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Gaza 2012: La Battaglia d’Israele
Gaza 2012: La Battaglia d’Israele
Gaza 2012: La Battaglia d’Israele
E-book92 pagine48 minuti

Gaza 2012: La Battaglia d’Israele

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Info su questo ebook

La pace nel conflitto tra Israele e Palestina non sarà mai raggiunta a Gerusalemme, ma a Mosca e Washington. Con l’operazione israeliana “Pillar of Defense” nella Striscia di Gaza nel novembre 2012, è diventato chiaro al mondo che dietro Hamas ci sono gli interessi della Russia e dell’Iran in Medio Oriente. Questi Paesi riforniscono i militanti di armi, finanziamenti e missili, alcuni dei quali sono in grado di raggiungere anche Tel Aviv: tutto il Paese ebraico può essere raggiunto dai razzi del nemico, considerando la presenza delle milizie di Hezbollah in Libano. Gli Stati Uniti hanno appoggiato Israele durante l’operazione su Gaza: si è trattato di una battaglia chiave per stabilire i confini e gli equilibri delle Grandi Potenze in Medio Oriente. Per la prima volta da anni, Washington ha inviato un segnale chiaro contro le mire della Russia nella regione. Stefano Casertano, analista strategico di politica internazionale, in questo ebook racconta “Pillar of Defense” inquadrandola nel conflitto globale in atto, in quel Medio Oriente che è dal Novecento terreno di scontro privilegiato per il controllo del pianeta.
LinguaItaliano
EditoregoWare
Data di uscita28 nov 2012
ISBN9788897324836
Gaza 2012: La Battaglia d’Israele

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    Anteprima del libro

    Gaza 2012 - Stefano Casertano

    Anno 2012

    ISBN 978-88-97324-83-6

    © goWare per l’edizione digitale

    Redazione: Maria Rosa Brizzi, Valeria Filippi

    Copertina: Lorenzo Puliti

    Sviluppo ePub: Elisa Baglioni

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    Dodicimila razzi in dieci anni

    In dieci anni i palestinesi hanno lanciato su Israele oltre dodicimila razzi, uccidendo cinquantotto persone. Il 14 novembre del 2012 Israele ha deciso di reagire e ha ucciso un leader di Hamas, il partito che controlla la Striscia: Ahmed al-Jabari, che aveva condotto il programma di sviluppo della potenza di fuoco. Jabari curava i contatti con le potenze estere che rifornivano Hamas di razzi e a lui facevano capo tutte le unità responsabili dell’addestramento delle milizie che operavano sui missili. È stato colpito a sua volta da un razzo Israeliano, che ha dato inizio a un’operazione su ampia scala, denominata Pillar of Defense.

    Centinaia di obiettivi sono stati bombardati da Israele nei giorni successivi. Le forze di difesa del Paese ebraico hanno cercato di limitare le vittime civili. Dichiarano di seguire una procedura studiata apposta (che si può consultare su internet): prima di un attacco avvisano la popolazione palestinese per radio o con messaggi sul cellulare. Invitano i civili a tenersi a distanza dalle installazioni militari di Hamas e dai leader dell’organizzazione. Se devono colpire una casa, inviano un messaggio ai cellulari degli inquilini e a chi si trova nella zona circostante. Se l’obiettivo è un leader politico, come nel caso di Jabari, gli israeliani preferiscono non colpire se la persona si trova in compagnia di civili: vogliono evitare le vittime, a costo di perdere l’occasione militare. Aspettano che si trovi in macchina e che, possibilmente, la macchina raggiunga un luogo isolato. Il percorso dell’auto viene seguito via satellite o da aerei da ricognizione ad altissima quota. La precisione è impressionante, come dimostra il video di attacco a Jabari.

    Eppure, in cinque giorni di Pillar of Defense, gli attacchi israeliani avevano provocato cinquantasette vittime civili: soltanto una vittima in meno rispetto a tutte quelle dei razzi palestinesi nei dieci anni precedenti. Israele sostiene che la colpa sia di Hamas: impiegherebbe la popolazione civile come scudo umano. Piazzerebbe deliberatamente arsenali e centri di comando militare sotto scuole e ospedali. D’altra parte, chi critica Israele sostiene che colpire un territorio così affollato come la Striscia di Gaza, che è il quinto territorio al mondo per densità di abitanti, invariabilmente porta alla morte di civili.

    Israele ha le sue ragioni. Hamas è un’organizzazione estremista, che ha come obiettivo dichiarato la cancellazione dello Stato d’Israele e l’uccisione degli ebrei. Si tratta di propositi contenuti nello statuto di fondazione del partito. Al settimo articolo si ricorda che l’Ultimo Giorno non verrà finché tutti i musulmani non combatteranno contro gli ebrei, e i musulmani non li uccideranno, e fino a quando gli ebrei si nasconderanno dietro una pietra o un albero, e la pietra o l’albero diranno: O musulmano, o servo di Allah, c’è un ebreo nascosto dietro di me – vieni e uccidilo. All’articolo 28 si scrive che "ai Paesi arabi che confinano con Israele chiediamo di aprire i loro confini ai combattenti, ai figli dei popoli arabi e islamici, per permettere loro di svolgere il loro ruolo, e di unire i loro sforzi a quelli dei loro

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