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Paradiso vs Inferno
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E-book430 pagine5 ore

Paradiso vs Inferno

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Info su questo ebook

Esiste qualcosa dopo la morte? A quanto pare sì, ma il paradiso e l’inferno non sono esattamente come li ha descritti la religione. Si tratta infatti di due luoghi simili per molti aspetti, ciò che cambia sono le persone che li abitano. Niente Città d’Argento o gironi pieni di dannati che subiscono le punizioni, quindi.
È quello che scopre, suo malgrado, Derek: andare all’inferno o in paradiso è solo una questione di scelte. Certo, il custode del purgatorio consiglierà la città che più si avvicina alle esigenze di ognuno, ma solamente chi è morto può scegliere dove andare.
Ma quale sarebbe il posto giusto per lui? Può avere ancora tempo per migliorarsi? 
L’amore e l’ambizione lo spingeranno alla ricerca del cambiamento, ma questo può essere molto difficile, soprattutto se tra le due città si prospetta una guerra…

Mattia Capoferri nasce nel 1992 a Seriate, in provincia di Bergamo. Qui ha conseguito il diploma al liceo scientifico. Si è poi trasferito a Milano per frequentare la facoltà di Economia Aziendale e Management, dove ha conseguito la laurea triennale e magistrale, e un Master in Marketing.
Tutte le sue esperienze lavorative sono state in ambito aziendale nel dipartimento Marketing, prima a Milano e poi in provincia di Bergamo, dove attualmente vive.
è appassionato di sport, serie tv, film e lettura, prevalentemente fantasy, gialli e thriller. Ha sempre letto i libri e guardato le serie tv con un approccio critico, immaginando personaggi aggiuntivi che avrebbero potuto esaltare la narrazione, o finali alternativi. Questa sua predilezione lo ha spinto a provare a ideare delle storie tutte sue. In questo modo è nato Paradiso vs Inferno, il suo primo romanzo.
LinguaItaliano
Data di uscita30 nov 2022
ISBN9788830673335
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    Anteprima del libro

    Paradiso vs Inferno - Mattia Capoferri

    Introduzione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: «Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere».

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi:

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi, ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei Santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i quattro volumi di Guerra e pace, e mi disse: «Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov».

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre, è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi, potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    PARTE 1

    DEREK

    Sono morto.

    La mia ambizione non poteva che portarmi a questo. Ho vissuto una vita al limite e sempre alla ricerca di qualcosa in più, incurante dei rischi. Soldi, donne, potere… e alla fine la morte.

    Quando persegui i tuoi obiettivi incurante dei danni che puoi recare agli altri, prima o poi pesti i piedi alle persone sbagliate. Questo è esattamente quello che è capitato a me ed è il motivo per cui non mi trovo più sul pianeta Terra, ma in un posto che non riesco proprio a riconoscere.

    L’ultima cosa che ricordo è il momento in cui sono morto ed è anche l’unica che ricordo in maniera abbastanza lucida. Tutto il resto è abbastanza offuscato e devo sforzarmi maggiormente per ricordare. La situazione generale di un evento o di un momento che ho vissuto è abbastanza chiara, ma i dettagli sono annebbiati.

    Posso dire con certezza che sono morto cadendo dal davanzale di una finestra di un palazzo, spinto dai miei aggressori. Erano persone che avevo raggirato e che sono venute a stanarmi nella stanza in cui alloggiavo momentaneamente. Quando mi hanno messo con le spalle al muro e gonfiato di botte, ho avuto la geniale idea di tentare di fuggire dalla finestra, passando sul davanzale per raggiungere la finestra del vicino. Un gesto irrazionale e direi demenziale, considerando che ha dato la possibilità ad uno dei due energumeni incazzati di spingermi di sotto con estrema facilità.

    Mi cercavano perché avevo venduto loro un oggetto prezioso, che però non era mai stato in mio possesso. Non era stata la prima volta, ma sicuramente la prima in cui la controparte mi aveva poi dato la caccia per riprendersi i propri soldi, che però io avevo già speso in pochi giorni.

