Quel bellissimo amore. Si chiamava Maria Carmen
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Anteprima del libro
Quel bellissimo amore. Si chiamava Maria Carmen - Antonio Siinardi
ANTONIO SIINARDI
QUEL BELLISSIMO AMORE
si chiamava Maria Carmen
Il lungo racconto è frutto dell’immaginazione e della creatività artistica dell’autore. Pertanto riferimenti occasionali a personaggi, luoghi, avvenimenti, situazioni, sono puramente casuali.
Proprietà letteraria riservata
© by Pellegrini Editore - Cosenza - Italy
ISBN: 978-88-6822-151-5
Edizione eBook 2014
Via Camposano, 41 - 87100 Cosenza - Tel. 0984 795065 - Fax 0984 792672
SitI internet: www.pellegrinieditore.com www.pellegrinilibri.it
E-mail: info@pellegrinieditore.it
I diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, riproduzione e adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi.
Indice
Capitolo I
PRIMO SABATO D’AMORE
SECONDO SABATO D’AMORE
TERZO SABATO D’AMORE
IL MERCOLEDì D’AMORE
QUARTO SABATO D’AMORE
QUINTO SABATO D’AMORE
Capitolo II
Capitolo III
Capitolo IV
Il fiore più bello ...
è sempre quello non colto ...
(Coelho)
Capitolo I
Non potevo immaginare che, prima delle vacanze natalizie del 1964, potessi incontrare in treno un’elegante e simpatica ragazza che, accompagnata dalla mamma e dalla zia, si preparava a trascorrere le festività presso nonna e parenti in un paese, arroccato sulle montagne, dell’impervia Lucania. Anzi, quando sentivo raccontare da qualche amico di eclatanti avventure o di amori nati in treno, quasi mi veniva da ridere! Eppure … mi son dovuto ricredere. Stavo solo in uno scomparto di treno. Ma giunto alla stazione di Falerno, un caotico gruppo di passeggeri rumorosi s’infila nelle carrozze. La mia è presa d’assalto: dapprima da una signora di mezz’età piuttosto longilinea, poi dalla sorella di quest’ultima: un po’ più in carne e più bassina, infine dalla ragazza: assai elegante nei suoi capi d’abbigliamento e con un faccino che subito cattura la mia attenzione. Presero posto tutte di fronte a me e cominciarono a parlare delle vacanze che avrebbero fatto, subito dopo il Natale ed il Capodanno, in Valle d’Aosta. Poi le due sorelle cominciarono a parlare sottovoce tra di loro mentre la ragazza – che veniva chiamata Maria Carmen – cominciò a lanciarmi furtivi sguardi: in risposta a quelli più insistenti che io le lanciavo. Ero rimasto colpito infatti dai suoi occhi bellissimi incastonati sul volto e che emanavano un bagliore ed una luminosità che un sorriso, appena accennato, rendeva oltremodo accattivanti. Colsi l’occasione d’un cenno alla città di Catanzaro per intavolare discorso con la ragazza a proposito dell’estrema ventosità di quel luogo; nel quale veniamo a scoprire che sia lei sia io abbiamo compiuto degli studi di diverso grado e in diversi istituti. La conversazione si dilunga poi sulle vacanze: quelle più imminenti e familiari da trascorrere nella bella località montana nei pressi di Tricarico e quelle successive in Valle d’Aosta. Ma la ragazza non mi pare proprio convinta di quest’ultime: essendo innamorata del mare e della salsedine marina piuttosto che dei profumi dei boschi e dell’aria di montagna. La nostra conversazione si dilunga poi sugli attuali studi classici di lei, affrontati – mi par di capire – con una certa sofferenza da parte sua. Le faccio coraggio e le prometto il mio aiuto e la mia solidarietà: qualora avremo occasione di rincontrarci. Il tempo trascorre veloce e la stazione di Garaguso, dove dovrebbe scendere il nucleo familiare, sta per avvicinarsi. Il tempo, a volte scorre velocissimo, a volte non passa mai: sembra una molla che ora si distende ora si contrae: a seconda degli stati d’animo. Questo penso e mi rammarico: mentre le tre donne preparano valigie e borsette per portarsi alla più vicina porta d’uscita. Con Carmen ci salutiamo e ci guardiamo intensamente negli occhi mentre le mani si stringono e quasi non riescono a staccarsi…Mi faccio coraggio e le dico: A presto, Maria Carmen! Mi farò sentire.
Le vacanze natalizie le trascorro con sentimenti contrastanti: da una parte sentimenti di gioia, di sapori e atmosfere familiari; dall’altra sentimenti d’insoddisfazione e d’inquietudine per la ragazza incontrata in treno, che ora assorbe tutti i miei pensieri: in un ininterrotto colloquio mentale. In qualche tersa serata di fine autunno mi sorprendo a contemplare la costellazione di Orione; e le sue due stelle più brillanti oso paragonarle agli occhi tersi e luminosi della ragazza che prepotentemente si è infiltrata nella mia memoria e nel cuore.
In qualche ritaglio della giornata provo a scrivere qualche frase che interpreti compiutamente il mio nuovo stato d’animo: ma ogni frase mi sembra inadeguata; correggo e ricorreggo le parole che mi sembrano le meno idonee nel penetrare nel cuore di chi le dovrà leggere. Intanto lo sguardo della ragazza che, avviandosi verso la macchina che l’avrebbe portata dalla stazione di Garaguso in cima alla collina del paese di sua nonna, si drizzò verso il finestrino dello scomparto del treno dal quale mi ero affacciato, mi intenerisce la mente al pensiero che forse, in quel giorno del ritorno, avevo fatto breccia nell’animo virgineo della bella ragazza lucana. Le vacanze natalizie non le ho assaporate compiutamente: perché quando si ama, tutte le cose improvvisamente perdono di significato ed una noia, a poco a poco, ti avvolge l’animo come in una spira mortale. Ho trascorso i giorni di festa pensando solo all’attimo in cui vedrò splendere nuovamente gli occhi luminosi d’una ragazza che pudicamente vuole affacciarsi alla stagione dell’amore.
Tornato, dopo le ferie, nel mio alloggio napoletano, rileggo le bozze della lettera che ho in animo di spedire alla ragazza; quasi ad assolvere la promessa fatta.
Gentile Maria Carmen,
come ti avevo promesso, ti scrivo e cerco di esprimerti il turbinio di sentimenti che hanno sconvolto il mio animo sin dal momento in cui ci siamo incontrati, per una mera coincidenza del caso, in uno scomparto d’un treno anonimo ed abitudinario. Il giorno dell’incontro, i tuoi occhi lucenti hanno sciolto in un baleno un sentimento precedente che s’era sedimentato come un germe nel sito caldo del cuore. Credevo che fosse un sentimento destinato ad attecchire, crescere e svilupparsi … Ma non era così. Le vampe dei tuoi sguardi lo hanno fatto improvvisamente rinsecchire. Ho preso coscienza che forse non era vero amore; forse una provvisoria infatuazione, ma ora ci sei tu ad occupare gli spazi della mia mente e del mio cuore. Lo sguardo penetrante e furtivo che mi hai lanciato nell’accomiatarci quel giorno, si è fissato prepotentemente nella mia memoria ed ora io ti chiedo se mi dai la possibilità d’approfondire la nostra reciproca conoscenza e la nostra eventuale affinità. Ti chiedo molto? O forse mi hai completamente dimenticato … al tepore ed al calore degli antichi affetti familiari? Aspetto con trepida ansia una tua risposta. Fabrizio
Dopo alcuni