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La mia Nave
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E-book195 pagine3 ore

La mia Nave

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Info su questo ebook

Durante una delle mie oziose evasioni fantastiche, non so come abbia fatto ma ho mandato dei saluti che hanno attraversato lo spazio fino ad essere raccolti da quelli che sarebbero divenuti miei amici.
Essi mi hanno affidato una nave spaziale con la quale sto iniziando a prenderne dimestichezza; scoprendone tutte le sue meravigliose doti.
Da qui hanno inizio i miei primi viaggi …
LinguaItaliano
Data di uscita26 ago 2016
ISBN9788822836793
La mia Nave

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    Anteprima del libro

    La mia Nave - Albino Alfredo Romeo

    Ringraziamenti

    LA MIA NAVE

    La mia Nave

    Durante una delle mie oziose evasioni fantastiche, non so come abbia fatto ma ho mandato dei saluti che hanno attraversato lo spazio fino ad essere raccolti da quelli che sarebbero divenuti miei amici.

    Essi mi hanno affidato una nave spaziale con la quale sto iniziando a prenderne dimestichezza; scoprendone tutte le sue meravigliose doti.

    Da qui hanno inizio i miei primi viaggi …

    Prologo

    Che io scriva non è una cosa che mi capita spesso; nella scrittura non mi sono mai cimentato abbastanza forse perché fino ad ora la mia espressione preferita è stata il disegno, cosicché o lettori abbiate pazienza se vi toccherà sforzarvi nell'interpretare i miei modi e la mia presunzione da principiante. E' certo che comunque cercherò di mettere impegno sufficiente a che possa rendere intellegibile ciò che tenterò di narrare cercando di fare il meno scempio possibile della mia bella lingua italiana. Quello che mi accingo a narrare è come una favoletta fantascientifica poco impegnativa dal punto di vista intellettuale, una narrazione abbastanza leggera. Ma questo scritto mi è venuto così spontaneo che non ho fatto fatica a prendere carta e penna e buttare giù, su dei quadernetti ciò che a mano a mano mi scaturiva, senza badare quasi appunto a grammatica e a punteggiatura. Cose che credo io debba ancora imparare. Comunque ne ho scritto abbastanza fino a che ho raggiunto penso qualcosa di completo per ora. Insomma qualcosa perlomeno per descrivere il mio primo viaggio, lasciando spazio a mille altre continuazioni sempre in base ai viaggi che riuscirò a compiere con la mia nave; tale che, già penso si possa pubblicare; anche perché al momento l'estro è cessato così ho pensato di farlo leggere dapprima a qualche mio amico per sapere se è una cosa leggibile. La cosa importante è che mi abbiano tolto il dubbio e rassicurato sul fatto che perlomeno sia intellegibile; perché tante volte i miei pensieri nascono senza parole, solo dopo cerco di descriverli con il linguaggio. Intercorre del tempo tra i pensieri e la loro traduzione (ho i processori lenti) e questo anche nella mia vita quotidiana, tanto che, mi accade durante un discorso di avere black-out e rimanere senza parole, a bocca aperta; farfugliando cose incomprensibili facendoci delle figure vergognosette, soprattutto poi, se sono un poco emozionato. Il resto dei miei pensieri, come penso per tutti sono già formati dalle parole che suonano in testa e anzi sembra quasi che senza loro non possano esistere o forse è così? Comunque…………..

