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Caccia all'uomo
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Caccia all'uomo
E-book152 pagine2 ore

Caccia all'uomo

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Info su questo ebook

“Partiamo subito col dire che devi essere deciso, positivo e sicuro che troverai il tuo futuro uomo. Gli approcci ideali sono quelli che forniscono una scusa per parlare con te. Capisci cosa intendo?”


Il Natale, si sa, è sempre ricco di sorprese. E di obblighi sociali.
Ecco perché, quando Ryan scopre che alla festa organizzata dai propri genitori ci sarà anche il suo ex, va nel panico.
Come può fare per dimostrare a Connor che la sua vita senza di lui procede alla grande? Ma certo! Fingendo di avere un bellissimo fidanzato.
Parte così la “Caccia all'uomo”. Riuscirà Ryan a trovare il ragazzo perfetto entro la Vigilia di Natale?
LinguaItaliano
Data di uscita24 dic 2015
ISBN9788892532939
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    Anteprima del libro

    Caccia all'uomo - Minerva Stevens

    CACCIA ALL’UOMO

    Minerva Stevens

    Titolo dell’opera: Caccia all’uomo

    Autore: Minerva Stevens

    Copyright © 2015 Minerva Stevens

    Impostazione grafica e progetto copertina: © 2015 Luna Cover Graphic

    Edizione digitale a cura di Servizi Editoriali È scrivere – Community per scrittori

    Tutti i diritti sono riservati. Ogni riproduzione dell’opera, anche parziale, è vietata.

    Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi ed eventi narrati sono il frutto della fantasia dell’autore o sono usati in maniera fittizia. Qualsiasi somiglianza con persone reali, viventi o defunte, eventi o luoghi esistenti è da ritenersi puramente casuale.

    Indice

    L'apparenza inganna

    Il buongiorno si vede dal mattino

    A mali estremi, estremi rimedi

    Patti chiari e amicizia lunga

    Di necessità virtù

    A scherzar col fuoco ci si scotta

    Ferita d'amore non uccide

    Tutti i nodi vengono al pettine

    I gatti e i veri uomini cadono sempre in piedi

    Al cuor non si comanda

    Ringraziamenti

    Biografia dell'autrice

    À toi, Petit ami.

    Tu m'as aidée sans vouloir rien en retour.

    Niente è più meraviglioso della mente umana.

    È una fonte di speranza infinita, una riserva di benefici illimitati. Può manifestare un potere e una forza senza confini. La realizzazione della felicità dell’umanità, la creazione di una società pacifica: tutto dipende dal cambiamento della nostra mente e del nostro cuore.

    Siamo ciò che pensiamo.

    1

    L'apparenza inganna

    Dicembre 2013

    «Buonasera, signor Miller. È un piacere rivederla,» mi salutò Steve appena entrai nell’atrio del lussuoso grattacielo su Park Avenue.

    «Hai passato un piacevole Natale?» domandai, avvicinandomi alla reception con passo sicuro.

    «Sì, grazie. Lei?» chiese stringendo la mano che gli porgevo.

    «Mia madre adora il Natale. È già tanto se sono sopravvissuto al tacchino ripieno. Ogni anno ne trova uno più grosso,» risposi. «Steve, potresti farmi entrare nell’appartamento di Connor? Vorrei fargli una sorpresa,» continuai.

    «Beh, non so se posso…» obiettò mentre si sistemava la giacca già in perfetto ordine.

    «Per favore, mi conosci, non toccherei mai niente. Oggi è un giorno speciale. Ho portato dello champagne per festeggiare,» lo pregai mostrandogli la borsa che conteneva una bottiglia di Crystal.

    Aspettai alcuni secondi guardandolo con aria implorante. Sperai silenziosamente che mi facesse passare. Non potevo certo accogliere il mio fidanzato di fronte alla porta del suo appartamento. Dopo quella che mi parve un’eternità, Steve rispose: «Va bene, l’accompagnerò su. Ma la prego, non mi metta nei guai.»

    Avvertì il suo collega che si sarebbe allontanato per qualche minuto e lo seguii soddisfatto in ascensore. Al piano attico mi lasciò uscire per primo e aspettai impaziente che aprisse la porta.

    «Grazie, sei stato davvero gentile,» gli dissi mentre trafficava con la serratura.

