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Confessione
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E-book97 pagine35 minuti

Confessione

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Rampollo di una famiglia nobile, rapito ragazzino da feroci pirati che lo tengono in schiavitù per sei anni, Patrizio trova nella fede la forza di riscattarsi e di trascinare in questo riscatto i suoi stessi oppressori: quegli Irlandesi che lo eleggeranno santo e loro patrono e che, in suo nome, riporteranno la civiltà nell'Europa sconvolta dalle invasioni barbariche. Per la prima volta viene proposta in italiano la voce di san Patrizio patrono d'Irlanda, una voce estremamente calda e vicina nonostante i sedici secoli che ci separano dalla sua vicenda terrena. Finalmente disponibili al pubblico di lingua italiana gli scritti ufficialmente riconosciuti di san Patrizio patrono d'Irlanda: la Confessione e la Lettera contro Corotico. Un'occasione unica per avvicinarsi alle radici della nazione europea probabilmente più amata in Italia.
A cura e traduzione di Daniele Lucchini.
LinguaItaliano
Data di uscita18 apr 2016
ISBN9781326632076
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    Confessione - Patrizio D'irlanda

    Colophon

    Finisterrae 1

    Titolo originale dell’opera: Confessio

    Prima volta in Finisterrae: 2004

    Traduzione dal latino di Daniele Lucchini, dall'edizione di Jacques Paul Migne.

    In copertina: Daniele Lucchini: Irlanda sudoccidentale, 1996 (particolare).

    © 2004 Daniele Lucchini, Mantova

    www.librifinisterrae.com

    Tutti i diritti riservati

    ISBN: 9781326632076

    Epigrafe

    "Dio resiste ai superbi;

    agli umili invece dà la sua grazia."

    Lettera di Giacomo 4,6

    Prefazione

    Cosa affatto strana che, nel paese della forte tradizione di traduzione di opere letterarie nella favella di Dante, a tutt’oggi sia ancora tanto difficile trovarne una della Confessione di san Patrizio patrono d’Irlanda.

    Fatto strano per due motivi.

    Il primo è che da almeno quindici anni la penisola appare innamorata, estasiata tante volte, della piccola isola di smeraldo e della sua calorosa gente. Un’infatuazione arrivata sulle ali di una carica musicale irresistibile (sono gli Irlandesi che dalla fine degli anni Ottanta hanno dominato le scene del rock, del pop e della musica folk) e di una delle bevande più popolari in assoluto (c’è ancora qualcuno a non conoscere il nome di quella pastosa birra scura spinata con un dito di schiuma bianca e soda come panna montata?). Un’infatuazione che negli anni Novanta ha fatto fiorire irish pub e festival di musica irlandese ovunque e che dalla fine degli anni Ottanta riversa nell’isola a getto continuo aerei e aerei di Italiani, da turisti nei primi anni, poi sempre più a cercare fortuna seguendo il boom economico guidato dalle aziende informatiche statunitensi che dal 1997 ha portato l’Irlanda ad essere uno dei poli più attrattivi per l’economia europea, da disgraziata cenerentola qual era; peraltro, occorre dirlo, con conseguenze drammatiche sul costo della vita e sulle classi sociali meno abbienti.

    Oggi non c’è un Italiano al di sotto dei quarant’anni che non sia stato almeno una volta nell’isola; anche perché chi torna, che sia stato spennato come un pollo o abbia fatto un buco nell’acqua, porta a casa il calore di un popolo che per generosità e ospitalità non ha eguali in nessun luogo, almeno in Europa. Chi ritorna dall’Irlanda, che abbia visto Dublino o Tralee o Sligo, che vi sia stato un fine settimana o un anno, porta dentro di sé il sole interiore di questa gente, un sole che non si spegne e che impone di tornare a quella terra un giorno o l’altro. Fu forse questo lo stesso richiamo che spinse Patrizio a trasferirsi definitivamente nell’isola?

    Il secondo motivo di stranezza per la mancanza di una versione italiana degli scritti del patrono d’Irlanda sta nell’attenzione che nel nostro paese c’è storicamente per i testi della Chiesa dei primi secoli. In un panorama editoriale in cui si trovano non solo i grandi insegnamenti di Agostino, Isidoro di Siviglia o Ambrogio, ma anche centinaia di

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