    I CAPITOLO PRIMO

    L'ALLUCINAZIONE COMINCIA COSI': DALLA MIA FINESTRA AL QUARTO PIANO SI AVVICINA L'ASTRONAVE REGALO DI ALTRI MONDI, MA PENSANDO APPUNTO CHE E' UN'ALLUCINAZIONE NON SALGO A BORDO; NON VORREI CERTO METTERE IL PIEDE A BORDO DELLA MIA ASTRONAVE ALLUCINAZIONE DALL'ALTO DEL QUARTO PIANO.ALLORA CHE FACCIO ? ..RIMANDO; LA MANDO VIA ,INDIETRO QUELL'ASTRONAVE DA DOVE ERA VENUTA :NON PROPRIO…….SAREBBE STATO TROPPO LONTANO; anche se essa poteva viaggiare a trenta anni luce al secondo( e si! Viaggia sulle ali del...xx... paradosso temporale) comunque la mandai a stazionare in un orbita camuffata. Insomma, preferivo salirci a bordo per la prima volta dal piano terreno; e se mi avesse sollevato oltre il mio misero quarto piano allora mi sarei fatto trasportare ovunque. Questa nave è stata fatta in modo compatibile con le forme umane e in secondo luogo specificatamente anche per la mia personalità. E' qualcosa tra il meccanico e il non. Anche le parti rigide non posso definirle di metallo, di pietra o legno, direi piuttosto che assolvono alla stessa funzione, ma sono di non so' cos’altro la durezza e come quella dell’acciaio compatto ma con un peso da polistirolo. In più vi sono alcune parti della nave che somigliano per conformazione, ad esseri viventi del tipo marino come delle specie di echinodermi che tante volte ho visto appena spiaggiate sulla battigia. Sono appena più piccole di una scarpetta di danzatrice ma molto simile nella loro forma; e che ancora mezze vive emanano dalla loro pelle bianca, semitrasparente, porosa, cheratinosa, umida e traslucida, bagliori iridescenti. Proprio di questo materiale ne sono ' fatte la scale, che conducono all'ingresso; anche se alcune volte sono sostituite da un tubo che sembra fatto come un occhio di lumaca quasi anche nella carnosità che ti può anche inglobare e trasportare all’interno, mentre la scala ha gradini arrotondati e un parapetto un po' viscido al tatto, carnoso illuminato internamente da quella luce chimica arcobalenante. Quasi al limite superiore della murata del parapetto delle scale ha delle belle prese scorrevoli e anche prese a maniglia. La nave non è tanto grande, più o meno (per la nostra dimensione) quanto tre palazzi di sei piani. Al suo interno negli hangars contiene molti tenders (navette) di varie grandezze, dove il più piccolo, è come un'utilitaria. All'entrata, della nave nella prima parete frontale che si incontra, vi è uno schermo gigante alto cinque metri dove appaiono le istruzioni iniziali. Mi dà la visuale della composizione attuale della nave e dico attuale, poiché gli ambienti possono essere modificati a mio piacimento e anche la forma della nave quando viaggia a pieno regime.

    Poi subito la nave si mette a spiegarmi delle bellissime opzioni per decorare le pareti libere. La mia preferita e quell'opzione che ti permette di riprodurre un'opera in quel milionesimo di secondo che ti appare in testa; tanto che, riesco a vedere finalmente i colori che mi appaiono appena visualizzati; i quali raramente riesco a riprodurre quando dipingo a mano. Così che appena in mente mi si crea una composizione di forme e colori essa viene dipinta istantaneamente su queste pareti libere. E così che ho affrescato vari ambienti mentre ho lasciato tanti altri bianchi per poterli dipingere come ho fatto finora, con gli amati pennelli. Accontentarmi di quello che le mani riescono a fare e gioire quando mi sembra di esserci riuscito anzi direi essermi abbastanza avvicinato, all’idea della cosa.

    Ora che ho la nave, e che potrei viaggiare andando in universi sconosciuti quasi non né ho più voglia. Non so dove andare, forse anche perché ho come una visione del mio futuro finale assieme a questa mia nave. La vedo conficcata per meta ' in un'enorme duna di sabbia su un pianeta deserto con ancora il mio scheletro attaccato ai comandi.

    Oh!. Guarda, guarda sullo schermo mi sta apparendo la scritta che mi dice che i primi voli saranno fatti sulla terra per prendere dimestichezza con la manovrabilità del barco.

    Vi dirò ora, come ho avuto questa nave anche se forse non dovrei, beh per farla breve: è bastata l'amicizia con tipi naturalmente di altri mondi. Perché hanno ricevuto i miei saluti dall’altra parte delle galassie che adesso non mi ricordo quasi più come sono riuscito ad inviargli. Non ci siamo mai incontrati fisicamente e mai lo potremmo fare vista l’incommensurabile distanza che ci separa; anche se, la media della loro vita e il doppio della nostra non gli basterebbe comunque per compiere l'attraversata per adesso; ma stanno armando navi generazionali e dunque non ci sarà parte accessibile dell’universo che gli potrà essere sconosciuta. La cosa inspiegabile dal punto di vista temporale è che ci siamo parlati (telepaticamente) mentre il mio presente corrispondeva ad un passato per loro di circa una generazione indietro. Ci vediamo solamente sugli schermi della nave; in pratica furono i loro nonni a parlare con me e ad inviare questa loro sonda successivamente diventata la mia nave. Dopo tutto questo mi sentii stanco, tanto che lo schermo mi consigliò di andare a riposare; me ne ero dimenticato. Come quando da bambini si ha un giocattolo nuovo. Seguo il consiglio e il salone si conforma creando la mia cameretta al primo passo che faccio:

    zona notte. Mi sdraio sul mio letto. Un piccolo schermo mi aggiorna sul mio attuale stato di salute mi indica l'andamento metabolico della giornata con tutti i vari parametri: le calorie che ho assunto durante la giornata, quelle che ho bruciato, mi mostra il mio livello energetico, comparandolo a quello standard delle persone della mia età e ne risulta che le mie forze sono il 40% rispetto alle persone normali, naturalmente mi mostra quale ne è la causa: epatite. Oltre al fatto che riscontra una prematura mancanza di denti. Chiedo se posso guarire mi risponde: Dall’epatite si; anche se sarà una cura un poco noiosa.