    Come si fa a spendere un milione di euro in pochi giorni? Beh, se si è devoti al lusso e all’ostentazione delle cose materiali non è un’impresa difficile. E poi avrei fregato qualcun altro e mi sarei procurato un’altra bella somma. Almeno questi erano i piani.

    Purtroppo, questo capitolo della mia vita si è concluso, anzi, si è proprio conclusa la mia vita. E ora sto cercando di mettere a fuoco il luogo in cui mi trovo, ma la vista è ancora appannata.

    La sensazione è molto realistica e in certi momenti mi viene il dubbio di essere davvero morto. Però come dimenticare quei pochi secondi in cui sono stato in volo prima di schiantarmi a terra. Sì, direi che sono certamente morto. L’impatto è stato immediatamente letale ed è stato come spegnere la luce all’improvviso.

    Non è vero che quando stai per morire rivedi tutta la tua vita. Mentre stavo cadendo urlavo semplicemente: Cazzo, cazzo, cazzo, cazz…

    Poi il tonfo, il buio e il nulla.

    È solo in questo momento che ho iniziato a realizzare la situazione e ora, sì, sto vedendo qualche immagine della mia vita, ma è tutto molto offuscato. Non ho dubbi però sul tipo di persona che sono stato e come mi sono comportato durante la mia vita. Diciamo che se fosse stato un esame, sarei stato sicuramente bocciato.

    Mi pare troppo tardi per dire che avrei voglia di cambiare. Se mai ci sarà un’altra vita, spero di portarmi dietro questa consapevolezza per essere una persona migliore. Non posso dire di essere pentito, è banale farlo quando sei morto, ma magari qualche limite in più me lo porrei.

    E poi non posso ingannare me stesso! Quella sensazione di ambizione non se ne è andata, non ancora. Ho raggirato tante persone nella vita, ma inutile tentare di farlo con me stesso. Magari l’aldilà sarà un posto in cui potrò riflettere e cambiare la mia mentalità, ma servirà tempo. Tempo che probabilmente avrò.

    Inizio ad intravedere della luce e tutto intorno a me è molto bianco. Snervantemente bianco. Sembra di essere in un ospedale, ma finché le ombre che mi bloccano la vista non saranno dipanate, non potrò averne la certezza.

    Mi sarei immaginato una situazione diversa, a partire dal fatto che non sarei morto a 28 anni e, quindi, mi sarei potuto godere una lunga vita. O almeno un’esistenza un po’ più lunga, il mio stile di vita non era compatibile con una speranza di vita longeva. Comunque non rimpiango nulla, ho vissuto molto di più io in questi anni di come fa la maggior parte della gente in cent’anni.

    Però quello che ho fatto io è stato effettivamente eccessivo, a voler fare un’analisi critica. Ci vorrebbe una seconda vita, nel senso che questa la consideriamo una prova. Ora ho imparato dai miei errori e, quindi, non sbaglierò più. O almeno sbaglierò di meno.

    Spero che nell’aldilà ci si possa comunque divertire, ma senza eccessi e nella correttezza verso tutti. Anche se però non potrei morire in questo caso…

    No, così non va bene! Devo almeno sforzarmi di imparare qualcosa da quello che mi è accaduto. Altrimenti a cosa è servita la vita? Come questa può avere conseguenze sull’eternità che passerò nell’aldilà?

    Forse non dovrò ancora attendere molto per avere risposte a queste mie domande. Inizio a mettere a fuoco le immagini intorno a me ed è tutto così bianco. Sono in una stanza con muri bianchi, soffitto bianco e pavimento bianco. Non c’è una finestra, ma la luce non manca. Tutto inizia ad essere sempre più nitido.

    Sembra la stanza di un ospedale, con nient’altro che il letto su cui sono sdraiato. Aspetta! Possibile che non sia morto e sia solo ricoverato? Certo, con il volo che ho fatto non so dire cosa sarebbe meglio.

    No, sono certo. Sono morto. Non ci sono dubbi a riguardo. La sensazione che ho avuto nel momento dell’impatto non mi lascia alcun dubbio.

