Come fili che s'intrecciano
Di Mirko Tondi
()
Info su questo ebook
Correlato a Come fili che s'intrecciano
Ebook correlati
La traccia del demone Valutazione: 5 su 5 stelle5/5XIRIA - Un viaggio in utopia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCaparbietà Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSorrisi di gatto Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa vita dietro la finestra Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Cielo in rovina Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniHai già guardato nei cassetti? Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMondo invisibile (Il): e la Casa delle Rose Selvatiche Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Giardino degli Aranci - Il mondo di nebbia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa caduta delle dee Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl circo e i suoi “fenomeni” Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniInfamia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL’oscurità dell’anima Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCome luna di giorno Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa logica oscura del sangue Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUna volta… c’era! Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa metà d'un soldo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'uomo che imparò a guardare il sole Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAcquasorgiva Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniEternamente drago Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL’Avvoltoio: La nuova indagine del commissario Lombardo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAltro sballo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIdentità fluide Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFAR EST & дикийDIKIY OVEST Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL’universo di John Edward Fersis Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAl profumo di cannella Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSuicidio culinario - io e il mio pesce palla Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI Cul Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl mondo si è fermato: non voglio scendere: Testimonianze dalla quarantena Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'ospite inatteso Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Arti dello spettacolo per voi
Pro Tools For Breakfast: Guida introduttiva al software più utilizzato negli studi di registrazione: Stefano Tumiati, #1 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniDelos Science Fiction 215 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Quattrocento - Letteratura e teatro (41): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 41 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Maestro tra danza e musica. L’accompagnamento musicale nella lezione di danza classica dell’Ottocento, dal violino al pianoforte Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Seicento - Letteratura e teatro (54): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 55 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniGestire la cadenza dialettale - Per colloqui di lavoro e il personal branding: Acquisire un italiano neutro per colloqui di lavoro e il personal branding Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniGiorgio Gaber. Frammenti di un discorso... Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLeggende degli Indiani d'America Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe commedie Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniRomeo e Giulietta Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Medioevo (secoli XIII-XIV) - Letteratura e teatro (35): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 35 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniManuale Di Dizione Italiana: Regole Ed Esercizi Pratici Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniVisto in sala. Storytelling attraverso il cinema.: Lezioni di Storytelling attraverso il cinema Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniDanza e Spazio: La metamorfosi dell'esperienza artistica contemporanea Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniKeep calm e guarda un film Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSei personaggi in cerca d’autore Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAmphitruo - Asinaria - Aulularia - Bacchides Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniGirotondo Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Il Principe Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSEGRETI E BUGIE DI FEDERICO FELLINI. Il racconto dal vivo del più grande artista del ‘900 misteri, illusioni e verità inconfessabili Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAcqua di colonia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Medioevo (secoli XI-XII) - Letteratura e teatro (29): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 29 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI capolavori Valutazione: 4 su 5 stelle4/5C'eravamo tanto amati. I capolavori e i protagonisti del cinema italiano Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe leggende del castello nero e altri racconti Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Il diritto di contare Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniStoria dei fumetti di Alien e Predator: 1988-2018. Un universo raccontato per la prima volta Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPaesi tuoi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa casa in collina Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI 10 brani da ascoltare almeno una volta nella vita Valutazione: 5 su 5 stelle5/5
Categorie correlate
Recensioni su Come fili che s'intrecciano
0 valutazioni0 recensioni
Anteprima del libro
Come fili che s'intrecciano - Mirko Tondi
Mirko Tondi
Come fili che s'intrecciano
Abel Books
Proprietà letteraria riservata
© 2012 Abel Books
Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico.
Le richieste per l’utilizzo della presente opera o di parte di essa in un contesto che non sia la lettura privata devono essere inviate a:
Abel Books
via Terme di Traiano, 25
00053 Civitavecchia (Roma)
ISBN 9788897513865
A te, Fabiana, e a noi,
fili intrecciati come pochi altri.
