesistente. Perciò venuta su quasi da sola e al buio. Un nenniri. Chi si sarà occupato di una presunta scoliosi che passa con la crescita? Benevolenza da genitori: perché dover sottolineare un difetto? A un difetto si può fare l’occhio e dopo non te ne accorgi neppure. Anche io mi sono condotto così, ma era tardi per poter far meglio. Lei è così: bella dentro! Una bella dentro, forse tale non è nata. Scusami, Camilla. Sai? Piuttosto penso che pure tu sia stata confezionata così un po’ alla volta, ma in modo soft, tra elusione e persuasione e premendo il tasto della tua oblazione ben riuscita. Perciò hai messo sempre qualcun altro davanti a te, sperando nel tuo turno al lancio successivo. Accade così che una persona sia destinata a vivere il peggio delle vite degli altri. Però il quando e il come morire, almeno in parte, l’hai deciso tu. Sei stata coraggiosa, Camilla. E dopo questo, io posso anche infischiarmi se mi incriminano per omicidio, per induzione al suicidio o se, per altre gabole, mi cacciano dall’albo professionale. Ti ho perso, Camilla. Questo è il peggio che potesse capitarmi. Ma forse non ti ho perso del tutto, perché tu non sei mai caduta – né mai potrai cadere - dal mio cuore e dalla mia mente, e ho abitato il tuo morire, malgrado non abbia minimamente potuto risarcirti delle tue smisurate sofferenze. Questo racconterò, e di te come volontà selvaggia e tremenda, che ha nidificato in un me, acremente rastremato al tempo della parola esangue.

    5 Aquilino, chi?

    Chi io sia non ha alcuna rilevanza. Rispondo a un nome che suona come Aquilino Dessì, medico di professione. Camilla è entrata nella mia vita nel modo più inatteso e persino inopportuno, considerato il mio relativo e favorito distacco dagli affetti. Ero vicedirettore, come ancora e non per molto sono, della clinica psichiatrica di V.. No, non è un manicomio, ma una confortevole clinica privata per pazienti paganti, con disturbi psichici di bassa e media gravità. I casi marcatamente gravi vanno dirottati verso altre presidi.

    Sono stato sposato. Il matrimonio

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