    Ecco che finalmente sta arrivando qualcuno verso di me, magari potrà chiarire tutti i miei dubbi. È un ragazzo giovane, completamente vestito di bianco. Cerco di parlargli, ma non riesco a pronunciare alcuna parola.

    Oddio, è una cosa normale questa? O sono danneggiato? Mi toccherà passare l’eternità con qualche grave danno?

    Non ti agitare. A breve recupererai tutte le tue facoltà fisiche. È normale provare smarrimento quando si è appena trapassati. Sta tentando di rassicurarmi, ma l’effetto è solo quello di paralizzarmi. Se te lo stai chiedendo, sì, sei morto. Benvenuto nel Purgatorio.

    Purgatorio? Beh, considerato come ho vissuto poteva andarmi molto peggio.

    LA STORIA DELL’ALDILÀ

    In un tempo lontano, non ben definito, l’aldilà era stato creato con la suddivisione tra Paradiso e Inferno. Queste due zone non sono da intendersi secondo le modalità previste dalle religioni terrene, ma sono nomi di comodo che variano secondo le abitudini maturate dalle persone nel loro soggiorno sulla Terra.

    La divisione era stata impostata per evitare che persone con caratteri molto diversi tra loro fossero costrette a convivere, causando conflitti che potevano portare alla cancellazione delle persone. Chi abita nell’aldilà non può ovviamente morire di morte naturale o per malattie, che non esistono più, ma può comunque essere ucciso, o meglio, cancellato.

    La cancellazione è un processo che prevede che una persona già deceduta, venga eliminata dallo spazio-tempo. Semplicemente smette di esistere in ogni luogo e tempo, quindi persino nell’aldilà.

    Una persona deceduta trapassava direttamente nell’aldilà con la sua consapevolezza, il suo intelletto, la sua coscienza. Potremmo dire sinteticamente la sua anima. La stessa manteneva il suo stato corporeo per definirlo all’interno dello spazio in cui era situato l’aldilà.

    Le persone ricordavano tutto della propria vita terrena. Al loro arrivo venivano automaticamente assegnate al Paradiso o all’Inferno, sulla base del loro stile di vita e della loro indole.

    Il Paradiso è generalmente occupato da persone che hanno un’indole tranquilla, sanno divertirsi senza eccessi, sono altruisti e amano vivere all’interno di una comunità dove il bene comune è di primaria importanza e nessuno persegue i propri interessi a discapito degli altri.

    L’Inferno, all’opposto, è occupato da persone che prediligono uno stile di vita più spericolato, ricco di eccessi. Prediligono il divertimento al dovere e perseguono il proprio bene e quello della propria ristretta cerchia di conoscenti, prima di quello collettivo.

    Il Paradiso è contraddistinto dal colore azzurro-blu nelle sue varie tonalità, mentre all’Inferno i colori dominanti sono rosso-nero. La distinzione è evidente dai vestiti, oggetti, luoghi che fanno riferimento all’una o all’altra zona.

    Gli individui si distinguono, oltre che per i vestiti che generalmente indossano, dal colore dell’iride degli occhi: blu splendente per gli abitanti del Paradiso, rosso fuoco per quelli dell’Inferno.

    La convivenza tra queste due realtà molto differenti tra loro, praticamente agli opposti, portò a numerose guerre, soprattutto all’aumentare del numero di persone che trapassavano.

    Guerra significava morte e, nell’aldilà, morte significava cancellazione.

    La prima modifica che venne istituita fu la moltiplicazione degli aldilà, identici tra loro e con le stesse logiche di funzionamento. La suddivisione tra Paradiso e Inferno rimaneva la regola primaria per tutti, ma le persone venivano assegnate all’uno o all’altro aldilà in maniera casuale e coerentemente a quante persone si riteneva potessero starci prima che entrassero in conflitto tra loro.

