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Hai già guardato nei cassetti?
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E-book41 pagine33 minuti

Hai già guardato nei cassetti?

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Info su questo ebook

Un gruppo di amici profondamente convinti di poter cambiare il mondo, che poi crescono e diventano qualcos’altro. Per quella che era la loro natura, non sarebbero mai stati capaci di adattarsi. Però, con il tempo, si sono persi. Ognuno nel suo mare. Sono diventati conformisti. Ma quando, per caso, una di loro sceglie una strada diversa, diventa essa stessa diversa. E quindi da combattere, da interdire, da annullare. Gli amici diventano nemici e puntandole contro un dito, cercano un giudice che ne attesti la follia. Perché quando qualcuno vuole giustificare il male che ti fa, dice che lo fa per il tuo bene? Non è forse per il suo bene che la protagonista ha scelto di staccare la spina? Ha solo cercato una via di fuga dal nulla. È quella la sua pazzia?
LinguaItaliano
Data di uscita24 apr 2014
ISBN9788897093428
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    Anteprima del libro

    Hai già guardato nei cassetti? - Elisabetta Di Francia

    VII

    I

    Escursione

    Il caldo scivolava sulle pareti dei giorni. Ci sentivamo unici, capaci, forti. Ogni emozione ci attraversava le ossa nel doppiofondo della nostra esistenza e ci bastava. Non ci siamo mai chiesti come stessimo vivendo il nostro rapporto. Per noi gridavano i silenzi di ogni tu sei mio, tu sei mia, tutti quegli sguardi che ci stringevano come calzini mai spaiati. Eppure, lentamente, dentro di me si stava creando una frattura. 

    Mi sentivo persa, deframmentata tra i corridoi del passato. Avevo voglia di urlare, ma non ci riuscivo. Da quando vivevamo insieme, io, lui e la mia escursione nella mitomania, ero rimasta svuotata del dizionario dei suoni e delle parole. Avevo perso l'acustica in quello sguardo d'ombra, nelle sue occhiaie si erano sdraiati tutti i corpi della mia vita.

    Una mattina, mentre prendevamo il caffè, gli ho scoperto un neo sulle labbra. L'ho implorato di portarmi lì, di abbandonarmi in quella terra sgombra e nascosta. Lui ha serrato la bocca e ha chiuso il suo sorriso nel mio. Sotto quel neo c'era la chiave della nostra prigione di silenzio. Era quel neo a guardarmi, a rimproverarmi. Un dannato neo immobile che mi svegliava, mi addormentava, mi salvava e andava a nascondersi sotto le lenzuola delle mie parole mute. Ero diventata anch'io un piccolo puntino nero che desiderava sparire, confondersi tra le labbra del mondo. 

    Per questo ho chiuso la porta di casa e ho camminato fino a perdermi nei giorni. Ho scoperto il freddo che gela il sangue e maciulla l'esistenza a cui si comanda l'assenza d'amore. Eppure, i gabbiani all'orizzonte volavano, il profumo dei fiori rimaneva nell'aria, il tramonto conservava quel suo imperturbato misticismo. Voli, profumi e misticismo inutili: i paesaggi si fanno noiosi quando l'amore li svuota del suo bacio a uncino. L'uncino che aveva smesso di mutare la rabbia, curare le ferite, legare il sapore acre dei nostri corpi famelici. 

    La simbiosi con Leonardo era diventata una dipendenza che le mie sinapsi non riuscivano a masticare. Dovevo liberarmene.

    II

    Buongiorno, Gaia

    Da ragazzina scrivevo sugli striscioni durante le manifestazioni. Mi pare di vedere ancora i nostri corpi addensati tra le bombolette colorate, l'accensione immediata dei nostri istinti, riflessi negli occhi e nelle già amare ironie. Eravamo profondamente convinti di poter determinare le nostre regole, e la lotta per quanto dura fosse, come scrivevamo, non ci faceva paura. 

    Non sapevamo che mentre ci cibavamo di ideali e libertà, e sognavamo di cambiare il mondo, la generazione dei nostri genitori stava rubando e masticando il nostro futuro. Il mondo non l'avremmo cambiato, anzi, senza accorgercene, cambiavano quelle di noi che non erano al bar in attesa del principe azzurro. 

    Menomale che a me, l'azzurro, faceva venire l'orticaria. E Cenerentola mi era sempre stata antipatica. A me piaceva Il Piccolo Principe, la volpe con la sua ossessione del grano. Il

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