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Quando tocchi il fondo
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Quando tocchi il fondo
E-book146 pagine2 ore

Quando tocchi il fondo

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Info su questo ebook

Sophie Johnson è una hair stylist di successo ed è proprietaria di due saloni di bellezza a Napoli. A una carriera lavorativa così intrisa di soddisfazioni non corrisponde però una serenità a livello sentimentale: non riesce infatti a scacciare dalla testa il ricordo di Giancarlo, suo ex compagno e magistrato dell’antimafia. Lo aveva lasciato a causa del mestiere pericoloso da lui ricoperto, e il fatto che si fosse trasferito a Roma per lavoro l’aveva aiutata a non pensarci più di tanto. Ma quando Giancarlo ritorna a Napoli Sophie si sente di nuovo confusa e innamorata più di prima: non bastasse già questo, sullo sfondo si stagliano la presenza di un altro uomo in grado di conquistare il suo cuore e, soprattutto, un grave problema di salute che la metterà a durissima prova, facendo emergere in maniera ancora più forte tutte le sue fragilità.

Stefania Cuomo è nata e vive a Napoli. Trentatré anni, sposata e mamma di un bimbo di quattro anni, attraverso la scrittura lascia spazio alla fantasia e a sfoghi personali ispirandosi di fatto alla vita quotidiana.
Ha iniziato infatti a scrivere il romanzo Quando tocchi il fondo durante un periodo per lei molto difficile, e grazie alla passione per la lettura e la scrittura ha dato voce alle sue paure e ai suoi sentimenti.
LinguaItaliano
Data di uscita13 nov 2023
ISBN9788830691216
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    Anteprima del libro

    Quando tocchi il fondo - Stefania Cuomo

    Cuomo-Stefania_LQ.jpg

    Stefania Cuomo

    Quando tocchi il fondo

    © 2023 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma

    www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com

    ISBN 978-88-306-8697-7

    I edizione dicembre 2023

    Finito di stampare nel mese di dicembre 2023

    presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)

    Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa

    Quando tocchi il fondo

    Nuove Voci – Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi:

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani)

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov.

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    A tutti coloro che come me hanno trascorso

    o stanno attraversando un periodo buio nella loro vita,

    augurandogli che possano ritornare a sorridere,

    come è successo nel mio caso.

    Che la vita vi sorrida sempre.

    "Le cicatrici sono il segno che è stata dura.

    Il sorriso è il segno che ce l’hai fatta."

    Madre Teresa di Calcutta

    PROLOGO

    Il rumore dei miei pensieri è così assordante che non mi fa dormire! Il suo sorriso, la sua voce, i suoi occhi… I suoi occhi di un verde che quando ti guardano ti penetrano fino in fondo all’anima, non credevo mi mancasse così tanto… Ma perché sei così? Perché sei ritornato a tormentarmi? Forse sono stata io a permetterlo… Basta! Non è la persona giusta per te, non pensarci più! Ritorna alla tua vita ordinaria e pignola, cavolo sei una grande hair stylist di successo, non puoi perdere tempo dietro a vecchi ricordi! È ora di andare avanti! dice l’altra parte di me che è sempre stata ferma e razionale sulle scelte che la vita mi ha sempre messo avanti. Ok è ora di dormire! E mi addormento sognando prati verdi, cieli soleggiati e grandi occhi verdi che ti gelano l’anima con un solo piccolo sguardo.

    Il sogno continua, ma completamente diverso, vedo me triste, il mio viso è irriconoscibile, piango, mi guardo intorno e non mi trovo più in quei meravigliosi prati verdi, ma in una stanza circondata da persone altrettanto tristi.

    Mi sveglio di soprassalto e mi ritrovo con la camicia da notte bagnata di sudore.

    «Mio Dio che sogno spaventoso!» dico mentre mi passo la mano tra i capelli, mi farò una tisana alla valeriana, magari sono un po’ tesa per colpa del lancio moda che sto organizzando.

    «Ci voleva questa tisana, ora dormirò più serena.»

    CAPITOLO 1

    «Pronto Noemi buongiorno, quali sono gli appuntamenti di oggi?»

    «Buongiorno Sophie, hai un appuntamento con Alberto alle 11:00 presso il salone di via Chiaia per accordarvi sull’incontro con gli hair stylist di Milano riguardo al lancio moda del giorno 25 novembre, alle 17:30 hai un appuntamento con il responsabile del lavoro riguardo alle pratiche di assunzione per la nuova collaboratrice e…»

    «La nuova collaboratrice?» dico.

    «Sì l’hai scelta insieme ad Alberto la settimana scorsa, l’hai dimenticato?» Oh cavolo!

    «Sì Noemi scusa me ne ero completamente dimenticata! Va bene ci vediamo in salone, grazie sei un’ottima assistente!» e sento la sua risatina soddisfatta e trionfante.

    «Sophie, non dimenticarti che hai promesso a tua sorella di pranzare insieme.»

    «Oh no, Noemi dovrai chiamarla per disdire perché per ora di pranzo non riuscirò a liberarmi!»

    «Ma Sophie è la terza volta che rimandi! Cosa le dico?» dice lei dispiaciuta.

    «Dille… anzi lascia stare la chiamerò io, a dopo».