    L’idea che ridurre la sovrappopolazione comporta meno conflitti funzionò per diverso tempo. Fino a quando in uno degli aldilà non ci fu una vera e propria guerra che portò alla cancellazione di circa la metà degli abitanti, con numerose vittime sia per il Paradiso che per l’Inferno.

    L’aspetto più preoccupante fu che ci furono anche delle uccisioni all’interno delle stesse fazioni, in particolar modo all’Inferno, dove avvenne un conflitto interno, che sfuggì al controllo, per poi dipanarsi anche nel Paradiso.

    Il problema principale venne ricondotto alla mancanza di equilibrio che questa formazione aveva. Etichettare tutti secondo la propria indole non era sufficiente. Serviva un sistema che permettesse di collocare le persone in maniera più ordinata e controllata.

    Le cancellazioni non potevano essere semplicemente abolite, ma i rapporti tra le persone e le loro capacità dovevano essere incanalate in modo da rendere difficili o improbabili questi eventi, anche in caso di conflitto.

    Vennero così create le Sfere.

    E, più di ogni altro aspetto, serviva un nuovo luogo super partes dove gli occupanti facessero da supervisori del rispetto delle regole e garantissero un equilibrio all’interno dell’aldilà.

    Venne così creato il Purgatorio.

    L’aldilà di oggi è costituito secondo modalità che garantiscono l’equilibrio. Tutto ha una sua collocazione e un suo esatto opposto. Il Purgatorio garantisce la corretta esecuzione delle regole, senza necessità di intervenire nelle varie dinamiche.

    L’aldilà di oggi garantisce l’equilibrio e il sistema sembra inattaccabile… ma l’equilibrio stava per essere compromesso.

    CAPITOLO 1

    La stanza bianca in cui si trovava Derek era illuminata da una luce dalla provenienza non identificabile. Non c’era altro se non il letto da cui si era appena alzato, ma, nonostante fosse molto piccola, dava comunque una sensazione confortevole. Si sentiva bene per essere appena morto. Provava un senso di benessere.

    L’individuo che gli aveva annunciato di essere arrivato nel Purgatorio l’aveva lasciato da solo, dicendo che sarebbe tornato a breve, dandogli il tempo di recuperare tutte le sue facoltà.

    Al momento si sentiva normale. Ci vedeva perfettamente. Aveva provato a parlare e ci era riuscito. Ci sentiva. Si riusciva a muovere agilmente e non provava nessun acciacco. La sua preoccupazione che la caduta che gli aveva causato la morte potesse averlo danneggiato in qualche modo si era già dissipata.

    Indossava degli abiti di un grigio che dava un forte senso di neutralità. Semplicemente una maglietta e un paio di pantaloni. Perfino le scarpe erano della stessa tonalità di grigio. Che allegria! Si stava pentendo di aver pensato che tutto il bianco intorno a sé fosse eccessivo. Ora ne provava quasi invidia.

    Vedo che ti sei ripreso.

    Il ragazzo vestito di bianco entrò nella stanza facendolo sobbalzare.

    Immagino tu stia provando un certo senso di confusione e smarrimento, ma tra non molto tutto ti sarà chiaro.

    Derek si prese qualche secondo per studiare il ragazzo e poi domandò: Sono morto?

    Sì, certamente. Dovresti ricordare con chiarezza il momento esatto della tua morte.

    Sì, ma tutto il resto è un po’ più confuso. Possibile che stia sognando e la confusione sia dovuta a questo?

    No, sei morto, non stai sognando. Sennò ti avrei detto che eri addormentato. In questo momento ti trovi nel Purgatorio, la prima tappa per tutti coloro che trapassano.

    Derek rimase senza parole. Allora prima aveva capito bene. Non era stato condannato alla punizione eterna, cosa che forse si sarebbe anche meritato, ma aveva una possibilità di redenzione.

    Mi presento. Sono Dennis, uno degli adepti del Purgatorio. Il ragazzo vestito di bianco sfogliò una cartella che aveva portato con sé e aggiunse: E tu sei Derek, morto per collisione col suolo. È corretto?

