Il corvo e altre poesie

Di Edgar Allan Poe

La poesia Il corvo di Edgar Allan Poe fu pubblicata per la prima volta il 29 gennaio 1845, sul New York Evening Mirror. Famosa per la sua musicalità e l'atmosfera sovrannaturale, racconta della misteriosa visita di un corvo parlante, che pronuncia solo le parole “mai più”, ad un amante turbato, facendolo sprofondare nella pazzia. La tematica dell'angoscia continua e quella dell'ossessione dell'auto-distruzione dopo la morte di una bellissima donna sono, di per sé stesse, gli argomenti più poetici per l’autore. La tortura che l'animale ha inflitto al narratore era già nel suo animo, il corvo estrae solo quello che trova. L’animale è un "processo meccanico", determinista, preordinato, una sola parola, nevermore, è il "solo rifornimento e deposito" del corvo. Il narratore si getta in questo processo in una forma di masochismo e lascia che esso lo consumi e lo distrugga. Le poesie di Poe furono subito apprezzate in Europa come fra le più dirette anticipazioni dell’esperienza simbolista per la potenza suggestiva ed insieme per la ricerca esatta di un’architettura verbale.

• Lingua: Italiano
• Editore: REA Multimedia
• Data di uscita: 21 nov 2013
• ISBN: 9788874173075

Edgar Allan Poe

Edgar Allan Poe (1809-1849) was an American poet, short story writer, and editor. Born in Boston to a family of actors, Poe was abandoned by his father in 1810 before being made an orphan with the death of his mother the following year. Raised in Richmond, Virginia by the Allan family of merchants, Poe struggled with gambling addiction and frequently fought with his foster parents over debts. He attended the University of Virginia for a year before withdrawing due to a lack of funds, enlisting in the U.S. Army in 1827. That same year, Poe anonymously published Tamerlane and Other Poems, his first collection. After failing to graduate from West Point, Poe began working for several literary journals as a critic and editor, moving from Richmond to Baltimore, Philadelphia, and New York. In 1836, he obtained a special license to marry Virginia Clemm, his 13-year-old cousin, who moved with him as he pursued his career in publishing. In 1838, Poe published The Narrative of Arthur Gordon Pym of Nantucket, a tale of a stowaway on a whaling ship and his only novel. In 1842, Virginia began showing signs of consumption, and her progressively worsening illness drove Poe into deep depression and alcohol addiction. “The Raven” (1845) appeared in the Evening Mirror on January 29th. It was an instant success, propelling Poe to the forefront of the American literary scene and earning him a reputation as a leading Romantic. Following Virginia’s death in 1847, Poe became despondent, overwhelmed with grief and burdened with insurmountable debt. Suffering from worsening mental and physical illnesses, Poe was found on the streets of Baltimore in 1849 and died only days later. He is now recognized as a literary pioneer who made important strides in developing techniques essential to horror, detective, and science fiction.

Anteprima del libro

Il corvo e altre poesie

Edgar Allan Poe

In copertina: Illustrazione de Il Corvo a opera di Gustave Doré

Traduzione di Ernesto Ragazzoni

© 2013 REA Edizioni

Via S. Agostino 15

67100 L’Aquila

www.reamultimedia.it

[e-mail]

La Casa Editrice esperite le pratiche per acquisire tutti i diritti relativi alla presente opera, rimane a disposizione di quanti avessero comunque a vantare ragioni in proposito.

Indice

Il Corvo

Nota

A F…

A Frances Sargent Osgood

Nota

Ad Elena

Nota

A una in Paradiso

Annabel Lee

Eldorado

Il castello incantato

Il paese dei sogni

Nota

Il verme conquistatore

La città nel mare

Le campane

I

II

III

IV

Nota

Ulalume

Nota

Il Corvo

Una volta, a mezzanotte, mentre stanco e affaticato

meditavo sovra un raro, strano codice obliato,

e la testa grave e assorta — non reggevami piú su,

fui destato all’improvviso da un rumore alla mia porta.

«Un viandante, un pellegrino, bussa — dissi — alla mia porta,

                          solo questo e nulla più!»

Oh, ricordo, era il dicembre e il riflesso sonnolento

dei tizzoni in agonia ricamava il pavimento.

Triste avevo invan l’aurora — chiesto e invano una virtù

a’ miei libri, per scordare la perduta mia Lenora,

la raggiante, santa vergine che in ciel chiamano Lenora

                          e qui nome or non ha più!

E il severo, vago, morbido, ondeggiare dei velluti

mi riempiva, penetrava di terrori sconosciuti!

tanto infine che, a far corta — quell’angoscia, m’alzai su

mormorando: «È un pellegrino che ha battuto alla mia porta,

un viandante o un pellegrino che ha battuto alla mia porta,

                          questo, e nulla, nulla più!».

Calmo allor, cacciate alfine quelle immagini confuse,

mossi un passo, e: «Signor — dissi — o signora, mille scuse!

ma vi giuro, tanto assorta — m’era l’anima e quassù

tanto piano, tanto lieve voi bussaste alla mia porta,

ch’io non sono