    Dipende molto dalla mia volontà a sottopormi alle cure, perché 'io, sono sempre stato riluttante e sono uno di quei tipi di: finche' la barca va…… Infatti la nave può con le conoscenze che possiede far sloggiare dal mio corpo questo virus che da tanti anni vive con me; quasi che, me ne sono affezionato. La medicina della nave potrebbe rifarmi crescere i denti ma è una cura dolorosa.... Nel frattempo che ci penso su’, vi racconto il primo mio incontro con la nave.

    Son dovuto salire in cima ad una collina in conca verde di sera. Era primavera e ho chiamato la nave col mio telecomando anzi diciamo con il mio telepatico comando che non teme violazioni. Infatti le nostre onde mentali sono uniche come le impronte digitali. Dalla cima di questa collina, nel cielo all'orizzonte, sul mare, ho iniziato a vedere come una stella cadente scendere dall'alto in verticale; arrivata un po’ sopra l'orizzonte questa luce si è diretta verso me, cambiando, a lampi , durante il tragitto, diversi colori: arancio, violetto, rosso, giallo, azzurro; concludendo con il verde al suo arrivo. Sopra la mia testa cominciai a vedere solo per brevi attimi la sagoma che si era resa quasi invisibile agli occhi e sicuramente totalmente invisibile ai radar. La vidi per un attimo in tutta quella che a me è apparsa la sua maestosità. Raramente si appoggia al suolo, normalmente sta' sospesa; immobile, silenziosa e mimetizzata con la natura circostante ad una altezza di 15 metri. Fa scendere poi quel famoso tubo rosso con le scale. Va be' a casa avevo avvertito che partivo in vacanza. Così al mio primo risveglio a bordo, pensando al nome da dare alla mia nave mi decisi per Terry. Subito con mia grande sorpresa si udì un fragoroso e scrosciante applauso, su tutta la nave e sugli schermi apparve*CONGRATULAZIONI*e io aggiunsi: grazie, grazie allora bisogna festeggiare. Appena pronunciate queste parole all'ingresso apparve una ragazza; sobbalzai poiché i miei amici mi avevano garantito che sulla nave sarei stato solo e che tra l'altro volendo non avrei avuto bisogno di equipaggio ed oltre a lei tutta la nave, per l’occasione si animò con musica techno e gente che ballava confacendosi al concetto di festa che avevo pensato.

    Ciao mi dice questa ragazza: Mi chiamo Terry proprio come la tua nave. Anche se ho fattezze umane e dotata delle qualità migliori del tuo canone di bellezza femminile sono quello che voi chiamate un robot. Comunque anche se mi sezionassi troveresti ben poco di meccanico sono conformata in tutto e per tutto come un essere umano temperatura carne pelle anche se nervi muscoli e scheletro sono più forti delle migliori leghe metalliche terrestri. Sono fatta quale tuo strumento, ho la forza di una macchina e possiedo tutte le conoscenze finora accumulate dal genere umano per esempio puoi chiedermi di qualsiasi libro stampato che potrei riprodurlo come se lo leggessi. Non ho bisogno di mangiare ho un motore a neutrini (lo stesso della nave) bevo solamente per riprodurre i liquidi corporei. Non ho odore ma posso riprodurli. Attualmente siamo otto unità di utilità distribuite sui vari piani della nave di sembianze differenti 5 femmine e tre con fattezze maschili ma dovessero essere utili puoi riprodurne a tuo piacimento quanti ne vuoi. Qualche domanda da fare? Qualche comando?