Incipit
Giaceva distesa accanto a lui. Immobile alla stessa maniera di una statua di cera, splendore di un tempo e ora un corpo fermo, lì, nudo, indifeso, disposto di lato. Il sonno intanto sfidava la luce del giorno e il respiro scandiva il silenzio. Lui la osservava, ricordando un desiderio forte, che non poteva essere frenato. La pelle cerea della donna illuminava i suoi occhi incantati.
Una mano, lenta, quasi timorosa, s’avvicinò alla spalla e scese leggera, carezzando il braccio. L’uomo s’adagiò a lei e la strinse a sé, piano. Il lieve torpore che avviluppa i corpi stanchi si impadronì di lui, e i suoi sensi furono sopraffatti da un’invincibile percezione di riposo. Lasciandosi andare, s’addormentò, e i pensieri svanirono, tutti. Due fiamme consumate, ormai spente, nel tumulto del mondo.
Parte Prima
Capitolo Uno
1.
La città senza nome produceva i suoi fumi, e rumori, e luci. Produceva lacrime e sorrisi, da regalare alla gente. Produceva speranze e illusioni, che ognuno sceglieva, cosciente e sicuro.
In quel luogo, in quel particolare luogo, che non aveva equivalenti in qualsiasi altra parte, solo i bambini sapevano sorridere, solo i bambini sapevano sperare. Innocenti, ingenui, ancora non contaminati da un male che piano piano si espande, i bambini giocavano in gruppi, entusiasti di ciò che avevano. Gli adulti, invece, sapevano più di tutto illudersi, e piangere, per se stessi e per gli altri, insoddisfatti delle proprie vite ed eternamente infelici. Provavano a sognare, ma rimanevano beffati, in ogni modo. Vivevano perciò nel ricordo di quando erano stati bambini, nonostante gli anni trascorressero, nonostante diventassero vecchi.
La città senza nome giocava coi loro ricordi, bolle di sapone piccole o grandi, ognuna scoppiata, prima o poi. Veniva il tempo di prendere decisioni, fare scelte importanti. Disincanto e realtà assalivano grandiosi progetti per farne cenere, che volava lontana, disperdendosi in posti sconosciuti.
C’era ormai, in ognuno che non fosse bambino, la paura di fantasticare, di immaginare qualcosa di diverso, di aspirare a un’esistenza più significativa. Ogni vita adulta era intessuta di visioni nostalgiche, lampi del passato che potevano alleviare dall’angustia del presente e dalla sfiducia nell'avvenire.
2.
Il Sistema prevedeva un futuro, che consentisse di sopravvivere, ma non di vivere. Ognuno aveva la stessa posizione, lo stesso status sociale, lo stesso valore. Il futuro era uguale per tutti, tranne per quelli che appartenevano al Sistema, ovviamente. Pochi eletti che sguazzavano nell’agiatezza, godendosi la loro opulenza, incuranti della penuria generale. Era quella un penuria di ideali e di volontà, piuttosto che di cibo o denaro.
Il Sistema, infatti, assicurava il sostentamento e garantiva un impiego, ma non era in grado di consentire l’iniziativa personale. Non che l’iniziativa fosse osteggiata, ma era regola non scritta e largamente diffusa quella di seguire il binario preposto. L’indipendenza, di qualsiasi tipo fosse, portava inevitabilmente verso un percorso contro-natura. Chi compiva la scelta di intraprendere quella strada era libero di farlo, ma conscio di finire in solitudine e in povertà. Di fatto, perciò, emanciparsi rispetto al Sistema significava entrare a far parte dei Dissidenti, un cumulo di reietti confinati nella zona dimenticata della città.