    Sì, vedo che sei ben informato, Dennis. Non pensavo di poter finire nel Purgatorio. Sai… non sono esattamente stato un modello da seguire durante la mia vita. Mentre mi stavo riprendendo ero consumato dalla preoccupazione di una punizione eterna e questo…

    Ti fermo subito intervenne Dennis. Non pensare all’aldilà secondo i canoni di pensiero tipici della Terra, qualunque essi siano. A breve riceverai tutte le informazioni per scegliere dove collocarti.

    Se prima aveva dubbi e domande, ora la curiosità di Derek stava prendendo il sopravvento. Quindi non starò nel Purgatorio? Dove dovrei collocarmi?

    "Il Purgatorio è solo un luogo di passaggio dove si prendono importanti decisioni. Dopo aver ricevuto tutte le indicazioni del caso, dovrai effettuare una scelta: andare nel Paradiso o nell’Inferno.

    Le poche persone che occupano il Purgatorio sono devote alla causa del mantenimento dell’ordine e hanno principalmente il compito di indirizzare i nuovi arrivati verso la destinazione a loro più consona e fornire loro tutte le indicazioni affinché possano vivere in pace nell’aldilà."

    A Derek la scelta pareva ovvia. Però si stava ritrovando a pensare nuovamente secondo quanto aveva imparato durante la sua vita. E se il luogo più adatto a lui fosse l’Inferno? Doveva ragionare con la mente aperta. Alla fine non sapeva nulla di concreto del posto in cui si trovava.

    L’Inferno non è quello che viene descritto sulla Terra, vero? Non devo considerarlo il luogo in cui veniamo puniti per i nostri peccati? Altrimenti non vedo come qualcuno sano di mente possa scegliere di andarci.

    Dennis sorrise. "Ottimo, stai iniziando a ragionare nella maniera corretta. Ti posso confermare che Inferno e Paradiso sono due posti equivalenti sotto tutti gli aspetti. Cambiano solo le tipologie di persone che li abitano. Ma presto ti forniremo tutte le informazioni per poter effettuare questa scelta, oltre a qualche consiglio.

    Il Purgatorio è situato nel mezzo dell’aldilà e non è altro che un enorme edificio in cui vivono i suoi adepti, come me, e in cui transitano le persone appena trapassate in attesa di collocamento. Intorno ci sono prati, laghi, fiumi, boschi. Questi separano il Paradiso dall’Inferno, ma i due luoghi sono comunque accessibili alla controparte.

    Se il Purgatorio è un semplice edificio, il Paradiso e l’Inferno si configurano invece come delle vere e proprie città, contenendo quindi un gran numero di ospiti."

    Derek tirò un sospiro di sollievo. Improvvisamente l’Inferno pareva molto più interessante, ma capiva anche che non doveva farsi idee o esporsi in maniera affrettata. Aveva moltissime domande da fare e i dubbi, ma anche l’eccitazione, stavano prendendo il sopravvento.

    Ora ti devo condurre dal leader del Purgatorio. A lui potrai fare tutte le domande per arrivare alla scelta definitiva. Dennis gli fece cenno di seguirlo fuori dalla stanza. Considera che anche Paradiso e Inferno hanno un proprio leader, ma l’unico insostituibile è proprio quello del Purgatorio, proprio per il suo ruolo particolare e unico nel suo genere.

    Da quanto è in carica l’attuale leader?

    Nessuno lo sa con esattezza. La leggenda narra che derivino da altri aldilà o da un aldilà supremo, ma nessuno lo sa con certezza. Neanche il diretto interessato.

    Si incamminarono per un lungo corridoio. Anche in quella zona non c’era nessuna finestra, ma l’ambiente era particolarmente luminoso. Sembrava che ogni zona di quell’edificio godesse di luce propria. O forse era solo tutto quel bianco che gli dava questa impressione. L’unico fuori posto sembrava proprio lui, vestito color grigio topo.

    A proposito, non è che potrei avere dei vestiti diversi? Questi non sono miei e sinceramente preferirei indossare qualcosa di meno smorto.

    Derek sorrise alla scelta delle parole che aveva usato.