    «Va bene, a dopo.»

    Chiudo la conversazione con Noemi e resto per qualche secondo a fissare il volante della mia auto pensando a come potrò dire a Julien che il nostro pranzo è saltato di nuovo. Infine decido di inviarle un sms dichiarandole la verità, che per motivi di lavoro avrei dovuto rimandare il nostro pranzo e che l’avrei chiamata non appena mi fossi liberata.

    Mentre guido per raggiungere il mio salone, squilla il cellulare.

    «Hey signora dai mille impegni, oggi sei libera per incontrare un vecchio amico per un caffè?» Al suono di quella voce, il mio cuore inizia a tamburellare all’impazzata, cavolo è lui!

    «Piccola ci sei?»

    «Sì sì sono qui» rispondo frettolosamente mascherando il tono della mia voce flebile e appena udibile.

    «Mi dispiace ma non credo di potermi liberare oggi, sono incasinata con il lavoro.»

    «Dai solo una mezz’ora, il tempo di un saluto e ti lascerò tornare ai tuoi mille impegni» risponde sarcasticamente.

    «Davvero Giancarlo non posso, sono appuntamenti importanti a cui non posso assolutamente mancare, ora scusami ma sono in ritardo, ti devo lasciare, ciao» e riattacco senza neanche dargli il tempo di replicare, continuo a guidare passando per il lungomare di Mergellina e, guardando il meraviglioso panorama che solo questa città riesce a darmi, mi perdo in mille ricordi e momenti passati con lui.

    Giancarlo, magistrato dell’antimafia, è il mio ex compagno, ci siamo lasciati un anno fa per colpa del suo lavoro pericoloso, ero troppo spaventata e quindi, dopo tanti litigi, ho deciso di lasciarlo, ma qualche mese fa è ricomparso, riportando di nuovo scompiglio e confusione nella mia vita, anche se durante quest’ultimo anno la mia mente e il mio cuore sono sempre appartenuti solo ed esclusivamente a lui, però cercavo di andare avanti e, con la notizia che si era trasferito a Roma per lavoro, mi aiutava a non pensarci più di tanto, e invece tutto è crollato due mesi fa quando è ritornato a Napoli e me lo sono ritrovato davanti, e ora sono di nuovo confusa e innamorata più di prima.

    Arrivata al salone vedo Alberto, mio socio in affari e il mio più grande amico, che mi aspetta seduto su una delle poltrone di pelle color panna nella reception, entro e dopo un caloroso saluto ci incamminiamo verso l’ufficio per concordare l’incontro con i nostri colleghi milanesi.

    «Dai Sophie non possiamo chiedergli tanto, in fondo anche loro hanno partecipato alla nuova collezione Autunno/Inverno, non puoi non far comparire il loro nome, non è corretto» dice Alberto.

    «Quando hanno firmato il nostro accordo era tutto scritto, nella clausola 7 era ben evidenziato il fatto che loro avessero partecipato solo per consigliare, nel caso noi ne avessimo avuto bisogno e tu eri d’accordo con me sin dall’inizio, ora non capisco perché ti tiri indietro, la collezione è stata ideata da noi, è stata finanziata da noi, loro hanno contribuito sia per il lato economico che creativo solo per il 5%, tutto il resto è stato fatto da noi» rispondo arrabbiata, e alzandomi bruscamente dalla poltrona mando in aria le carte che avevo in mano.

    «Ho fatto tanto per arrivare fin qui, ho lottato, ma soprattutto ho fatto tutto da sola e tu lo sai, quindi voglio prendermi io tutto il merito del mio lavoro» calcando con tono forte e deciso le parole mio lavoro, e vedo Alberto che mi guarda quasi intimorito dalla mia reazione tanto da rispondermi:

    «Va bene Sophie, facciamo come vuoi.»

    «Bene, non avevo dubbi» e lo guardo in cagnesco.

    «Ora vado» dice, «ci vediamo stasera a cena» si alza e se ne va con sguardo abbassato e quasi dispiaciuto per aver fatto scattare in me quella rabbia incontenibile, chiude la porta alle sue spalle e lascia il salone.

    Mi siedo alla scrivania per riordinare delle carte quando a un tratto do un’occhiata all’orologio a forma di quadrifoglio bianco e rosa che mi regalò mia sorella e improvvisamente mi sento in collera per aver disdetto il nostro appuntamento, prendo il telefono e decido di chiamarla.

    «Hey sorellona sei ancora disponibile a pranzo?» e sento dall’altra parte lei contentissima che mi risponde di sì.

    «Allora ci vediamo nella solita pizzeria sul lungomare, porta anche il mio nipotino ok? A tra poco» riattacco e istintivamente mi viene da sorridere pensando a mia sorella.

    Julien è una donna meravigliosa, sempre con il sorriso anche quando tutto gira male, sposata da tredici anni con Pierfrancesco, un noto avvocato penalista, ha un meraviglioso figlio di dodici anni, Emanuele, l’amore della mia vita, che purtroppo a causa del mio lavoro non riesco mai a vedere, ed è stato proprio per questo che ho deciso di pranzare con loro, in fondo la cosa più importante nella vita non è solo il lavoro ma anche la

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