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Io e Nosferatu
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E-book100 pagine1 ora

Io e Nosferatu

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Info su questo ebook

Quello di Ornella è un diario molto particolare e originale: è un dialogo a tu per tu con il suo nemico Nosferatu, il cancro che ha deciso di vivere in lei, il vampiro che le succhia energia e vitalità.
“Dal momento in cui ho scoperto di essere ammalata ho deciso di tenere un diario, un resoconto il più dettagliato possibile di quello che stavo vivendo.”
Colpisce soprattutto la forza, la tenacia nell’affrontare gli svariati momenti duri delle cure ma soprattutto la voglia di minimizzare determinate problematiche, di prendersi in giro nonostante tutto… l’autoironia e il desiderio e la capacità di sorridere ancora e ancora, perché chi affronta certe malattie sa bene che non ci si potrà mai più catalogare come “guariti”, che la ricomparsa potrebbe verificarsi anche dopo molti anni. Ma allora perché si prega, e cosa si chiede a Dio se non la guarigione? Il Tempo, si chiede Tempo.
 “No, io prego per avere tempo, quel tempo che con la diagnosi di tumore ho perso, quel tempo che credevo di avere e che adesso sono consapevole che in realtà non ho certezza di avere. 
Prego per avere tempo per stare ancora con Paolo, con la mia famiglia, con i miei amici. 
Tempo per poter ancora viaggiare e tempo per poter mangiare una pizza. 
Tempo per camminare e ridere e anche piangere. 
Tempo per vivere un altro Natale e un’altra estate torrida. 
Tempo… 
Ma tu preghi? Sì io prego caro Nosfe perché ho bisogno di tempo.”

Ornella Tonin è nata il 19 dicembre 1964. Una vita come tante, senza grandi scossoni. Studio, casa, famiglia, lavoro, sport, e tanto volontariato. Ama gli animali, la natura, la montagna e anche il mare.
Scrivere una biografia su di sé richiede veramente poche parole. Una vita ordinaria la sua, ma solo finché non ha incontrato Nosferatu… Poi tutto è cambiato.
LinguaItaliano
Data di uscita9 gen 2024
ISBN9788830694446
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    Anteprima del libro

    Io e Nosferatu - Ornella Tonin

    Nuove Voci

    Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov.

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    Prefazione dell’autore

    Era una notte buia e tempestosa…

    A volte ho fantasticato di riuscire a scrivere un libro, e come incipit avere una bella frase d’impatto, una di quelle frasi che poi non dimentichi più, magari dimentichi la trama del libro, ma l’incipit no.

    Adesso sono qui a raccontare la mia storia con Nosferatu e in tutta sincerità non riesco a trovare nessun incipit che faccia al caso mio, mi sembra tutto così banale e già scontato e allora userò quella che ricordo più di tutte... era una notte buia e tempestosa.

    In questo libro si parla di cancro, un argomento non nuovo e sul quale è già stato scritto di tutto e di più, ma anche se ampiamente trattato in altri testi se ne deve parlare e scrivere ancora, non è mai troppo né troppo scontato.

    È la mia storia, i miei due anni di vita con questa malattia.

    Dal momento in cui ho scoperto di essere ammalata ho deciso di tenere un diario, un resoconto il più dettagliato possibile di quello che stavo vivendo. Il diario è pubblico, in molti lo hanno letto e in molti mi hanno poi spinto a scriverci sopra questo libro.

    Ed eccoci qui... qui si piange ma si ride, ci si arrabbia ma si ringrazia, si impreca e si prega. Ci vuole musica in sottofondo per leggere questo libro, classica o rock duro, dance o pop... musica,

    perché la musica mi ha accompagnato sempre.

    Qui ci siamo io e Nosferatu ma anche tante altre persone.

    It’s always the sun.

    C’è sempre il sole, anche se coperto dalle nubi più nere e cupe lui è li e prima o poi tornerà a splendere.

    CAPITOLO 1:

    Io e

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