    Al momento non è possibile. Il cambio d’abiti seguirà la scelta che effettuerai. Quindi, non ti preoccupare. Non dovrai tenere questi vestiti ancora per lungo.

    Il corridoio era particolarmente lungo e sul lato sinistro c’erano solo stanze simili a quella in cui si era risvegliato Derek. Tutto estremamente bianco. La sezione dell’edificio in cui si trovava era dedicata a chi si risvegliava dopo la morte e non c’era alcuna finestra.

    Arrivarono ad un ascensore e Derek scoprì che si trovava al piano -2. Entrando poté vedere come si configurava la struttura dell’edificio. I piani sottoterra, da -1 a -5, erano definiti Zone risveglio. A questi piani c’erano solo una serie di stanze come quella in cui si era risvegliato.

    I piani da 1 a 8 erano le cosiddette Zone adepti, ovvero le stanze private degli abitanti del Purgatorio. Al piano 9 c’era una zona ricreativa, mentre al piano 10 c’era l’ufficio e la stanza del leader. Anche se non era indicato nulla, immaginava che l’ingresso dell’edificio fosse al piano terra.

    Ora saliremo direttamente al 10° piano. A breve potrai chiarire tutti i tuoi dubbi e iniziare la tua vita nell’aldilà. E cambiare i vestiti, ovviamente. Dennis rise e premette il tasto dell’ascensore.

    Questa salì ad una velocità incredibile, che sul momento spinse Derek ad attaccarsi al suo accompagnatore. Non si aspettava sicuramente una ascesa così rapida. In un batter d’occhio raggiunsero il piano desiderato.

    La porta dell’ascensore si aprì e si ritrovarono in un breve corridoio. Di fronte a loro c’era una grande porta bianca con rifiniture d’oro. Finalmente un colore diverso, pensò Derek.

    Attendi un attimo qui per favore disse l’adepto, che bussò ed entrò nella stanza.

    Nell’attesa la sua mente iniziò a viaggiare. Dennis glielo aveva descritto come un momento critico e pareva senza possibilità di ritorno. Doveva porre le domande giuste perché si trovava ad avere la seconda occasione a cui aveva tanto pensato poco prima, quando era disteso nel letto. Questo lo rendeva teso.

    Dennis uscì e si avviò direttamente verso l’ascensore. Premette il tasto e si girò dicendogli: A breve verrai ricevuto. Ti auguro una buona permanenza nell’aldilà.

    Pochi secondi dopo sentì dei passi avvicinarsi da dentro alla stanza. La porta si spalancò e comparve un uomo anziano vestito di bianco.

    Piacere di conoscerti Derek. Io sono Gabriel, il leader del Purgatorio. Entra pure. Abbiamo molto di cui parlare.

    CAPITOLO 2

    La stanza in cui si trovavano era vasta, prevalentemente bianca, ma ogni cosa aveva delle rifiniture dorate. Va bene avere un colore dominante, ma almeno non si rischiava di morire di monotonia. In questo caso la luce era giustificata da enormi finestre sul lato opposto alla porta, una delle quali presentava anche un piccolo terrazzo.

    Da un lato c’era un lungo tavolo, probabilmente per incontri in modalità istituzionale, simile a quelli che si possono trovare nelle sale riunioni delle aziende. Dalla parte opposta, invece, c’era un salotto con divani bianchi di pelle e al centro tre tavolini.

    Prego, accomodati pure su un divanetto lo esortò Gabriel.

    Derek scelse quello più vicino alla finestra, spinto dalla curiosità di guardare al di fuori di quell’edificio per capire come fosse l’aldilà e se corrispondesse a quanto veniva descritto dalle religioni terrene. Da quel punto era però difficile farsi un’idea.

    Come ti senti? Fisicamente ti dovresti essere ripreso pienamente. Gabriel lo distolse dal suo tentativo di scorgere il paesaggio. Dando un’occhiata agli eventi della tua vita posso pensare che un incidente l’avevi messo in conto, o sbaglio?