Il Sistema non lottava contro i Dissidenti. Semplicemente, faceva in modo che non arrivassero loro i mezzi necessari alla propria alimentazione, alla propria salute, alla propria sicurezza economica. Chi diventava Dissidente troncava in modo netto e definitivo con il Sistema, cosicché non potesse tornare indietro, mai, per nessuna ragione. Nessuno di quelli che vivevano dove vigeva il Sistema, i cosiddetti Conformi, sapevano cosa realmente aspettasse i Dissidenti. Immaginavano, certi di avvicinarsi alla realtà, che essi languissero in qualche luogo recondito, privati di ogni umanità e di ogni singolo scopo. Immaginavano, ancora, che i Dissidenti si fossero pentiti immediatamente della propria scelta e che morissero in poco tempo, logorati dai rimorsi. Immaginavano, infine, che però ci volesse coraggio per fare quella determinata scelta, coraggio che assimilavano alla pazzia, coraggio che loro non avevano trovato perché avviluppati da un’immane paura.
3.
Il vecchio custode scrutava i passanti. Davanti al cancello, seduto, annotava qualcosa su un taccuino liso e sporco, ma impreziosito da eleganti decorazioni dorate ai bordi. Scriveva con estrema dedizione, sollevando di tanto in tanto la testa. Così faceva, incessantemente, ogni giorno. Sembrava rapito dal suo compito, incurante del resto, di ciò che lo circondava, di ciò che era tutto per molti, ma niente per lui.
La lunga barba cadeva fin sopra il taccuino, come non fosse mai stata tagliata. Pareva che egli non si fosse mai alzato di lì. Ingobbito dagli anni, il vecchio custode sfidava il tempo. Senza che la mano tremasse, senza che la vista si offuscasse, senza che l’attenzione scemasse. Una vita piatta, priva di alcun picco, ma vissuta. Il vecchio assolveva con diligente impegno il suo compito, e questo gli bastava, lo rendeva felice, più di tutto. Di nient’altro sentiva di aver bisogno. Di nient’altro.
4.
La bambina con le guance rosse aveva appena finito il suo delizioso gelato. Si era pulita la bocca con un fazzoletto di stoffa, che poi aveva ripiegato e rimesso in tasca in maniera scrupolosa. Nel ritorno verso casa, si imbatteva immancabilmente in una scena che assorbiva tutto il suo puerile interesse. Un giovane giocoliere faceva roteare in aria i suoi molteplici oggetti. Con proibitive mosse acrobatiche e rapidità di esecuzione, il saltimbanco riusciva a calamitare l’attenzione generale. Inoltre, sapeva offrire sbalorditivi trucchi di magia, maneggiando con estrema abilità carte da gioco e foulard.
All’inizio era stata la curiosità a far avvicinare la bambina al giocoliere. Il primo giorno che lo notò, le sembrò di non aver mai visto niente di simile. Quei movimenti ritmici, quasi ipnotici, l’avevano catturata, facendole sciogliere il gelato tra le mani. Tante gocce appiccicose che le cadevano sui piedi, dove un paio di sandalini aperti lasciavano libere le dita. La bambina si era pure sporcata il vestito che indossava quel giorno, un vestito bianco coi pois di un vermiglio intenso. Anche in quell’occasione, la piccola aveva fatto ricorso al suo fazzoletto per pulirsi e, allo stesso modo, lo aveva ripiegato e rimesso in tasca.
La bambina con le guance rosse, preoccupata dal pensiero di far tardi, non aveva finito di vedere lo spettacolo del giocoliere. Doveva tornare a casa, puntuale, come ogni sera, perché la stavano aspettando. Rammaricata, ma accompagnata da nuove e allietanti immagini, allora prendeva di nuovo a camminare, verso casa, con ancora quei giochi in mente. Volteggiavano davanti ai suoi occhi tanti colori brillanti, spazzando via con veemenza, in un sol colpo, il bianco e nero circostante.
5.
Il quartiere nero appariva tra il buio e l’incuria, dominato dalla sua decadenza, sospeso tra antiche leggende e lugubri segreti. Un luogo fitto di anime inquiete, oscuro abisso, silenzioso, immutabile, relegato nel suo squallido angolo, in cui la vita era uguale alla morte. Chi lo osservava da lontano vedeva in esso soltanto tremenda desolazione. Chi ne aveva paura lo paragonava a una sorta di inferno. Chiunque menzionasse il quartiere nero era convinto che il sole non vi battesse mai,