Un amore da prima pagina

Di Paola Renelli

RACCONTO LUNGO ROMANCE - Come può Ilaria, giovane giornalista, convincere il suo caporedattore, tanto affascinante quanto severo sul lavoro, che può darle fiducia, sia come redattrice sia, soprattutto, per le questioni di cuore?

Il tuo sogno è fare la giornalista e la fortuna ti offre un posto da stagista in un settimanale? E' quello che capita a Ilaria, che racconta in prima persona la sua avventura in un giornale, attraverso una serie di irresistibili sketch. Oltre a scontrarsi con l'ostilità dei colleghi, deve conquistare la fiducia di Gianluca, il suo caporedattore, un uomo affascinante ma duro ed esigente. Alla fine, grazie alla complicità di un ascensore, Ilaria riuscirà a conquistare molto di più...

Paola Renelli vive e lavora a Roma. Dopo la maturità classica, si è laureata in Lettere con una tesi sulla letteratura del Rinascimento. Ha iniziato il suo lavoro di giornalista collaborando con numerosi settimanali e mensili. Redattore per due anni del settimanale di attualità "Il punto" e caporedattore per oltre quindici anni della testata "Vip", ha intervistato noti personaggi italiani della cultura e dello spettacolo. A giugno, per la casa editrice Eroscultura, è uscito in ebook il suo romanzo, "Lo strappo". Attualmente scrive racconti per note riviste.

• Lingua: Italiano
• Editore: Delos Digital
• Data di uscita: 11 feb 2014
• ISBN: 9788867751983

Anteprima del libro

a cura di Roberta Ciuffi

Un amore da prima pagina

di Paola Renelli

1.0 febbraio 2014

ISBN versione ePub: 9788867751983

© 2014 Paola Renelli

Edizione ebook © 2014 Delos Digital srl

Piazza Bonomelli 6/6 20139 Milano

Versione: 1.0 febbraio 2014

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Paola Renelli

Un amore da prima pagina

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Paola Renelli

Paola Renelli vive e lavora a Roma. Dopo la maturità classica, si è laureata in Lettere con una tesi sulla letteratura del Rinascimento. Ha iniziato il suo lavoro di giornalista collaborando con numerosi settimanali e mensili. Redattore per due anni del settimanale di attualità Il punto e caporedattore per oltre quindici anni della testata Vip, ha intervistato noti personaggi italiani della cultura e dello spettacolo. A giugno, per la casa editrice Eroscultura, è uscito in ebook il suo romanzo, Lo strappo. Attualmente scrive racconti per note riviste.

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È inutile, c’è sempre qualcosa che m'impedisce di sentirmi perfetta. Ora, per esempio, proprio mentre sto per uscire da casa, il collant ha deciso di smagliarsi sotto il mio tallone sinistro. Sono già in ritardo e non posso cambiarmi, quindi filo in bagno di corsa, afferro la boccetta dello smalto trasparente e ne spennello un po’ sopra la smagliatura augurandomi che serva a bloccarla. Il piede resterà incollato alla calza e la calza alla scarpa, ma per il momento non si sfilerà, o almeno lo spero. Oltretutto, per il mio primo giorno da stagista nella redazione di un settimanale, ho indossato una gonna al polpaccio, quindi la smagliatura si noterebbe e mi sentirei a disagio.

Sbagliato: mi sentirò a disagio comunque. A parte un corso da giornalista e una manciata di articoli su giornali locali, questa, infatti, a ventisei anni, è la mia prima volta in una redazione vera e sono tesissima.

Un’occhiata al palazzo imponente in una delle vie del centro di Roma, dove campeggia una luccicante targa dorata con su scritto il nome del giornale, mi riduce le gambe a gelatina.

Hai voluto la bicicletta e ora pedali! Non avrei mai creduto di essere proprio io a ripetere a me stessa questa cantilena che mi ha sempre dato sui nervi quando me l’hanno propinata gli altri, ma sono qui e non tornerò indietro.

La redazione occupa tutto il quinto piano. Un’occhiata ai gradini altissimi mi convince che sono stati costruiti per un popolo di giganti, non per una come me che sfiora a malapena il metro e sessanta, ma prendere l’ascensore è fuori discussione. È uno di quelli a vetri, con l’intelaiatura esterna in ferro e io non entrerò mai in quel coso. So benissimo che gli ascensori sono fatti per sfidare la legge di gravità, ma è meglio che lo facciano senza che io assista. In una parola, preferisco quelli chiusi tipo bunker. C’è un motivo per cui ai cavalli si mettono i paraocchi, no? Evidentemente io ragiono come un cavallo, almeno riguardo agli ascensori.

Salgo le dieci rampe che mi separano dalla redazione contando i gradini, poi mi fermo qualche istante davanti alla porta, anche questa a vetri, per riprendere fiato: non sarebbe carino entrare rantolando. Respiro a fondo un paio di volte e suono. Mi apre una donna sulla quarantina con