    Sì, beh, non sono stato esattamente un esempio da mostrare ai bambini. Mi aspettavo di finire in qualche guaio, ma non certo di morire così giovane. Però non mi sento sconvolto, ma abbastanza tranquillo per essere morto.

    "Sì, questa situazione è tipica di questi luoghi. Nell’aldilà i sentimenti sono percepiti diversamente rispetto alla vita terrena. Regna un maggior senso di tranquillità, non ci sono problemi o fatiche che appesantiscono la nostra esistenza, come la paura della morte. Inoltre, molte sensazioni sono guidate da come si viene collocati, ma su questo torneremo in seguito.

    La prima cosa che devi sapere, che ti avrà sicuramente già accennato Dennis, è che ti trovi in Purgatorio, ma non rimarrai qui a lungo. A breve dovrai infatti scegliere se collocarti in Paradiso o all’Inferno. Io ti guiderò in questa scelta.

    Il Purgatorio si trova esattamente nel mezzo dell’aldilà, mentre Paradiso e Inferno sono agli opposti. Ho visto che mostri un chiaro interesse a vedere con i tuoi occhi questa suddivisione. Direi di accontentarti subito. Seguimi."

    Gabriel si diresse verso il terrazzo, aprì la finestra e uscì. Derek lo raggiunse e si rese conto di trovarsi molto più in alto di quanto pensasse. Tecnicamente era al decimo piano, ma probabilmente ogni piano era molto più alto rispetto agli standard. La rapida salita dell’ascensore non gli aveva permesso di rendersene conto.

    Di fronte a sé vedeva solo un paesaggio naturale composto da prati, alberi, corsi d’acqua e laghetti. Questa zona era molto estesa ed era esattamente situata nel mezzo tra due grandi città che si scorgevano già dalla postazione in cui si trovava. Quasi come fosse stata messa lì appositamente per dividerle.

    La città sulla sinistra emanava un’aura rossa, mentre quella a destra, all’opposto, un’aura blu. Questa era l’unica differenza che si poteva scorgere in lontananza. Per il resto parevano speculari.

    Fammi indovinare. Quella città là è l’Inferno. Derek indicò alla sua sinistra. Mentre l’altra è il Paradiso. E io dovrò andare a vivere o da una parte o dall’altra.

    Esattamente. Non appena avrai tutte le informazioni per decidere, potrai effettuare questa scelta.

    Tornarono a sedersi sul divano. La curiosità di Derek era crescente e non vedeva l’ora di saperne di più.

    Gabriel si concentrò e trasse un profondo respiro. Sembrava stesse per attaccare con un sermone e, in effetti, iniziò un lungo discorso per fornire al neo-defunto tutte le informazioni possibili sull’aldilà.

    "La scelta tra Inferno e Paradiso è di fondamentale importanza. Questo condizionerà tutta la tua permanenza nell’aldilà. Dimentica quello che pensi di sapere e ascolta quello che ti sto per dire.

    Non pensare che ci siano enormi differenze nello stile di vita che potrai tenere. Non pensare alle tipologie di persone che potresti trovare. In un modo o nell’altro le apprezzerai. La scelta si deve concentrare su come sei tu e su cosa può essere meglio per te. Il resto verrà da sé.

    Nel Paradiso potrai divertirti, partecipare agli eventi, alle feste, alle attività in comunità. Le persone che incontrerai sapranno godersi la vita, ma saranno anche devote all’aiuto e alla collaborazione con il prossimo.

    All’Inferno troverai le stesse opportunità, ma le persone saranno più libertine. Le regole e l’ordine sono concetti più difficili da perseguire. Ognuno vive più per sé, mettendo l’io sopra agli altri. Ma nulla impedisce che si costituiscano dei rapporti sinceri e di complicità tra le persone.

    Anche i colori fanno la loro parte. All’Inferno domineranno il rosso e il nero, mentre in Paradiso l’azzurro-blu. Ma ti prego di non scegliere in base al colore, ma analizzando come la tua indole si potrebbe adeguare maggiormente alle persone che troverai.

