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Per sempre con lui (Con il suo miliardario, libro 6)
Per sempre con lui (Con il suo miliardario, libro 6)
Per sempre con lui (Con il suo miliardario, libro 6)
E-book55 pagine24 minuti

Per sempre con lui (Con il suo miliardario, libro 6)

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Info su questo ebook

Penelope Hart è arrivata alla frutta. La sua vacanza perfetta a Parigi con il miliardario Matt DuFour è andata davvero male: lui è troppo occupato, e il suo nuovo amico, Gaël, vuole di più che una semplice amicizia.

Chi sceglierà? Cosa farà? Davvero Matt e Penny sono predestinati a essere una coppia? O il tempo che hanno passato insieme non era che una coincidenza? Penny si deve decidere e rispondere a questa domanda: deve restare al fianco di Matt, sì o no? Cosa sceglierà?
** 
Per sempre con lui è la sesta parte di "Con il suo miliardario", una serie romantica interraziale che segue la storia di Penny e Matt. La serie contiene scene di sesso esplicito e non è consigliata per i lettori sotto i 18 anni.

LinguaItaliano
Data di uscita2 ago 2016
ISBN9781507149720
Per sempre con lui (Con il suo miliardario, libro 6)

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    Anteprima del libro

    Per sempre con lui (Con il suo miliardario, libro 6) - Ellen Dominick

    Per sempre con lui: con il suo miliardario 6

    Capitolo 1

    No. No. No. No. No. No!

    Non poteva succedere, proprio no!

    Assolutamente no.

    Se avessi urlato, forse qualcuno sarebbe arrivato; le altre coppie mi avrebbero sentita.

    Ma non riuscivo a farlo, avevo il cuore in gola e quasi non riuscivo a respirare.

    Indietreggiai, ma Gaël continuò a chinarsi in avanti. Non potevo andare da nessuna parte, non potevo scappare. La barca cominciò a ondeggiare sotto di me e io cominciai a chiedermi cosa fosse peggio: essere baciata o cadere nel lago?

    Certo, affogare era da escludere, ma al momento farmi baciare da Gaël sembrava altrettanto brutto.

    Non posso farlo dissi io. "Ho un ragazzo, lo sai. Pensavo avessi capito..."

    Misi le mani avanti, cercando di respingerlo, ma lui mi afferrò i polsi e mi tirò più vicina.

    Continui a parlare di questo tuo ragazzo, questo DuFour, ma ho sempre la stessa domanda: se è così fantastico, perché non è qui con te? Che tipo d'uomo è, per averti lasciata da sola in barca con un altro? Che senso ha restare fedele a una persona del genere?

    Matt...

    Pensai a cosa dire. Valeva la pena farlo, no? Sì, doveva essere così.

    Lui...

    Prima che potessi finire, il mio telefono cominciò a squillare. Fu sufficiente a distrarre Gaël e usai l'opportunità per tirare via le mani dalla sua presa. Cercai nella borsa, sperando che un certo viso comparisse sullo schermo.

    Sembrò volerci un'eternità, ma alla fine trovai il telefono in fondo alla mia borsetta, ed eccola lì, la faccia di Matt che mi sorrideva, da prima che salissimo sull'aereo. Fu come un segno.

    Rapida, mostrai lo schermo a Gaël.

    Vedi? Eccolo. Credo sia preoccupato per me dissi io. Le parole mi uscivano così veloci che la lingua mi si impappinava. "Quindi devo andare. Ora. Mi sta chiamando!"

    Cercai di rispondere ma smise di suonare prima che potessi farlo. Cercai di rifare il numero, ma senza risultato.

    Mentre mettevo giù il telefono, fui sopraffatta da un pensiero: avrebbe ricominciato?

    Non ti preoccupare disse Gaël.

    A quel punto era di nuovo dall'altra parte della barca, con i remi in mano. Era quasi come se non fosse mai accaduto niente tra di noi.

    Sono abbastanza gentiluomo da non forzare una donna disse. So quando fermarmi.

    Già, certo. Che fosse vero o no (e non lo era), ero felice di sapere che fosse tutto finito; volevo solo scendere dalla barca e tornare da Matt.

    Restammo in silenzio fino a riva. Non avevo niente da dirgli, ma lui continuava a guardarmi con quello strano sorriso in volto. Che significava?

    Una volta arrivati a terra, saltai giù e me ne andai.

    Capitolo 2

    La cosa è, e non odiatemi per questo, sulla metropolitana per tornare allo Château di Matt, continuai a pensare a Gaël.

    Non riuscivo a togliermelo dalla testa.

    Lo so, è stupido, anzi, peggio: è da pazzi.

    Mia mamma mi aveva insegnato a picchiare qualsiasi uomo che cercasse di farmi fare qualcosa contro la mia volontà, ma io non l'avevo fatto. Avrei dovuto odiarlo, non volerlo mai più vedere, forse denunciarlo come persona pericolosa alla polizia. Ma non l'avevo fatto.

    Tutto quello che avevo davanti agli occhi sembrava sfocato. Mi muovevo in modo automatico, come un robot. Con una sola mossa sbagliata, credo

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