    Puoi fare sesso? Chiedo io: Certamente sciocco uomo risponde lei. Buono a sapersi, proprio una vera girl toy dico poi contento e già un poco euforico ripeto come un calamaro(spaziale) che i festeggiamenti abbiano inizio. A pensarci bene è come festeggiare da soli. E' strano perché a bordo di vera persona ci sono solo io, ma la festa è anche in condivisione con gli amici che mi hanno affidato la nave, da laggiù 'possono anche vedermi attraverso le trasmissioni video divertirsi e istruirsi sugli accoppiamenti umani ah! ah! ah! Perciò mi sbagliavo: non è festeggiare da soli. Scemino mi dice Terry sdraiandosi accanto a me nel canape. Divertente proprio divertente anche se ero un po' frenato perché sapevo di essere osservato dai miei amici mentre stavo facendo quel sesso che non era il massimo. Mi appariva virtuale e sensoriale anche se volendo, potevano inserire l’opzione vibratoria in ogni parte del loro corpo ma a me faceva un poco impressione, troppo da macchina… Comunque il tutto inusuale e divertente. Gli amici avrebbero compreso i miei modi un po' rilassati e istintivi. Dopo mi sono addormentato e al risveglio la nave mi informa che si era spostata per non creare qualche intralcio, essendo ancora semi-parcheggiata a terra. Nel frattempo c’era uscito già un altro sole ed erano rimasti solo i componenti dell’equipaggio. Con un umore allegro dò finalmente l'ordine di partire. Lo schermo mi chiede quali sono le mie preferenze e io opto per l'India e mi chiede se voglio tracciare la rotta. Accetto con mucho gusto. Allora marco la rotta che dalla collina di Conca verde conduce fino ad un punto in mezzo al mare di fronte la costa di GOA. La nave si alza dolcemente da quel leggero cuscino d'aria che la sosteneva da terra e si avvia a velocità di crociera e cioè più o meno all'andatura di un normale boing. Mi alzo dal letto sono impaziente ed entusiasta di fare la conoscenza più approfondita della nave. Non prendo l'ascensore mi piace fare quelle scale. Ad attendermi al piano superiore vi è una bella bionda che aspetta anche lei di avere un nome da me (ci penserò dopo), intanto le chiedo di condurmi alla sala di comando ma penso: questa volta meglio prendere l'ascensore; che si presenta, questa volta fatto in stile retrò con decorazioni liberty in ferro battuto. Ogni tanto alla nave piace stupirmi. Entro in sala comando all'ultimo piano, dove la mia consolle spicca su ogni altro arredamento. E’ semplicemente una poltrona girevole posta nel mezzo di uno schermo che come un cerchio mi circonda e il tutto fluttua inglobato in una grossa bolla che sembra di sapone. Bella! Adesso presto dovrò impararne l'uso anche se potrei pilotarla con la sola volontà ma anche questo dovrò imparare meglio. Entro nella bolla e mi siedo ai comandi; chiedo a voce ad uno schermo come si fa ad accelerare ed esso mi visualizza semplicemente un comando touch screen con diverse tipologie di accelerazioni. Dopo gli chiedo il timone" e così mi indica una zona dello schermo più concava dove con un dito posso girare la nave come voglio .Chiedo di portarmi in un' area dove posso manovrare senza fare danni; 30° sullo schermo appare il tragitto di un corridoio libero per un’ora, lungo 40 mila km .Mentre facevo queste operazioni Terry stava già andando da se', alla velocita di crociera; gli chiesi di fermarsi cosi che rallento gradatamente tanto che fu lei a dirmi che eravamo già fermi, poiché anche se potevo vedere il cielo come fossi fuori, la terra la vedevo già abbastanza lontana, perché navigavamo appena dentro l'atmosfera .

    Bene! Dissi e Iniziai a portare la velocità a passo d'uomo ed a fermarmi facendo scherzi col timone; pur essendo io, poco portato al touch screen e non avendo mai condotto una cosa volante pur sempre girandomi sottosopra con la nave, sulla poltrona restavo in posizione orizzontale. Era la nave che girava attorno a me mentre la visuale restava completa perché la nave era quasi tutta trasparente, solo le estremità restavano visibili in base alla forma che volevo dargli. Cominciavo a prenderne dimestichezza; aumentando la velocità gradatamente fino ai soli 600 Km/h facevo slalom di evoluzioni e ogni tanto schizzavo come un pesce fuor d'acqua passando di colpo con la manetta a 1700 km/h. Divertendomi sempre più, nel tempo che mi restava ,dovevo adesso andare veramente più veloce; difatti avevo ancora 25 min. per rispettare la tabella di marcia che mi ero pensato pertanto dovevo aumentare fino ad arrivare almeno ai 10.000 km/h .Subito superammo la barriera del suono e la visuale esterna cominciava a farsi difficile ai soli miei occhi; così che' inserii due aiuti visuali di tragitto. Uno mi segnava le bande laterali della carreggiata del corridoio per le mie prove. L'altro visualizzava mano a mano la posizione della nave sulla linea di rotta. Trascorsa un’ora ridussi la velocità cominciando a scendere di quota fino ad arrivare a quote poco sopra a quelle degli aerei giungendo al punto nella rotta che avevo segnato. Da sopra le nuvole fermai la nave e da fermo per qualche min. mi gustai il paesaggio. Ero arrivato molte miglia fuori, di fronte alle

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