    «È stato un piacere aiutarla, signore,» rispose lasciandomi entrare nell’appartamento. «Passate una bella serata,» concluse con un sorriso e si allontanò mentre chiudevo la porta alle mie spalle.

    Finalmente il momento che aspettavo da tempo era arrivato. Non vedevo l’ora di fare l’amore con Connor. Avevamo passato innumerevoli serate insieme ma non c’eravamo mai spinti oltre i baci e poco altro. Non aveva voluto accelerare le cose e, per le prime settimane, era stato così anche per me. Volevo che fosse speciale e questa sera, dopo tanti giorni d’attesa, ero certo che lo sarebbe stato.

    L’ultima volta che ero entrato nel suo appartamento, più di un mese prima, avevo creduto che stesse per succedere, ma Connor mi aveva allontanato con dolcezza dicendomi di voler essere sicuro che fossi pronto. Questo suo lato sensibile nei miei confronti era riuscito a farmi sentire l’uomo più fortunato della terra.

    Controllai l’ora: avevo circa trenta minuti prima del suo arrivo. Scrissi un biglietto e lo misi in bella vista. Presi due flûte di cristallo da un pensile della cucina, il cestello – che riempii con del ghiaccio – e portai tutto in camera. Era la prima volta che vi entravo. Al centro torreggiava un enorme letto oversize con la spalliera di legno intagliato e un copriletto rosso in raso. Mi guardai intorno e notai due porte; spinto dalla curiosità, mi avvicinai a quella sulla destra e l’aprii. «Una cabina armadio,» mormorai mentre sbirciavo dentro. Attraversai la camera per raggiungere la seconda porta; all’interno, un enorme bagno con una vasca idromassaggio ovale capace di accogliere comodamente due persone. M’immaginai immerso in quella vasca insieme a Connor dopo aver fatto l’amore; sorridendo, uscii per tornare in camera. Avevo un piano da portare a termine. Mi spogliai e riposi gli abiti su una poltrona accanto al letto, scostai la coperta e vidi lenzuola nere. Provai un brivido d’eccitazione al pensiero di ciò che avrebbero visto quella notte. Disteso, attesi l’arrivo del mio compagno.

    Pochi minuti dopo sentii il suono della serratura che scattava e il rumore delle scarpe sul parquet del salotto. Sperai che vedesse il biglietto con scritto: C’è una sorpresa per te in camera da letto che avevo lasciato sulla consolle dell’ingresso – dove solitamente appoggiava le chiavi di casa. Ero in uno stato d’ansia e felicità, faticavo a togliermi il sorriso dal viso. Lo stomaco fece una capriola e il mio cuore accelerò i battiti quando sull’uscio comparve Connor.

    Era impeccabile, con il completo gessato e la cravatta blu che gli faceva risaltare i capelli biondi e i magnifici occhi azzurri. Sembrava un angelo. Sapevo che aveva un fisico ben definito ma ancora non ero riuscito a guardarlo nella sua interezza. I nostri incontri erano stati sempre troppo veloci e non c’era mai stata occasione di spogliarci completamente. Vederlo lì, sulla porta, mi fece azzerare la salivazione, avevo la bocca asciutta come il deserto del Sahara. Connor mi osservò per alcuni secondi durante i quali lo vidi irrigidirsi ma poi sollevò le sopracciglia, sorpreso.

    «Ryan? Che cosa ci fai qui?»

    «Ciao, Connor,» lo salutai cercando di calmare il cuore che batteva freneticamente contro la gabbia toracica, «ho una sorpresa per te.» Spostai le lenzuola esponendomi ai suoi occhi.

    Non si mosse, ma notai che il suo volto era una maschera di pietra. «Che cosa stai facendo?» chiese.

    «Voglio fare l’amore con te questa notte,» dissi trattenendo il respiro.

    «Non possiamo. Questa sera…»

    «Ti prego, non mandarmi via. Ti voglio,» lo interruppi.