    Considera, però, che non ci sarà il rischio di disprezzare i tuoi simili. Una volta effettuata la scelta, proverai un senso di naturale complicità con coloro che fanno parte della tua stessa fazione, mentre non potrai fare a meno di disprezzare chi è all’opposto. Ma questa sensazione la capirai meglio durante la tua permanenza. La motivazione è una sola: garantire l’equilibrio.

    Ci sono periodi in cui capitano conflitti, anche di ampia portata, ma indipendentemente da questo, nessuno rischia di morire una seconda volta. Nell’aldilà non parliamo più di morte, ma di cancellazione. Se mai dovesse capitare, quella persona sarà appunto cancellata dallo spazio-tempo e non ci sarà un nuovo luogo in cui verrà mandata.

    Per farti capire meglio quanto questa suddivisione sia fondamentale, considera che non sarà possibile essere cancellati dalla fazione opposta. Ad esempio, un abitante del Paradiso non può essere eliminato da armi provenienti dall’Inferno e viceversa. Può certamente essere ferito, ma non cancellato. E questa ritengo sia la cosa più importante.

    Questa sorta di immortalità rispetto agli ‘oggetti’ che possono causare danni è garantita solo con armi provenienti dalla fazione opposta, mentre non da quelle della propria. In ogni caso, le armi del Paradiso non sono maneggiabili dagli abitanti dell’Inferno e viceversa. La cancellazione, che non poteva essere eliminata, è stata però indirizzata nel corso della storia per ridurne i casi, mantenendo l’equilibrio."

    Gabriel aggiunse altri dettagli sulla storia di quei luoghi per poter permettere a Derek di capire le motivazioni per cui l’aldilà era così costituito. Il leader del Purgatorio pensava che spiegare ai nuovi arrivati gli errori che erano stati commessi nel passato potesse aiutare a non ripeterli.

    Wow, non avrei mai detto che anche nell’aldilà ci sarebbero stati eventi così degni di nota. Addirittura guerre, fazioni e morti… ehm, volevo dire cancellazioni. L’eccitazione in Derek stava crescendo. Che quel posto fosse ancora più fico della Terra?

    Sono contento che l’impressione sia stata positiva e che stai entrando nel tuo nuovo ruolo. Hai delle domande da pormi?

    Solo una: potrò rivedere le persone che ho conosciuto durante la mia vita?

    "Assolutamente no! Indipendentemente dal momento in cui sono morte o moriranno, sono situate in un altro aldilà che avrà le stesse caratteristiche di questo. In ogni caso, una volta effettuata la scelta ed essere stato destinato a una fazione, non avrai più memoria degli eventi della tua vita, ad eccezione della tua morte.

    Purtroppo avere dei conoscenti nell’aldilà rischia di creare un conflitto di interesse e minare all’equilibrio. Immagina di avere una moglie e di vederla collocata in Paradiso, mentre tu stai all’Inferno. Proverai un naturale senso di disprezzo nei suoi confronti e viceversa, ma questo andrebbe in conflitto con quei pochi ricordi che manterresti della tua vita, che invece andavano nella direzione opposta.

    Sarebbe così troppo complesso mantenere l’equilibrio. Mi dispiace, ma non c’è alcuna possibilità."

    Un sospiro di sollievo. In realtà ero più preoccupato delle persone che mi odiano piuttosto di quelle che mi amano. Vorrei evitare di dover fuggire anche per tutto l’aldilà.

    Derek poteva contare sulle dita di una mano le persone che lo amavano, considerato che non era mai stato un figlio, un fratello o un amico esemplare. Sicuramente non mancava, invece, chi ce l’aveva con lui. Coloro che avevano causato la sua morte erano solo gli ultimi della lista.

    "Bene, a questo punto ti farei un breve test per guidarti nella scelta che stai per effettuare. Si tratta di poche domande e, sulla base delle tue risposte, potrò consigliarti dove saresti più adeguato. Io conosco già gli eventi della tua vita, ma non quali sono stati i tuoi pensieri. Sei

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