    Prima che potesse protestare ancora, mi alzai mostrandomi completamente nudo e mi avvicinai piano. Ero alto, ma Connor mi superava di alcuni centimetri. Accarezzai la sua nuca, infilai le dita tra i capelli biondi e le mie labbra cercarono avide le sue. Il piacere si diffuse attraverso il mio corpo al tocco della sua bocca che si mosse titubante all’inizio, poi con una veemenza tale che sentii i denti sfregare contro le mie labbra. La sua lingua era morbida e calda, e il suo profumo m’inebriava i sensi. Mi abbandonai a lui sentendo i bottoni spingere prepotenti contro di me. Mi passò le braccia dietro la schiena e le sue mani aperte mi afferrarono le natiche per avvicinarmi ancora di più. Sentii la sua erezione, costretta nei vestiti, contro la mia. Gli slacciai la cintura e gli sbottonai i pantaloni mentre Connor lasciava cadere la giacca e allentava la cravatta. Nel giro di pochi attimi si liberò dagli ultimi vestiti. Spinto da un’irrefrenabile eccitazione mi fece inginocchiare e io presi in bocca il suo membro. Le sue mani si spostarono tra i miei capelli e li strinsero. Spinse forte e in profondità tanto da causarmi dei conati. Alzai gli occhi: aveva la testa reclinata all’indietro e le labbra socchiuse. Uscì dalla mia bocca e, dopo avermi fatto alzare, mi spinse sul letto. Senza dire una parola mi fece distendere bocconi e lo sentii armeggiare con il cassetto del comodino, dove con ogni probabilità teneva lubrificante e profilattico. Dopo aver usato il primo su di me, indossò il secondo; stavo per dirgli che avrei preferito guardarlo in volto, quando sentii il suo glande premere forte contro la mia apertura. Il dolore mi pervase, lanciai un urlo strozzato ma lui, nell’impeto della passione, iniziò a muoversi velocemente. Tentai di rilassarmi il più possibile e di concentrarmi sul piacere del momento e non sul bruciore che quella frizione mi stava provocando. Non durò molto, ben presto lo sentii tremare e infine lasciarsi andare a un grido di esaltazione. Si abbandonò sopra il mio corpo, sentivo il suo respiro affannato contro l’orecchio. Uscì e si sdraiò accanto a me. Mi voltai anch’io, aspettandomi che si dedicasse alla mia erezione che stava perdendo vigore, e lui abbassò lo sguardo. «Non sei venuto.»

    «No, però se…»

    «Andrà meglio la prossima volta. Vestiti che ti chiamo un taxi.» Si liberò dal condom e si diresse in bagno senza rivolgermi neppure uno sguardo. Rimasi sul letto con un peso che mi calava sul cuore. Volevo andare via da lì, non capivo cosa fosse andato storto.

    Dove ho sbagliato? mi domandai abbattuto.

     Pochi secondi dopo l’acqua della doccia cominciò a scorrere. Mi passai le mani sul viso e, scoraggiato, scesi dal letto iniziando a rivestirmi. Improvvisamente sentii qualcuno alle mie spalle che si schiariva la voce e mi voltai sbigottito. Di fronte a me, alla luce soffusa, apparve una donna bionda, alta e notevolmente bella; il suo corpo statuario si stagliava nella semioscurità.

    «Sei tu il nuovo amico di Connor?» chiese, maliziosa e divertita.

    In fretta indossai i pantaloni e la camicia continuando a guardarla mentre si avvicinava: aveva lunghe gambe nascoste, per una piccolissima parte, da una minigonna e le labbra, curvate in un sorriso sardonico, erano esaltate da un rossetto rosso fuoco. La guardai coraggiosamente negli occhi e la sua espressione mi fece accapponare la pelle.

    «Chi sei?» mormorai.

    «Connor non mi aveva detto che avrebbe avuto compagnia, questa sera. Comunque io sono la sua futura moglie, e questo fa di te il suo amante.»

    Spalancai gli occhi sorpreso, non potevo credere a quello che stava dicendo. Mi sentii a disagio. Com’era possibile che fosse riuscita a entrare in casa senza bussare alla porta? Che avesse le chiavi? Se fosse stata soltanto un’ospite occasionale il portiere non l’avrebbe fatta salire senza prima chiedere la conferma a Connor. Questo significava che frequentava questo appartamento spesso. E per quanto non volessi credere alle sue parole, in qualche modo il tarlo dell’incertezza s’insidiò in  me. Atterrito, mi conficcai le unghie nei palmi delle mani che ora tremavano incontrollate.

    «Non credo che ti abbia parlato di me, in fin dei conti ti conosce da poco tempo. Invece di te mi ha accennato, anche se non so il tuo nome. So della sua piccola perversione fin

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